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Visualizzazione dei post con l'etichetta Liberalismo

Roger Scruton contro l'Unione europea

Roger Scruton non ha bisogno di grandi presentazioni. Filosofo inglese, classe 1944, è uno dei più tenaci difensori dell'Occidente e di ciò che questo rappresenta. Ovviamente è un conservatore. Chi vuole saperne di più su di lui, può leggere il recentissimo libro-intervista " Il suicidio dell'Occidente ", che Scruton ha fatto con Luigi Iannone e che è stato pubblicato dalle edizioni Le Lettere. Il motivo per cui se ne parla qui è che ieri, venerdì 15 ottobre, Scruton ha partecipato al convegno "Lo stato della democrazia nel mondo", che si è svolto alla Camera dei deputati. Quella che vedete qui sotto, sino ad ora inedita, è la sua relazione integrale. Un'analisi politicamente scorretta, realistica e - a parere del sottoscritto - in grandissima parte condivisibile su ciò che sta accadendo all'Italia (e non solo) per colpa di come è stata pensata e costruita l'Unione europea. Buona lettura. di Roger Scruton Noi europei apprezziamo la Democrazia pe...

Contro il lato oscuro del Web

Dal Wall Street Journal , per la firma di "Jimbo" Wales , fondatore di Wikipedia, arriva l'attacco più duro letto sinora alla mancanza di responsabilità da parte di chi scrive su Internet. Wales chiede nuove leggi («it's time to re-examine the current legal system») per impedire ai peggiori («prevent the worst among us») di imperversare liberamente sul Web. Concetti che non sono nuovi per frequentatori di questo blog. Anche se la gran parte degli opinionisti italiani non riesce ad andare oltre la frase «Internet deve essere libera», fingendo di non sapere che non c'è libertà senza responsabilità. What we see regularly on social networking sites, blogs and other online forums is behavior that ranges from the carelessly rude to the intentionally abusive. Flare-ups occur on social networking sites because of the ease by which thoughts can be shared through the simple press of a button. Ordinary people, celebrities, members of the media and even legal professionals h...

Buono-scuola, troppo bello per essere vero

di Fausto Carioti Dubitare è lecito, anche perché non è la prima volta che in un governo guidato da Silvio Berlusconi si parla di buono-scuola, e sinora si sa come è andata. Però Mariastella Gelmini che annuncia «una riforma che dia la possibilità di accedere a un bonus» a chi vuole frequentare le scuole non statali è una gran bella notizia. La speranza è che il ministro dell’Istruzione mantenga l’impegno e che questa sia la volta buona: ne guadagnerebbero le famiglie, prime tra tutte quelle più povere, e l’intero sistema scolastico. Oltretutto sarebbe una mossa politica azzeccata, e lo dimostrano le reazioni imbufalite con cui gli esponenti del Pd e della Cgil hanno subito accolto la proposta della Gelmini. Da un lato ci sarebbe un governo di centrodestra che fa una cosa davvero “di sinistra”, come dare a tutti i ragazzi, anche quelli di origini più umili, le stesse possibilità dei loro coetanei più ricchi. Mentre sulla sponda opposta il centrosinistra, tra l’aiuto alle famiglie e gl...

L'europeizzazione della Gran Bretagna

di Fausto Carioti Avessero detto a un inglese vent’anni fa, ai tempi di Margaret Thatcher, che avrebbe avuto in tasca la stessa moneta di greci, portoghesi e italiani, si sarebbe offeso o messo a ridere. Ieri lo ha detto il commissario europeo agli Affari economici, Joaquín Almunia: c’è «una forte possibilità» che, in futuro, la Gran Bretagna aderisca all’euro. E non solo sulle rive del Tamigi nessuno s’è indignato o messo a sghignazzare, ma l’impressione è che molti abbiano iniziato a pregare in silenzio san Giorgio, patrono dell’Inghilterra, che l’annessione monetaria avvenga al più presto. L’ambasciatore britannico in Italia, Edward Chaplin, si è limitato a dire che l’ingresso del suo Paese nell’eurozona «non è una priorità in questo momento». Ha ragione: ufficialmente se ne parlerà tra qualche tempo, dopo le elezioni del 2010. Adesso si deve solo sondare il terreno e preparare l’opinione pubblica. Siamo davanti a una svolta epocale: la fine del plurisecolare orgoglio finanziario b...

