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Visualizzazione dei post da aprile, 2009

Famiglie e scuole private, mezza vittoria sul fisco

di Fausto Carioti Incavolarsi serve. Lanciato l'11 aprile su queste pagine , l'allarme per l'ultima cattiveria del fisco italiano nei confronti delle scuole private ci ha messo un po' per essere recepito dai diretti interessati. Alla fine, però, l'arrabbiatura è emersa. E ieri questa reazione ha prodotto un primo risultato: il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha assicurato che la scuola paritaria, di per sé, non è «un lusso», e che l'iscrizione dei figli a questi istituti non è «sempre e comunque indice di una particolare agiatezza economica». Alleluia. Un passo indietro. Il 9 aprile la Direzione accertamento dell'Agenzia delle Entrate aveva pubblicato una circolare per aggiornare il vecchio “redditometro”. Vi si leggeva che gli uffici del fisco dovranno controllare chi acquista servizi «di lusso» come quelli offerti da «porti turistici, circoli esclusivi, scuole private, wellness center, tour operator». Insomma, il fisco metteva ne

L'Occidentale contro FareFuturo

Che bello, anche a destra volano gli schiaffi. Era l'ora. Giancarlo Loquenzi, direttore dell'Occidentale, risponde col curaro all' articolo al vetriolo apparso sul web magazine della fondazione finiana FareFuturo e firmato da Sofia Ventura. Scrive Loquenzi: Amici e colleghi hanno alzato il sopracciglio quando hanno saputo che avevo accolto la “rossa del GF”, la “preferita di Berlusconi”, la “maggiorata” in redazione. Ma mi sono guardato bene dal considerare tutto questo come un indelebile marchio di infamia. Non volevo che contro di lei funzionasse una sorta di razzismo al contrario, per cui se sei bella, hai fatto tivvù e sei pure amica di Berlusconi, devi essere condannata al bando dalla vita civile e restare nel limbo dell’eterno “velinismo”. Avesse chiesto uno stage a FareFuturo probabilmente glielo avrebbero negato: nel tempio del politically correct della nuova destra, le avrebbero forse sbattuto la porta in faccia, spiegandole che lo facevano per il bene suo e di qu

Tra saluto romano e cazzeggio: ascesa e caduta del Bagaglino

di Fausto Carioti «Son morto nel Katanga, venivo da Lucera, avevo quarant’anni e la fedina nera». I tanti che poi, al posto di fedina, dicevano «camicia», erano in qualche modo autorizzati. Perché quello era il 1968 e a cantare “Il mercenario di Lucera” sul palco della cantina di vicolo della Campanella era Pino Caruso. Il Bagaglino esisteva da tre anni ed era già noto al grande pubblico come l’alternativa alla satira “colta” di sinistra, alle canzoni “impegnate” di sinistra e al divertimento “intelligente” di sinistra. Insomma, quelli del Bagaglino erano “di destra”. Non la destra impettita e classista, ma quella libertaria, irriverente e plebea, sempre in bilico tra saluto romano e cazzeggio (con una certa predilezione per il secondo) che proprio nella capitale, trent’anni prima, aveva avuto un protagonista del calibro di Ettore Petrolini, capace di rispondere «Me ne fregio!» al Duce che gli offriva un’onorificenza (non prima, però, di averla accettata). Adesso - è notizia di questi

Come non governare l'immigrazione

di Fausto Carioti Si può anche decidere di spalancare le porte agli immigrati clandestini e lasciarli liberi di rimanere nel nostro Paese. È quello che vuole una parte dell’opposizione, convinta che l’Italia non sia degli italiani, ma di chiunque voglia viverci. Si può fare, ma bisogna avere la coerenza di dirlo chiaro e tondo agli elettori, in modo che, al momento di votare, possano regolarsi di conseguenza. La sinistra estrema, almeno, questa coerenza ce l’ha. Quello che non si deve fare, invece, è proprio quello che sta avvenendo in questi giorni. Nei quali i proclami di un governo e di una maggioranza che promettono di bloccare l’immigrazione clandestina sono contraddetti dall’ennesima misura in favore degli stranieri irregolari, che ora hanno un buon motivo - anche loro - per festeggiare il 25 aprile. Oltre mille immigrati irregolari, infatti, stanno uscendo in queste ore dai Centri di identificazione ed espulsione. Se non è un nuovo indulto, poco ci manca. I clandestini avrebbero

