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Visualizzazione dei post con l'etichetta Sindacati

Indovina chi ha fatto deragliare il treno

di Fausto Carioti L’appello di Giorgio Napolitano a evitare polemiche ha avuto effetto solo per poche ore. Sino a quando un treno merci carico di gas di petrolio liquefatto è deragliato nella stazione di Viareggio, provocando una strage. Con i corpi delle vittime ancora sul luogo del disastro, una parte dell’opposizione non ha resistito alla tentazione di strumentalizzare quei morti per dare la colpa, anche di questo, a Silvio Berlusconi e al suo governo. Dove non sono arrivate le veline in topless e le escort in minigonna, qualcuno spera di arrivare con i cadaveri carbonizzati. Sebbene - come è ovvio - non vi sia ancora nulla di chiaro nelle cause dell’incidente. Non si sa se la responsabilità sia delle Ferrovie, dei macchinisti, della società austriaca proprietaria dei vagoni-cisterna carichi di Gpl, di chi li ha presi in affitto o di qualcun altro. Ma sono dettagli insignificanti, per chi è convinto che la colpa sia sempre e comunque della solita persona. Tipo il segretario di Rifon...

L'occasione della crisi

di Fausto Carioti Nel momento più difficile della sua avventura politica, Silvio Berlusconi ha tra le mani l’occasione per tirarsi fuori dai veleni e ridare slancio al suo governo. E questa occasione è proprio la crisi economica internazionale, che per l’Italia, secondo le stime del governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, vuol dire una discesa della ricchezza prodotta nel 2009 pari al 5% rispetto all’anno precedente. Il presidente del Consiglio sembra averlo capito: reagire nel modo giusto a questa emergenza è anche la migliore risposta da sbattere in faccia a chi lo attacca sul piano personale. Per cominciare, ieri Berlusconi ha detto che «bisogna trovare il modo di aumentare le pensioni», anche se soldi in cassa non ce ne sono ed è difficile pensare che questa affermazione possa avere un seguito immediato. Resta agli atti, comunque, l’impegno assunto dal Cavaliere. Dovrebbe andare meglio con gli altri interventi. L’esecutivo ha in agenda una nuova detassazione degli utili rei...

Il profeta della linea dura ha trovato chi è più duro di lui

di Fausto Carioti L’immagine del povero Gianni Rinaldini aggredito e gettato già dal palco da quegli stessi operai che voleva arringare merita di passare alla storia. Come il manifestante milanese che nel 1977, gambe piantate a terra, puntava con due mani la pistola contro la polizia, o come Bettino Craxi bersagliato dalle monetine davanti all’hotel Raphael: è un fotogramma che racchiude la metafora di un’epoca, o almeno di un periodo della nostra storia. La morale dell’istantanea scattata ieri appare chiara: per il sindacato che pretende di essere tutto, partito politico e parte negoziale, di difendere i lavoratori italiani e i profughi palestinesi, di scendere in piazza contro la Fiat, contro palazzo Chigi e contro la missione militare americana in Iraq, di colmare il vuoto lasciato dalla scomparsa del Pci e dei partiti che gli sono succeduti, di aizzare la lotta di classe nella speranza di gestirla e farla pesare sul tavolo delle trattative, non c’è più posto. Con la loro intolleran...

La verità di Brunetta e l'ipocrisia della sinistra

di Fausto Carioti A corto di voti e di intelligenze, alla sinistra resta l’indignazione ipocrita verso chi dice verità banali, ma politicamente scorrette. Ieri è toccato a Renato Brunetta. Il quale, tanto per cambiare, non ha fatto nulla per evitarlo. Tanto da trovarsi, a un certo punto, ai ferri corti pure con la sua collega di governo Mara Carfagna. A un convegno sulle pari opportunità, davanti a una platea quasi tutta femminile, Brunetta ha denunciato dal palco una delle principali storture del pubblico impiego, che vede molte donne nella duplice veste di defraudatrici e vittime. «Non voglio più che le donne scappino dai posti di lavoro per andare a fare la spesa e poi tornare a casa alle 13.30 con le buste in mano», ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione mentre si levava qualche fischio. Una sfida alle donne? Per Brunetta è l’esatto contrario: «La lotta all’assenteismo è una lotta di liberazione per le donne. Far finta di essere malate per accudire i mariti, per accud...

