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Visualizzazione dei post da agosto, 2009

Non fai sesso? Colpa di Berlusconi

di Fausto Carioti Sono tre anni che non fai sesso? È colpa di Silvio Berlusconi. Non hai amici, non trovi l’amore? È sempre con l’infame di Arcore che te la devi prendere. E poi dicono che il loro non è un chiodo fisso. Meravigliosa Natalia Aspesi, la quale ci dimostra ancora una volta che per ridere di quelli come lei non c’è bisogno di inventarsi nulla. Basta raccontarli così come sono, prendere le loro frasi e metter le in fila. Per chi non ne fosse al corrente la signora Aspesi, storica maestrina rossa del bon ton radical chic, tiene da lustri la rubrica della posta del cuore sul Venerdì, il magazine settimanale allegato a Repubblica. Ma si capisce che la dimensione intimista le sta stretta. Ambisce ad altro. Così ogni tanto si fa un po’ prendere la mano. Trova una breccia in qualche cuore infranto e ci si infila inebriata, finalmente libera di rifilare al lettore un concione di alta politica. L’ultimo numero del settimanale, però, è da collezione: stavolta la signora ha dato la me

Buon compleanno, petrolio

di Fausto Carioti Buon compleanno al progresso tecnologico. Buon compleanno alle meravigliose libertà consumistiche di noialtri moderni: viaggiare, volare, azionare un pistone, starcene al caldo quando fuori si trema. In una parola: buon compleanno, petrolio. L’industria del greggio ha appena compiuto 150 anni. Il 27 agosto del 1859 a Titusville, in Pennsylvania, il sedicente “colonnello” Edwin Laurentine Drake fece trivellare il suo terreno sino alla profondità di venti metri. La mattina dopo scoprì che si era formata una pozza di liquido scuro e oleoso: Drake aveva trovato quello che stava cercando. Sino ad allora, il poco petrolio in commercio non veniva estratto dal sottosuolo, ma “raccolto” con coperte di lana laddove affiorava liberamente. Da quel giorno, il mondo non sarebbe più stato lo stesso. La “leggenda nera” che accompagna dagli inizi la storia dell’industria petrolifera ne ha fatto l’epicentro di tutti i mali della modernità: la guerra, l’avidità degli “spiriti animali” d

Il ruolo istituzionale di Fini e i problemi del Pdl

di Fausto Carioti Dopo aver rinunciato alle feste in Sardegna, Silvio Berlusconi farebbe bene a chiudere, tirando qualche tratto di penna sulle opere inutili in agenda, anche il capitolo delle celebrazioni per i 150 dell’Unità d’Italia, tanto caro a Giorgio Napolitano. Con rispetto parlando, ci sono questioni politiche più importanti della costruzione della pista ciclabile del Parco del Ponente ligure. Sull’immigrazione e sui temi della bioetica il governo e la maggioranza, lasciati a se stessi nel mare di agosto, rischiano di andare a fondo come un gommone bucato. Urge intervento del presidente del Consiglio, unico in grado di ricreare l’ordine dal caos del centrodestra. E una delle questioni con cui Berlusconi deve misurarsi - ieri lo si è capito bene - è l’attivismo di Gianfranco Fini, il quale gioca ormai una sua partita autonoma, del tutto slegata da quella del centrodestra. L’obiettivo del presidente della Camera lo sa solo lui, ma certo non sarebbe strano se sullo sfondo dei suo

Le coraggiose verità di Veltroni

di Fausto Carioti Dunque, il Male sulla Terra non l’ha portato Silvio Berlusconi. C’era prima di lui e ci sarà ancora quando il Cavaliere non sarà più tra noi. Tempo di svolte sofferte e coraggiose, a sinistra. L’assenza di impegni degni di questo nome - stare all’opposizione ha i suoi vantaggi - stimola interrogativi escatologici da cui scaturiscono risposte sorprendenti. Che fanno discutere, appassionano e dividono il popolo del Pd. Dal fermento neuronale di Walter Veltroni, per dire, è appena uscita la seguente riflessione, affidata alle colonne del Quotidiano nazionale e saggiamente intitolata « Berlusconi non è il male di tutto ». Domanda del giornalista: «Se oggi siamo quel che siamo è a causa di Berlusconi?». Risposta del leader trombato nonché filosofo emergente: «No, ne sono convinto. La colpa più grave di Berlusconi è quella di non aver migliorato in nulla il Paese pur dominandone la politica da quindici anni, ma non credo che con lui scompariranno anche l’egoismo e l’individ

