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Visualizzazione dei post da ottobre, 2005

Berlusconi, Bush e l'Iraq: ecco lo stenografico del 20 maggio 2004

Da ridere. Tutta la politica italiana degli ultimi giorni è ruotata intorno a questa frase di Silvio Berlusconi, di sabato 29 ottobre 2005: «Io non sono mai stato convinto che la guerra fosse il sistema migliore per arrivare a rendere democratico un Paese e a farlo uscire da una dittatura anche sanguinosa». Il Corriere della Sera ( versione on line ) titola: «Clamorosa rivelazione del Presidente del Consiglio». Clamorosa. La Repubblica: «La svolta arriva dai sondaggi». L'Unità ci apre il giornale due giorni di fila e titola (domenica 12 febbraio): «Finisce il grande inganno». Il Manifesto: «Il "presidente pacifista" è l'ultima trovata del Cavaliere». Interviene il bollito , da par suo: «Si è accorto solo adesso che era una guerra sbagliata?». Alfonso Pecoraro Scanio: «Le parole di Berlusconi sono gravissime, perché riconosce di aver messo da parte la sovranità nazionale per salvaguardare il suo rapporto con Bush». Giuseppe Fioroni (Margherita), altro titano della poli

L'attentato di Nuova Delhi e lo "scandaloso" Huntington

Roma (1973 e 1985), Monaco di Baviera (1974), Entebbe (1976), Beirut (1983), Vienna (1985), Lockerbie (1988), Nairobi (1998), Dar es Salam (1998), Deserto del Niger (1989), Buenos Aires (1992 e 1994), New York (2001), Washington (2001), Bali (2002 e 2005), Casablanca (2003), Madrid (2004), Beslan (2004), Giakarta (2004), Londra (2005), Sharm el Sheikh (2005). Sudan, Timor Este, Algeria. Israele. E ora Nuova Delhi, dove tutti gli indizi sull'attentato puntano verso la matrice islamica ( qui la Cnn e qui il quotidiano indiano The Hindu ). La frase più scandalosa e politicamente scorretta del libro di Samuel P. Huntington , ovvero «i confini dell'Islam grondano sangue, perché sanguinario è chi vive al loro interno», non è una provocazione, ma una banale constatazione statistica, continuamente corroborata.

La Freedom House di cui Celentano non parlerà

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E' quella che critica i leader europei perché non muovono un dito in favore della resistenza cubana e avverte che la consegna del premio Sakharov alle mogli, figlie, sorelle e madri dei prigionieri politici di Fidel Castro Ruz da parte del Parlamento di Strasburgo, cosa di per sé lodevole (« commendable »), resterà un esercizio vuoto se i leader dei governi e le autorità dell'Unione europea «non rilanceranno il loro impegno in favore del lavoro pacifico dei difensori della democrazia cubana e per chiamare il governo cubano a rispondere delle sue continue violazioni alle libertà individuali e allo stato di diritto». Tradotto: signori cari, non ve la cavate mica con la medaglietta. E con questo, il bluff degli euroimpotenti è smascherato.

Castro accetta gli aiuti di Bush

Fidel Castro Ruz, dopo essersi sbrodolato addosso sull'«alto grado di preparazione di Cuba di fronte alle avversità naturali» ed aver paragonato - come ci fa sapere la voce del regime - la «serenità, la disciplina e l'organizzazione» dei cubani dinanzi all'uragano Wilma con le «scene» viste negli Stati Uniti dopo l'arrivo dell'uragano Katrina, ha pensato bene (buona notizia per i cubani) di accettare gli aiuti offerti da Washington, come si legge in questo lancio dell'Associated Press ripreso dalle News di Yahoo. Tre esperti della U.S. Agency for International Development sono così pronti a recarsi sull'isola per capire quali sono gli aiuti più urgenti da inviare. Castro, nei giorni scorsi, dopo l'arrivo dell'uragano Katrina sulle coste degli Stati Uniti, aveva offerto agli Usa 1.600 medici. Offerta rifiutata perché i medici nordamericani erano già in numero sufficiente. E' la prima volta che il dittatore cubano accetta un qualche sostegno da p

