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Visualizzazione dei post con l'etichetta Onu

Indovina chi ha firmato l'accordo con la Libia

di Fausto Carioti Gianfranco Fini chiede al governo di «garantire il diritto d’asilo» agli immigrati provenienti dalla Libia. Avvalorato in qualche modo dal presidente della Camera, il ritratto di un’Italia berlusconiana percorsa da egoismi e pulsioni xenofobe torna comodo alle esigenze di una sinistra che, per usare le parole dell’ex ministro Giovanna Melandri, si professa «multietnica, pluralista e libera», cioè intenzionata a far convivere in gioiosa armonia le diverse culture degli immigrati di mezzo mondo. Eppure l’Italia, anche in questo inizio di legislatura, si è confermata uno dei Paesi europei più generosi nella concessione dello status di rifugiato e nel garantire protezione agli immigrati. Nel 2008 hanno ottenuto la tutela dello Stato italiano 10.849 nuovi stranieri. In questo scorcio del 2009 è toccato ad altri 3.579. Il risultato è che oggi l’Italia ospita oltre 52mila rifugiati: pur essendo un paese di recente immigrazione, occupa già la sesta posizione tra i ventisette ...

La presa in giro della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo

Ineffabile, il Tg1 del 9 dicembre, in prima serata, l'ha ritenuta la prima notizia da dare ai telespettatori. E non è stato l'unica testata italiana a dare un risalto così vasto ai sessant'anni della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Difficile, in queste ore, scampare ai fiumi di retorica che celebrano l'evento. Oltre ai toni da Istituto Luce, tutti i servizi hanno in comune il solito luogocomunismo. Sono tutti uguali, seguono lo stesso copione: la Carta dei diritti dell'uomo è una cosa meravigliosa, le Nazioni Unite vorrebbero che diventasse la costituzione unica mondiale, ma tanti Paesi - cinici e cattivi - ancora non la applicano. Quali Paesi? Ecco, qui viene il problema. Il Tg1 (ineffabile, ma forse l'ho già scritto) non li nomina, ma in compenso condisce il suo servizio con immagini dei polizotti bianchi che da qualche parte, negli Stati Uniti, maltrattano uomini di colore, probabilmente delinquenti colti sul fatto. Così, si insinua che so...

C'è grossa crisi. Chiamiamo l'Onu

di Fausto Carioti «C’è grossa crisi», diceva il santone in accappatoio bianco interpretato da Corrado Guzzanti. «C’è grande allarme e viva preoccupazione» hanno detto ieri i vertici dell’Associazione nazionale magistrati, il sindacato delle toghe. Anzi, l’hanno proprio scritto. E hanno inviato il loro grido di dolore all’unico indirizzo dove erano sicuri di essere presi sul serio: la sede delle Nazioni Unite. Tutto vero. Luca Palamara e Giuseppe Cascini, presidente e segretario dell’Anm, ieri hanno segnalato il “caso Italia” al relatore speciale per i diritti umani dell’Onu, l’argentino Leandro Despouy, invitandolo a venire nel nostro Paese per controllare «quanto sta accadendo» tra governo e magistrati. Non è la prima volta. Nel 2002, ad esempio (premier Silvio Berlusconi, ministro della Giustizia Roberto Castelli), il predecessore di Despouy, il malese Param Cumaraswamy, compilò una relazione nella quale, come ricordato ieri con orgoglio dall’Anm, «definiva fondati i timori per l’ind...

Retromarcia: i biocarburanti fanno male al pianeta

Così muore l'ultima smania terzomondista e ambientalista. Pur con qualche imbarazzo, il rapporto annuale della Fao sullo " Stato dell’alimentazione e dell’agricoltura " mette una bella pietra tombale sui biocarburanti, che sino a poco tempo fa tante organizzazioni internazionali vendevano ai governi e all'opinione pubblica mondiale come la soluzione equa e solidale al problema dell'energia, in quanto prodotti da fonti rinnovabili. Per non parlare di quelle associazioni ambientaliste, come il Wwf, che sui biocarburanti avevano investito molta della loro credibilità Ora la Fao chiede di rivedere «politiche e sussidi» relativi alla produzione di biocombustibili. L'agenzia dell'Onu per l'alimentazione avverte che, anche se il contributo dei biocombustibili liquidi «rimarrà modesto», la domanda di materie prime agricole (zucchero, mais, semi oleosi) necessarie a produrli «continuerà a crescere nel prossimo decennio, e forse anche dopo, ponendo una pressio...

