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Visualizzazione dei post da gennaio, 2007

Telecom, altri due in gabbia

Andrea Pompili, manager Telecom coordinatore di quel club di gentiluomini noto come Tiger Team, da questa mattina è in carcere. Nella cassaforte del suo ufficio furono trovati quattro cd-rom contenenti intercettazioni illegali, uno dei quali zeppo di files prelevati illegalmente dal computer del sottoscritto. Assieme a lui, è finito in carcere il giovane hackerAlfredo Melloni ( qui e qui qualche dettagliuccio sul suo curriculum, tanto per capire quale documentazione allegare alla domanda di lavoro quando si cerca un impiego da quelle parti). L'accusa per i due è di associazione a delinquere finalizzata all'accesso abusivo informatico. Questi ultimi sviluppi sono raccontati qui e qui dalle agenzie di giornata. La parte della storia che mi riguarda l'ho invece raccontata qui . Da queste parti certo non si gioisce per gli arresti, perché in questo letamaio non c'è nulla di cui rallegrarsi. Però si registra con ovvio interesse quello che accade. Soprattutto, ci si prepa

Un governo equo e solidale

Da pagina 2 del Manifesto (quotidiano comunista) di martedì 30 gennaio 2007, rubrica delle lettere : Dalle tasche dei pensionati Desidererei sapere come si fa a sostenere un governo che per risolvere i problemi di finanza pubblica aumenta le tasse ai pensionati. Questo mese ho avuto una riduzione di 50 euro mensili netti, cioè 600 euro in un anno! State certi che non lo dimenticherò. Spazi di manovra contro gli evasori fiscali ce ne erano a iosa, bastava organizzarsi ma, per fare ciò, occorreva pestare qualche piede e allora si fa la cosa più facile: prendere a chi non può reagire. Bel coraggio! Se fossi più giovane mi industrierei per avere un lavoro più remunerativo, ma da pensionato... (...)

Gli spioni di Telecom: no, non l'ho presa bene

di Fausto Carioti Di tutte le sensazioni che può provare un individuo, poche sono più fastidiose dello scoprire che qualcuno molto grosso e molto potente usa i soldi che gli versi ogni bimestre nella bolletta telefonica, con l’aggiunta di qualche milione di euro, per frugare tra i tuoi documenti e nella tua corrispondenza, allo scopo di impedirti di fare il tuo lavoro e trovare materiale utile per ricattarti. Il sottoscritto il dubbio lo aveva da tempo, e quando è saltato fuori che gli sgherri di Telecom Italia avevano allestito una struttura degna della Spectre per monitorare la vita e le attività di Davide Giacalone, il dubbio era diventato quasi certezza. La conferma definitiva che ha tolto quel «quasi» è arrivata domenica mattina, leggendo l’articolo del bravo Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera. Dall’ottobre 2003 al marzo 2004, come risulta da una relazione della polizia postale, il computer di chi scrive è stato frugato con attenzione, giorno per giorno, dagli hacker al sol

"Undercover Mosque", viaggio clandestino nelle moschee inglesi

Mandare un giornalista a confessarsi in Chiesa e riportare il testo delle confessioni non è cosa difficile. Più complesso, ma molto più interessante, è inviare un giornalista "sotto copertura" in moschea, ad ascoltare i sermoni degli imam. E' quanto ha fatto l'emittente Channel 4 nel Regno Unito. Ne è uscita un'inchiesta, " Undercover Mosque ", andata in onda il 15 gennaio. Un reporter inglese ha potuto così registrare le prediche degli imam che fanno capo alle principali associazioni islamiche cosiddette moderate. L'esito è agghiacciante. Il cronista ha assistito a sermoni nei quali predicatori di scuola saudita (e quindi wahabita) proclamavano la supremazia dell'islam, annunciavano l'avvento di una nuova jihad contro gli infedeli (cioè contro tutti noi) e diffondevano l'odio per i non musulmani e per i musulmani che non seguono i precetti dell'islam più intollerante. «Un esercito di islamici si solleverà», ha annunciato un predicato