"Repubblica" si arrende: la democrazia si può esportare

di Fausto Carioti Travolte le ultime resistenze da dieci milioni di voti iracheni, Repubblica ammaina la bandiera della pace e alza bandiera bianca. Ha vinto George W. Bush con i suoi neocon: la democrazia si può esportare. Persino con le armi, persino nell’Islam, persino in Iraq. La resa ufficiale del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari è arrivata ieri, a firma dell’editorialista Khaled Fouad Allam. In prima pagina, in alto a sinistra, nella posizione nobile del giornale, quella che secondo tradizione “impegna” la testata. Certo, ci sono i “ma” e i distinguo, ma la resa è evidente sin dal titolo, che più chiaro non si può: «È esportata ma è democrazia». Un articolo da leggere, per chi li ha conservati, accanto all’editoriale con cui il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, il 10 maggio del 2004, cavalcando l’indignazione per gli scandali di Abu Ghraib, chiedeva all’Italia di «lasciare l’Iraq per salvare l’Occidente», definendo la guerra «sbagliata», «illegittima» e «un errore dal pu

Cuba, forse a Strasburgo qualcosa si muove

Ogni tanto il Parlamento europeo ne azzecca una. Il premio intestato ad Andrei Sakharov quest'anno andrà alle Damas de Blanco, il gruppo, nato agli inizi del 2004, composto dalle mogli dei 75 prigionieri politici messi in carcere nel 2003 dal dittatore Fidel Castro Ruz e condannati a pene sino 28 anni di detenzione. Qui il comunicato. Che fa seguito a questa risoluzione dell'aprile 2004 con cui è stata abbandonata la linea morbida nei confronti del dittatore. E' la seconda volta che questo premio è assegnato agli oppositori del regime cubano. Prima delle Signore in Bianco, nel 2002, era toccato a Oswaldo Payá Sardiñas, del Movimiento Cristiano Liberación , creato nel 1988 da un gruppo di laici di una parrocchia dell'Havana, promotori del Progetto Varela , nato per introdurre le libertà civili nella legislazione cubana. Forse qualcosa a Strasburgo si muove.

Il meglio e il peggio di Pier Paolo Pasolini

Ancora pochi giorni per l'anniversario: trent'anni esatti. La notte tra il primo e il 2 novembre del 1975 Pier Paolo Pasolini - scrittore, pittore, poeta, regista, polemista e molte altre cose - fu ucciso all'Idroscalo di Ostia. E' l'occasione, tra le tante commemorazioni che ci saranno, per provare a fare un bilancio del Pasolini politico visto da un liberale. A personalissimo avviso di chi scrive, il peggio di sé Pasolini lo diede con " Io so ", il suo famoso atto d'accusa contro i governi che ruotavano attorno alla Democrazia cristiana. Premesso che qui non c'è alcuna nostalgia per quelle coalizioni, lo scritto in questione, pubblicato sul Corriere della Sera il 14 novembre 1974, un anno prima di morire, è un'offesa alla civiltà giuridica. Nonché la migliore trasposizione in parola scritta del mito dietrologico delle "due Italie": l'Italia "sana", ovviamente comunista, alla quale secondo la leggenda fu negata la vitto

Meglio Santoro vs Ferrara che Floris vs Isola dei Famosi

Qui si sottoscrive in tutto e per tutto quanto detto da Antonio Socci al Corriere della Sera di domenica 23 ottobre: «Ben venga Santoro. Una tv di contenuti che fa pensare e costringe gli altri, che magari non condividono le sue idee, a tirar fuori le proprie e confrontarle». Insomma, qui si spera che Michele Santoro torni in video non per ragioni di pluralismo e par condicio (argomenti magari degnissimi, ma che qui non tratto e che in campagna elettorale, come siamo adesso, servono soprattutto a nascondere ragionamenti ipocriti). Qui si spera che Santoro torni in video per bieche ragioni di parte, dove la "parte" sono le idee liberali e liberiste, non certo gli uomini che dovrebbero rappresentarle. Ragioni motivate dalla fiducia nel darwinismo delle ideologie. Senza altri animali feroci a contenderle il territorio, la Cdl in Rai ha fatto la fine di certi gattoni castrati da tempo, privi di testosterone e di istinto, che vagano pigri per i condomini, con passo lento, alla ric