Il ricatto del gas russo

di Fausto Carioti Vietato disturbare Vladimir Putin. Vietato dire a voce alta che il Cremlino usa i soldi di noialtri consumatori di gas per ridurre all’obbedienza la Georgia. Vietato notare che se il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad - quello che vuole cancellare Israele dalle cartine geografiche - continua a fregarsene delle Nazioni Unite è perché, dentro e fuori dal consiglio di sicurezza dell’Onu, c’è la Russia che lo difende. La classe politica italiana, in sintonia con quella europea, ha deciso che il trattato del Nord Atlantico che ci lega agli Stati Uniti vale meno dei contratti di fornitura siglati con Gazprom. Così piega la testa e si barcamena in modo sempre più goffo tra Washington e Mosca: troppo grande è la paura che qualcuno chiuda il rubinetto che porta nelle nostre case il gas della Siberia. Il comportamento tenuto dinanzi alla crisi georgiana appare dettato più dal panico che dalla ragione. Da Tbilisi, capitale della Georgia, passa infatti il gasdotto BTE, che da...

Fitna, Allam e Hirsi Ali: l'Europa alla rovescia

di Fausto Carioti Diceva Arnold Toynbee, grande storico inglese vissuto nel secolo scorso, che «le civiltà non muoiono per omicidio, ma per suicidio». Ci siamo, è tutto pronto. L’Europa ha scelto la sua linea ufficiale: difendere il carnefice e infierire sulla vittima. Più scemi di così si muore, e infatti è proprio quello che sta accadendo al vecchio continente. Il Parlamento di Strasburgo ha appena confermato di essere il primo degli enti inutili. Abituati come sono a legiferare sulla curvatura delle banane e le dimensioni dei profilattici autorizzati a entrare nelle case dei contribuenti che li mantengono, gli eurodeputati non hanno ritenuto causa degna della loro attenzione la difesa della vita di Ayaan Hirsi Ali . Trentotto anni, di origini somale, Hirsi Ali è in cima alla lista dei nemici dell’islam radicale. Era giunta in Olanda nel 1992 per fuggire da un matrimonio combinato. Nel 2003 fu eletta in Parlamento e l’anno seguente, assieme a Theo van Gogh, realizzò “Submission”, fil...

Quanto costa Rasmussen?

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Quanto costa, al calciomercato di gennaio, uno come Anders Fogh Rasmussen? In alternativa: è clonabile? Insomma, cosa bisogna fare per vedere alla guida del centrodestra italiano uno così? Assai più di Nicolas Sarkozy, il premier danese ha il coraggio di essere ruvido, di fregarsene della tirannia dello status quo e di quella del politicamente corretto. Mentre in Italia il governo sta per cadere su una legge liberticida, fatta passare con la scusa dell'obbligo europeo (obbligo che non esiste), Rasmussen si batte per la causa opposta: come difendere il diritto alla libera espressione dall'ingerenza degli organismi internazionali. Dice Rasmussen a Flemming Rose : «Nel marzo del 2007 alcuni paesi islamici hanno presentato al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite una risoluzione il cui scopo è limitare la libertà di parola per proteggere la religione. Sfortunatamente questa risoluzione è stata adottata. Fortunatamente, essa non è vincolante e noi certamente non ader...

Ratzinger ha ragione a vergognarsi dell'Onu

di Fausto Carioti Il copione è già scritto. Le cose dette ieri da Joseph Ratzinger appariranno sulla gran parte dei giornali di oggi come l'ennesima puntata della crociata del papa: "contro" le Nazioni unite, "contro" il relativismo, insomma "contro" tutto quello che sembra essere un giusto e inevitabile progredire della storia e delle relazioni tra gli uomini. Utile a mantenere viva l'immagine di un pontefice oscurantista, che i più furbi insistono a contrapporre a un Karol Wojtyla "illuminato" e quasi "progressista" (Fausto Bertinotti riuscì a definire Giovanni Paolo II «il primo papa no global della storia», mentre il quotidiano del suo partito, Liberazione, paragona l’attuale pontificato all’«islam estremo»). Un Ratzinger che piace dipingere impegnato in una dura battaglia di retroguardia, destinata comunque ad essere persa. Peccato, perché quella proseguita ieri da Benedetto XVI non è una sfida “contro”, ma una sfida “per” ...