Perché Bush è meglio di Tremonti

Lo so che non va di moda citare George W. Bush. Nemmeno tra i repubblicani americani. Figuriamoci tra noialtri conservatorotti italiani. Però, quando il presidente americano uscente dice che History has shown that the greater threat to economic prosperity is not too little government involvement in the market, it is too much government involvement in the market . We saw this in the case of Fannie Mae and Freddie Mac . Because these firms were chartered by the U.S. Congress, many believed they were backed by the full faith and credit of the U. S. government. Investors put huge amounts of money into Fannie and Freddie, which they used to build up irresponsibly large portfolios of mortgage-backed securities. When the housing market declined, these securities, of course, plummeted in value. It took a taxpayer-funded rescue to keep Fannie and Freddie from collapsing in a way that would have devastated the global financial system. There is a clear lesson: Our aim should not be more governme...

I diritti degli invisibili

di Fausto Carioti C’è qualcuno disponibile ad aiutare Abele? Perché la violenza è già arrivata nelle scuole e nelle università italiane. Ma siccome le sue vittime subiscono i soprusi in silenzio, e nessuna telecamera si degna di inquadrarle, e nessun giornale ne tramanda le gesta ai posteri, la classe politica ha deciso di fregarsene. I diritti della stragrande maggioranza di studenti, professori e lavoratori della scuola e degli atenei non sono difesi da nessuno. Né dal centrodestra, che è al governo, e tantomeno dal centrosinistra, per il quale diritto allo studio e diritto al lavoro sono solo randelli da dare in testa agli avversari e riporre nello sgabuzzino quando non servono più. Questi figli di un dio minore, dimenticati da tutti, sono gli studenti che vorrebbero seguire le lezioni. Sono i professori, i ricercatori, i presidi, i rettori che in questi giorni vorrebbero continuare a fare il loro lavoro. Vuoi perché difendono la riforma della scuola di Mariastella Gelmini e il modo...

Sicurezza aerea, deregulation e prezzo del petrolio

di Fausto Carioti La deregulation aerea è una cosa bellissima. Da quando, alla fine degli anni Settanta, l’amministrazione americana avviò la liberalizzazione dei cieli, qualche miliardo di cittadini del mondo libero ha potuto vedere posti dove altrimenti non sarebbe mai stato, spendendo una frazione minima del proprio stipendio. La deregolamentazione è stata un potente fattore di democrazia, perché ha tolto alle classi più ricche il monopolio dei grandi viaggi. Il mercato, insomma, il suo compito l’ha svolto. Eppure le 153 vittime dell’incidente dell’aereo Spanair sono la drammatica conferma che l’aviazione commerciale ha problemi serissimi ed irrisolti. Ma scaricare l’intera colpa sulla concorrenza tra vettori privati, come fanno i nostalgici dello statalismo e dei bei tempi in cui solo pochi privilegiati potevano permettersi di salire su un velivolo, significa rifiutarsi di capire il problema e usare i morti di Madrid per fini di bassa ideologia. In attesa di leggere i dati contenut...

La casta non ha perso l'appetito

di Fausto Carioti L’importante è non prenderli troppo sul serio. L’ultima campagna elettorale è stata una gara a chi prometteva i tagli più mirabolanti agli sprechi della politica. Fatta la grazia (l’elezione), gabbato lo santo (l’elettore). Appena arrivati in parlamento, la sfida è proseguita, ma l’obiettivo adesso è un altro: nella nuova corsa vince chi dirotta più soldi dei contribuenti verso gli amici e gli amici degli amici. Sperando nella loro gratitudine. Stavolta, però, si gioca sottotraccia, lontani dalle telecamere: l’importante è che la cosa sia nota ai pochi che avrebbero da guadagnarci. Ci hanno pensato i benemeriti dell’ istituto Bruno Leoni , sanguigno think-tank liberista, a portare un po’ di materiale alla luce del sole. In un dossierino di sei pagine hanno passato al setaccio le proposte presentate in questi primi cento giorni della nuova legislatura, alla ricerca di quelle “leggine”, sconosciute ai più, che aumentano i costi della politica e creano privilegi per vec...