In memoria di Giacomo Brandolini

A proposito di egemonia culturale: chi (magari perché di sinistra) vuole evitare simili figure, può leggersi il breve ritratto di Brodolini apparso su La Rinascita della sinistra, rivista dei Comunisti italiani .

Nessuno spazio politico fuori da Berlusconi

di Fausto Carioti Dopo il presidente imprenditore, il presidente operaio, il presidente costruttore, il presidente ferroviere, il presidente donnaiolo, il presidente buon padre di famiglia e un’altra dozzina di varianti sul tema del Berlusconi arcitaliano, il presidente partigiano che il 25 aprile scende in piazza per celebrare la Liberazione promette di chiudere la carrellata, se non altro per esaurimento delle possibili incarnazioni. Il Berlusconi in metaforica camicia rossa sancirebbe nel giorno migliore e nel modo più evidente quello che è già sotto gli occhi di tutti: l’opposizione non c’è più. Nel senso che ogni scontro, ogni possibile dialettica ormai avviene sotto Berlusconi, che tutto riassume dentro di sé e il suo governo. Il welfare state e il liberismo, il partito che vuole mettere più tasse sui ricchi e quello che vuole ridurre le imposte a tutti, il laicismo e l’inchino (non solo formale) a Joseph Ratzinger, l’amicizia con la Russia di Vladimir Putin e quella con gli Stat

Intervista a Enrico Letta: «Uscire dal nucleare fu un errore, ma arrivare al 25% è irrealistico»

Intervista del sottoscritto a Enrico Letta per Elementi, rivista del Gestore dei servizi elettrici. Una pillola: Onorevole Letta, il piano predisposto dal governo per diversificare le fonti energetiche prevede il raggiungimento, a regime, di un mix composto per il 50% da energia ricavata da fonti fossili, il 25% da energie rinnovabili e il 25% da nucleare. Entro la legislatura dovrebbe iniziare la costruzione delle nuove centrali nucleari italiane. Lo ritiene un piano auspicabile e raggiungibile? Il nostro Paese deve disporre, per energia e ambiente, di un programma nazionale pluriennale, coordinato con i singoli piani regionali. In questa fase di estrema difficoltà economica, l’energia e l’ambiente sono fra gli ambiti in cui è più urgente investire a fini anticiclici. Sotto questo profilo, avere obiettivi chiari e condivisi è prioritario per dare certezza agli investitori. Ciò detto, pur comprendendo la necessità di sintetizzare in slogan ragionamenti complessi, resta la sensazione ch

Due buoni motivi per lasciare Santoro dove sta

di Fausto Carioti Ci sono almeno due motivi per cui Silvio Berlusconi, fregandosene del conflitto d’interessi, dovrebbe intervenire sui vertici della Rai per incoraggiarli a lasciare Michele Santoro al suo posto. Anche dopo che costui, giovedì scorso, ha scambiato il servizio pubblico televisivo per un randello da dare in testa alla Protezione civile impegnata nelle zone del terremoto. Il primo motivo è che la cacciata di Santoro è proprio quello che gli avversari del Cavaliere, e lo stesso Santoro, si attendono da lui. I suoi avversari perché così potrebbero ricominciare ad accusarlo di liberticidio. Santoro perché, stanco di fare il conduttore (quantomeno di farlo in Rai) potrebbe andarsene via indossando l’aureola del martire. Per tre quarti della sinistra, poi, il regalo sarebbe doppio. Giacché Santoro sta sulle scatole a molti di loro più che allo stesso Berlusconi, e l’idea di levarselo di torno grazie al loro peggior nemico è roba da sogni proibiti. E qui veniamo al secondo moti