Beppe Grillo e la favola di Ernesto Che Guevara

Oltre la mitologia, oltre il Mondo Tre di Karl Popper, oltre gli universi fantastici di Philip K. Dick, più e meglio di Fantaghirò, c'è la lettera che Aleida Guevara, figlia del Che, ha inviato a Beppe Grillo, e che Grillo, tronfio, ha pubblicato sul suo blog. Dire che contiene qualche cavolata è come dire che Adolf Hitler era un signore austriaco con la passione per i cani. Per chi ha letto un paio di scritti in materia, ad esempio quelli dello stesso Guevara, la lettera di Aleida è semplicemente il più imponente prodotto della metafisica mai apparso su Internet. Chi non avesse ancora avuto la fortuna di leggerla la trova qui . Divertiamoci con Aleida e le sue sparate, dunque. Con un giochino facile facile. Qui pubblico alcune parti della sua lettera. Sotto, per ognuna, pubblico una parte di The Killing machine , articolo imperdibile pubblicato da Alvaro Vargas Llosa nei mesi scorsi su The New Republic . Per una più immediata comprensione, mi sono permesso di evidenziare in bold a

Quel pupazzo di Castro

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Collect'em all!!! (Via Sundries ).

A proposito delle classifiche della Freedom House e libertà di stampa

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Visto che vanno di moda le classifiche stilate dalla Freedom House , diamoci un’occhiata per bene. Questi sono i Paesi in fondo alla classifica della libertà di stampa, quella mandata in onda da Adriano Celentano (cliccare sulle tabelle per fare il download del Pdf). Paesi che ritroviamo qui, nel fondo della classifica delle libertà generali, dove per 7 si intende il punteggio peggiore (l’Italia in questo caso è nel gruppo dei Paesi più liberi). Sono gli stessi Paesi che in questa mappa della Freedom House sulle libertà religiose sono evidenziati dal colore rosso, a indicare la totale mancanza di rispetto di tali diritti. Corea del Nord, Turkmenistan e Cuba, i tre Paesi in fondo alla classifica della libertà di stampa assieme al Burma-Myanmar, sono governati da regimi comunisti, quindi è normale che le libertà più semplici siano ignorate. Ciò che non è normale è che tra quelli che si atteggiano a umiliati dalla posizione dell'Italia nella classifica della libertà di stampa (non ent

Tutte le bugie della sinistra sulla devolution

E' un enorme gioco delle parti. Con la sinistra che grida al colpo di Stato, alla fine dell'unità nazionale, allo spezzettamento della sanità etc etc. La Lega che sta al gioco e dice che adesso cambierà tutto. Il resto della Cdl che probabilmente non ha capito di cosa si sta parlando e alza la mano col pilota automatico. Al dunque. Tutte le dichiarazioni che si leggono sulla devolution in queste ore sono false. Non c'è, per dirla con le parole del primo che trovo sulle agenzie, cioè l'ex presidente Rai Roberto Zaccaria, oggi deputato della Margherita, nessuna «demolizione dello Stato sociale nei suoi cardini contenuti nella prima parte della Costituzione: lavoro, informazione, giustizia, sanità, scuola e cultura». Non c'è nessuna «vittoria del movimento più separatista, antitaliano e più estraneo alla civiltà italiana», come dice il bollito . E' una balla quella del rifondarolo che dice: «I cittadini di ogni regione avranno condizioni differenti di tutela sanita

Quel pupazzo di Chávez

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Mai più senza. Via Babalù .

