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Visualizzazione dei post da agosto, 2006

Così la sinistra americana (e non solo) ha perso il contatto con il ceto medio

Troppo ansiogeno, pessimista, incapace di spedire agli elettori messaggi di fiducia. Distante anni luce dal ceto medio. E la distanza si va allontanando. The Democratic Strategist , sito degli spin doctors dei Democratici tra cui figura, come co-editor, il notissimo (anche in Italia) Stan Greenberg , traccia un'analisi devastante del modo con cui il partito di Hillary Clinton si propone agli elettori sui temi dell'economia. E siccome in materia di sicurezza non c'è partita, se perdono anche sul fronte delle policies fiscali possono pure cambiare mestiere. L'allarme arriva già dal dato di partenza: il reddito familiare annuale al di sopra del quale un maschio bianco è più propenso a votare per i Repubblicani che per i Democratici è di 23.700 dollari: nel caso di una famiglia di quattro persone, si tratta di appena 5.000 dollari in più della soglia di povertà. La condanna è senza appello: «I Democratici devono realizzare che hanno un problema - no, a dire il vero hanno u

"Il male di Fidel Castro è incurabile. Non arriverà al 2007"

«Fidel Castro ha un cancro. Ha perso sangue, i chirurghi l'hanno aperto e hanno trovato un tumore diffuso e incurabile. Niente di strano in un uomo di 80 anni. La prognosi è che morirà entro breve tempo. Nessuno ha il coraggio di dire quando. Ma i diplomatici europei a Cuba, sotto voce, dicono che non riuscirà ad arrivare al Capodanno del 2007». Così scrive Carlos Alberto Montaner, leader intellettuale della dissidenza cubana in esilio, residente a Madrid dal 1970, il quale può contare su buoni informatori all'Havana, dove nacque nel 1943. Sapremo presto se le indiscrezioni riportate da Montaner, solitamente assai attendibile, corrispondono al vero. Quanto alla grande domanda, ovvero se la morte di Castro sia un bene o un male per il popolo cubano, dipende tutto da cosa arriverà dopo. E cioè da quale sarà l'atteggiamento del fratello Rául. Il quale è assai più debole e ha assai meno carisma di Fidel. Ma proprio per questo, messo alla prova dei fatti, potrebbe rivelarsi assa

Quando la violenza sessuale è una barzelletta

di Fausto Carioti Ma non erano, loro, quelli sempre e comunque dalla parte della donna, del più debole, quelli contro la “cultura dello stupro”? Non stavano lì le compagne che “il corpo è mio e lo gestisco io”, per non parlare dell’utero? Ma no, tranquilli. Non sono così, e forse non lo sono mai stati. Tanto per fare un esempio: se la vittima è l’attrice Anna Falchi, colpevole del crimine imperdonabile di aver sposato il “furbetto” Stefano Ricucci, e se l’aspirante stupratore è un extracomunitario, allora i contorni della violenza si fanno più sfumati, il tentato stupro s’ingentilisce, come per magia appare politicamente corretto, e il denunciarlo in pubblico diventa un atto di esibizionismo che merita di essere deriso in prima pagina, trattato a mo’ di barzelletta. Bisognava comprarlo, il Manifesto in edicola ieri. Lo pagavi un euro e dieci centesimi, ma erano soldi spesi bene. Perché in cambio, appena lo prendevi in mano, ti spiegava quanto vale l’odio di classe dei comunisti. Meglio

Il solito Berlusconi. O forse no - Intervengono Franco Frattini e Antonio Socci

Dopo questo mio articolo e la risposta di Sandro Bondi , intervengono Franco Frattini ( qui la versione Pdf , più leggibile) e un Antonio Socci molto, molto critico nei confronti del Cav.

Il solito Berlusconi. O forse no - La risposta di Sandro Bondi

Chi ha trovato di un qualche interesse questo mio articolo , potrà leggere qui, nella rassegna stampa di palazzo Chigi ( versione Pdf , più leggibile), l'articolo scritto in risposta dal coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi. Occhio a ciò che dice in materia di cooptazione.

