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Visualizzazione dei post con l'etichetta Europa

Roger Scruton contro l'Unione europea

Roger Scruton non ha bisogno di grandi presentazioni. Filosofo inglese, classe 1944, è uno dei più tenaci difensori dell'Occidente e di ciò che questo rappresenta. Ovviamente è un conservatore. Chi vuole saperne di più su di lui, può leggere il recentissimo libro-intervista " Il suicidio dell'Occidente ", che Scruton ha fatto con Luigi Iannone e che è stato pubblicato dalle edizioni Le Lettere. Il motivo per cui se ne parla qui è che ieri, venerdì 15 ottobre, Scruton ha partecipato al convegno "Lo stato della democrazia nel mondo", che si è svolto alla Camera dei deputati. Quella che vedete qui sotto, sino ad ora inedita, è la sua relazione integrale. Un'analisi politicamente scorretta, realistica e - a parere del sottoscritto - in grandissima parte condivisibile su ciò che sta accadendo all'Italia (e non solo) per colpa di come è stata pensata e costruita l'Unione europea. Buona lettura. di Roger Scruton Noi europei apprezziamo la Democrazia pe...

Così il Corriere sconfessa le idee di Oriana Fallaci

di Fausto Carioti Ma che tristezza vedere il Corriere della Sera che fu di Oriana Fallaci ridursi allo scimmiottamento di Repubblica. In prima pagina ieri , proprio sotto la testata di via Solferino, c’era uno di quei titoli che di solito imbellettano il quotidiano rivale e cugino: «Il leader xenofobo si scopre meticcio. L’olandese Wilders e gli antenati musulmani». Per chi non lo sapesse Geert Wilders è un signore di 46 anni, presidente del Partito per la libertà. Alle recenti elezioni europee la sua sigla ha ottenuto il 17% dei voti, diventando il secondo partito olandese. Il punto, però, è che Wilders di xenofobo non ha proprio nulla. È l’etichetta che gli ha messo addosso un certo establishment politico e culturale europeo, ossessionato dal politicamente corretto e sempre pronto a liquidare con etichette facili e infami chi si pone il problema dell’integrazione degli immigrati islamici. E la «notizia» che dallo studio degli antenati di Wilders, compiuto da una solerte antropologa o...

Le ragioni di Sarkozy e l'ingerenza di Obama

di Fausto Carioti Viva Nicolas Sarkozy che dice «no» all’ingresso della Turchia nella Ue. Il presidente francese è l’unico che ha il coraggio di mettersi contro il multiculturalismo, ultima fede rimasta alla élite continentale, e di opporsi all’ingerenza americana. Perché di questo si tratta: un’intromissione negli affari nostri, e se fosse stato un leader diverso da Barack Obama a varcare l’Atlantico per venirci a dire che gli Stati Uniti «sostengono fortemente» l’arrivo della Turchia nell’Unione perché serve ad «allargare e rafforzare» le nostre fondamenta, a sinistra e nei governi europei tanti avrebbero rispettosamente chiesto allo yankee di non mettere il naso nelle nostre vicende. Invece il messaggio è venuto da Obama nell’alto dei cieli, impegnato a costruire un mondo più giusto per tutti. E a uno così non sta bene porre obiezioni. È toccato a Sarkozy dirgli la frase più vera e più banale: «Trattandosi della Ue, spetta ai Paesi membri decidere». Che nella lingua di Obama si legg...

Fitna e l'ex terrorista islamico

A differenza di molti sedicenti studiosi europei, l'egiziano Tawfik Hamid ( di cui ho scritto qui ) l'islam lo conosce alquanto bene, essendo stato membro dell’organizzazione terroristica Jemaah Islamiya . Oggi il Wall Street Journal pubblica un suo articolo a proposito di Fitna , il film di Geert Wilders che scandalizza le coscienze dei bravi multiculturalisti. Scrive Hamid: Molti commentatori e politici - incluso il governo inglese, che un mese fa gli ha negato l'ingresso nel paese - hanno accusato Wilders di incitare all'odio. Ma la questione è se debba essere criticato Wilders, che ha semplicemente esposto il radicalismo islamico, o se debbano essere criticati coloro che lo promuovono e si cimentano in questo estremismo religioso. In altre parole, dobbiamo incolpare Wilders perché solleva questioni come la lapidazione delle donne, o dobbiamo incolpare chi, in realtà, vuole e pratica questo crimine? Molti musulmani sembrano credere che sia accettabile insegnare l...