E il Cavaliere chiama a raccolta la piazza

di Fausto Carioti Siamo all’ultima metamorfosi possibile: il Cavaliere di piazza e di governo, che uscito da palazzo Chigi guida la folla per strada contro i comunisti, difende gli operai dai sindacati che vogliono mettere le mani sulle loro liquidazioni e inveisce contro la sinistra che, avendo sopravvalutato il rapporto euro-lira quando era al governo, ha reso la parte più povera d’Italia «ancora più povera», come denunciato ieri. Avrà pure tanti difetti, Silvio Berlusconi, ma di certo non gli mancano inventiva e combattività, doti che anche i suoi avversari sono costretti a riconoscergli. Rubargli le prime pagine dei giornali per tutti questi giorni di fila, raccogliere milioni di voti e milioni di euro da usare contro di lui, andare a fare il gigione da Bruno Vespa, come ha fatto Romano Prodi, sono cose che il presidente del Consiglio tende a interpretare come un affronto personale, prima ancora che come una sfida politica. Urge vendetta, in tempi rapidi. Da lunedì, la pratica Prod

A Cuba si va in carcere anche per questo

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Uno dei tanti, il cui volto appare qui solo perché è il "prigioniero della settimana" sul sito-memorial dei prigionieri politici cubani. Sacerdote (già di per sé colpa grave a Cuba) ortodosso, Ricardo Medina Salabarría (qui sotto la sua scheda), ha celebrato una funzione religiosa in memoria delle vittime del regime di Fidel Castro Ruz. In galera. Rev. Ricardo Medina Salabarría Charge: Religious (Orthodox minister) Sentence: Pending Prison: Seguridad del Estado (State Security headquarters) Organization: Orthodox Christians Missionaries for Freedom and a member of the General Assembly to Promote the Civil Society in Cuba. Review: Rev. Medina Salabarría is an orthodox minister in Cuba. He conducted one of the Cuban Memorial religious services within Cuba to honor the victims of the Castro Regime. (The Cuban Memorial is an annual event in Miami in which over 10,000 crosses bearing the verified names of those who have lost their lives as a direct result of Fidel Castro are plac

Scalfarotto e Panzino, la nuova sinistra è nata morta

di Fausto Carioti Questo non è un articolo per infierire su Ivan Scalfarotto. Su di lui, piccolino, hanno già infierito gli elettori del centrosinistra, che alle primarie gli hanno dato appena lo 0,6% dei voti. Né è un articolo per spargere sale sulle ferite dei no-global e della loro candidata, tale Simona Panzino. Assaltano sportelli Bancomat e McDonald’s, occupano le case e le università che frequentano al decimo anno fuori corso, insomma fanno tanto chiasso, ma alla fine sono seguiti appena dallo 0,5% dello stesso elettorato dell’opposizione. Questo, piuttosto, è un articolo per dire che la “nuova sinistra” in nome della quale i due maltrattati dagli elettori si sono candidati, quella che pretende di essere espressione della mitica “società civile”, pubblicizzata da Michele Serra e dal salottino di Repubblica, e quella «senza se e senza ma», che nei centri sociali coltiva le proprie idee e le proprie piantine di marijuana (due colture in evidente sinergia), esiste solo su certi gio

Tanto per capire chi è Chávez

Chi è e cosa vuole fare Hugo Chávez, il presidente venezuelano ricevuto in Italia con tutti gli onori, venuto qui a dirci tra gli applausi che gli Stati Uniti sono una minaccia per il mondo, ce lo spiega l'imperdibile Carlos Alberto Montaner . «Chávez, mano nella mano con Fidel Castro, il suo adorato mentore, sta camminando esattamente lungo la stessa strada di Lenin. Dietro lo smantellamento della proprietà privata c'è la ricerca non dell'efficienza economica, ma del controllo politico. Dove non esiste proprietà privata, non è possibile né la ribellione né la semplice disobbedienza civile. Dove lo Stato possiede i mezzi di produzione, la società china la testa servilmente, perché il governo controlla il suo sostentamento e perché ogni azienda diventa un anello in più nella catena delle repressione». Per concludere: «Una volta che il circolo del terrore si è chiuso, non ci sarà alcuna libertà di stampa e l'unica voce di protesta saranno le grida delle vittime. Peggio di