Il minimo indispensabile

Una buona idea, che ovviamente Giuliano Amato non seguirà: i paletti proposti da Magdi Allam per la Carta dei valori che il ministero dell'Interno dovrà far firmare alle organizzazioni delle comunità islamiche. 1) Tutti i luoghi di culto islamici devono trasformarsi in case di vetro aperte e condivise dall’insieme della società italiana, operando nel pieno rispetto delle leggi e dei valori costituzionali, con l’obiettivo di promuovere un «islam italiano» affrancato da qualsiasi ideologia dello scontro, dell’odio, della violenza e della morte. 2) Il riconoscimento del diritto alla vita di tutti, compreso il diritto di Israele all’esistenza e la condanna di ogni appello alla sua distruzione, anche sotto forma della maligna proposta di sostituire Israele con un unico Stato palestinese dove convivano musulmani, cristiani e ebrei. 3) La condanna del terrorismo palestinese perpetrato da Hamas, Jihad islamica e altre sigle, del terrorismo libanese di Hezbollah e altre sigle, del terroris

Il solito Berlusconi. O forse no

di Fausto Carioti La speranza è che non si tratti di un esperimento estivo, ma del germoglio di qualcosa di nuovo. I presupposti - non solo tricologici - sembrano esserci. L’ultima puntata del serial, andata in onda prima della pausa estiva, vedeva Silvio Berlusconi detronizzato cercare rifugio in Sardegna, inseguito dalle voci che lo volevano depresso e stufo quanto basta, indeciso sul proseguimento della sua avventura politica. Le cronache estive confermavano: è più interessato a giocare al piccolo vulcanologo che a decifrare le dichiarazioni di Follini. E invece l’apparizione al meeting ciellino lo ha restituito vicino al meglio della forma (che nel suo caso si misura con il metro della guasconeria) e - questa è la novità - disposto a confrontarsi con un forte “concorrente” interno come Roberto Formigoni. Magari è un caso, ma tutto questo è avvenuto dopo che il Cavaliere si è sorbito i faldoni contenenti le proposte che aveva commissionato prima delle vacanze agli uomini più svegli

La grande ipocrisia di Romano Prodi e Kofi Annan

Primo: onore ai nostri soldati. Chi deve imbarazzarsi a mandare in giro per il mondo carri armati italiani non sta da queste parti. Secondo: dal punto di vista politico la missione Onu è già partita col piede sbagliato. Dopo la totale mancanza di certezze su chi dovrà disarmare Hezbollah, dopo l'atteggiamento imbarazzato dei paesi europei (6.900 soldati, quasi metà dei quali italiani, possono essere venduti come un grande successo diplomatico solo da Romano Prodi), la conferma dell'ipocrisia che avvolge l'intera operazione è arrivata dalla nota ufficiale emessa da palazzo Chigi al termine della telefonata tra Prodi e il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan. I due «hanno convenuto che occorrerà ora dar corso rapidamente agli impegni presi in Libano, senza dimenticare gli altri nodi politici nella regione mediorientale, a partire dal problema palestinese che resta centrale per pervenire a una pacificazione complessiva dell'area». Annan e Prodi confermano così di

Israele e lo strabismo di Amnesty International

Il rapporto di Amnesty International ( qui il comunicato ) sulle cattiverie di Israele lo abbiamo letto di recente su tutti i giornali (qui Repubblica.it ). Vi si sostiene che «Israele ha portato avanti una politica di deliberata distruzione delle infrastrutture civili libanesi, comprendente anche crimini di guerra». L'accusa principale è di avere "interpretato" come bersagli militari quelli che secondo Amnesty International sono obiettivi civili. Tipo strade, ponti e stazioni di rifornimento. Obiettivi civili? Un blogger un po' più sveglio di altri, che si chiama David Bernstein e incidentalmente insegna alla George Mason University School of Law, su The Volokh Conspiracy si pone una domanda sensata: «The idea that a country at war can't attack the enemy's resupply routes (at least until it has direct evidence that there is a particular military shipment arriving) has nothing to do with human rights or war crimes, and a lot to do with a pacifist attitude th