Inti-Illimani con le cotiche

di Fausto Carioti Un favore più grande agli studenti di sinistra, Renato Brunetta non poteva farlo. Il ministro per la Pubblica amministrazione ieri ha definito «guerriglieri» quelli che mercoledì avevano caricato i poliziotti alla Sapienza, assicurando che come tali «verranno trattati». Capirai: i personaggi in questione - per molti dei quali la definizione di «studenti» suona un po’ riduttiva, trattandosi di fuori corso cronici e infiltrati dei centri sociali - non aspettavano altro. Essere accreditati come avanguardie della rivoluzione contro la feroce tirannia berlusconiana, senza rischiare un capello - anzi, in un Paese in cui televisioni e giornali sgomitano per difenderli e intervistarli - è la loro massima aspirazione. E infatti hanno subito preso sul serio le dichiarazioni del ministro, accusandolo di dire cose «degne dei peggiori regimi sudamericani». Anche i tanti politici in perenne caccia di voti tra i casinari del movimento studentesco si sono buttati a pesce sulla frase...

Donne in pensione a 65 anni: perché è una buona idea

di Fausto Carioti Il cancelliere Otto von Bismarck diceva che le leggi sono come le salcicce: per apprezzarle è meglio non sapere come vengono fatte. Gli inglesi, che di stampa se ne intendono, spesso aggiungono gli articoli dei giornali alla lista delle cose sulle cui origini è meglio non indagare. Per due delle tre categorie, però, stavolta vale la pena di fare un’eccezione. Perché una legge in grado di equiparare l’età pensionabile delle donne a quella degli uomini, elevandola a 65 anni, è una vecchia battaglia di questo quotidiano. Dettata dal buon senso, prima ancora che da calcoli macroeconomici: se le donne, statistiche alla mano, campano più degli uomini, non si vede perché la loro vita lavorativa debba essere più breve. Né si capisce perché quelle di loro che vogliono ancora lavorare non possano farlo. A maggior ragione in tempi come questi, in cui qualunque risparmio per le casse pubbliche, anche il più piccolo, è il benvenuto. Ecco, sino a non molto tempo fa, trovare tra gli...

Una buona idea del ministro Brunetta

di Fausto Carioti Come disse Albert Einstein al poeta francese Paul Valéry, «una buona idea è veramente rara». In Italia, poi, appena ne spunta fuori una, subito viene declassata al rango di «provocazione». Peccato, perché l’idea lanciata ieri dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, è buona davvero: i dipendenti statali che oggi aderiranno allo sciopero indetto dalla Cgil dovrebbero restituire i 70 euro di aumento che riceveranno a fine mese, previsti da quell’accordo che la Cgil si è rifiutata di firmare. Ha persino un sapore liberale. Perché non c’è libertà senza responsabilità: i lavoratori sono liberissimi - ci mancherebbe - di contestare l’intesa siglata dall’esecutivo con Cisl, Uil e gli altri sindacati. Però dovrebbero anche prendersi la responsabilità di rifiutare i vantaggi che vengono da quell’accordo, iniziando proprio dai soldi. Ovviamente non accadrà nulla di tutto questo: i tesserati di Guglielmo Epifani oggi manifesteranno indignati, il 27 si mette...

Epifani torna sulla Terra

di Fausto Carioti La crisi economica? Sarà molto più dura del previsto. Il grande sciopero generale del 12 dicembre? Si può anche non fare. No, non è Giulio Tremonti. Per un giorno ( dies aureo signanda lapillo ) è toccato a Guglielmo Epifani usare il linguaggio del realismo. È presto per dire se la lunga serie di toppe inanellate dal segretario della Cgil, culminate nella rottura con Cisl e Uil, lo abbia indotto a una svolta, oppure se si tratti dell’ennesimo tatticismo destinato a durare poche ore. Ma di sicuro Epifani ieri è apparso molto meno bellicoso e intransigente dei giorni precedenti. Disponibile al dialogo, verrebbe da dire se si trattasse di un’altra persona. «Dalla ricognizione che stiamo facendo in queste ore esce una crisi ancora più pesante. Sta arrivando una valanga e c’è bisogno di un intervento di proporzioni molto forti», ha detto il sindacalista. Quanto al maxi-sciopero, ha assicurato che se il governo dovesse accogliere «il senso delle proposte» della Cgil, la sua...

