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Visualizzazione dei post con l'etichetta Quirinale

Asse Obama-Napolitano sulle intercettazioni

di Fausto Carioti La lotta alla mafia è senza dubbio importante, ma per gli Stati Uniti quella al terrorismo lo è ancora di più. Ed è innanzitutto a questa che pensava ieri Lanny A. Breuer, sottosegretario del Dipartimento penale americano, quando, parlando in una conferenza stampa all’ambasciata di via Veneto, ha detto: «Non vorremmo mai che succedesse qualcosa che impedisse ai magistrati italiani di fare l’ottimo lavoro svolto finora. Le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini». Uno stop che più chiaro non si può alla legge messa in cantiere dal governo Berlusconi, al quale poco o nulla toglie la precisazione di rito fatta in serata dallo stesso Breuer: «Non spetta a me entrare nel merito di decisioni politiche o giudiziarie riguardanti l’Italia». Proprio le divergenze di opinioni su questa norma tra l’esecutivo di Washington e quello di Roma stanno rafforzando i rapporti che legano Barack Obama a Giorgio Napolitano. Del resto, non da oggi, la Casa Bianca ritien...

Napolitano si è rotto di Repubblica

di Fausto Carioti Alle undici del mattino di ieri la notizia è diventata ufficiale: Giorgio Napolitano si è rotto le scatole di Repubblica. È dall’inizio della legislatura che quelli di largo Fochetti lo tirano per la giacca. Su ogni legge approvata dalla maggioranza, su ogni decreto varato dal governo si ripete la solita scena: prima Repubblica scrive che la norma in questione è un attentato alla democrazia, alle libertà fondamentali dell’uomo, alla pace nel mondo o a tutte queste cose messe insieme più altre. Poi assicura che Napolitano è orientato a non firmarla perché la ritiene incostituzionale (confondere la realtà con i propri desideri, e spacciare questa operazione per scoop, è una delle specialità più antiche di casa Scalfari). Però il capo dello Stato, che pure si consulta con dotti giuristi, alcuni dei quali vicini a Repubblica, alla fine decide con la testa sua, non con quella dei confidenti del quotidiano. E infatti, nove volte su dieci, la firma la mette. A questo punto a...

Le due piazze

di Fausto Carioti C’è una vulgata curiosa che si va diffondendo, e che nei prossimi giorni diventerà un tormentone: il ricorso alla piazza organizzato dal centrosinistra è un sano esercizio di democrazia, mentre il ricorso alla piazza annunciato da Silvio Berlusconi è un preoccupante rigurgito di deriva plebiscitaria. Solo che non se ne capisce il motivo. O meglio: si spiega con la pretesa della sinistra italiana di incarnare per definizione tutto ciò che è democratico, e di dipingere un Berlusconi perennemente intento in trame para-eversive. Eppure, tra le due chiamate alla piazza, grandi differenze non ce ne sono. Anzi, se ce n’è una più vicina all’essenza della democrazia - una testa, un voto - è proprio quella del Cavaliere. I toni usati nei confronti delle istituzioni, innanzitutto. Sono durissimi da ambedue le parti. Berlusconi attacca i giudici, e nel suo messaggio ai Promotori della Libertà di Michela Brambilla accusa le toghe di volere «impedire a milioni di persone di votare ...

Il migliore alleato di Berlusconi

di Fausto Carioti Per fortuna di Silvio Berlusconi, Antonio Di Pietro non è in vendita: è in regalo. Uno così, per il Cavaliere, vale tanto oro quanti congiuntivi sbaglia. Nel caso ci fossero ancora dubbi su chi ha vinto davvero la partita delle liste, l’ex pm ieri ha provveduto a dissolverli. La sua minaccia di avviare l’impeachment, cioè di mettere in stato d’accusa il presidente della Repubblica, “colpevole” di aver firmato il decreto che consente agli elettori di centrodestra di Roma e della Lombardia di votare, è la ciliegina che mancava alla torta di Berlusconi. Con la sua sortita, Di Pietro è riuscito a spaccare l’opposizione, mettendo in serio imbarazzo la dirigenza del Partito democratico, e ad alzare un muro tra il centrosinistra e Giorgio Napolitano, unico esponente del Pd che occupa una carica istituzionale, per giunta la più alta. Un capolavoro. Al punto che, se solo avesse un po’ più senso dell’umorismo, Berlusconi potrebbe prendere sul serio i propositi di Di Pietro, app...

