Comunisti in piazza? Sì, ma solo per i dittatori

In piazza in difesa di un Paese democratico, no. In piazza in difesa di una dittatura, sì. Fausto Bertinotti e Oliviero Diliberto ieri sera non erano davanti all’ambasciata iraniana per manifestare contro le dichiarazioni del presidente Mahmoud Ahmadinejad, che ha detto di voler cancellare Israele dalla faccia della terra. «Mi dispiace non partecipare alla fiaccolata, ma c’è una vera e propria differenza di idee», ha detto Bertinotti , che ha preferito non mischiarsi ai tanti, anche di sinistra (tra cui lo stesso Piero Fassino), che a manifestare, invece, ci sono andati. Il leader di Rifondazione aveva partecipato a un evento minore organizzato dai Verdi mercoledì.
Eppure, in difesa della dittatura cubana, i due leader comunisti in piazza ci sono scesi, senza “se” e senza “ma”. Il 28 giugno del 2003 Bertinotti e Diliberto erano a piazza Farnese, a Roma, tra le bandiere rosse e le magliette con l’icona di Che Guevara per la “manifestazione nazionale di solidarietà” con l’isola caraibica governata dal dittatore Fidel Castro. Diliberto, nell’occasione, si rammaricò perché mancavano molti esponenti della sinistra: «Cuba dovrebbe essere un simbolo di unità», disse l’ex ministro della Giustizia. Sul diritto di Israele ad esistere, invece, ci si può dividere senza problemi.

© Libero. Pubblicato il 4 novembre 2005 col titolo "Bertinotti e Diliberto in piazza solo per Fidel".

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