Le riforme della Cgil

Tanto per capire. Alla manifestazione di oggi ovviamente c'era Guglielmo Epifani. Ha detto  dal palco che la Cgil è pronta alla «sfida riformatrice» per la scuola. «Non siamo quelli che proteggono i fannulloni», ha assicurato. Viene quasi voglia di credergli. Se non fosse per la frase successiva: «Qui non ci sono fannulloni. Nella scuola non si sono mai visti». Mai visti, già. E gli studenti, là sotto, lo hanno pure applaudito.

Per la faccia di Epifani

di Fausto Carioti Quando Guglielmo Epifani sostiene che, grazie alla sua Cgil, sono stati modificati gli accordi per Alitalia già siglati il 14 settembre da Cisl, Uil e Ugl, millanta. Lo fa per salvare la faccia, o almeno ciò che ne resta. Fa bene Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, a ricordare che quelli siglati ieri dalla Cgil sono gli stessi accordi che pochi giorni fa Epifani si era rifiutato di firmare, e che tutte le altre cose scritte in queste ore sono solo «esigenze mediatiche». A partire proprio dalle “novità” aggiunte ieri. Che non sono affatto «modifiche» dei protocolli di dieci giorni fa, né «integrazioni». Ma solo chiarimenti a quanto già scritto. Ovvietà messe nero su bianco per dare modo a Epifani di spacciarle - con il tacito consenso di tutti, incluso il governo - come grandi conquiste. Niente di nuovo: la politica è fatta anche di certe finzioni. La verità è che Epifani era alla ricerca disperata di una via d’uscita dal vicolo cieco nel quale si era inf...

Applausi per Hugo

di Fausto Carioti «Con l'aiuto del governo socialista della Repubblica Bolivariana de Venezuela siamo certi che potremo risolvere buona parte dei problemi che colpiscono in questo momento Alitalia e tutti i suoi lavoratori». Chi ha ispirato queste righe diffuse ieri dalla compagnia aerea Aserca Airlines si chiama Hugo Chávez, e di mestiere fa il presidente del Venezuela. Per chi non lo avesse mai visto, Chávez è un incrocio tra il Benito Mussolini prima maniera, quello populista e di sinistra, e Wanna Marchi. Con la Buonanima, oltre a certi atteggiamenti lievemente machisti, ha in comune l'amore per la democrazia parlamentare e il rispetto per l'equilibrio dei poteri. Le affinità con la televenditrice riguardano invece lo stile low profile, che anche in Chávez si esalta soprattutto davanti alle telecamere. Mettete questo figurino a sedere sopra qualche milione di barili di petrolio nel momento in qui le quotazioni del greggio sono ai massimi storici e dovreste avere un'...

L'"Operazione trasparenza" e il sindacato oscuro

di Fausto Carioti I numeri diffusi dal ministero della Funzione Pubblica non svelano nessun segreto di Stato. Distacchi (retribuiti) e permessi sindacali (idem) sono previsti dalla legge e dai contratti collettivi. Tutti sanno che ci sono. Di nuovo, da ieri, sappiamo solo quanto l’attività sindacale pesa sulla pubblica amministrazione e sulle tasche dei contribuenti: un milione e 369mila giornate lavorative l’anno, per un costo, non piccolo, di 121,4 milioni di euro. Come si spiegano, allora, l’imbarazzo (evidente) e l’ostilità (celata a fatica) con cui Cgil, Cisl, Uil e le altre sigle hanno accolto la pubblicazione di queste cifre da parte del ministro Renato Brunetta? Semplice: si spiegano con l’abitudine pluridecennale dei sindacati di fare tutto all’oscuro dei cittadini. Che poi sarebbero i loro finanziatori, ma siccome si tratta di finanziatori spesso inconsapevoli, meglio che continuino a rimanere tali. Nel torbido si pesca meglio. I sindacati italiani sono “oscuri” in quasi tut...