Grazie, dottor Tronchetti

Dal Corriere della Sera di oggi: «Si è combattuta anche in Italia, spiando la posta elettronica di giornalisti (come Fausto Carioti di Libero) e avvocati (come lo studio legale Giorgianni), la guerra per il controllo di Telecom Brasil tra Telecom Italia (azionista robusta ma di minoranza) e i brasiliani soci-rivali (azionisti di maggioranza di Brasil Telecom tramite il fondo pensionistico Opportunity del finanziere Daniel Dantas): lo testimoniano quattro cd-rom trovati in una cassaforte nella perquisizione dell'ufficio Telecom di Andrea Pompili, il coordinatore di quel Tiger Team informatico di cui 11 giorni fa, per l'intrusione del 4 novembre 2004 al Corriere della sera, sono stati arrestati il capo (Fabio Ghioni) e il miglior tecnico (Rocco Lucia)». Il resto della storia qui, sul sito del Corriere .

Mastella finge di non vedere l'odio di sinistra

di Fausto Carioti Scusi, compagno ministro Mastella, ma una cosa della sua legge proprio non si è capita. Perché l’odio contro gli omosessuali è vietato e l’odio contro i borghesi no? Perché l’odio antisemita dei nazisti è punito col carcere e l’odio di classe del comunista Edoardo Sanguineti, che fa schifo uguale, non è nemmeno preso in considerazione, e così i vari Pietro Folena continueranno a vendercelo come «intelligente provocazione» di un’acuta mente di sinistra? Come mai se uno dice, chessò, che bisogna «restaurare l’odio religioso, perché gli islamici odiano i cattolici e l’odio deve essere ricambiato», la futura legge Mastella lo sbatte in cella fino a tre anni, mentre se uno dice che occorre «restaurare l’odio di classe, perché i potenti odiano i proletari e l’odio deve essere ricambiato», come ha fatto testualmente il vate della sinistra ligure, la stessa norma se ne frega? Più uno sfoglia il disegno di legge che porta il nome del ministro della Giustizia, più si addentra n

La Margherita alla canna del gas

Peccato mortale che online non sia possibile leggerlo. E' la barzelletta del giorno. Era così sicura la Margherita di Francesco Rutelli che avrebbe vinto il braccio di ferro con Pierluigi Bersani e con i compagni di Rifondazione Comunista sulla liberalizzazione del gas, ovvero - per la precisione - sulla separazione tra Eni e Snam Rete Gas, che l'hanno scritto sul loro quotidiano, evidentemente chiuso prima che terminasse il consiglio dei ministri. A pagina 3 del giornale della Margherita (si presume dopo aver avuto via ampie rassicurazioni da Rutelli, come di solito accade nei quotidiani di partito) è stato pubblicato così un lungo articolo intitolato "Anche il gas sarà più libero. Energia, via alla separazione fra Eni e Snam". Riporto la parte più divertente: «Il fatto che la separazione proprietaria fra rete e gestore sia stata affrontata e varata dal consiglio dei ministri di ieri non ha solo un significato “economico”, ma anche "politico". E’ una piccol

Presidente Bertinotti, grazie della censura

di Fausto Carioti Che la rassegna stampa della Camera, specie ora che a Montecitorio comanda Fausto Bertinotti, sia allergica agli articoli di Libero, è un dato di fatto. A noi giornalisti, esibizionisti come siamo, dispiace un po’, ma quelli dell’amministrazione dicono che va bene così: tutte copie in più vendute ai deputati, che per leggerci sono costretti ad andare in edicola e cacciare di tasca un euro. Ieri, ad esempio, il cassiere di Libero era più contento del solito: l’eccesso di zelo dei compilatori della rassegna stampa della Camera aveva toccato un nuovo record. Dei 155 articoli inseriti nel fascicolo quotidiano di Montecitorio , solo uno - quello a firma del direttore Vittorio Feltri - proveniva dalle pagine di Libero. Il minimo indispensabile per ricordare ai deputati che esistiamo anche noi. È chiaro che la presenza dei quotidiani nella rassegna di Bertinotti non ha nulla a che vedere con la loro diffusione nelle edicole e nelle case degli italiani. Per capirsi: Europa,