Quel che resta dell'Unione europea

Non ha avuto il coraggio di ammettere che le sue radici affondano nel pensiero giudaico-cristiano. Una constatazione talmente banale che grandi laici come Benedetto Croce e Norberto Bobbio sottoscrivevano a occhi chiusi. Non ha mai avuto una politica estera comune. Basta vedere, di recente, l'atteggiamento dei Paesi europei nei confronti della Russia, della Georgia e dei progetti per sfuggire alla dipendenza dal gas di Vladimir Putin. O davanti al progetto statunitense di collocare lo scudo antimissile americano nell'est Europa. Ognuno per conto suo. Non ha mai avuto un esercito comune. Col risultato che quando nei Balcani (a un'ora di volo dal cuore dell'Europa) si mettevano in piedi enormi macellerie a cielo aperto, le cancellerie continentali dovevano pietire aiuto alla deprecata "iperpotenza" statunitense perché facesse quello che l'Unione europea non era capace di fare. Salvo ricominciare a sputare sull'unilateralismo a stelle e strisce appena il ...

L'europeizzazione della Gran Bretagna

di Fausto Carioti Avessero detto a un inglese vent’anni fa, ai tempi di Margaret Thatcher, che avrebbe avuto in tasca la stessa moneta di greci, portoghesi e italiani, si sarebbe offeso o messo a ridere. Ieri lo ha detto il commissario europeo agli Affari economici, Joaquín Almunia: c’è «una forte possibilità» che, in futuro, la Gran Bretagna aderisca all’euro. E non solo sulle rive del Tamigi nessuno s’è indignato o messo a sghignazzare, ma l’impressione è che molti abbiano iniziato a pregare in silenzio san Giorgio, patrono dell’Inghilterra, che l’annessione monetaria avvenga al più presto. L’ambasciatore britannico in Italia, Edward Chaplin, si è limitato a dire che l’ingresso del suo Paese nell’eurozona «non è una priorità in questo momento». Ha ragione: ufficialmente se ne parlerà tra qualche tempo, dopo le elezioni del 2010. Adesso si deve solo sondare il terreno e preparare l’opinione pubblica. Siamo davanti a una svolta epocale: la fine del plurisecolare orgoglio finanziario b...

Il Wall Street Journal intervista Geert Wilders

Di Geert Wilders, 45 anni, olandese, presidente del Partito per la Libertà e autore di Fitna , ho scritto qui . Mentre i giornali italiani fanno a gara nell'ignorarlo (e quando ne parlano lo trattano come potete immaginare) il Wall Street Journal gli ha appena dedicato l'intervista più importante della settimana. Nella quale Wilders, politicamente scorretto com'è (è il motivo per cui qui lo si adora, e ci si guarda bene dal definire le sue uscite come "provocazioni", perché proprio non lo sono), tira fuori alcune di quelle banali verità che in Italia, ormai, dicono solo pochi leghisti. Cose tipo: We should wake up and tell ourselves: You're not a xenophobe, you're not a racist, you're not a crazy guy if you say, 'My culture is better than yours.' A culture based on Christianity, Judaism, humanism is better. Look at how we treat women, look at how we treat apostates, look at how we go with the separation of church and state. I can give you 500 e...

E sotto la ciliegina, 59 reattori nucleari

In inglese si chiama "cherry picking". E' l'abitudine, molto paracula, di prendere la ciliegina dalla torta ignorando tutto il resto. Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, non sa l'inglese, ma fa fa cherry picking lo stesso. Succede che Nicolas Sarkozy frena il tentativo italiano di allentare gli insostenibili vincoli europei sulla riduzione delle emissioni di gas serra. A Ferrero non pare vero. Acchiappa la ciliegina al volo e scrive sul suo blog (e invia alle agenzie di stampa ) la seguente dichiarazione : Il presidente francese Sarkozy ha ragione, sul clima, e Berlusconi ha torto. Il presidente di turno dell’Unione europea ha spiegato proprio oggi, davanti al Parlamento europeo, che non vi è nessuna ragione perché la crisi economica modifichi gli impegni dell’Europa sul clima, il contrario della proposta italiana, sempre più isolata, in Europa. A parte la commozione nel vedere un comunista dire che un esponente di destra ha ragione, resta da vede...