Il governo di destra che fa cose di sinistra

di Fausto Carioti Per anni si è pensato che la formula giusta per l'Italia fosse quella invocata - con una bella dose di cinismo - da Gianni Agnelli: un governo di sinistra che faccia una politica di destra. Vero o no che fosse, oggi vale l'esatto opposto: il governo Berlusconi, piaccia o meno, funziona proprio perché da destra sta facendo cose di sinistra. Giulio Tremonti, il ministro più popolare, ormai sta al liberismo reaganiano come la sagra della porchetta di Ariccia sta alla notte degli Oscar di Hollywood. I provvedimenti varati mercoledì a palazzo Chigi da un lato tolgono soldi a banche, assicurazioni e petrolieri, dall'altro aumentano gli stanziamenti per poveri e anziani e finanziano mutui agevolati per far acquistare la casa a famiglie poco abbienti, studenti fuori sede e immigrati regolari. Quanto al ticket sanitario da 10 euro che indigna l'opposizione, fu previsto proprio dal “patto per la salute” voluto dal governo Prodi, anche se mai introdotto. I minist...

La prima volta di Montezemolo

di Fausto Carioti Girano due interpretazioni delle parole durissime con cui Luca Cordero di Montezemolo, nel suo ultimo discorso da presidente di Confindustria, ha salutato i sindacati e la sinistra. La prima, bonaria, è che certe cose le ha dette solo adesso perché prima glielo ha impedito il suo ruolo di leader degli imprenditori. La seconda, più perfida, è che per sparare ha aspettato di vedere l’avversario a terra, abbattuto dagli elettori e da Silvio Berlusconi. Qualunque sia la ragione che lo ha spinto, ieri, finalmente, il numero uno di viale dell’Astronomia ha parlato davvero fuori dai denti, senza riguardi. Ne ha avute per tutti. Per le sigle confederali, innanzitutto: «I lavoratori», ha detto, «sono molto più vicini alle nostre posizioni che a quelle dei sindacalisti». Non ce l’ha solo con la Cgil, ma anche con Cisl e Uil, e lo fa capire bene: «In quattro anni le tre sigle sindacali non hanno voluto o potuto raggiungere un accordo, badate bene, non con noi, ma tra di loro». ...

Il badante di Romano

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C'era una volta il sindacato che difendeva i lavoratori. Anche e soprattutto dal governo. E diceva al governo: attenzione, che così fai male ai lavoratori. C'era una volta, ma adesso non c'è più. Ora c'è il sindacato che difende il governo dai lavoratori. E dice ai lavoratori: attenti, che così fate male al governo. Il prototipo del nuovo sindacalista è il segretario generale della Cgil, Gugliemo Epifani, che intervistato da Repubblica, con tutti i motivi che dovrebbe avere per chiedere ai lavoratori di votare a favore dell'accordo sul welfare e le pensioni, sceglie il ricatto morale: ragazzi, votate a favore dell'accordo anche se vi fa schifo, perché sennò cade Prodi . E questo spiega le attuali priorità della Cgil meglio di mille commenti. E' anche il segno che pure Epifani ormai ha esaurito tutti gli argomenti, e che la sua stessa base l'ha messo all'angolo. Il che, per inciso, appare anche comprensibile, visto il modo con cui le sigle confederali...

Sindacati complici del governo Prodi, ecco numeri e prove

Certe cose succedono solo con i governi di centrosinistra. Basta mettere in fila pochissimi numeri appena diffusi dall'Istat per capire che ruolo svolgano i sindacati confederali quando al governo ci sono i loro amici. Nel mese di luglio gli stipendi sono cresciuti dell' 1,8% rispetto allo stesso mese del 2006. E' il record negativo degli ultimi anni: è dal 2003 che le buste paga dei lavoratori dipendenti italiani non crescevano a un ritmo così basso (ma allora le conseguenze furono ben diverse, come vedremo tra poco). Sempre a luglio, la quota di dipendenti in attesa di rinnovo del contratto nazionale è risultata pari al 72,3% (sì, quasi tre su quattro hanno il contratto scaduto), mentre nel luglio del 2006 in questa sgradevole situazione si trovava il 39,3% dei dipendenti. L'attesa media dei lavoratori italiani per il rinnovo contrattuale ora è pari a 8,0 mesi . Anche in questo caso, un anno fa andava decisamente meglio: nel luglio del 2006 i lavoratori dipendenti ...

