Paul McCartney contro la Cina. Diritti umani? No, degli animali

Solito vizietto del bravo democratico politicamente corretto: favorevole agli aborti, purché non si tocchi il feto della foca monaca. Stesso discorso per i diritti degli animali, che per taluni vengono prima di quelli degli esseri umani. Le agenzie hanno dato da poco la notizia che Paul McCartney non farà più concerti in Cina dopo aver visto un documentario-choc sui maltrattamenti inflitti a cani e gatti. Il documentario è scaricabile dal sito dell'organizzazione animalista Peta, e mostra come cani e gatti, in Cina, vengano trattati nel modo più barbaro prima di essere trasformati in pellicce. «Tutto questo è incivile. Orribile. Sembra qualcosa venuto dal Medio evo. Sono immagini disgustose, individui disgustosi», ha commentato la star inglese, indignata.
Ovviamente, per quello che viene fatto in Cina agli esseri umani, da decenni, nemmeno una parola d'indignazione. Fin quando gli unici ad essere torturati e uccisi erano i detenuti politici, la Cina era un posto bellissimo per fare concerti.

Addendum: sullo stesso tema l'amico 1972.

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