Ma quale "super partes"

di Fausto Carioti Certi complimenti sarebbe meglio aspettare di riceverli dagli altri. A farseli da soli (Silvio Berlusconi docet) si rischia di non rimediarci una bella figura. Giorgio Napolitano, ad esempio, ieri ha confermato che chi si loda s’imbroda. «Tredici anni fa», ha detto il presidente della Repubblica, «nell’assumere l’incarico di ministro dell’Interno, ero determinato a svolgerlo come uomo ormai delle istituzioni, e non di una parte politica». Insomma, a partire dal maggio del 1996 Napolitano Giorgio, classe 1925, avrebbe ufficialmente smesso di essere uomo di partito per diventare una figura istituzionale “super partes”. Nessuno, nemmeno nel centrodestra, si è sognato di contraddirlo: questo è il momento di ricucire i rapporti con il Quirinale. Peccato, però, che gli annuari del Parlamento europeo e del Senato, e la stessa storia di Napolitano, siano lì a smentirlo. Napolitano smise di essere ministro con la fine del governo Prodi, nell’ottobre del 1998. Va da sé che, dur...

Napolitano e i baroni dell'università

di Fausto Carioti Che il governo Berlusconi riesca davvero a liberare le università da «sprechi, privilegi, baronati e parentati», come ha detto di voler fare il presidente del consiglio, è tutta da vedere. Quella che il premio Nobel Milton Friedman chiamava «la tirannia dello status quo», ovvero il potere delle caste e delle burocrazie di bloccare le riforme sgradite, è una bestia dura da sconfiggere. L’unica certezza è che, se il governo ci riuscisse, ad avvantaggiarsene sarebbero soprattutto i professori più giovani e meritevoli e gli studenti. Cioè le due categorie per cui tutti dicono di voler fare qualcosa, e alla fine nessuno fa nulla. L’economista Roberto Perotti ha pubblicato da poco un libro, " L’università truccata ", dedicato proprio a certi malcostumi accademici. Con alcuni numeri che spiegano la situazione meglio di mille inchieste. Ad esempio, nella facoltà di Economia dell’ateneo di Bari «almeno 42 docenti su 179 (quasi il 25 percento) risultano avere almeno u...

Chi ha paura delle ronde pensionate

di Fausto Carioti Disarmate, non pagate, anziane (dovranno essere composte per lo più da agenti in pensione) e messe sotto il controllo dei prefetti, pochi dei quali hanno il cuor di leone. Più mosce di così, le ronde volute dalla Lega e approvate ieri dal governo nel decreto antistupri non potevano essere. È una costante del Carroccio: parte con propositi roboanti e finisce per ottenere risultati risibili. Andò così anche con la legge Bossi-Fini, nel 2001. La Lega diceva da tempo di voler introdurre il reato di clandestinità. Ma il governo non lo fece. Per giustificare la marcia indietro, Umberto Bossi disse che «se entriamo nel penale, ci dobbiamo tenere almeno per dieci anni le migliaia di extracomunitari che commettono reati, perché tra rinvii, ricorsi e appelli, questi riusciranno di nuovo a mimetizzarsi nel Paese». Ammesso che fosse vero, potevano accorgersene prima. Dire che la Lega urla tanto per raccogliere poco, però, non conviene né agli uomini di Bossi né ai loro avversari:...

I silenzi di Napolitano sulle foibe: interviene anche Cossiga

Dopo il mio articolo , è arrivato quello di Francesco Cossiga , ex presidente della Repubblica.

Le amnesie di Napolitano sugli assassini delle foibe

di Fausto Carioti Nel discorso con cui ieri Giorgio Napolitano ha commentato il significato della Giornata del Ricordo manca una parola. Tutt’altro che secondaria. Tra poco vedremo qual è. Prima bisogna capire cosa si commemorava. Istituito da una legge del 2004, il Giorno del ricordo cade il 10 febbraio di ogni anno, «al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale». La «tragedia» in questione iniziò nel 1943 e proseguì dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Costò la vita a circa 15mila italiani e ne costrinse all’esodo altri 350mila. Se il numero delle vittime è ancora oggetto di dispute tra gli storici, la responsabilità del massacro no: a gettare i nostri connazionali nelle cavità carsiche furono i partigiani comunisti dell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo, guidati dal ...

Nel caso ci fossero dubbi...

... sulla auspicabilità di una revisione della Costituzione, puntuale provvede Walter Veltroni a dissiparli : «Scalfaro incarna lo spirito con cui fu fatta la Costituzione».

Quando il populista sta al Quirinale

di Fausto Carioti Il percorso del disegno di legge salva-Eluana, ricalcato da Silvio Berlusconi sul decreto bocciato da Giorgio Napolitano, appare ben definito, e i tempi della sua approvazione potrebbero davvero essere rapidi come vuole il premier. Ma questo, anziché abbassare la tensione tra il Quirinale e palazzo Chigi, sta producendo l’effetto opposto. Il presidente della repubblica, ieri, ha fatto una di quelle cose da cui uno col suo incarico dovrebbe astenersi: si è appellato direttamente alla piazza, contro il governo. «Conto sulla fiducia e sulla comprensione dei cittadini», ha detto Napolitano, cercando nella pubblica opinione quei consensi che non gli hanno dato i principali costituzionalisti , incluso l’ex presidente della Consulta Antonio Baldassarre , secondo i quali l’operato di Napolitano nei confronti dell’esecutivo è stato contrario alla Costituzione. Proprio ieri il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, aveva scritto quello che a sinistra dicono in tanti, ovvero che B...