"Forza Onu"? Andate a dirlo ai bambini sudanesi

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Nuovo scandalo sessuale per le Nazioni Unite. Dopo quanto avvenuto in Congo, quasi non farebbe più notizia, se non ci fossero ancora tanti poveri illusi che invocano l'Onu come la medicina per i mali del mondo (dove per mali del mondo s'intende innanzitutto l'unilateralismo americano, da contrapporsi al multilateralismo buono e politicamente corretto del palazzo di vetro, i cui successi abbiamo saputo bene apprezzare in tante zone del pianeta ). Una documentatissima inchiesta del Daily Telegraph , appena pubblicata, racconta stupri e sevizie compiuti da membri militari e civili della forza di pacekeeping delle Nazioni Unite nel sud del Sudan ai danni di bambini, spesso orfani di guerra, i più piccoli dei quali appena dodicenni. «Siamo venuti a conoscenza delle denunce di oltre venti vittime, le quali sostengono che militari e civili della forza di peacekeeping di base in città (Juba, capitale del Sudan meridionale, NdAcm) caricano regolarmente bambini sui loro veicoli delle...

L'asse Russia-Iran e il vero prezzo del gas

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E' passata inosservata, nei giorni scorsi, una notizia che avrà forti ripercussioni sulle nostre tasche, sul rispetto dei diritti umani in una parte importante del mondo islamico, sui precari equilibri mediorientali e, più in generale, sulla geopolitica mondiale. Premessa. Una cosa Enrico Mattei aveva capito molto bene: politica energetica e politica estera debbono andare di pari passo. Per essere più precisi: la politica dell'energia è il cuore della geopolitica di ogni Stato non autosufficiente dal punto di vista energetico, così come la ricerca di cibo è il motore che spinge gli esseri umani con la pancia vuota. La storia in questione inizia dentro le nostre case, comodamente riscaldate nei mesi invernali. Sono rese così confortevoli, in misura crescente, grazie al gas. Che ovviamente usiamo anche per altre cose, ad esempio - per il 40% - per far girare le turbine delle centrali elettriche, visto che a noi italiani il nucleare fa notoriamente schifo. Ma l'Italia di gas n...

L'Onu di tutti i giorni

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L'Onu non va chiusa solo per il modo criminale con cui ha reso possibili l'aggressione araba a Israele (1967), il genocidio dei tutsi in Ruanda (1994), il massacro di Srebreniza (1995), per l'incapacità che sta mostrando dinanzi alla macelleria del Darfur, per gli scandali sessuali dei caschi blu in Congo e per il modo vigliacco in cui si è comportata in tantissime altre emergenze. L'Onu va chiusa anche perché è moralmente impresentabile persino nella gestione della ordinaria amministrazione. Qui c'è il webcast (per vederlo serve Real Player, non chiedetemi perché: è l'Onu) di una conferenza organizzata dalle Nazioni Unite, svolta il 16 ottobre e affidata all'anglo-indiano Shashi Tharoor, vice segretario Onu con delega per l'informazione, fino a pochi giorni fa candidato alla guida delle Nazioni Unite e vezzeggiatissimo, manco a dirlo, dal Guardian . Titolo dell'incontro: "Cartooning for Peace: The Responsibility of Political Cartoonists?"...

La grande ipocrisia di Romano Prodi e Kofi Annan

Primo: onore ai nostri soldati. Chi deve imbarazzarsi a mandare in giro per il mondo carri armati italiani non sta da queste parti. Secondo: dal punto di vista politico la missione Onu è già partita col piede sbagliato. Dopo la totale mancanza di certezze su chi dovrà disarmare Hezbollah, dopo l'atteggiamento imbarazzato dei paesi europei (6.900 soldati, quasi metà dei quali italiani, possono essere venduti come un grande successo diplomatico solo da Romano Prodi), la conferma dell'ipocrisia che avvolge l'intera operazione è arrivata dalla nota ufficiale emessa da palazzo Chigi al termine della telefonata tra Prodi e il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan. I due «hanno convenuto che occorrerà ora dar corso rapidamente agli impegni presi in Libano, senza dimenticare gli altri nodi politici nella regione mediorientale, a partire dal problema palestinese che resta centrale per pervenire a una pacificazione complessiva dell'area». Annan e Prodi confermano così di ...

