Più immigrati, più qualificati: dal 2006 la Bossi-Fini cambia così

di Fausto Carioti
«L’Italia ha sempre subìto i flussi migratori extracomunitari. Ora si cambia. Da adesso la parola chiave è “qualificazione”». Maurizio Sacconi, sottosegretario al Welfare, anticipa a Libero i contenuti del decreto in preparazione nel suo dicastero, che regolerà l’ingresso dei lavoratori extracomunitari nel 2006.
Qual è la filosofia del provvedimento che state scrivendo in questi giorni?
«Anche guardando a ciò che accade in Francia, è evidente che dobbiamo irrobustire il nostro modello d’integrazione, partendo da una migliore qualificazione dei flussi».
In concreto?
«Innanzitutto lavoro, casa e lingua. Avere un lavoro e un’abitazione sono due vincoli che la legge Bossi-Fini già prevede per gli immigrati. Conoscere l’italiano non è un vincolo, ma deve essere un requisito basilare. Meglio se imparano la nostra lingua prima ancora di arrivare qui».
Perché il nuovo decreto è diverso da quelli degli scorsi anni?
«Perché è il primo di autentica programmazione dei flussi dopo la piena entrata in vigore della legge Bossi-Fini, il cui regolamento di attuazione è entrato in vigore solo nei mesi scorsi».
Come a dire che la vera “Bossi-Fini” ancora non si è vista...
«La legge Bossi-Fini ha due facce. La prima reprime l’illegalità, la seconda promuove una buona qualità dei flussi migratori. L’Italia sinora questi flussi li ha subiti, come testimoniano i 124 Paesi di provenienza. Dal 2006 si cambia».
In base a cosa saranno selezionati gli immigrati?
«Riterremo immigrati più qualificati quelli che hanno già ricevuto la formazione nel Paese d’origine. Dico formazione, ma è già una forma di selezione».
Con quali vantaggi per gli interessati?
«Avranno un diritto di prelazione rispetto agli altri immigrati e godranno di una quota d’ingresso privilegiata. Per loro potranno essere previsti nuovi decreti che ne aumentino il numero. Sono, di fatto, dei fuori quota».
A chi sarà affidata la formazione nei Paesi d’origine?
«Alle associazioni dei datori di lavoro e a quelle del turismo e del commercio. Potranno fare formazione anche organizzazioni come la Caritas, ad esempio nel campo delle badanti».
Altri “fuori quota”?
«Consideriamo sostanzialmente “fuori quota” gli infermieri e i lavoratori distaccati in Italia dalle società straniere, spesso con incarichi manageriali, che vengono qui per fare esperienze lavorative».
Tra gli immigrati mancano le alte professionalità.
«La quota di mille unità, prevista per il 2005, non è stata esaurita. È chiaro che c’è un problema di attrazione di queste figure. Stiamo pensando anche a loro».
A quali lavoratori andranno le quote d’ingresso più sostanziose?
«A quelli di cui vi è un’esigenza evidente: badanti e lavoratori edili, innanzitutto. Ne arriveranno in grande quantità».
Dove ci sarà la stretta?
«Tra i lavoratori dell’industria manifatturiera, che sta perdendo manodopera in tutta Europa, non solo in Italia, rendendo disoccupati numerosi immigrati».
Il resto delle quote?
«Ci sarà qualcosa per i lavoratori della pesca marittima. Piccoli numeri».
Selezionerete anche in base al Paese d’origine?
«Sì. È giusto premiare i Paesi che collaborano con noi nella lotta all’immigrazione clandestina e con cui abbiamo accordi sul mercato del lavoro».
Quali sono questi Paesi virtuosi?
«Con Marocco, Tunisia ed Egitto abbiamo stabilito ottime intese. L’Albania “virtuosa” lo è diventata».
Che vantaggi sono previsti per gli immigrati da questi Paesi?
«Avranno diritto a quote d’ingresso privilegiate».
Nel 2005 avete fatto entrare 179.000 immigrati, dei quali 99.500 extracomunitari. A quanto ammonta la domanda per il 2006?
«A circa 250.000 lavoratori».
Quanti ne farà entrare il nuovo decreto?
«È ragionevole pensare che nel primo anno di applicazione della nuova disciplina, proprio grazie al fatto che abbiamo migliorato la selezione, si possa salire. La decisione sarà presa dall’apposito comitato dei ministri, quindi dal Consiglio dei ministri. Poi ci saranno le valutazioni delle commissioni parlamentari e della conferenza Stato-Regioni».
Tempi previsti?
«Fine gennaio, al più tardi».
È plausibile che la quota degli extracomunitari ammessi nel 2006 sia superiore del 30-40% rispetto ai 99.500 dell’anno in corso?
«Sì, è plausibile».

© Libero. Pubblicato il 10 novembre 2005 col titolo "Dal 2006 in Italia solo extracomunitari doc".

Post popolari in questo blog

L'articolo del compagno Giorgio Napolitano contro Aleksandr Solzhenitsyn

La bottiglia ricavata dal mais, ovvero quello che avremmo potuto essere