Famiglie e scuole private sempre più maltrattate dal fisco

di Fausto Carioti Se in Italia c’è una categoria a rischio di estinzione, che merita di essere difesa, sono le famiglie che mandano i figli alle scuole private. Prima pagano ogni mese la retta, con un aiuto minimo o nullo da parte dello Stato (al quale, piaccia o meno, fanno un favore, consentendo alla pubblica istruzione di risparmiare su scuole e insegnanti). Poi provvedono a finanziare con le loro tasse la formazione del figlio del vicino di casa, che frequenta le scuole pubbliche. Insomma, in nome della «solidarietà sociale» costoro pagano due e prendono uno. Intanto la speranza di vedere introdotto a livello nazionale un “buono-scuola” da usare per iscrivere i loro figli a qualunque istituto, pubblico o privato, ritengano migliore, è stata accantonata. Quanto alle borse di studio, di solito le imprese italiane si guardano bene dal finanziarle, preferendo investire milioni di euro, anziché in aiuti agli studenti, in costosissime campagne di comunicazione nelle quali, magari, voglio

Dopo il terremoto il governo scelga l'election day

di Fausto Carioti L’idea è buona, qui la si sostiene da un pezzo e pazienza se poi ci si sono buttati anche Dario Franceschini e l’Unità. Piuttosto, sarebbe doveroso che la sostenesse pure qualcuno dei tanti del PdL che firmarono per il referendum elettorale di Mario Segni e Giovanni Guzzetta e che adesso, come si dice a Roma, «fanno i vaghi». Insomma: se prima del terremoto spendere 400 milioni di euro (nostri) per non abbinare il referendum elettorale alle elezioni del 6 e 7 giugno poteva sembrare un favore alla Lega difficilmente giustificabile in tempo di crisi, perseverare nello spreco adesso, con mezzo Abruzzo da ricostruire, è un esercizio di puro sadismo nei confronti del contribuente. I costi da affrontare per far votare il referendum elettorale il 14 giugno non sono motivati da alcuna ragione tecnica: nulla vieta, infatti, di mettere insieme le schede per le europee, le amministrative (laddove sono previste) e il referendum. L’unica ragione è politica, e consiste nella vogli

Le ragioni di Sarkozy e l'ingerenza di Obama

di Fausto Carioti Viva Nicolas Sarkozy che dice «no» all’ingresso della Turchia nella Ue. Il presidente francese è l’unico che ha il coraggio di mettersi contro il multiculturalismo, ultima fede rimasta alla élite continentale, e di opporsi all’ingerenza americana. Perché di questo si tratta: un’intromissione negli affari nostri, e se fosse stato un leader diverso da Barack Obama a varcare l’Atlantico per venirci a dire che gli Stati Uniti «sostengono fortemente» l’arrivo della Turchia nell’Unione perché serve ad «allargare e rafforzare» le nostre fondamenta, a sinistra e nei governi europei tanti avrebbero rispettosamente chiesto allo yankee di non mettere il naso nelle nostre vicende. Invece il messaggio è venuto da Obama nell’alto dei cieli, impegnato a costruire un mondo più giusto per tutti. E a uno così non sta bene porre obiezioni. È toccato a Sarkozy dirgli la frase più vera e più banale: «Trattandosi della Ue, spetta ai Paesi membri decidere». Che nella lingua di Obama si legg