Con un enorme cerino acceso in mano

Massimo D'Alema prima dice a Repubblica che «l'Italia non è sola». Poi prega la presidenza di turno dell'Unione Europea di convocare «al più presto» una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri «per definire modalità e mandato della missione europea in Libano». Cioè per capire se assieme a all'Italia c'è davvero qualcun altro. Un Arturo Parisi sempre più perplesso chiede alla Ue: «Ma quanti sono gli "scarponi" degli altri Paesi?» (scarponi, cioè soldati. Non soldi, crocerossine, doganieri o aiuti umanitari: soldati). Francesco Rutelli avverte che l'Italia si farà carico della difficile sfida libanese solo davanti «ad una chiara, netta assunzione di responsabilità e di modalità condivise della comunità internazionale, delle parti in causa e dell'Unione Europea». Il quotidiano della Margherita prende atto del duro risveglio: «Noi siamo tornati in Europa, ma lei nel frattempo non c’è più». Sono altrettanti segnali del fatto che nel governo e n...

Piccole precisazioni tra amici

Succede anche tra amici. Il deputato di Hezbollah che si è fatto fotografare assieme a Massimo D'Alema "rettifica" - come dire - quanto ci hanno detto sinora D'Alema e il governo italiano: la risoluzione 1701 quelli di Hezbollah non la condividono proprio tutta-tutta. Hanno qualche «riserva» su qualche dettagliuccio. Sul disarmo, ad esempio. Diceva D'Alema a Beirut : «Mi è stato ribadito dai miei interlocutori che il governo libanese intende rispettare la risoluzione 1701 dell'Onu». Una «decisione unanime» del governo libanese, che coinvolge anche i ministri di Hezbollah, sottolineava con orgoglio D'Alema. Ora il suo compagno di passeggiate, che si chiama Hussein Haji Hassan, spiega che le cose non stanno proprio così. Lo ha intervistato il Corriere della Sera, pagina 2 di oggi. Domanda: «Scusi, ma lei sa bene che la risoluzione Onu prevede il disarmo della vostra milizia nel Libano meridionale. Siete pronti a pregiudicarla, dunque a rischiare il ritorno ...

La Cdl non voti la missione di aiuto a Hezbollah

di Fausto Carioti Bill Clinton che elogia la castità e il governo libanese che garantisce il disarmo dei terroristi di Hezbollah sono le due barzellette della settimana. La prima fa ridere un po’ meno, ma a differenza della seconda non minaccia di farci piangere subito dopo: non ci costa 150 milioni di euro e non mette in gioco la vita di 2.500 nostri soldati. Eppure oggi i parlamentari italiani sono chiamati a dare il primo voto sulla nuova missione Onu, fingendo - quando ci sono le dichiarazioni dei ministri libanesi che dicono il contrario - che a disarmare i terroristi ci penserà il governo di Beirut. Ora, niente di strano che l’esecutivo di Prodi mostri di credere alla favola: a sinistra pretendono una missione che non procuri fastidi a Hezbollah, e molti ritengono questa l’occasione buona per punire Israele delle mille colpe che gli attribuiscono. Quello che non si capisce, però, è perché debba crederci e votare “sì”, assieme agli amici dei terroristi, anche la Cdl. La prima cosa...

Israele, tutte le bugie della sinistra sulla risoluzione 1701

La verità è che molti, a sinistra, si fregano le mani all'idea che la missione Onu in Libano possa essere usata a scopo punitivo contro Israele. Nella maggioranza vi è ormai un consenso diffuso sul fatto che la missione non potrà e non dovrà disarmare i terroristi di Hezbollah, e si fa largo pure l'ipotesi, avanzata dallo stesso ministro degli Esteri Massimo D'Alema, di inviare un contingente militare delle Nazioni Unite anche nella striscia di Gaza. (Per inciso: chi volesse cercare precedenti sul modo con cui i contingenti Onu hanno trattato Israele, ripassi la storia della guerra dei Sei giorni, nel 1967, resa possibile proprio dalla decisione dell'allora segretario generale delle Nazioni Unite, il birmano U Thant, di obbedire all'"ordine" del leader egiziano Gamal Abdel Nasser, che il 15 maggio gli intimò di rimuovere le forze delle Nazioni Unite dalla penisola del Sinai, al confine meridionale di Israele. Il 22 maggio, tre giorni dopo che le truppe Onu...