La sinistra vittima dei suoi mostri

di Fausto Carioti Compagni di governo, sveglia. Su quei mostri lì, quelli che stanno a Vicenza con la bava alla bocca, quelli convinti che i soldati italiani in Afghanistan siano criminali di guerra, quelli che adesso osservate con gli occhi sbarrati e non sapete come ammansire, c’è la vostra firma. Stanno facendo né più né meno quello per cui li avete applauditi e premiati sino a poche ore fa. Se sono convinti di essere migliori di voi e si sentono il nuovo che avanza e nessuno potrà fermare, è solo perché glielo avete fatto credere in tutti i modi. Voi e i vostri giornali vi siete inventati la mitologia dei movimenti, nome politicamente corretto da dare ai teppisti dei centri sociali. Voi, adesso, ne pagate le conseguenze. Purtroppo, non sarete i soli. Certo, prenderne atto non dev’essere facile. Romano Prodi, Fausto Bertinotti e Massimo D’Alema sembra stiano scoprendo solo oggi, con stupore, l’esistenza di una vasta parte d’Italia che ritiene la sopraffazione e la violenza normali m

Caso Sanguineti, ecco come la sinistra ci prende in giro

Ora si fingono indignati dalle parole di Edoardo Sanguineti. Giurano di cadere dalle nuvole. Ostentano imbarazzo per le parole del poeta candidato della sinistra estrema (ma tutt'altro che marginale) come sindaco di Genova. Mentono. Questo è l'articolo apparso oggi sul Corriere della Sera . Racconta come Rifondazione e Comunisti italiani prendano la distanze da Sanguineti e dalla sua frase , pronunciata domenica negli studi di La7, sui ragazzi di Tien An Men ridotti a macchiette: «Poveretti sedotti da mitologie occidentali, un po' come quelli che esultarono quando cadde il muro; insomma, ragazzi che volevano la Coca Cola». L'europarlamentare Marco Rizzo ora dice che i toni di Sanguineti sono «esagerati, impolitici. Così spaventiamo le persone». Il segretario provinciale di Rifondazione scrive una lettera di reprimenda a Sanguineti. Ma stanno fingendo. Sanguineti quella frase non l'ha pronunciata per la prima volta domenica scorsa. Non c'è niente di nuovo nelle s

Dal celodurismo al tafazzismo

Dev'essere una di quelle alchimie così complesse, uno di quei disegni così sottili che noi poveri osservatori della politica non possiamo nemmeno arrivare a comprendere. Perché c'è di sicuro una ragione strategica profonda dietro la decisione di Umberto Bossi di votare la fiducia al governo , nel caso Romano Prodi decidesse di porla sul rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan. Se non ci fosse, questo piano raffinatissimo che solo pochi possono capire e di cui solo pochissimi sono al corrente, vorrebbe dire che la sopraffina intelligenza di Bossi è ormai un ricordo: ipotesi che preferiremmo non prendere in considerazione Guardiamo i fatti. Il governo Prodi sta nella situazione che tutti conosciamo: potrebbe cadere da un momento all'altro, ma non cade perché ancora non ci sono un nome e un disegno politico alternativi, e non ci sono perché tra Ds e Margherita nessuno ha deciso che è giunto il momento di fare un passo avanti. La coalizione che tiene in piedi il

Big match su Fidel Castro: Montaner contro la caricatura di Gianni Minà

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Quello che dovrebbe fare un serio periodico di politica estera: un match tra pesi massimi, o presunti tali. Da un lato Carlos Alberto Montaner , leader intellettuale della dissidenza cubana in esilio e vicepresidente dell'Internazionale Liberale. Dall'altro il giornalista spagnolo Ignacio Ramonet , direttore di Le Monde Diplomatique (quello che in Italia esce abbinato al Manifesto), uno cui calza a pennello la famosa frase di Raymond Aron ne "L'oppio degli intellettuali": «Privi di pietà per le debolezze delle democrazie, sono disposti a giustificare i più turpi delitti, purché commessi in nome di una giusta dottrina». L'incontro è stato organizzato dalla rivista Foreign Policy , che ne ha appena pubblicato il testo. Il copione è più o meno il seguente. Sulla Cuba di Castro Montaner tira fuori dati pesanti come macigni, i cosiddetti "hard facts": la mancanza di libere elezioni, la repressione violenta di ogni voce di dissidenza, le ripetute violazio