Leader morale cercasi. Astenersi perditempo e Franceschini

di Fausto Carioti «AAA schieramento politico in stato di grave crisi cerca figura di riferimento. Qualunque curriculum è bene accetto. Astenersi perditempo e Franceschini». E poi dicono che in Italia non si trova più lavoro. Guardate il centrosinistra: è pronto a offrire la leadership morale a chiunque dica mezza parola contro Silvio Berlusconi. E in mancanza della mezza parola va bene anche un gesto, una smorfia, un inarcamento di sopracciglio: tutto fa brodo. Il dramma è che ormai, per trovare qualcosa di simile in una figura credibile, debbono rivolgersi a personaggi che vengono da storie opposte rispetto alla loro. Solo nelle ultime settimane hanno provato ad adottare la regina d’Inghilterra e Nicolas Sarkozy. Il fior fiore del conservatorismo europeo, insomma. E ognuno di loro, a modo suo, li ha lasciati con il due di picche in mano. Ora sperano in Gianfranco Fini, ed è facile prevedere che anche con lui finirà allo stesso modo. Sua Maestà li aveva illusi, per un attimo, di essere

La verità di Brunetta e l'ipocrisia della sinistra

di Fausto Carioti A corto di voti e di intelligenze, alla sinistra resta l’indignazione ipocrita verso chi dice verità banali, ma politicamente scorrette. Ieri è toccato a Renato Brunetta. Il quale, tanto per cambiare, non ha fatto nulla per evitarlo. Tanto da trovarsi, a un certo punto, ai ferri corti pure con la sua collega di governo Mara Carfagna. A un convegno sulle pari opportunità, davanti a una platea quasi tutta femminile, Brunetta ha denunciato dal palco una delle principali storture del pubblico impiego, che vede molte donne nella duplice veste di defraudatrici e vittime. «Non voglio più che le donne scappino dai posti di lavoro per andare a fare la spesa e poi tornare a casa alle 13.30 con le buste in mano», ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione mentre si levava qualche fischio. Una sfida alle donne? Per Brunetta è l’esatto contrario: «La lotta all’assenteismo è una lotta di liberazione per le donne. Far finta di essere malate per accudire i mariti, per accud

Kyoto, la mozione "negazionista" è piena di banale buon senso

Segni di risveglio politico da parte del PdL. Qui sotto è possibile leggere il testo della mozione parlamentare presentata al Senato per chiedere al governo di impegnarsi per una drastrica revisione del protocollo di Kyoto. Una mozione che la sinistra definisce ovviamente «negazionista», e che qui si reputa di semplice buonsenso.  «Il Senato, rilevato come da anni la Commissione europea, nei suoi documenti (ad esempio nella risoluzione del Parlamento europeo del 4 febbraio 2009) e nelle sue comunicazioni (ad esempio nelle comunicazioni espresse dai suoi dirigenti nel corso dell'incontro tra i presidenti delle Commissioni parlamentari Energia ed ambiente degli Stati membri tenutosi a Praga nei giorni 11-12 febbraio 2009), costantemente dia per scontata l’attribuzione della responsabilità del riscaldamento globale in atto da circa un secolo nell’atmosfera terrestre all'emissione dei gas serra antropogenici (e tra questi soprattutto all’anidride carbonica prodotta dall’uso dei co

Putin pronto a vincere la prima mossa contro Obama

Chi segue questo blog sa che qui si pensa che buona parte della geopolitica passi attraverso le grandi pipelines dell'energia. Per questo qui si presta una grande attenzione alle sorti del gasdotto Nabucco. Fortemente sponsorizzato dal dipartimento di Stato americano e dalla commissione di Bruxelles (ma non dai singoli Paesi europei, che hanno preferito trattare con Mosca in ordine sparso: complimenti all'Europa unita), Nabucco dovrebbe liberare il vecchio continente dal quasi-monopolio dell'offerta russa di gas, portando in Europa il metano di Azerbaigian, Turkmenistan e Kazakistan lungo rotte alternative a quelle controllate da Mosca. Di Nabucco, in tempi recenti, ho scritto (in termini non troppo lusinghieri per l'esecutivo italiano)  qui , qui e qui . Adesso arriva la notizia , non certo imprevista, che Gazprom, cioè il vero governo russo, è a un passo dall'ottenere l'esclusiva per il gas dell'Azerbaigian. Se ciò avvenisse, il rischio che Nabucco diveng