Diritti delle donne violati, indovina con chi se la prende l'Onu

La Commissione Onu per lo Status delle Donne , l'organismo delle Nazioni Unite che dovrebbe portare avanti la battaglia in difesa dei diritti delle donne, ha appena varato una risoluzione (messa doverosamente alla berlina da Eye on the Un ) che condanna uno Stato membro dell'Onu per le violazioni commesse. Uno dei tanti Paesi islamici in cui le donne sono trattate come serve ed è loro impedito di mostrare il volto, sedersi al volante e insegnare? Uno degli Stati africani che puniscono le adultere con la lapidazione o in cui sono diffuse le mutilazioni genitali femminili? La Cina, terra di sterilizzazioni di Stato e aborti forzati? No. Lo Stato condannato è Israele. Scelta, del resto, in linea con la tradizione delle Nazioni Unite , nonché del tutto comprensibile da un punto di visto politico. Tra i 45 Stati membri della Commissione figurano campioni di democrazia e diritti umani come Iran, Cuba e Cina, accanto a numerosissimi Stati in cui le mutilazioni genitali sono pratica ...

Diritti umani, l'Onu prova a peggiorarsi

Il modo con cui le Nazioni Unite affrontano la questione "diritti umani" è una schifezza, e chi si è letto un paio di libri sull'argomento lo sa benissimo. Però si può fare di peggio, e all'Onu ci stanno provando. Cercando di rendere la Commissione per i diritti umani peggiore di quella che è adesso. Si tratta della commissione che ha prodotto il rapporto su Guantanamo in fretta e furia, mentre sta adottando tempi biblici per spiegare al mondo le modalità curiose ed originali con cui certi regimi islamici, tipo la Siria , pretendono di interpretare il rispetto delle libertà individuali. Il Wall Street Journal ha il pregio di non usare giri di parole, e scrive che «in verità l'unico scopo al quale serve la Commissione è deviare le critiche rivolte a chi veramente viola i diritti umani accumulando insulti contro gli Stati Uniti e contro Israele». Insomma, persino Kofi Annan ha capito che c'è del marcio dalle sue parti, tanto che sta pensando di cancellare la ...

Pensierini politicamente scorretti sulle vignette e l'Islam

Per trovare qualche ragionamento lucido e liberale sulla vicenda delle vignette che hanno ispirato ai fondamentalisti islamici una nuova fatwa in terra europea bisogna leggere due periodici americani: il settimanale neocon The Weekly Standard e la rivista libertarian Reason. « Una cosa è condannare il Jyllands-Posten (il quotidiano danese che per primo ha pubblicato le vignette, ndAcm) », scrive il Weekly Standard , « per avere offeso milioni di persone. E una cosa molto differente è criticare i danesi o altri governi, dal momento che una simile critica presume che il governo debba controllare i media. (...) Il premier danese Rasmussen deve dire agli ambasciatori egiziani e agli altri non solo che questi non sono affari che riguardano il governo danese, ma anche che, essendo loro ambasciatori di Paesi, e non di religioni, non sono nemmeno affari loro. Gli ambasciatori, specialmente i sauditi, potranno rispondere che loro non fanno una simile distinzione. La nostra risposta deve essere...

Cacciamo Ahmadinejad dall'Onu

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Svegliamo quella vergogna chiamata Onu. Con Israele, contro i nazisti (islamici o no non fa alcuna differenza) che vogliono cancellarla dalle mappe geografiche e negano l'olocausto mentre proseguono il loro programma nucleare . Giuro che non ho alcuna voglia di trasformare questo nel blog delle petizioni (tanti, di sicuro più di quanti mi aspettassi, hanno firmato quella di Human Rights First per Oscar Elias Biscet : molti mi hanno scritto via mail, li ringrazio qui collettivamente). Però, come tanti altri, ho appena ricevuto una mail dal Centro Simon Wiesenthal (ha bisogno di presentazioni?) in cui mi si propone di firmare e di diffondere il più possibile la petizione diretta a Jan Eliasson, presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nella quale si chiede che i 191 Stati dell'Onu censurino l'Iran e dichiarino Mahmoud Ahmadinejad persona non gradita (per capirsi: non si tratta di chiedere l'espulsione dell'Iran dalle Nazioni Unite). Anche in que...