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Visualizzazione dei post da gennaio, 2006

A Libertarian Mind?

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Ho fatto il test . E' andata come temevo. Sono risultato positivo. Più "libertarian" che "conservative", come conferma il pallino rosso. Anche se comunque - e ci mancherebbe altro - un "libertarian" assai vicino alle posizioni conservatrici. Se ne potrebbe discutere, visto che dai quesiti è del tutto assente il discorso dell'identità (per dirla con Marcello Pera, « il liberale conservatore è un liberale identitario, uno che, mentre chiede e attua riforme per affrontare le sfide della modernità, difende il più possibile la propria tradizione, perché nella propria tradizione è racchiusa la propria identità »). Fatto sta che alle dieci domande del diffusissimo giochino, che ho conosciuto qualche settimana fa grazie all'amico Jinzo , ho risposto così. Libertà personali 1) Il governo non può censurare la libertà di manifestare il proprio pensiero mediante parola, stampa o Internet. Ho votato "May be", ed è stata la scelta più dura. In casi

George W., l'amico Silvio e la caccia al voto cattolico

Quante guarnigioni di elettori ha il Papa? Negli Stati Uniti tante. Trentuno milioni di "soldati" , oltre un quarto dell'elettorato. In Italia, fatte le dovute proporzioni, ancora di più: un terzo della popolazione italiana è cattolica praticante e pensa e si comporta, anche sui temi politici, in piena sintonia con il magistero della Chiesa. Reason , bella rivista libertarian (e quindi assai poco papista, come dimostrano le critiche mosse a Joseph Ratzinger in materia di relativismo), si spinge sino a individuare nel voto cattolico la chiave di volta che ha permesso ai repubblicani di stravincere tutte le principali tornate elettorali americane. I dati sono impressionanti. Fino a tutti gli anni Sessanta il voto cattolico andava in maggioranza ai democratici. La svolta iniziò nel 1972, con Richard Nixon. E da lì - complice poi l'avvento di un Papa amatissimo negli Stati Uniti come Giovanni Paolo II - l'onda lunga non si è più arrestata, raggiungendo il suo massi

Rai, quando il "bigliettino" è di sinistra

di Fausto Carioti Come la rosa più bella è quella che non si colse, la barzelletta che fa più ridere è quella (forse l’unica) che Berlusconi non raccontò. Per fortuna ci stanno pensando i suoi avversari. La barzelletta, del resto, li riguarda da vicino: è quella della verginità morale della sinistra. Dopo il formidabile scambio di battute tra Piero che fa lo sdegnato («I Ds sono un partito, l’Unipol è un’azienda e ciascuno segue la sua strada») e Fassino che gli risponde meglio di Totò con Peppino («Allora siamo padroni di una banca?»), scatenando risate grasse in almeno metà degli spettatori, lo sketch si è trasferito in Rai. Il racconto è di Clemente J. Mimun. Il direttore del Tg1 rivela che Carlo Rognoni, ds e membro del Cda di viale Mazzini, lo scorso dicembre lo invitò «a valutare l’opportunità di attribuire ad un giornalista di area diessina una vicedirezione del Tg1, e a fare il possibile per favorire la crescita professionale di un altro giornalista», anch’esso all’ombra della

Ratzinger e l'evoluzione dell'Islam, seconda puntata

La notizia dell'incontro a porte chiuse tra Joseph Ratzinger e i suoi allievi teologi sui rapporti tra Islam, democrazia e modernità, avvenuto a Castel Gandolfo e trattato per la prima volta in Italia qui, su questo blog il 18 gennaio scorso, è stata ripresa e analizzata da par suo da Sandro Magister, vaticanista dell'Espresso, nel suo sito . Chi ha letto la vicenda qui non può perdersi gli sviluppi raccontati da Magister. Gli altri, hanno tutto il tempo per recuperare. Importante non è tanto il primo articolo di Magister sulla vicenda , scritto il 23 gennaio, dove, come fatto su questo blog, ci si limita a riportare il testo dell' importante intervista rilasciata il 5 gennaio scorso al programma radiofonico Hugh Hewitt Show da Padre Joseph Fessio , teologo amico e allievo di Ratzinger. Intervista nella quale Fessio, presente all'incontro di Castel Gandolfo, riportava così le parole pessimistiche di Benedetto XVI sull'evoluzione dell'Islam: «Spiegò che nella t