Immigrati e lavoro: cosa c'è scritto davvero nello studio di Bankitalia

di Fausto Carioti Da ieri, nella biblioteca del bravo multiculturalista c’è un nuovo volume. In realtà è uscito un mese fa. Ma le agenzie di stampa e i partiti politici ne parlano adesso perché a metà agosto non accade nulla di interessante e su qualcosa bisogna pur litigare. Il titolo del testo, " L’economia delle regioni italiane nell’anno 2008 ", non è dei più accattivanti. Dentro, però, c’è scritto proprio quello che in molti vogliono sentirsi dire: gli immigrati non tolgono il lavoro agli italiani. E siccome il documento in questione è firmato dalla Banca d’Italia, giornali e commentatori di sinistra (e non solo) ce lo stanno già rivendendo come la conferma ufficiale del fatto che i nuovi arrivati non creano problemi agli italiani, e che la paura di perdere il posto a causa dell’arrivo degli stranieri è infondata. Solo che le cose non stanno proprio così. Non sempre, quantomeno. E basta leggere con attenzione quanto scritto da Bankitalia per capire che c’è un’altra metà

Gli 83 anni del dittatore che nessuno ricorda

di Fausto Carioti Il dittatore che ha sprofondato Cuba nel Terzo mondo, fatto uccidere per motivi politici 8.225 persone, incarcerato centinaia di migliaia di dissidenti e migliaia di omosessuali e costretto all’esilio due milioni di disperati, ieri ha compiuto 83 anni. Ma nessuno sembra essersene accorto. Il Fidel Castro di cui le cronache di questi giorni ci raccontano il compleanno non ha la grandezza storica e tragica dei despoti. Non sembra nemmeno avere mai avuto una dimensione politica. I media lo hanno elevato al rango di icona pop, e così l’anniversario di ieri ci viene raccontato con la stessa disinvolta simpatia che può essere dedicata ai 79 anni di Sean Connery o ai 66 di Mike Jagger. Il tiranno malato ci viene rivenduto come una vecchia rockstar carismatica che tira fuori dal cassetto le foto della sua vita (all’Avana è stata allestita una rassegna di 35 istantanee), gioca a pallone con Diego Armando Maradona («Provate solo ad immaginare la scena: io che calcio un rigore c

L'unica soluzione possibile per la Rai (e perché non sarà mai adottata)

di Fausto Carioti Eppure un punto di incontro tra Silvio Berlusconi e i suoi nemici del soviet Rai ci sarebbe. Ieri il presidente del Consiglio ha detto di «non poter più sopportare» che quella italiana sia «l’unica televisione pubblica al mondo che con i soldi di tutti attacca il governo». Ha citato il caso del Tg3, che nell’edizione di giovedì (quella di ieri doveva ancora vederla) gli aveva dedicato quattro titoli «tutti negativi e di contrasto all’attività del governo». Una frase dinanzi alla quale l’Usigrai, vale a dire l’ala sinistra dell’azienda, invoca nientemeno che «un risveglio civile della coscienza degli italiani», mentre Dario Franceschini sostiene che il premier è «impaurito dalla stampa libera», e pazienza se la libertà che invoca il segretario del Pd per i giornalisti Rai è quella di farsi indicare la strada dal suo partito. Berlusconi qualche buona ragione ce l’ha. Le gogne allestite da Michele Santoro e certe edizioni del Tg3 non hanno uguali negli altri Paesi, perch

Cosa c'è nel dossier segreto sulla Ru486

di Fausto Carioti Eccolo qui, il dossier riservato sulla Ru486 di cui tutti parlano e nessuno ha ancora pubblicato una riga. È lungo 52 pagine, scritte in inglese e in francese. Sulla copertina appare l’intestazione della Exelgyn, l’azienda produttrice della pillola. Una scritta avverte che si tratta di materiale «confidenziale». La casa farmaceutica francese lo ha inviato il 25 marzo scorso ai tecnici del ministero italiano della Sanità, che avevano chiesto chiarimenti molto circostanziati all’azienda, anche per rispondere alle interrogazioni parlamentari presentate al governo sulla pillola abortiva e sulle morti legate al suo uso. I tecnici del dicastero lo hanno poi girato all’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, affinché ne tenesse conto per le sue valutazioni. Negli ultimi giorni sono stati in tanti a chiedere che questo documento diventi pubblico. Il senatore a vita Francesco Cossiga ha rivolto un’interpellanza all’esecutivo chiedendo «se non ritenga necessario fare chiarezza su