Tutta la stima di Zapatero per Prodi

Quando uno è stimato, è stimato. El Periodico, il quotidiano più diffuso della Catalogna, svela ai suoi lettori come ha reagito il premier spagnolo Luis Rodríguez Zapatero dinanzi all'ipotesi di affidare la guida della missione Unifil in Libano all'Italia dell'"amico" Romano Prodi. « La Spagna ha accolto con disagio la pretesa italiana di comandare la forza multinazionale che l'Onu dispiegherà nel Sud del Libano. Il governo di José Luis Rodríguez Zapatero ritiene che la complessità della missione, alla quale prevede di contribuire con un numero di militari compreso tra 700 e 800, esige una direzione operativa di provata esperienza ed efficacia, che Roma non può garantire. Per il governo, l'unica che potrà assumersi questo compito è la Francia, dopo che gli Stati Uniti e il Regno Unito si autoescluderanno dall'operazione dinanzi all'evidenza che non sono benvenuti nel mondo arabo. "Qui non si tratta di dare il comando a chi invia più soldati,

Con un enorme cerino acceso in mano

Massimo D'Alema prima dice a Repubblica che «l'Italia non è sola». Poi prega la presidenza di turno dell'Unione Europea di convocare «al più presto» una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri «per definire modalità e mandato della missione europea in Libano». Cioè per capire se assieme a all'Italia c'è davvero qualcun altro. Un Arturo Parisi sempre più perplesso chiede alla Ue: «Ma quanti sono gli "scarponi" degli altri Paesi?» (scarponi, cioè soldati. Non soldi, crocerossine, doganieri o aiuti umanitari: soldati). Francesco Rutelli avverte che l'Italia si farà carico della difficile sfida libanese solo davanti «ad una chiara, netta assunzione di responsabilità e di modalità condivise della comunità internazionale, delle parti in causa e dell'Unione Europea». Il quotidiano della Margherita prende atto del duro risveglio: «Noi siamo tornati in Europa, ma lei nel frattempo non c’è più». Sono altrettanti segnali del fatto che nel governo e n

Il femminismo incapace di vedere l'Islam

Incapaci di spiegare a se stessi e agli altri come la weltanschauung islamica possa essere all'origine dell'omicidio di una figlia da parte del proprio padre (sarebbe un colpo troppo duro colpo per il credo relativista), a sinistra alcuni hanno provato a raccontare l'assassinio della povera Hina seguendo categorie più congeniali agli schemi di casa. Hanno deciso che la chiave che fornisce la spiegazione al crimine di Brescia non è quella religiosa (ipotesi che per motivi culturali, legati al ruolo storico della donna nell'Islam, e purtroppo anche per motivi di cronaca quotidiana, appare ben corroborata), ma quella, molto più politicamente corretta, del crimine sessista. La motivazione dell'omicida, in altre parole, sarebbe derivata non dal suo essere islamico, ma dal suo essere padre, cioè maschio. Specie su Liberazione e sul Manifesto si è assistito così a lunghe articolesse scritte senza lasciare inutilizzato alcun luogo comune del gender feminism, nelle quali l

Il doppio standard del politicamente corretto

di Fausto Carioti Prendiamo un musulmano arabo perfettamente integrato nel nostro Paese. Uno rispettato, che col suo lavoro ha raggiunto posizioni di eccellenza. Una persona ammodo, di quelle che farebbe piacere avere come vicino di casa. Uno - per chi ha presente il modello - tipo lo studioso Khaled Fouad Allam, sociologo eletto da poco deputato. Reso l’idea del personaggio? Speriamo di sì. Ora immaginiamo che su un qualunque giornale, o in bocca al leghista di turno, appaia - buttata lì con aria ammiccante - una battuta che lo dipinge in questo modo: «Ogni volta che lo vedo, con quella faccia da arabo, ho l’impressione che stia per tirare fuori il coltello e sgozzarmi davanti alle telecamere». Frase razzista, vero? Ci indigneremmo anche da queste parti, e figuriamoci gli strilli che partirebbero dalle vestali del politicamente corretto: un personaggio esemplare marchiato come assassino solo per via della sua pelle e della sua religione. Bene. Adesso prendiamo il Corriere della Sera d