Hamas - Frequently Asked Questions

Visto l'andazzo, è il caso di conoscere bene il nuovo protagonista della politica mediorentale (sino ad oggi Hamas è stato protagonista sul campo del terrorismo). Consiglio un'ottima fonte imparziale: il Council on Foreign Relations , l'organizzazione che pubblica Foreign Affairs , ovvero quella che è giudicata in modo più o meno unanime la migliore rivista di politica estera del mondo. Le Faq su Hamas sono disponibili a questo link (nel caso improbabile occorra registrarsi per leggerle, la cosa è gratuita). Le due domande chiave sono queste: « What does Hamas believe and what are its goals? Hamas combines Palestinian nationalism with Islamic fundamentalism. Its founding charter commits the group to the destruction of Israel, the replacement of the PA with an Islamist state on the West Bank and Gaza, and to raise “the banner of Allah over every inch of Palestine.” Its leaders have called suicide attacks the “F-16” of the Palestinian people. Hamas believes “peace talks will

Perché Hamas e il suo governo non debbono essere riconosciuti

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In Palestina hanno vinto i terroristi , quelli che vogliono cancellare Israele. E' la democrazia: se hanno vinto vuol dire che - piaccia o non piaccia - rappresentano i palestinesi meglio di altri. Questo vuol dire che Hamas e il governo che formerà debbono essere riconosciuti? No. Secondo antica tradizione, è già iniziato il coro di chi chiede alle democrazie occidentali il calo di pantaloni, e nelle prossime ore si farà più forte. E' una linea che non deve passare, come spiega bene qui Daniel Pipes . Perché Hamas ha ucciso sinora 600 israeliani . Perché Mahmoud Zahar, uno dei fondatori e attuali capi di Hamas, ha appena ribadito pubblicamente (casomai ce ne fosse bisogno) che per Palestina libera intendono la completa cancellazione di Israele . Perché la recente immagine para-buonista con cui Hamas sta cercando di circuire le democrazie occidentali (immagine peraltro già sconfessata palesemente dalle dichiarazioni dei suoi stessi leader) è stata inventata a tavolino da uno sp

Dal nucleare a Pecoraro Scanio: la triste parabola del Pci

di Fausto Carioti Un giorno uno storico spiegherà come un partito forte e orgoglioso, dotato di un apparato senza eguali di idee e di uomini, nel cui album di famiglia figurano volti che ancora oggi fanno tremare chi li osserva, abbia potuto finire ostaggio degli ultimi arrivati, privi di storia e poveri di idee. Un giorno qualcuno ci dirà come è possibile che il partito comunista italiano, passando da un’incarnazione all’altra, abbia finito per farsi dettare la linea da Alfonso Pecoraro Scanio e dagli altri fondamentalisti verdi, che su un tema decisivo come quello dell’energia continuano a vantare un’ipoteca nei confronti dell’intera coalizione. Tanto da tenere a bada l’ex e possibile futuro ministro ds Pierluigi Bersani, accreditato dall’ala sinistra dell’Unione di nutrire qualche pensierino quantomeno possibilista sul ritorno al nucleare. Una tragedia umana e politica, quella dei postcomunisti, tutta racchiusa nella “rivelazione” fatta lunedì sera da Massimo D’Alema durante Porta a

Cosa fare di Berlusconi

«Un altro Berlusconi era possibile (non solo sul conflitto di interessi). Il centrodestra al governo poteva fare meglio e di più, potevano essere evitate tante smarronate e molti errori. (...) Mi sono permesso di ricordare le ricerche di Ricolfi dove dimostra che il centrodestra con un candidato diverso da Berlusconi prevarrebbe su Prodi. Non sta a me dire quale. Può essere Casini come Tremonti o Pisanu o Formigoni o la Moratti o Letta o altri ancora. Ciò che conta è impedire che questa Sinistra vada al potere perché – nella rissa continua – si troverebbero uniti solo per sfasciare il Paese. Per me certamente Berlusconi è mille volte meglio di Prodi, ma il Cavaliere deve convincere gli italiani. Se i sondaggi dimostreranno che queste giornate di presenzialismo lo premiano, colmando lo svantaggio, va bene anche lui. Ma se lo svantaggio resta grande è il Cavaliere stesso che deve decidere se consegnare l’Italia ai compagni o no. Berlusconi può mandare Bertinotti al potere o può propiziar

Ma perché la sinistra ha paura di Ruini?