Ma gli accordi europei sul clima andavano stracciati prima

di Fausto Carioti Le crisi economiche un lato positivo ce l’hanno: obbligano i governi, le imprese e le famiglie a concentrarsi sulle cose essenziali, lasciando da parte le menate. La rivolta di Silvio Berlusconi e del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia contro i costosissimi accordi europei per ridurre le emissioni di anidride carbonica e i consumi di energia si spiega proprio così: è la presa d’atto che si stavano per buttare via soldi preziosi. A viale dell’Astronomia hanno stimato in almeno 20 miliardi di euro l’anno il prezzo che dovranno pagare le imprese italiane per raggiungere gli obiettivi dell’accordo “20-20-20”, chiamato così perché prevede che entro il 2020 i Paesi europei producano il 20 per cento della loro energia da fonti rinnovabili, migliorino del 20 per cento la loro efficienza energetica (in altre parole riducano i consumi di un quinto) e taglino del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica. A livello europeo, l’esborso previsto per le aziende è di ...

Il mondo secondo Geert

Geert Wilders, olandese, presidente del Partito per la Libertà nonché autore di Fitna , è uno di quei politici che i mainstream media italiani, bene che vada, definiscono «discusso» e «controverso». Ma è raro che succeda: di solito lo chiamano «razzista», esponente dell'«ultradestra» e così via. Modo molto comodo per continuare a non confrontarsi con le questioni che Wilders ha messo in cima alla sua agenda, prima tra tutte l'islamizzazione dell'Europa. Wilders, in realtà, è semplicemente un politico preoccupato dinanzi all'ipotesi che, nel giro di qualche decennio, il chador diventi il capo d'abbigliamento femminile più indossato nel vecchio continente. E' uno che si scandalizza - ma guarda un po' - quando, nella tollerantissima Amsterdam o in altre grandi città del nord Europa, gand di giovani musulmani insultano e picchiano in pubblico gli omosessuali (a questo proposito sul blog di Bruce Bawer , uno dei miei preferiti, trovate materiale per un'encic...

Colonia, il resto della storia

Chi trova scomodi i paraocchi, e pensa che oggi a Colonia, alla manifestazione contro l'islamizzazione dell'Europa, sia andato in scena qualcosa di più di un comizio di xenofobi , e magari trova strano che mettere il bavaglio - con la forza - a Mario Borghezio e agli altri venga considerato un esercizio di democrazia e di antifascismo, dia una letta a " Cologne: A Tale of Two Mayors ", su The Brussel Journal. Perché la vita non è sempre come ce la racconta Repubblica.

Il coraggio delle rane

di Fausto Carioti Urca che coraggio. Cribbio che schiene dritte. Che tempra vantano questi eroi della sedicente arte moderna, quale rispetto per la libertà ostentano dinanzi al dilagante oscurantismo ratzingeriano i direttori dei musei italiani ed europei. Le agenzie di stampa ieri hanno diffuso il pensiero di Benedetto XVI sull’anfibio più famoso d’Europa, la rana crocifissa esposta al Museion di Bolzano, scultura (chiamiamola così) del tedesco Martin Kippenberger, scomparso undici anni fa. Sarebbe - pare, dicono - una sorta di autoritratto dell’autore in una delle sue tante fasi di depressione. In una lettera del 7 agosto a Franz Pahl, presidente del consiglio regionale del Trentino-Alto Adige e candidato Svp alle provinciali di Bolzano, la segreteria di Stato vaticana, a nome di Joseph Ratzinger, ha scritto che l’esposizione della rana «ha ferito il sentimento religioso di tante persone». Considerazione peraltro ovvia, che fa seguito alle preoccupazioni del vescovo di Bolzano e di a...

Il ricatto del gas russo

di Fausto Carioti Vietato disturbare Vladimir Putin. Vietato dire a voce alta che il Cremlino usa i soldi di noialtri consumatori di gas per ridurre all’obbedienza la Georgia. Vietato notare che se il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad - quello che vuole cancellare Israele dalle cartine geografiche - continua a fregarsene delle Nazioni Unite è perché, dentro e fuori dal consiglio di sicurezza dell’Onu, c’è la Russia che lo difende. La classe politica italiana, in sintonia con quella europea, ha deciso che il trattato del Nord Atlantico che ci lega agli Stati Uniti vale meno dei contratti di fornitura siglati con Gazprom. Così piega la testa e si barcamena in modo sempre più goffo tra Washington e Mosca: troppo grande è la paura che qualcuno chiuda il rubinetto che porta nelle nostre case il gas della Siberia. Il comportamento tenuto dinanzi alla crisi georgiana appare dettato più dal panico che dalla ragione. Da Tbilisi, capitale della Georgia, passa infatti il gasdotto BTE, che da...