Napolitano, ovvero il migliore spot (involontario) per il presidenzialismo

di Fausto Carioti Giorgio Napolitano ha fatto quello che poteva. Nel suo discorso di fine anno ha detto cose tipo quelle che ci si scambia in ascensore tra vicini di casa che a malapena si conoscono: ha tenuto a far sapere agli italiani che la crisi sarà grave ma non bisogna avere paura, che trovare lavoro ormai è diventato un problema e che i soldi pubblici vanno usati meglio. È anche tornato a dire che bisogna fare le famose «riforme condivise». Tutte cose che in bocca a un presidente dotato di poteri reali avrebbero avuto comunque un certo peso. Ma non è il caso nostro: il presidente della repubblica italiana non ha alcun potere se non quello di esercitare la retorica. Anche la tanto decantata “moral suasion”, la capacità quirinalizia di persuadere gli interlocutori esercitando su di loro la giusta pressione, può poco o niente se rivolta verso una maggioranza o un governo che si riconoscono in un presidente del consiglio il quale, di fatto, ha avuto il suo incarico per volontà diret...

La morte di Solzhenitsyn e il silenzio di Napolitano

di Fausto Carioti Una riflessione a voce alta. Un ricordo di quegli anni, l’ammissione di certi errori macroscopici. Una frase, magari non banale, sull’uomo che ha strappato il velo attraverso il quale milioni di italiani e di europei vedevano il comunismo. Ci si attendeva qualcosa del genere da Giorgio Napolitano. Invece, silenzio. Dal Quirinale non è giunta manco mezza parola a commentare la morte di Aleksandr Solzhenitsyn. Peccato. Perché di cose da dire Napolitano ne avrebbe molte, e di certo quando ha appreso della morte del grande scrittore russo tanti pensieri sono venuti alla mente del presidente della Repubblica. Solo che ha preferito tenerli per sé. Forse per pudore, o per imbarazzo, o perché oggi si vergogna di certe cose che aveva scritto all’epoca. Qualunque ne sia il motivo, il silenzio del Quirinale è una grande occasione persa per fare chiarezza e giustizia. In Italia, Giorgio Napolitano fu uno dei grandi accusatori del dissidente russo. Era il 1974. Solzhenitsyn era st...

E' morto Aleksandr Solzhenitsyn. Chissà che dirà Napolitano

Il grande Aleksandr Solzhenitsyn è morto . Aveva 89 anni. Ora la curiosità è vedere se e e cosa dirà Giorgio Napolitano. A quanto mi risulta, l'ultima volta ne parlò qui .

Stanno regalando Napolitano a Berlusconi

di Fausto Carioti I giornali sono pronti a pubblicare le intercettazioni delle telefonate “bollenti” di Silvio Berlusconi. Le toghe militanti hanno deciso di tentare il tutto per tutto per stroncare la carriera politica del Cavaliere, nella consapevolezza che, se non ci riescono adesso, tra cinque anni rischiano davvero di trovarselo presidente della Repubblica, e quindi capo del Csm, l’organo di autogoverno dei magistrati. Così, se il presidente del consiglio vuole avere buone notizie, in queste ore è a sinistra che deve andare a cercarle. Per la precisione in casa dei suoi nemici giurati, i girotondini. Dove Paolo Flores D’Arcais e gli altri riesumati del clan Micromega stanno riuscendo a fare quello che non è riuscito a Gianni Letta negli ultimi due anni: portare Giorgio Napolitano nelle braccia del premier. A sinistra la spaccatura sull’atteggiamento del Quirinale nei confronti dei provvedimenti sulla giustizia voluti dal governo è netta, ma sarebbe rimasta sottotraccia se D’Arcais...

"Sandra" e gli eroi di tutti i giorni

di Fausto Carioti Edicole italiane, ieri mattina. Il quotidiano è Repubblica, il titolo è di quelli che attirano subito l’occhio: « Solo 1.300 euro al mese. Ho deciso di abortire ». Un caso umano, lo specchio di un’emergenza sociale? Ma no. È solo un esempio di moderno egoismo, elevato in modo paraculo a metafora di una generazione. Che, per fortuna, non è tutta così. Anche se è solo di questi casi che si parla: gli altri, quelli che i figli se li tengono anche a costo di rinunciare a qualcosa - il ristorante con gli amici il sabato sera, le vacanze estive, il telefonino - non sono abbastanza trendy. La ragazza in questione, che ha 29 anni ed è ribattezzata “Sandra”, la sua storia l’ha messa nero su bianco in una lettera inviata a Giorgio Napolitano e pubblicata sui giornali, come va di moda di questi tempi. «Egregio Presidente», scrive, «tra un paio di settimane abortirò!! Nonostante la mia non fosse una gravidanza programmata, l’aver scoperto di essere positiva al test mi ha dato un...