Liberali per Mosley

Mario Vargas Llosa fa l'unica cosa che può fare un liberale davanti a un caso come questo. Difende Max Mosley e il suo diritto di divertirsi come gli pare, assieme ad altri adulti consenzienti, senza essere linciato. «Dirò, brevemente, che, a mio modesto parere, Mosley ha tutte le ragioni del mondo e che se a lui piace che lo sculaccino - come facevano le madri con i bambini che si comportavano male quando io ero piccolo - o ama sculacciare sederi altrui, è un fatto che riguarda solo lui e i suoi compagni di frustate. Nessun altro. A patto, ovviamente, che questi giochi di mano avvengano tra persone adulte che vi si prestino di loro volontà e in perfetta lucidità, come sembra sia accaduto nella circostanza». Il suo articolo, apparso su El Pais, è pubblicato oggi dalla Stampa . Io ne avevo scritto qui .

I laici, la vita e l'aborto: ecco come la pensava Bobbio

Nulla di nuovo nelle righe che seguono. La cosa è nota a molti. Io stesso l'ho citata più volte. Però, in un momento in cui sembra che non si possa essere laici senza essere abortisti, e che si possa essere antiabortisti solo se si va a messa, si dicono le preghiere e si prende la comunione, forse può essere utile rileggere per intero l'intervista che Norberto Bobbio rilasciò nel maggio del 1981 a Giulio Nascimbeni, del Corriere della Sera. Perché non tutti i laici sono come Eugenio Scalfari. Anche se Scalfari, ovviamente, si permette di parlare a nome di tutti i laici: «Per quanto riguarda la legge sull'aborto», scrive, «i laici ritengono che essa tuteli la maternità consapevole e la libertà di scelta delle donne». Non risultasse irresistibilmente goffo, con questa sua presunzione e la volontà ostentata di ignorare laici assai più autorevoli di lui, come Bobbio e Pier Paolo Pasolini, ci sarebbe da incavolarsi. Ecco dunque, così come fu pubblicata all'epoca, l'inte...

La disgrazia è reciproca

L'amico Vittorio Macioce, sul Giornale di oggi , racconta a modo suo ciò che si muove sul lato più o meno destro della cosiddetta blogosfera italiana. Pochi giorni fa era stato il turno di Libero .

Popper e la sinistra: la storia vera

di Fausto Carioti È da tredici anni che a sinistra va di moda riempirsi la bocca con Karl Popper. Il merito (o la colpa) è di “Cattiva maestra televisione”: un fortunato libricino scritto da Giancarlo Bosetti, all’epoca vicedirettore dell’Unità, nel 1994. Guarda caso, in coincidenza con l’entrata in politica di Silvio Berlusconi. Poco importa che le preoccupazioni di Popper fossero rivolte innanzitutto ai bambini e ai rischi che corrono davanti al piccolo schermo. Di Popper si volle capire solo che, per lui, chi possiede le televisioni è un potenziale dittatore. Nell’immaginario di buona parte della sinistra italiana il filosofo austriaco divenne così un nemico del loro peggior nemico, insomma un compagno di strada, subito adottato con l’entusiasmo dei neofiti. A fare un po’ di chiarezza sui rapporti tra il filosofo liberale e la sinistra arriva adesso il libro di Dario Antiseri e Hubert Kiesewetter: “ ‘La società aperta di Karl Popper’. Le vicende editoriali di un’opera scritta tra di...

L'Internazionale Liberale si chiede se l'islam può diventare liberale

Nei giorni scorsi l' Internazionale Liberale si è riunita per il suo 54° congresso a Marrakesh, in Marocco. La questione principale su cui si è dibattuto: è possibile conciliare liberalismo e islam? Detta altrimenti: cosa deve fare un buon islamico per essere anche un buon liberale? Al confronto hanno partecipato trenta partiti liberali del mondo islamico. Tra gli altri, erano presenti delegati dall'Egitto, dall'Iraq liberato dagli americani, dalla Turchia, dall'Indonesia e dall'autorità palestinese. In attesa di leggere i documenti ufficiali del congresso, se e quando essi appariranno sul sito dell'organizzazione, vale la pena di leggere il resoconto e le opinioni di Carlos Alberto Montaner, cubano in esilio, che dell'Internazionale Liberale è uno dei vicepresidenti. L'irlandese John Alderdice, presidente dell'Internazionale Liberale, parte da una constatazione sensata: solo i musulmani liberali, tolleranti e democratici possono fermare i fondamen...