Al cabaret dell'Unione

di Fausto Carioti I nostalgici di Aldo, Giovanni e Giacomo, dei fratelli Guzzanti e degli altri protagonisti della nouvelle vague comica italiana sono finalmente accontentati. Basta rimpianti: è arrivato chi sa fare di più e di meglio. Il nuovo tempio della risata si chiama “Question Time” e va in onda tutti i mercoledì su Rai Tre, alle ore 15, rigorosamente in diretta dall’aula di Montecitorio. In origine doveva essere una cosa noiosissima: i parlamentari, specie quelli dell’opposizione, tramite cavillose interrogazioni chiedono conto ai ministri del loro operato, e i ministri spiegano, si giustificano, talvolta annaspano. Il tutto ripreso dalle telecamere e mostrato senza filtri agli elettori. Ma era troppo barboso, troppo impegnativo. Così, approfittando del perdurante sonno del centrodestra, ministri e parlamentari dell’Unione hanno pensato bene di dare un’aggiustatina al format. Adesso loro si fanno le domande e loro stessi si danno le risposte. Dove per “loro” non s’intende i com

Non illudiamoci

L’importante è non illudersi, non credere davvero che il governo peggiore che l’Italia ricordi possa cadere sul rifinanziamento della missione militare italiana in Afghanistan. Il decreto dovrà essere approvato dal governo entro il 2 febbraio, dopo inizierà l’iter in Parlamento, e l’appuntamento cruciale, ovviamente, sarà la votazione al Senato. Ma queste settimane serviranno per trovare un’intesa con la sinistra cosiddetta estrema, la quale, se non si fosse capito, non chiede altro che un pretesto per votare la missione senza perdere troppo la faccia davanti ai propri elettori. In primavera ci sono le amministrative e la partita vera, anche all’interno della maggioranza, adesso è quella: chi ne esce meglio, o meno peggio, avrà più peso politico nelle trattative per la definizione del partito democratico (partito che dovranno almeno provare a fare, anche se sarà una jattura, perché non provarci a questo punto sarebbe una jattura peggiore) e della “cosa rossa” che inevitabilmente appari

Più figli in Francia: miracolo dello stato laico o dello stato islamico?

In questi giorni in cui poco o niente si muove, una delle poche notizie vere sembra essere arrivata da Oltralpe. Le francesi hanno ricominciato a fare figli. Il loro tasso di fertilità è salito a 2 bambini per donna, a un soffio da quel 2,1 che garantisce la stabilità della popolazione. Divertenti le letture diverse date della notizia. Repubblica la interpreta come la vittoria dello stato laico e assistenzialista: sempre più figli nascono fuori dal matrimonio, il merito è dei sostegni di Stato alle famiglie e così via. Avvenire , più spiritualmente, parla di «guarigione» delle francesi da quello che presume essere un mal d'anima, e pone l'accento anche sulla «solidarietà familiare». Manca, purtroppo, il dato più importante: chi sta facendo figli? Ovvero: stiamo assistendo a un'ulteriore tappa dell'islamizzazione della Francia e dell'Europa, oppure c'è davvero un risveglio ormonale e/o spirituale delle Marianne, delle "native" francesi? La domanda è im

Senza gli yankees di Vicenza il welfare italiano non esisterebbe

di Fausto Carioti Altro che «Yankee go home». Fossero coerenti, Oliviero Diliberto, Fausto Bertinotti, Guglielmo Epifani e gli altri azionisti di controllo del governo Prodi, invece di dirsi «delusi e dispiaciuti» per l'allargamento della base Nato avallato ieri dal premier, ora sarebbero a Vicenza per chiedere diecimila, ventimila, cinquantamila paracadutisti americani in più. Il sistema pensionistico che loro stessi, in queste ore, stanno difendendo con le unghie e con i denti, è stato infatti reso possibile proprio dalle migliaia di ragazzotti del Texas e dell’Oklahoma cui la Casa Bianca, dal dopoguerra, ha affidato il compito di difendere l’Italia e l’Europa. Accollandosi quasi tutte le spese della nostra difesa militare, il governo di Washington ha lasciato agli Stati europei le risorse necessarie per creare e far crescere imponenti sistemi assistenziali, ben più sviluppati dello stesso welfare degli Stati Uniti. Il fatto che quei partiti che pretendono il ritiro dei soldati a