Il presidente della Conferenza episcopale italiana, Camillo Ruini, nella sua prolusione al Consiglio Episcopale Permanente ha ripetuto le cose che ha sempre detto e che è normale che un sacerdote dica. Come chiedere un «supplemento di attenzione» agli elettori sul rischio che vengano introdotte leggi che «comprometterebbero gravemente il valore e le funzioni della famiglia legittima fondata sul matrimonio e il rispetto che si deve alla vita umana dal concepimento al suo termine naturale». Reazioni indignate a sinistra. Il mio amico Daniele Capezzone dice che Ruini ha lanciato «un'opa sulla società italiana». Franco Grillini (di solito uno dei più intelligenti e simpatici tra i Ds, lo dico senza alcuna ironia), si spinge a dire che Ruini «entra a gamba tesa in campagna elettorale minacciando tutti coloro che non la pensano come lui in tema di famiglie», mentre la coordinatrice donne dei Ds, Barbara Pollastrini, oltrepassa il limite del ridicolo prendendosela con il cardinale perché

L'aborto non è un dramma. Lo dice Liberazione

Lettura istruttiva, che non ho alcun dubbio essere sincera. Quantomeno fa piazza pulita di tanta ipocrisia che a sinistra (e non solo) gettano sulla questione. L'aborto non è un dramma. Non per tutte, almeno. Per alcune può essere «un'esperienza importante, di crescita, un passaggio che può portare verso una maggiore consapevolezza». Insomma, dipende da come una la vive. E io ci credo che per tante - purtroppo, tristemente - alla fine l'aborto sia davvero così: qualcosa di positivo. Si legge su Liberazione, il quotidiano di Rifondazione comunista, di oggi . L'articolo è qui . PS. La domanda, ovviamente, è se questa "crescita" valga un embrione. La risposta, ovviamente, è sì se si valuta l'embrione alla stregua di un cetriolo.

Dreaming of Rove

Karl Rove consulente elettorale di Silvio Berlusconi per aiutarlo a battere la sinistra fu notizia troppo bella per essere vera . Infatti, smentita del premier a parte (che lascia il tempo che trova), lo stratega delle vittorie elettorali di George W. Bush dice cose come queste, in questo modo splendido ( le ha dette appena ieri al meeting del Republican National Committee ): « To those Democrats who want to take the money out of your pocket by opposing making the tax cuts permanent, our response is: No You Don't. To those Democrats who want to raise your taxes in order to increase the size of government, our response is: No You Won't. And to those Democrats who say they can spend your money better than the American people can, our response is: No You Can't ». Soprattutto, Rove ottiene risultati come questi: « In 2000, George W. Bush ran against an incumbent Vice President who had loads of national experience, a reputation as a great debater, and with a very strong economy

La sinistra e il prezzo della democrazia

di Fausto Carioti Non chiamatela violenza. La definizione giusta è quella che ha dato il Manifesto, orgoglioso quotidiano comunista: si chiama «blocco democratico», perché da esso dipende «una buona dose della nostra democrazia reale». È la versione 2.0 del vecchio slogan che accompagnava le P38 negli anni Settanta: «Potere agli operai». Vuol dire che le leggi a costoro non si applicano, perché quelli che al resto dei cittadini paiono soprusi e violenze, come i blocchi di strade e ferrovie imposti dai metalmeccanici nei giorni scorsi, sono invece tappe necessarie per l’avanzamento della società lungo la via del socialismo. Chi non riesce ad apprezzarli, questi loro sforzi progressisti, magari perché fermo da due ore sulla tangenziale davanti a un manipolo in tuta blu, è per definizione un individuo meschino, privo di solidarietà. L’ipocrisia con cui la sinistra italiana gioca da sempre in parallelo sui due tavoli - quello di lotta e quello di governo - è tornata sui massimi storici. Pr