Gli studenti islamici in Europa e le università dei sessantottini

di Fausto Carioti Chi ancora crede alla favola dell’islamico diventato estremista perché emarginato dalla cattiva società occidentale o perché allevato nell’odio dai tenutari di qualche madrassa è servito. L’ultima picconata a questo mito tanto ingenuo è arrivata dal sondaggio pubblicato domenica dal Times di Londra . Dal quale si apprende che il 32% dei musulmani che frequentano le università del Regno Unito ritiene «giustificabile» uccidere qualcuno per motivi religiosi, il 40% vuole che la sharia, la legge islamica, diventi parte integrante dell’ordinamento giuridico inglese e un quarto di costoro ammette di avere un rispetto «scarso o nullo» nei confronti degli omosessuali. Simili risposte, appunto, non provengono da pakistani che dopo aver passato decenni nel loro paese sono finiti a vendere la frutta nelle bancarelle di Londra, ma da giovani musulmani cresciuti e spesso nati in Inghilterra. Benestanti, istruiti e “accettati” quanto basta da poter frequentare le università del Reg...

Le ragioni dell'abbraccio tra l'Islam e la sinistra

L'unione - ormai non più solo "di fatto" - tra la sinistra di matrice marxista e l'islam radicale è uno dei grandi misteri del nostro tempo. Giacché la sinistra ha trascorso le ultime quattro decadi «battendosi per quelle stesse libertà contro cui l'Islam si oppone: la libertà sessuale, i diritti degli omosessuali, la libertà dalla religione, la pornografia e varie forme di trasgressione artistica, pacifismo e così via». Eppure, a saldare questa alleanza, ognuno a modo suo, ci sono nomi di primissimo piano e di varia estrazione, quali Hugo Chávez, il terrorista Ilich Ramírez Sánchez, Ken Livingstone, Noam Chomsky, il ministro olandese Ella Vogelaar, Michel Foucault, Jean Baudrillard, Oskar Lafontaine... Daniel Pipes, in un pezzo scritto per la National Review , spiega il mistero con quattro ragioni. Primo: la sinistra anticapitalista e l'islam radicale, anche se per ragioni diverse, hanno gli stessi nemici, cioè la civiltà occidentale e in particolare gli Stat...

La vendetta degli elettori contro gli alieni di Bruxelles

di Fausto Carioti Gli elettori europei si dividono in due categorie: quelli che hanno bocciato i trattati europei e quelli ai quali è stata negata la possibilità di bocciarli. Gli irlandesi appartengono alla prima categoria. Gli italiani, come altri popoli europei, fanno parte della seconda. A Dublino e dintorni giovedì scorso, per volere della Corte suprema, cioè della massima magistratura irlandese, i cittadini sono stati chiamati alle urne per approvare o respingere il Trattato di Lisbona, versione edulcorata della precedente costituzione europea, che fu affossata dal pronunciamento degli elettori francesi e olandesi nel 2005. Il verdetto irlandese è stato reso noto ieri: il 53,4% dei votanti ha detto “no”. È la conferma - l’ennesima - che il palazzo di Bruxelles è visto dalla gran parte degli europei come un’astronave aliena piombata nel mezzo del continente da chissà dove, abitata da personaggi strani che, pur usando una lingua astrusa e incomprensibile, lontana da ogni comune idi...

Bye bye Ue?

Sessanta per cento di "No" contro il quaranta per cento di "Sì". Se le prime, labili indicazioni sull'esito del referendum irlandese sul trattato Ue di Lisbona (la nuova "costituzione" europea) dovessero essere confermate, sarebbe la fine dell'Unione europea così come partorita dalla mente degli alieni di Bruxelles. Ovviamente gli euroburocrati faranno di tutto per dire che così non è, tergiverseranno, daranno un'altra chances agli elettori irlandesi. Tutto pur di non perdere la faccia un'altra volta. Ma il significato tecnico del voto è fuori discussione: per approvare quell'obbrobrio del trattato Ue serve l'unanimità, e se gli elettori irlandesi dicono "No", decenza imporrebbe di considerare la partita chiusa. Anche il significato politico è chiaro: l'elenco delle bocciature subite dai trattati europei per opera degli elettori è impressionante, e inizia in Danimarca nel 1992 con il trattato di Maastricht, prosegue ne...