Se la legge Biagi licenzia Prodi

di Fausto Carioti E noi che ci avevamo riso sopra. L'avevamo scambiata per una gag da avanspettacolo, e invece si trattava di puro neorealismo. Era il 3 aprile del 2006 e Silvio Berlusconi faceva la sua profezia in diretta tv: «Immagino un tavolo con Prodi che cerca di tenere assieme Vladimir Luxuria che dà gratis gli spinelli, Pannella con su scritto Vaticano talebano, la Bonino con un cartello che dice aboliamo il concordato, Francesco Caruso con il passamontagna e i bulloni, Diliberto che sventola la bandiera di Fidel Castro e D'Alema vestito da marinaretto. Come può pensare di tenerli insieme?». Ecco, ora lo ammettono pure a sinistra: stare insieme è impossibile. Ammainate le scaramanzie, la parola «crisi» oggi è sulla bocca di tutti i sostenitori di Prodi. Ieri i lettori dei giornali vicini all'Unione avevano bisogno di un antidepressivo, che di questo passo presto troveranno allegato al loro quotidiano. Il direttore dell'Unità, Antonio Padellaro, iniziava avverten...

La favola dei lavori usuranti

di Fausto Carioti Marchette di classe. Nel senso di classe sociale, categoria marxiana ormai scomparsa in tutto il mondo civilizzato, ma che in Italia sopravvive grazie alla mentalità paleoindustriale del governo Prodi. Alla fine la contrattazione con i sindacati sulla riforma delle pensioni si è ridotta a una riga sulla lavagna. Da un lato i “buoni”, i lavoratori pubblici delle categorie vicine alla maggioranza, con in tasca la tessera del sindacato confederale. Spiccano le maestre d’asilo, che con sprezzo del ridicolo il governo Prodi chiama a raccolta per rimpiazzare i minatori del Sulcis, ormai estinti, nella lista della manodopera alle prese con i lavori più pesanti. Qui c’è lo zoccolo duro del blocco sociale degli elettori di sinistra. Per tutti costoro le regole cambieranno, ma in meglio: potranno andare in pensione prima. Nell’altro lato quelli che la riforma previdenziale la pagheranno. Partite Iva, professori universitari, piloti d’aereo (questi ultimi sindacalizzati, ma quas...

Pensioni, intervista a Giuliano Cazzola sul bluff di Prodi

di Fausto Carioti Romano Prodi farebbe meglio a chiedere scusa: ha stravolto il sistema fiscale per portare un beneficio irrisorio nelle tasche dei pensionati. Pochi spiccioli che, per tragica ironia, finiranno interamente divorati dagli aumenti delle imposte locali e dei servizi sociali. Giuliano Cazzola, uno dei maggiori esperti italiani di previdenza, senior advisor del Centro studi Marco Biagi, boccia così, senza appello, l’ultimo annuncio del presidente del Consiglio. Prodi ha assicurato che ci saranno più soldi per i pensionati italiani. La Finanziaria ha stanziato a questo scopo 1,3 miliardi di euro sotto forma di sgravi fiscali, e a beneficiarne, ha detto il premier, saranno 9,5 milioni di pensionati. Su tredici mensilità, fanno in media 10,5 euro in più per assegno. «Quando sono in gioco grandi numeri come quelli della popolazione dei pensionati è normale che impegni finanziari importanti si risolvano in risultati modesti per i singoli individui. Prodi queste cose le sa». Ha s...

Il contratto degli statali e le illusioni di Ichino

di Fausto Carioti Annunciando ieri «poco più di 100 euro» di aumento in busta paga per i dipendenti statali nell'anno 2007, senza prevedere alcun criterio di merito per la concessione di almeno una parte di questi soldi, il ministro della pubblica amministrazione, LuigiNicolais, ha avuto il pregio di sgombrare il campo da ogni equivoco sulle velleità riformiste del governo Prodi. L'esito della trattativa sul rinnovo dei contratti pubblici sancisce la vittoria dei sindacati confederali, dell'asse che lega Romano Prodi all'ala sinistra dell'Unione e di quei dipendenti pubblici che, meritando poco, speravano che i loro uffici rimanessero impermeabili alla meritocrazia. Hanno perso - per l'ennesima volta - i riformisti dell'Unione e quelli che si illudevano che un governo di sinistra potesse adottare provvedimenti necessari ma impopolari. Hanno perso quei dipendenti statali che, lavorando più e meglio di tanti loro colleghi, speravano di essere premiati. Più di ...