Surfin' for Cuba

E' noto che nessuno si fila mai la colonna del blogroll (il robo qua a destra con i link). Così faccio un post a parte. Qui ci sono alcuni siti e alcuni blog su Cuba che, a mio avviso, meritano di finire nei bookmark. Confesso: non mi dispiacerebbe una sorta di gemellaggio con qualcuno di loro (vedi alla voce "wishful thinking"). Siti Carlos Alberto Montaner Cuba: Political Prisoners Cuban Memorial Information Bridge Cuba Miami Net for Cuba Us-Cuba Democracy Pac Blog Babalù Blog for Cuba Humberto Fontova The Real Cuba

Contro la direttiva Bolkestein, in difesa dei privilegi

di Fausto Carioti Quando Giulio Tremonti dice le stesse cose di Vittorio Agnoletto, quando non riesci a distinguere i comunicati stampa della Cgil da quelli di certi leghisti, quando stimati professionisti scandiscono gli stessi slogan dei no global, è impossibile sbagliarsi: il resto d’Italia si trova davanti a un’enorme fregatura. Questo coacervo di interessi in apparenza contrapposti, in realtà uniti dall’ostilità verso il mercato, ha ora un nemico comune nella direttiva per la liberalizzazione dei servizi, che prende il nome dall’ex commissario europeo Frits Bolkestein, olandese. Molti ieri sono scesi in piazza a Roma, come avvenuto in altre città europee, rivestendo con la solita nobile causa dell’interesse generale, minacciato da scenari apocalittici - l’immancabile “liberalizzazione selvaggia”, la solita “privatizzazione dei diritti dei lavoratori” - una loro battaglia molto personale: la paura di dover sudare per guadagnarsi la pagnotta. In soldoni, la direttiva Bolkestein mett

Vargas Llosa, Che Guevara e la maglietta del bamba

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La scorsa settimana (9 ottobre) si è celebrato l'anniversario della morte di Ernesto Che Guevara . «E chi se ne frega», diranno i miei piccoli lettori. Sbagliato. Perché la ricorrenza è il pretesto usato da Alvaro Vargas Llosa per regalarci una chicca. Al Moma di New York Vargas Llosa - anche lui autore di questo libro imperdibile ( english version here ) - incontra il giovane bamba di turno, stavolta americano, maglietta del Che addosso. Gli si avvicina e, con fare ingenuo, gli chiede per quale motivo ammiri tanto quell'uomo da andare in giro con tale t-shirt. Lo sventurato, non sapendo con chi ha che fare, risponde. E gli snocciola tutta la litania. «Perché era contro il capitalismo». «A dirla tutta era per il capitalismo di Stato: espropriava il plusvalore dei lavoratori per darlo allo Stato», risponde Vargas Llosa. «Rese Cuba indipendente», fa il bamba. «La rese una colonia e un avamposto nucleare dell'Unione Sovietica, firmando l'accordo a Yalta. Quanto al progett

"Seppelliamo il mito di Allende"

Il grande Carlos Alberto Montaner , uno degli autori di questo libro imperdibile ( english version here ), liberale doc, nella sua rubrica settimanale scrive: «E' tempo di seppellire i miti. La verità deve essere affrontata, anche se dolorosa. Per decenni, la sinistra ha diffuso l'immagine di un Salvador Allende che, nel 1973, cadde per una combinazione di ingenuità e riluttanza a usare la forza contro i suoi nemici. La distanza e la semplificazione degli anni seguenti lo hanno dipinto come un martire mite che, all'ultimo, scelse di togliersi la vita con un fucile datogli da Fidel Castro piuttosto che arrendersi al nemico autoritario. Ma non era così. La storia che emerge ora rivela un personaggio molto diverso da quello ritratto dalla credenza popolare». Il resto chi è interessato se lo legge qui , anche perché il testo di Montaner è protetto da un sano copyright, e qui si crede nella proprietà privata. Addendum . Via Happytrail , lo sterminato ma indispensabile racconto