Venticinque anni fa, Ronnie

Un quarto di secolo fa, Ronald Reagan entrava alla Casa Bianca. Il primo giorno di otto anni in cui (grazie a lui) cambiò tutto: gli Stati Uniti, le relazioni transatlantiche, il comunismo, l'Unione Sovietica, il modo di intendere il rapporto tra crescita economica e politica fiscale, la spocchiosità dei liberal. Per chi mette l'individuo prima dello Stato (perché è lo Stato che è nato per servire l'individuo, non viceversa) ed è convinto che «il miglior programma sociale sia un posto di lavoro», questa è la data da ricordare. Due frasi, dal suo imperdibile discorso di insediamento del 20 gennaio 1981: « We have every right to dream heroic dreams. Those who say that we are in a time when there are no heroes just don't know where to look. You can see heroes every day going in and out of factory gates. Others, a handful in number, produce enough food to feed all of us and then the world beyond. You meet heroes across a counter--and they are on both sides of that counter.

Facili entusiasmi e ideologie alla moda

Di solito le querelle tra bloggers riescono ad essere persino più sfigate e petulanti di quelle tra giornalisti. Una, però, l'ho trovata interessante. Intanto perché coinvolge uno dei più noti bloggers italiani . E poi perché è l'argomento ad essere interessante, e cioè le differenze tra destra e sinistra alle prese con il mouse: capacità di tollerare le obiezioni, di aggregarsi, di coniugare individualismo e coesistenza con il prossimo. Insomma, il mio amico Andrea Mancia, anche lui giornalista e blogger, si è trovato alle prese con un "collega" che ha scritto un post intitolato "Bloggare è di sinistra". Un tripudio di luoghi comuni, iniziando dal fatto che la comunità internettiana della destra italiana sarebbe «rissosa e ormai involuta», fatta di «piccoli élitismi con oligarchie che escludono l’attenzione verso i nuovi arrivati o verso i blogger comunicativamente più deboli». A lui risponde benissimo Andrea e - a parer mio - gli dedica sin troppe parole .

The ga(y)me of the day

L'amico Mauro mi chiede cosa ne penso del perfido quesito posto da my brother in arms Andrea Mancia e da Daw : l'omosessualità è una malattia oppure no? La risposta, qui, è «no». Del resto, se gli omosessuali sono malati, i bisessuali cosa sono? Malati a giorni alterni? No, non funziona proprio. Già che ci siamo, diciamo che i problemi seri sono altri. Ad esempio il fatto che ieri il parlamento di Strasburgo abbia approvato questa schifezza qui . Se del contenuto si può discutere, il metodo è vergognoso: scelte simili debbono essere rimesse ai parlamenti nazionali. La porcheria vera, comunque, è che a Strasburgo ci sia gente (leggere con attenzione l'agenzia) che definisce «un diritto fondamentale» l'adozione di bambini da parte di coppie gay. Un diritto. Fondamentale. Di quelli senza i quali sei una persona dimezzata. Le due cose sono legate. E' ovvio, nelle parole degli stessi europarlamentari, che il riconoscimento del matrimonio gay come diritto fondamentale

Ratzinger pessimista sull'evoluzione dell'Islam

Chi temeva - o sperava di trovare - un Benedetto XVI incline a toni critici nei confronti dell'Islam si è dovuto ricredere. Quali che siano le idee di Joseph Ratzinger in proposito, sinora abbiamo dovuto ricavarle da quanto ha scritto e detto prima dell'ascesa al Soglio. Di certo, sia come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede sia come Papa, il teologo tedesco ha preferito criticare il relativismo della vecchia Europa e le debolezze dei cristiani, piuttosto che puntare l'indice sulle altre religioni. Per questo è importante l'intervista rilasciata il 5 gennaio scorso al programma radiofonico Hugh Hewitt Show da Padre Joseph Fessio , che insegna teologia alla Ave Maria University di Naples, in Florida. Amico e allievo di Ratzinger, Fessio era presente a un seminario a porte chiuse sull'Islam che lo scorso settembre i teologi allievi di Ratzinger, assieme allo stesso loro maestro, hanno tenuto a Castel Gandolfo, la residenza estiva di Benedetto XVI.