Napolitano fuori dalla Costituzione

di Fausto Carioti A ricordare la costituzione al presidente della repubblica si corre il rischio di passare per sfrontati. Pazienza. All’articolo 87, quello che elenca i poteri del capo dello Stato, si legge che egli «rappresenta l’unità nazionale», «può inviare messaggi alle Camere», «presiede il consiglio della magistratura» e altre cose così, tutte di altissimo valore istituzionale. Nulla si dice, invece, del ruolo che riveste nei confronti del mondo dell’informazione. Il motivo c’è: il presidente della repubblica non ha alcun potere sui media. La qualità del prodotto fornito dalle testate giornalistiche italiane è affare che riguarda i giornalisti, gli editori e i lettori. Il presidente della repubblica, piuttosto, ha un obbligo nei confronti dei mezzi d’informazione: deve rispettarli, perché essi sono simbolo di quella libertà d’espressione difesa dall’articolo 21 della costituzione. Sono concetti molto banali. Eppure, nel messaggio inviato ieri ai vertici della Federazione nazion...

L'articolo del compagno Giorgio Napolitano contro Aleksandr Solzhenitsyn

Ecco il testo integrale dell'articolo apparso il 20 febbraio del 1974 sull'Unità, nel quale Giorgio Napolitano spiegava perché la cacciata di Aleksandr Solzhenitsyn dall'Urss fosse la «soluzione migliore» che il partito comunista sovietico potesse adottare. Lo pubblico senza alcun commento né taglio né aggiunta. Quello che volevo dire in proposito l'ho scritto qui . L’ESPERIENZA SOVIETICA E LA NOSTRA PROSPETTIVA ANCORA SUL «CASO SOLGENITSYN» Pubblichiamo questo articolo del compagno Giorgio Napolitano, membro della Direzione del PCI e responsabile della Commissione culturale, che comparirà sul prossimo numero di «Rinascita». Anche se il clamore suscitato dall’arresto di Solgenitsyn è venuto calando, dopo la decisione delle autorità sovietiche di privarlo della cittadinanza e dì espellerlo dall’URSS; anche se alcuni giornali sono rapidamente passati dai toni declamatori e drammatici a quelli, bonari e fatui, delle curiosità sullo «shopping» di Solgenitsyn per le vie di Z...

Quando Napolitano applaudiva all'esilio di Solzhenitsyn

di Fausto Carioti L’appoggio di Giorgio Napolitano ad alcune delle scelte più infami dell’Unione Sovietica non si limitò alla benedizione, nel 1956, dell’intervento militare in Ungheria, che l’attuale presidente della repubblica italiana definì un contributo alla «stabilizzazione internazionale». Napolitano riuscì a spingersi oltre, e lo fece in tempi molto più recenti. Nel 1974, in un lungo articolo apparso sull’Unità , l’allora dirigente di Botteghe Oscure approvò in pubblico la decisione del Cremino di esiliare il grande scrittore russo Aleksandr Solzhenitsyn, “colpevole” di aver denunciato gli orrori del comunismo sovietico. Napolitano definì «aberranti» i giudizi politici del dissidente russo e, illustrando la linea del partito, spiegò perché l’esilio dovesse considerarsi la «soluzione migliore». L’episodio, con tutti i suoi retroscena, è raccontato in un libro denso di rivelazioni, firmato da Carlo Ripa di Meana e dalla giornalista Gabriella Mecucci: “L’ordine di Mosca. Fermate l...

Storace-Napolitano: torna il reato di lesa maestà

di Fausto Carioti Per carità. Massimo rispetto per il presidente della Repubblica. Per la carica che ricopre, per ciò che bene o male rappresenta e tutto il resto. Quanto a Francesco Storace, esponente della destra più sanguigna, senza dubbio sa essere urticante. Ora che ha lasciato Alleanza nazionale, poi, è costretto a mettersi in evidenza davanti agli elettori ricorrendo ad attacchi - come dire - assai poco eleganti. Tipo quelli lanciati nei giorni scorsi contro i senatori a vita, accusati di sorreggere con le stampelle il governo Prodi, e contro Giorgio Napolitano, che Storace ritiene «indegno» del ruolo che svolge. Resta il fatto che quello che è toccato ieri a Storace sembra copiato da una scena del teatro dell'assurdo. La procura di Roma lo accusa di aver violato l'articolo 278 del codice penale: «Chiunque offende l'onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni». L'impressione è che i magistrati non abbiano c...