Castro come Pinochet: denunciato a Madrid per genocidio

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Un dittatore in meno in Europa. Fidel Castro Ruz avrebbe dovuto essere in Spagna, a Salamanca, venerdì 14 e sabato 15 ottobre, per il quindicesimo vertice ispano-americano, che quest'anno ha come argomento principale l'immigrazione. All'ultimo minuto Castro ha rinunciato al viaggio, creando imbarazzo diplomatico con il premier spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero e costringendo la diplomazia cubana a dare spiegazioni pubbliche. Poche ore prima la Fondazione per i diritti umani a Cuba, un'organizzazione anticastrista, assieme a tredici cittadini dell'Isola, aveva presentato a Madrid una denuncia contro il dittatore cubano, accusato di genocidio, crimini contro l'umanità, torture e terrorismo. Assieme a Castro, sono stati denunciati suo fratello Raúl, generale dell'esercito e vicepresidente, e i suoi ex ministri Osami Cienfuegos e Carlos Amat, oltre a tutti i suoi eventuali collaboratori nei crimini contestati. Per tutti viene chiesto l'arresto non appena

Le trame di Pinter: "Reagan malvagio, Bush come Hitler, Milosevic non si tocca"

Uno spin-off del post di ieri. di Fausto Carioti Indiscusso il valore del drammaturgo britannico Harold Pinter, ma indiscussa anche la sua militanza politica degli ultimi anni: schieratissimo contro gli Stati Uniti, che è giunto a paragonare alla Germania di Hitler, e schieratissimo contro il primo ministro Tony Blair, del quale Pinter ha chiesto l’impeachment nel novembre del 2004. Ovviamente, chi gli ha assegnato il premio ha tenuto anche conto della militanza politica dello scrittore. Nella sua biografia pubblicata ieri dall’Accademia svedese si legge infatti che «dal 1973 Pinter si è fatto una reputazione di combattente per i diritti umani, oltre che per la sua scrittura. Ha spesso adottato posizioni ritenute “controverse”». “Posizioni controverse”, nel linguaggio politicamente corretto dei membri del comitato per il Nobel, vuol dire, ad esempio, che nel febbraio del 1998 Pinter ha definito Bill Clinton, che si preparava a intervenire in Serbia e Kosovo per fermare i massacri di Sl

E con Pinter due Nobel antiamericani in un anno

Un record. Prima Mohamed el Baradei e la sua Agenzia internazionale per l'energia atomica hanno vinto il Nobel per la Pace . Chiara scelta antiamericana. Ora il drammaturgo Harold Pinter vince il Nobel per la Letteratura . E con lui siamo a due in un anno. Con la differenza che Pinter ha detto cose che El Baradei forse pensa, ma non si è mai sognato di far certificare in pubblico. Cose tipo queste. Il bestiario di Harold Pinter - «Gli Stati Uniti sono un mostro, debbono essere fermati» (febbraio 1998). - «La politica estera statunitense può essere definita come "Leccami il culo o ti prendo a calci in testa". Milosevic ha rifiutato di leccare il culo dell'America e Clinton sta prendendo a calci in testa il popolo serbo (non Milosevic stesso) con catastrofiche conseguenze per i kosovari» (aprile '99). - «Gli Stati Uniti sono un autentico Stato farabutto, con un potere economico e militare di dimensioni colossali, sono il potere più pericoloso che il mondo abbia mai

El alma de Cuba

La Cuba dove i cittadini sono liberi di scegliere chi li governa, la Cuba dove puoi fare un comizio contro il presidente e suo fratello e nessuno ti torce un capello, la Cuba dove non ci sono prigionieri politici, la Cuba che tiene ai diritti civili, la Cuba dove esiste la libertà di stampa, la Cuba dove le ragazze non sono costrette a fare le mignotte, la Cuba dove gli italiani non vanno perché se non ci sono le mignotte a prezzo di saldo il viaggio è inutile, la Cuba che rispetta gli omosessuali, la Cuba del libero mercato, la Cuba dalla quale entri ed esci come ti pare, la Cuba per la quale ogni anno tanti cubani danno la vita, la Cuba dove i comunisti li vedi alla televisione, ma solo su questo canale . Esiste, è qui . (More info here and here ).