C'è destra e destra

Qui, nella replica di Matrix accessibile on line , Antonio Socci se magna quella quinta colonna nota come Stefania Prestigiacomo, ministro delle Pari Opportunità, dopo che questa ha sparato la solita valanga di banalità sulla «manifestazione spontanea» abortista di Milano. Basta attendere un paio di minuti, lo scazzo inizia appena Chicco Mentana ha finito la presentazione (tasto destro del mouse, play speed "fast" per accorciare i tempi). Mi raccontano da Mediaset che lei, al termine della trasmissione, si è lamentata col conduttore per il trattamento ricevuto da Socci. Se è vero, saremo in tanti a farcene una ragione.

I blocchi dei metalmeccanici, la legge della giungla e la morte del sindacato

di Fausto Carioti I più forti, i più violenti, bloccano le strade. I più deboli subiscono: spengono il motore e aspettano. Mutismo e rassegnazione, come impongono i “nonni” in caserma: stessa logica mafiosa. I sindacati applaudono. La polizia sta a guardare. Chiamiamola pure col suo nome: legge della giungla. È il modello di confronto sociale più diffuso in Italia. Ieri è stato il turno dei metalmeccanici. Ma è uno sport che in questo Paese praticano un po’ tutti, nobili e figli del popolo. L’autostrada rovina la vista dalla villa di Capalbio? Il principe Nicola Caracciolo, con il suo corteo di ambientalisti Vip, ti organizza il blocco dell’Aurelia: dieci chilometri di coda, e pazienza per quei poveri bischeri che sono lì in fila ad aspettare. Non hai rispettato la legge sulle quote latte e rischi di pagare la multa? Assieme ad altri cento che stanno nella tua situazione invadi le strade con mucche e trattori. Viticoltori e coltivatori di pomodoro restano con il prodotto invenduto? Tut

"Giulle mani dalla valorosa legge 194"

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Milano, sabato 14 gennaio 2006. Manifestazione in difesa della legge 194. La foto è presa da Repubblica.it . Due donne, con due cartelli, fanno parte dello stesso gruppo. Vengono da Ravenna. Sul cartello di una è scritto: "Giù le mani dalla 194" (Forattini, dove sei?). Sul cartello dell'altra: "Libere nella sessualità nella maternità nell'aborto". I due cartelli vanno letti assieme. Il secondo spiega cosa intendono per legge 194: libertà di abortire. Pura e semplice. Ignorano, le compagne, ciò che è scritto nella legge per la quale sono scese in piazza, all'articolo 1: «Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e svilupp

Ecco come il laico Saddam ha addestrato ottomila terroristi islamici

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Saddam Hussein, quello che se era per i pacifisti italiani stava ancora lì, indisturbato, a gasare curdi, addestrava terroristi. Ottomila terroristi islamici, fanatici religiosi pronti a uccidere e morire in nome della lotta all'Occidente. Alla faccia di quelli che credono che non sia possibile un'alleanza tra un leader laico come lui e i fondamentalisti islamici. Certo che è possibile: basta avere in comune lo stesso nemico, come insegnano Stalin e Roosevelt. I campi d'addestramento segreti erano localizzati in Samarra, Ramadi e Salman Pak. Gli istruttori erano ufficiali delle unità d'elite dell'esercito iracheno. Gli addestrati provenivano dai gruppi del Jihad del Nord Africa vicini ad Al Qaeda. Soprattutto dall'Algeria (Gruppo salafita per la preghiera e il combattimento) e dal Sudan (Esercito islamico sudanese). Tutto questo è andato avanti per quattro anni, dal 1999 al 2002, a un ritmo di duemila terroristi addestrati ogni anno, che fa un totale di ottomil

Della Vedova: la sinistra giustizialista ha affossato l'amnistia (capito, Pannella?)