Sillogismi dalemiani

Nella migliore delle tradizioni della casa, Massimo D'Alema ha già iniziato il processo di demonizzazione degli ex. Il presidente diessino, nonché ministro degli Esteri, sostiene che dipingere il governo Prodi come paralizzato dallo scontro tra riformisti e massimalisti è «una campagna politica che punta a determinare una crisi di questo governo per aprire un altro scenario politico, di tipo neocentrista. E’ un’operazione politica, propaganda». Ora, si dà il caso che un simile quadro sia proprio quello dipinto dal riformista Nicola Rossi, che - comprensibilmente schifato per l'andazzo - se ne è appena andato via dai Ds. E' stato lui a dire che «sul terreno riformista la sinistra ha esaurito tutte le energie». Che «Le difficoltà in cui si dibatte, giorno dopo giorno, l'odierna azione di governo sono il frutto malato di cinque anni di opposizione in cui (...) non un solo giorno è stato speso per costruire la cultura e le condizioni che sarebbero servite a governare e

See U later, alligator

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Ci si rivede agli inizi della nuova settimana, probabilmente martedì. Buon week end a tutti.

La triste parabola di Marco Follini

di Fausto Carioti Sognava di essere Aldo Moro. È finito a fare la ruota di scorta di Clemente Mastella. L’annuncio del leader dell’Udeur suona come il requiem della carriera politica di Marco Follini: «Con lui esiste già un accordo per le europee del 2009 e, dove possibile, questo accordo sarà realizzato anche per le elezioni amministrative». La domanda è: quanto potrà il senatore Follini, alleato del ministro della Giustizia, continuare a non votare la fiducia al governo Prodi? Anche se abbiamo a che fare con cervelli democristiani, convinti che il tratto migliore per unire due punti due punti sia l’arabesco, la risposta più plausibile resta la più semplice: poco, molto poco. E così il governo più sgangherato del dopoguerra, se non si ammazza da solo nelle prossime settimane, rischia di trovare sul piatto d’argento un voto in più a palazzo Madama. Ovviamente, dietro l’angolo non c’è il trasferimento armi e bagagli di Follini nelle fila prodiane. Sarebbe pur sempre troppo lineare, non

L'Europa è al suicidio demografico. E questi parlano di sovrappopolazione

di Fausto Carioti Gli articoli di Alberto Ronchey vengono regolarmente tradotti e commentati nei quotidiani arabi? Il Corriere della Sera è venduto nelle strade afgane, yemenite, somale e pakistane? Se, come risulta, la risposta giusta a queste domande è «no», non si capisce il senso dell’ editoriale apparso ieri sul quotidiano di via Solferino, che è solo l’ultimo di una lunga serie di sermoni che con cadenza ormai quotidiana ci inseguono da decenni, dalle colonne dei giornali più o meno autorevoli di un certo establishment europeo, per ripeterci i soliti due concetti: che su questo pianeta siamo troppi e che le risorse sono poche, e che quindi dobbiamo limitare il numero di esseri umani sul pianeta. «Da una parte, la pressione dei consumi o iperconsumi e dell’invasiva demografia. D’altra parte, la scarsità di risorse naturali non rinnovabili e la precarietà delle condizioni ambientali. Senza decisi passi verso un minimo sistema d’equilibrio globale, appare arduo anche solo concepire