Lapo, i Buddenbrook e la mano invisibile

Il male oscuro che colpisce gli eredi delle grandi dinastie italiane ha un nome. Si chiama "sindrome dei Buddenbrook". Per chi si fosse perso il libro pubblicato da Thomas Mann nel 1901, “ I Buddenbrook ” (la cui edizione originale, in tedesco, ha l’esplicito sottotitolo “Caduta di una famiglia”), racconta il declino parallelo di una stirpe di commercianti di Lubecca e della loro impresa. Tutto si consuma nell’arco di quattro generazioni: da Johann, il fondatore, spinto da un sano spirito capitalista animale, sino a Hanno, disinteressato ai libri contabili e innamorato della musica e della morte, destinato a morire di tifo. Un copione che, con le dovute differenze, è stato ricalcato - quasi fosse una maledizione lanciata sul capitalismo più familista del pianeta - da una lunga serie di dinastie italiane. Storie diverse, talvolta tragiche, talaltra banali, ma con in comune il distacco dall'etica del lavoro delle nuove generazioni, quasi che la ricchezza creata dal caposti

Una buona occasione per non parlare male di Lapo

Qui, da oggi, si sta con Lapo Elkann. Per la prima volta. Perché di lui da queste parti si è sempre pensato, parlato e scritto male ( qui un piccolo esempio ), a buona ragione. E invece andava di moda leccargli le terga (ricordo una rappresentante di Confindustria riempirsi la bocca con l'avvento della "Lapo Generation"). Chi gli si avvicinava con la lingua protesa erano gli stessi che in queste ore, dopo quello che gli è successo , lo hanno già tolto dal giro che conta e inserito nella cerchia dei falliti. Fanno un po' schifo, e già questo è un motivo per stare con lui. L'altro motivo è che stavolta Lapo non ha fatto nulla di male. I soldi per comprare la cocaina gira voce che li abbia. Le tre persone con cui si stava divertendo erano maggiorenni. L'unica violenza Lapo l'ha quindi commessa nei confronti di se stesso, cioè della sola persona nei cui confronti era autorizzato a compierla. E questa è un'altra ottima ragione per fuggire dal coro degli sca

Finanziaria, tutti gli sprechi delle giunte rosse (e non solo)

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Sarà uno dei tormentoni di fine anno e della stessa campagna elettorale. Da una parte il governo, cioè il centrodestra, che per far quadrare i conti di una Finanziaria piuttosto "complessa" preferisce il taglio delle spese all'aumento delle imposte (impresa meritoria, chiaramente motivata dalla disperazione). Dall'altra le amministrazioni locali, soprattutto comunali, cioè di fatto il centrosinistra, che amministra 62 comuni capoluogo contro i 40 della Cdl, che di rinunciare a certe spesucce proprio non ne vogliono sapere e mandano avanti lo spauracchio della macelleria sociale, sempre buono quando si tratta di prendersela con Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti. Vedi, a puro titolo di esempio, Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli, che si lamenta per i 173 milioni di euro di "tagli" al bilancio del suo Comune e minaccia: «I Comuni nei prossimi dodici mesi avranno meno soldi per i servizi agli anziani, agli invalidi e alle categorie svantaggiate». Ovviame

Ma quale Chiesa, il vero scandalo fiscale sono i sindacati

di Fausto Carioti Titolo del Manifesto: «Paradiso fiscale. Con un blitz il senato approva una norma che esenta la chiesa cattolica dal pagamento dell’Ici». Titolo dell’Unità: «Miracoli di governo, abolita l’Ici alla Chiesa». Romano Prodi parla di una mossa dettata da «un’affannosa ricerca di voti» da parte della maggioranza. Quello che però nessuno a sinistra sembra avere il coraggio di dire è che la Chiesa non è sola nel paradiso fiscale di cui parla il Manifesto, né è la prima ad arrivarci. Parroci, vescovi e cardinali, per i quali la norma è valida in realtà già dal 1992, sono solo gli ultimi arrivati (in tutti i sensi) dopo gli uomini della Cgil e i loro colleghi delle altre organizzazioni sindacali, che proprio in quel paradiso hanno trovato il modo di ingrassare i loro bilanci non certificati. Sedi gratis, senza tasse Tutti i principali sindacati italiani hanno ottenuto gratis le loro sedi, “ereditandole” dai sindacati fascisti. La legge n. 902 del 18 novembre 1977 attribuì infat