Su Libero di oggi Benedetto Della Vedova mette molto bene nero su bianco quelle che sono anche le mie idee. «Che dire degli argomenti di quelli che hanno mandato tutto in vacca, perché pur volendo votare uno sconto di pena per condannati in via definitiva per reati molto gravi, non se la sono sentita di votare un’amnistia per i "presunti innocenti" accusati di reati assai meno gravi, e ancora appesi a processi non conclusi pur se riferiti a reati vecchi di almeno cinque anni? Questo è il centrosinistra: garantisti di opposizione e giustizialisti di governo. Amici del mercato e dell'America alla city di Londra o a "ground zero"; con le piazze sindacali, comuniste, antiamericane e antimercato nel momento del voto. Non pensiamo, come Riformatori Liberali, di avere sbagliato nel ritenere che l'unico spazio per le politiche radicali, per quanto disagevole possa essere, stia nella coalizione di Berlusconi (favorevole all'amnistia) e non in quella di Prodi (pi

Fassino (piagnucolante) a Berlusconi: basta parlare di giustizia

Da ridere. No, da scompisciarsi. Sono anni che usano i magistrati, i mafiosi pentiti che hanno sciolto i bambini nell'acido, le intercettazioni, le calunnie e i verbali secretati come clave con cui picchiare Silvio Berlusconi. Ogni giorno dell'anno, ma sotto elezioni un po' di più. Poi, appena li scoprono con il sorcio in bocca, il segretario inesistente, Piero Fassino, lancia al Berlusconi di cui sopra il seguente appello: «La si smetta di utilizzare la giustizia, le indagini, per intossicare con veleni e pressioni la campagna elettorale che abbiamo tutti gli interessi a fare sul piano delle cose e dei programmi, quando i cittadini vedono due uomini politici ad accapigliarsi in Tv sono indotti ad allontanarsi dalla politica, dobbiamo sentire un dovere sia nel campo del centrodestra che del centrosinistra di rispettare l'avversario con toni pacati, parlando di cose concrete e rispettando gli elettori in modo che ciascuno possa farsi una sua idea e votare con il massimo

1945: storia del seminarista 14enne ucciso dai partigiani rossi

Come dicono a sinistra: "Per non dimenticare". Soprattutto, per ricordare a chi si riempie la bocca parlando di resistenza e di valorosi partigiani rossi che le canagliate sono state molte di più di quanto a sinistra siano disposti ad ammettere. Rolando Rivi fu ucciso dagli squadristi rossi il 13 aprile del 1945, nel modenese: era stato rapito tre giorni prima, dopo la messa. Aveva appena 14 anni, era un seminarista. E per questo fu ritenuto dai suoi macellai «un ostacolo all’espansione locale del comunismo», come stabilì il processo nel 1952. Le testimonianze raccontano che i suoi assassini si divertirono poi a giocare a pallone con la sua veste talare. Per il piccolo martire è stata appena avviata la causa di beatificazione. Per la cronaca, tra il 1944 ed il 1947 i compagni partigiani uccisero 130 sacerdoti. E' raccontato tutto in questo articolo apparso sull'agenzia cattolica Zenit , che contiene anche i necessari riferimenti bibliografici. PS. Certe storie colpisc

I lettori di Repubblica votano la nuova sinistra: Berlinguer e Pertini

«Nostalgia canaglia», per dirla con gli immortali Albano e Romina. Insomma, ora è ufficiale: ai lettori di Repubblica l'attuale nomenklatura di sinistra fa proprio schifo. Succede che in questi giorni il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari stia autocelebrando, con la modestia del caso, il trentesimo anniversario del suo sbarco in edicola. Lo fa (anche) con una serie di sondaggi, il più importante dei quali chiede agli internauti di Repubblica.it quali sono stati i "protagonisti" della politica italiana in questi ultimi trent'anni . Avessero posto la stessa domanda a i lettori di un quotidiano di area centrodestra, avrebbe stravinto Berlusconi (giustamente: piaccia o non piaccia, la politica italiana è stato lui a cambiarla, e con lui è nato il bipolarismo), seguito, presumo, da Fini e Bossi, con un bel plebiscito di nostalgici per Almirante. A maggior ragione per il fatto che, prima dell'avvento della seconda Repubblica, è difficile (diciamo pure impossibile) t

A sinistra si inventano i morti anche in Iraq

Piero Sansonetti, direttore di Liberazione, è uno dei giornalisti di sinistra che leggo di buon grado. Leggendolo e discutendoci una volta in un recente dibattito radiofonico a Radio 24 mi sono fatto l'idea che sia una persona intelligente. La pensiamo agli antipodi su tutto - ovviamente - ma è un avversario ideologico che tutto sommato, pur conoscendolo superficialmente, stimo abbastanza, e lo conferma anche il fatto che spesso viene intervistato su Libero. Insomma, stamattina leggo il suo editoriale su Fabrizio Quattrocchi , che nei confronti del nostro piccolo grande eroe italiano dice cose di gran lunga meno livorose di molti altri a sinistra (anche se non sono le mie idee, inutile dirlo). Poi, verso la fine dell'articolo, incappo nella seguente frase: «Fabrizio Quattrocchi - come Enzo, come Nicola, come più di duemila americani, come centinaia di inglesi, come alcuni polacchi, coreani, giapponesi, tedeschi, francesi, come quasi duecentomila iracheni - è una vittima di ques