"Institutions matter", terza puntata: la pazza idea di de Soto

Terza e ultima puntata della lezione che il sottoscritto ha tenuto lunedì 6 febbraio 2006 alla Scuola di Liberalismo di Roma, organizzata dalla Fondazione Einaudi. Argomento: i liberisti dinanzi alla globalizzazione e al problema della sua scarsa diffusione al di fuori dell'emisfero occidentale. La prima puntata è servita da introduzione, la seconda puntata è stata dedicata alle teorie dell'economista americano Douglass North , questa ha come protagonista l'economista peruviano Hernando de Soto e la sua "pazza idea". Stavolta la lettura è assai più breve delle precedenti. Il tono è il solito: discorsivo e divulgativo. Almeno spero. Il secondo liberoscambista di cui parliamo oggi, l’economista peruviano Hernando de Soto, al momento non ha vinto alcun Nobel, ma ha il merito di partire dalle posizioni di North per passare “dalla protesta alla proposta”. Anche per lui, come per North, “institutions matter”. La cultura, però, per de Soto non c’entra nulla. « La disp...

"Institutions matter", seconda puntata: Douglass North

Seconda puntata della lezione che il sottoscritto ha tenuto lunedì 6 febbraio 2006 alla Scuola di Liberalismo di Roma, organizzata dalla Fondazione Einaudi. Argomento: il motivo per cui la globalizzazione stenta ad attecchire al di fuori del mondo occidentale, ed in particolare lascia ai margini gran parte dell'America Latina. La prima puntata è servita come introduzione. Questa è dedicata alle teorie dell'economista americano Douglass North , mentre la terza e ultima avrà come protagonista l'economista peruviano Hernando de Soto . Come già scritto, ho fatto di tutto per usare un linguaggio molto divulgativo. Il tutto è lungo assai. di Fausto Carioti Douglass North, americano, ha vinto il Nobel per l’Economia nel 1993. Il suo lavoro principale si intitola “ Istituzioni, cambiamento istituzionale, evoluzione dell’economia ” ed è ritenuto uno dei testi più influenti degli ultimi anni. Riprendendo il filone aperto da un altro Nobel per l’economia, Ronald Coase , North rivoluz...

"Institutions matter": i liberisti e la globalizzazione

Inizio a pubblicare la lezione che il sottoscritto ha tenuto lunedì 6 febbraio 2006 alla Scuola di Liberalismo di Roma, organizzata dalla Fondazione Einaudi. Argomento: il motivo per cui la globalizzazione stenta ad attecchire al di fuori del mondo occidentale, ed in particolare lascia ai margini gran parte dell'America Latina. Lezione che qui pubblicherò in tre puntate. Quella che segue è l'introduzione. La seconda puntata userà come "lente" per comprendere l'argomento le teorie dell'economista americano Douglass North , mentre la terza sarà centrata sugli studi e la "folle" proposta dell'economista peruviano Hernando de Soto . Ho fatto ogni sforzo possibile per usare un linguaggio estremamente divulgativo, essendo la lezione rivolta a un pubblico di non specialisti. Spero di esserci riuscito. Attenzione: il tutto è molto, ma molto lungo. di Fausto Carioti La lezione di stasera ha come argomento una domanda. Posto che il libero mercato è il mezz...

Conservatism strikes back (by Giovanni Orsina)

Giovanni Orsina, liberale doc, è il migliore giovane politologo italiano. E non solo a parere di chi (come me) gli è amico. Il suo commento sulla rinascita del movimento conservatore italiano, pubblicato sul Mattino di domenica 18 dicembre , è un gioiellino. Buona lettura. di Giovanni Orsina La manifestazione «Il dovere dell’identità» che si è svolta ieri a Roma su iniziativa della Fondazione Magna Carta, vicina al presidente del Senato Marcello Pera, è una delle tappe della rinascita, in Italia, di una cultura conservatrice liberale. Mancava da più di quarant’anni, quella cultura, nel nostro paese. Ad esser precisi, dal luglio del 1960. Come morì, allora, e perché ora rinasce? La cultura conservatrice scompare nei primi anni Sessanta con l’avvio del centrosinistra. L’ingresso del Partito socialista nella maggioranza di governo, compiutosi dopo lunga gestazione alla fine del 1963 con il primo gabinetto Moro, si accompagna a un radicale mutamento intellettuale. Il centrosinistra «riscop...