Tutte le balle della sinistra sull'aumento della povertà

Sono ignoranti, è noto. Ma l'ignoranza non basta a spiegare quello che hanno detto. Sono appena usciti i dati Istat sulla povertà relativa nel 2004 . Prima leggiamo i loro commenti, poi vediamo i numeri. Livia Turco, ex ministro diessino per la Solidarietà sociale (sic): «Certificato il fallimento del governo». Rosi Bindi, ex ministro della Sanità, Margherita: «E' la prova del disastro sociale a cui hanno portato le dissennate politiche del governo». Maura Cossutta, Comunisti italiani: «I drammatici dati sull'aumento della povertà sono la conseguenza diretta delle politiche delle destre che hanno portato il paese al declino economico, senza sviluppo e senza futuro». Luana Zanella, deputata dei Verdi (giuro, esiste davvero): «Un Paese in ginocchio, la Cdl ne tragga le conseguenze». La Cgil: «La situazione è drammatica». Teniamo a mente queste parole: «fallimento», «disastro sociale», «declino economico», «Paese in ginocchio», «situazione drammatica». Ora andiamo a guardare i

Wojtyla Nobel, un'occasione persa. Per l'Europa

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di Fausto Carioti Premesso che l’aver ricevuto il premio Nobel è un indice affidabile del curriculum di un personaggio tanto quanto la posizione di Urano e Giove al momento della sua nascita; premesso che, di tutti i Nobel, quello per la pace è di gran lunga il più dequalificato, la “provocazione” di Oscar Giannino di assegnare il riconoscimento a Giovanni Paolo II, avanzata sul Riformista di ieri, è un’idea che fa scandalo, quindi da condividere. Scrive Giannino: «Diranno i cacadubbi che in tempo di “guerra di civiltà” scegliere per il Nobel un capo della Chiesa cattolica potrebbe sembrare irrispettoso verso i musulmani e i seguaci di tutte le altre fedi». Ed è questo il nodo, perché a tanto arriva la dittatura del politicamente corretto, di cui il comitato norvegese per il Nobel , composto da cinque membri nominati dal Parlamento di Oslo, è allo stesso tempo vittima e promotore. L’ipotesi di un papa Nobel per la pace imbarazza, scandalizza persino se si tratta del pontefice su cui t

Proudly Supporting A Man

« I nostri confini sono larghi ma non infiniti. Per chi predica l'odio razziale o chi pensa che l'11 settembre sia stata una montatura degli americani, nella nostra Città non c'è spazio ».

Finalmente un libro sul razzismo (etico) della sinistra

(Attenzione, post molto lungo!) Di norma i libri che ottengono molte recensioni dai giornalisti sono boiate pazzesche. Libri di cui si scrive grazie al solito giro di marchette, in cambio di favori analoghi già fatti e/o che si spera vengano fatti presto. Il libro di Luca Ricolfi (mai visto né conosciuto), intitolato " Perché siamo antipatici? La sinistra e il complesso dei migliori ", no. Anche se ha ottenuto fior di recensioni e fatto parlare molto, è un signor libro, di quelli da comprare e regalare agli amici prima che finisca fuori catalogo. Per due ottimi motivi. 1) E' scritto benissimo e si legge d'un fiato. 2) E' di una lucidità invidiabile: l'autore, sociologo, dichiaratamente di sinistra, appare persona di assoluta onestà intellettuale, che conosce assai bene la materia di cui scrive (la forma mentis della sinistra italiana) e non si fa scrupoli nell'indicare tutto ciò che vi è di marcio. L'unico appunto, semmai, va mosso al titolo. Il punto