Katrina e i neri abbandonati: smascherata la bugia della sinistra

A sinistra ci hanno inzuppato il biscotto per settimane. C'è da capirli: era la realizzazione dei loro "wet dreams", la prova provata che gli Stati Uniti (specie ora che sono governati da quel nazistone di George W. Bush) sono brutti, sporchi, cattivi e soprattutto razzisti, perché a New Orleans fanno morire i poveri uomini e donne di colore sotto le acque dell'uragano, ritenendo inutile darsi troppo da fare con i soccorsi per salvarli. Su questo sogno degli antiamericani con bava alla bocca incorporata, alimentato dai piagnistei di alcune organizzazioni radicali dei neri americani e dal solito coro di idiotarians d'Oltreoceano, qui in Italia si è esibita una produzione giornalistica imponente. Repubblica per tenere in piedi il teorema ha usato come fonte (scusate se rido) Michael Moore (non a caso vincitore incontrastato dell'Idiotarian Award 2004 ), che diceva ai lettori del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari: « La Casa Bianca li ha abbandonati perché s

"Vi faccio vedere come muore un italiano". Il video di Fabrizio Quattrocchi

Fabrizio Quattrocchi, un eroe normale. Che riesce a dire parole così enormi, nel momento più importante della sua vita, senza alcuna enfasi retorica. Qui il video dei 12 secondi che precedono la sua uccisione per mano dei macellai di Allah, nella stessa versione trasmessa dai telegiornali .

I "diversi" di Scalfari (dal 1942 ad oggi)

Migliori-migliori no. Non fa fino dirlo, non è democratico. Però il concetto è proprio quello. Sono, come dire, diversi. Ecco, sì: «diversi». Cioè mossi da un'etica che gli altri non hanno, che dovrebbe essere da esempio per tutti. Cioè, appunto, migliori. Lo dice Eugenio Scalfari. Non è cambiato, Barbapapà. Nel luglio del 1942 scriveva su "Roma fascista" cose così: «Ancora oggi è la stessa voce del Capo che ci guida e ci addita le mete da attingere. [...] Oggi mentre sembra che Sua Maestà la Massa (come la definì il Duce in un lontano giorno) mascherata da veli più o meno adeguati tenti di riprendere il suo trono, è necessario riporre l'accento sull'elemento disuguaglianza, che il Fascismo ha posto come cardine della sua dottrina». Pochi mesi dopo, nel settembre, sempre sulla stessa rivistina liberal, si spiegava meglio: «Un Impero del genere è tenuto insieme da un fattore principale e necessario: la "volontà di potenza" dello Stato nucleo, che poggia

Lettera agli europei dalla National Review (plus "Idiotarian of the Year 2005")

Due consigli per il week end. Il primo è serio: leggere la bellissima " A Letter to the Europeans " appena apparsa sulla National Review Online (rivista di riferimento dei conservatori americani) a firma di Victor Davis Hanson . In estrema sintesi, la lettera spiega perché i neocon americani preferiscono un'Unione europea forte, critica, "identitaria" e con gli attributi, capace di cavare da sola le castagne dal fuoco senza dover pietire ogni volta lo zampino americano (do you remember Slobodan Milosevic e il mattatoio dei balcani?), a quell'entità debole, socialistoide, con velleità neutraliste, confusamente relativista e costantemente in posizione di invidiosa inferiorità verso gli Stati Uniti che sta prendendo corpo adesso. Il passaggio chiave (scusate, di solito lo faccio, ma oggi non ho alcuna voglia di tradurre): «The world is becoming a more dangerous place, despite your new protocols of childlessness, pacifism, socialism, and hedonism. Islamic radic

