Un milione e mezzo in piazza contro Zapatero: ecco il loro manifesto


A Madrid la maggioranza silenziosa ha deciso che ogni tanto scendere in piazza fa bene. I giornali italiani li tratteranno come un curioso episodio di folklore locale, un rigurgito di bigottismo. Avessero riempito las calles contro George W. Bush li avrebbero messi in prima pagina come avanguardie dell'Ulivo mondiale e avrebbero detto che erano almeno tre milioni. La verità è che erano un milione e mezzo (dati del comune di Madrid) a prendersela con José Luis Rodríguez Zapatero e la sua riforma del sistema scolastico, e la loro era innanzitutto una richiesta di libertà. Il loro manifesto, tradotto dallo spagnolo, suona così.

«Prima del dibattito generato dalla discussione parlamentare del Progetto di legge organica dell'istruzione (Loe) e dopo aver constatato la inesistente disponibilità da parte del governo a modificare aspetti sostanziali di questa nuova riforma dell'istruzione, noi padri e madri di alunni, professori, presidi, alunni, alunne e cittadini, preoccupati per l'istruzione, vogliamo rendere noto quanto segue:
1. Il governo ha tradito la sua promessa di elaborare una riforma dell'istruzione d'intesa con tutta la comunità scolastica.
2. Con questa legge la qualità dell'insegnamento spagnolo continuerà a diminuire. La Loe non risolverà la dispersione scolastica e non contribuirà a migliorare il basso livello di conoscenza degli alunni, come è stato chiarito da studi e analisi europei.
3. La Loe ci porta indietro al modello educativo che fu introdotto con la Logse (la Legge organica dell'ordinamento generale del sistema educativo, vecchia riforma del 1990, ndAcm), i cui effetti disastrosi oggi nessuno mette in discussione.
4. La riforma disconosce i diritti e le libertà che in materia educativa riconosce la nostra Costituzione (qui la versione inglese, il riferimento è all'articolo 27, ndAcm); il diritto dei genitori a decidere sul tipo di educazione che desiderano dare ai figli; il diritto alla gratuità dei livelli di istruzione elementari e obbligatori; il diritto dei genitori a scegliere la scuola che preferiscono; il diritto delle scuole private a ricevere sovvenzioni pubbliche; il diritto a creare e gestire le scuole e, infine, il diritto a definire l'orientamento che le scuole debbono avere.
5. Affermiamo che l'istruzione è una responsabilità e un diritto dei genitori, e che lo Stato ha solo una funzione sussidiaria. Le autorità pubbliche non hanno il diritto di dare l'istruzione ai cittadini, ma debbono assicurare la libertà dei genitori di scegliere il tipo di insegnamento che preferiscono, senza altri limiti che quelli costituzionali.
6. La Loe non prevede mezzi per valorizzare il lavoro degli insegnanti, veri artefici di ogni riforma. Se la Loe dovesse diventare legge difficilmente migliorerebbe l'ambiente scolastico, dal momento che non sono previste misure per rafforzare l'autorità dei professori. Una volta di più, gli insegnanti delle scuole private finanziate con i fondi pubblici sono i grandi dimenticati della riforma, non essendo previsti strumenti per migliorare la loro situazione lavorativa.
7. In base a questa legge, l'insegnamento della Religione sarà emarginato. Allo stesso tempo peggiorerà la situazione lavorativa di coloro che insegnano questa materia.
Per tutti questi motivi, chiediamo il ritiro del Progetto di legge organica dell'Istruzione e invitiamo le autorità pubbliche, le forze sociali e tutti i cittadini a sostenere questa richiesta».

Post scriptum. Personalmente, stravedo per il punto 5.

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