Pensioni, intervista a Giuliano Cazzola sul bluff di Prodi

di Fausto Carioti Romano Prodi farebbe meglio a chiedere scusa: ha stravolto il sistema fiscale per portare un beneficio irrisorio nelle tasche dei pensionati. Pochi spiccioli che, per tragica ironia, finiranno interamente divorati dagli aumenti delle imposte locali e dei servizi sociali. Giuliano Cazzola, uno dei maggiori esperti italiani di previdenza, senior advisor del Centro studi Marco Biagi, boccia così, senza appello, l’ultimo annuncio del presidente del Consiglio. Prodi ha assicurato che ci saranno più soldi per i pensionati italiani. La Finanziaria ha stanziato a questo scopo 1,3 miliardi di euro sotto forma di sgravi fiscali, e a beneficiarne, ha detto il premier, saranno 9,5 milioni di pensionati. Su tredici mensilità, fanno in media 10,5 euro in più per assegno. «Quando sono in gioco grandi numeri come quelli della popolazione dei pensionati è normale che impegni finanziari importanti si risolvano in risultati modesti per i singoli individui. Prodi queste cose le sa». Ha s

Sanguineti, ovvero l'elogio dell'odio di classe

di Fausto Carioti Con quella faccia un po’ così che hanno i poeti comunisti che sono nati a Genova, Edoardo Sanguineti, candidato a sindaco del capoluogo ligure, ha messo in prosa il suo programma di governo per la città: «Restaurare l’odio di classe, perché i potenti odiano i proletari e l’odio deve essere ricambiato». Manca la rima, ma il concetto è chiaro: più odio per tutti. A portare avanti la sua candidatura, ovviamente, quelli che sventolano la bandiera della pace: Rifondazione, i Comunisti italiani, i fuoriusciti dal correntone diessino riuniti sotto la sigla “Unione a sinistra” e le solite associazioni ambientaliste, terzomondiste e pacifiste. Una licenza da poeta, come magari cercheranno di farci credere oggi Fausto Bertinotti, Oliviero Diliberto e gli altri campioni di kamasutra dialettico, allenati da decenni nel cercare di convincerci che comunismo e democrazia possono convivere? No. È proprio Sanguineti che è fatto così: dice queste cose infami e violente perché le pensa.

"Breakdown Britain": ecco cosa succede in una società senza matrimoni

Si può dire, senza che nessuno si offenda, che il modello di famiglia tradizionale, quello con un padre, una madre e un figlio (o magari due o tre figli, tanto per non condannare la razza umana all'estinzione), con i due genitori regolarmente sposati (il dove, se in chiesa, comune, sinagoga o altro sono affari loro) è un modello assai più sano, e cioè meno pericoloso, per chi ne fa parte e per il resto della società, dei cosiddetti modelli "alternativi"? Si può dire che i piani di welfare con cui tante socialdemocrazie europee finanziano queste unioni alternative, privilegiandole rispetto al modello tradizionale di famiglia, assieme ai progetti di affirmative action che nelle diverse graduatorie pubbliche premiano i genitori single, finiscono per incoraggiare la disgregazione familiare, e che i primi pagarne il prezzo sono proprio i figli di queste unioni alternative? E' quello che emerge da un recente, monumentale studio statistico sulla popolazione inglese commissio

La ballerina inglese che sfida la censura del politicamente corretto

di Fausto Carioti L’Europa è razzista, e il paradigma razzista dominante porta le insegne del politicamente corretto. Nelle moschee del continente tanti imam sono liberi di invocare la distruzione di Israele e l’avvento della sharia, la legge del Corano, sull’Eurabia prossima ventura. Chi professa simpatie comuniste e pratica l’antiamericanismo militante è vezzeggiato dalle elites politiche e intellettuali, molto spesso ne fa parte e non di rado vede questo suo impegno premiato con riconoscimenti pubblici. Ma appena qualche personaggio abbraccia idee difformi dal pensiero unico multiculturalista - magari chiamando i problemi per nome e cognome, invece di voltare lo sguardo dall’altra parte - subito trova una gogna che lo attende. È successo con Pym Fortuyn, con Theo van Gogh, con Oriana Fallaci.«Personaggi controversi», vengono definiti di solito. Eppure nessuno ritiene «controversi» quei ministri che corrono a stringere le mani dei dittatori di sinistra sparsi per il mondo, o che in n