Il peggio del peggio

Siete uno dei 17 milioni di italiani che alle elezioni hanno votato per un partito della Casa delle Libertà? Siete una merdina. Lo dice uno che dell'argomento se ne intende: Paolo Flores D'Arcais, direttore di Micromega e autore della tesi delle "due Italie" (i buoni, raffinati, istruiti a sinistra, i cialtroni, cafoni e ignoranti a destra: complimenti per la profondità dell'elaborazione). Intervistato dalla Stampa, finge di bacchettare Piero Fassino, ma in realtà infierisce sugli elettori (gli elettori, non gli eletti) della Cdl. Testuale: «In una democrazia liberale la moralità è patrimonio di tutti. In Italia, invece, è patrimonio diffuso solo nell’elettorato di centrosinistra. L’elettorato di centrosinistra, dico purtroppo, è moralmente di gran lunga superiore a quello di centrodestra». E ha pure la faccia di dire purtroppo. Il delirio è talmente ridicolo che non merita una risposta, merita una pernacchia (siamo ignoranti). Niente di nuovo: Umberto Eco aveva m

E D'Alema ancora difende la verginità dei Ds

Nessun mea culpa. Gli affaristi sono gli altri. I Ds no. Massimo D'Alema, punto nel vivo dall' attacco di Silvio Berlusconi , replica un un' intervista-forum all'Unità . Piero Fassino può avere vacillato, lui no: come l'ultimo giapponese nella giungla si danna l'anima per tenere in piedi la mitologia di un "partito diverso", che contro ogni evidenza pretende ancora di essere «un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto», per usare le parole di Pier Paolo Pasolini . Quando proprio non sa a cosa aggrapparsi, D'Alema, come da copione abusato, si rifugia nell'antiberlusconismo, dando tutte le colpe al premier. - Le accuse ai Ds? Frutto di un complotto: «Questa campagna sulla vicenda Unipol è del tutto strumentale, è una campagna che nasce a comando». - I Ds non brigano con i vertici Unipol per fare affari («Allora siamo padroni di una banca?», disse Fassino). No, per D'Alema loro «si informano sull’andamento di un

Toh, Chavez è antisemita

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Ormai per trovare qualcuno che creda ai protocolli dei savi di Sion, ai complotti pluto-giudaici e a idiozie simili bisogna andare a cercarlo a sinistra. L'ultima conferma è di questi giorni. Il leader intellettuale dei no global italiani, l'uomo che Fausto Bertinotti chiama «il presidente dei poveri», quello che Vittorio Agnoletto ha definito «la speranza di milioni di diseredati», insomma il coatto venezuelano Hugo Chavez, durante uno dei suoi sermoni tenuti la vigilia di Natale ha confermato tutto ciò che di male si può pensare di lui. Ha detto che «nel mondo c'è ricchezza per tutti, ma alcune minoranze, i discendenti della stessa gente che ha crocifisso Cristo, si sono impossessati di tutta la ricchezza del mondo». Chi ancora aveva dubbi sull'esistenza di un asse di fatto tra i fascisti islamici modello Mahmoud Ahmadinejad e i leader della sinistra populista sudamericana è servito. Qui la denuncia del Simon Wiesenthal Center , cui si deve la notizia, che chiede s

Elezioni, vietato parlare di energia (specie a sinistra)

E' già chiaro che si parlerà di tutto, in queste elezioni, tranne che dell'unica cosa seria. Nei programmi elettorali dei partiti italiani la politica energetica si avvia ad essere, ancora una volta, la grande assente: non sta bene discuterne, si rischia di perdere voti. Meglio affidarsi a messaggi banali e tranquillizzanti. Non si parla di nucleare, ovviamente, perché la gente si spaventa e nessuno ha il coraggio di dire che altre soluzioni durature al problema dell'indipendenza energetica del Paese non esistono. Non si parla di carbone, perché grazie a decenni di campagna disinformata e disinformante contro l'uso di questa fonte ancora oggi comitati più o meno spontanei di cittadini scendono in piazza appena sanno che una centrale sta per essere convertita al carbone (in realtà tutto dipende dalla qualità del combustibile, cioè dalla quantità di zolfo che contiene, e dalle tecnologie utilizzate come filtro nelle centrali, e qui sono stati fatti da gigante, grazie sop