Piccole precisazioni tra amici

Succede anche tra amici. Il deputato di Hezbollah che si è fatto fotografare assieme a Massimo D'Alema "rettifica" - come dire - quanto ci hanno detto sinora D'Alema e il governo italiano: la risoluzione 1701 quelli di Hezbollah non la condividono proprio tutta-tutta. Hanno qualche «riserva» su qualche dettagliuccio. Sul disarmo, ad esempio. Diceva D'Alema a Beirut : «Mi è stato ribadito dai miei interlocutori che il governo libanese intende rispettare la risoluzione 1701 dell'Onu». Una «decisione unanime» del governo libanese, che coinvolge anche i ministri di Hezbollah, sottolineava con orgoglio D'Alema. Ora il suo compagno di passeggiate, che si chiama Hussein Haji Hassan, spiega che le cose non stanno proprio così. Lo ha intervistato il Corriere della Sera, pagina 2 di oggi. Domanda: «Scusi, ma lei sa bene che la risoluzione Onu prevede il disarmo della vostra milizia nel Libano meridionale. Siete pronti a pregiudicarla, dunque a rischiare il ritorno

La Cdl non voti la missione di aiuto a Hezbollah

di Fausto Carioti Bill Clinton che elogia la castità e il governo libanese che garantisce il disarmo dei terroristi di Hezbollah sono le due barzellette della settimana. La prima fa ridere un po’ meno, ma a differenza della seconda non minaccia di farci piangere subito dopo: non ci costa 150 milioni di euro e non mette in gioco la vita di 2.500 nostri soldati. Eppure oggi i parlamentari italiani sono chiamati a dare il primo voto sulla nuova missione Onu, fingendo - quando ci sono le dichiarazioni dei ministri libanesi che dicono il contrario - che a disarmare i terroristi ci penserà il governo di Beirut. Ora, niente di strano che l’esecutivo di Prodi mostri di credere alla favola: a sinistra pretendono una missione che non procuri fastidi a Hezbollah, e molti ritengono questa l’occasione buona per punire Israele delle mille colpe che gli attribuiscono. Quello che non si capisce, però, è perché debba crederci e votare “sì”, assieme agli amici dei terroristi, anche la Cdl. La prima cosa

Le mille scuse dell'Islam

Una volta, il ritornello stanco dei terzomondisti islamici diceva che i colonialisti europei e i petrolieri americani gestivano il commercio internazionale in modo da derubare il Medio Oriente della sua ricchezza naturale. Ma hanno pensato bene di tacere quando il prezzo del greggio è balzato da un prezzo, già elevato, di 25 dollari al barile a un prezzo esorbitante di 75 dollari. Di recente, i Paesi esportatori di petrolio del Medio oriente hanno incassato 500 miliardi di dollari l'anno in extra profitti. Si tratta di uno dei più grandi, rapidi e inosservati trasferimenti di capitali della storia. Un'altra vecchia scusa per la rabbia dei terzomondisti islamici era il fatto che l'Occidente aveva appoggiato dei dittatori - lo Shah, la casa reale saudita, la famiglia reale kuwaitiana - nel cinico desiderio di ottenere combustibili a buon mercato e crearsi forti alleati anti-comunisti. Alcune di queste critiche erano senza dubbio fondate. Ma a partire dall'11 settembre gli

Perché tutto 'sto casino

Lettura fortemente consigliata da Libero Pensiero , dove si spiega perché «per liberare 2 soldati Israele aveva bisogno di fare tutto 'sto casino».

Israele, tutte le bugie della sinistra sulla risoluzione 1701

La verità è che molti, a sinistra, si fregano le mani all'idea che la missione Onu in Libano possa essere usata a scopo punitivo contro Israele. Nella maggioranza vi è ormai un consenso diffuso sul fatto che la missione non potrà e non dovrà disarmare i terroristi di Hezbollah, e si fa largo pure l'ipotesi, avanzata dallo stesso ministro degli Esteri Massimo D'Alema, di inviare un contingente militare delle Nazioni Unite anche nella striscia di Gaza. (Per inciso: chi volesse cercare precedenti sul modo con cui i contingenti Onu hanno trattato Israele, ripassi la storia della guerra dei Sei giorni, nel 1967, resa possibile proprio dalla decisione dell'allora segretario generale delle Nazioni Unite, il birmano U Thant, di obbedire all'"ordine" del leader egiziano Gamal Abdel Nasser, che il 15 maggio gli intimò di rimuovere le forze delle Nazioni Unite dalla penisola del Sinai, al confine meridionale di Israele. Il 22 maggio, tre giorni dopo che le truppe Onu

Compagno, fai "pena e tristezza"

Ormai non hanno più nemmeno il pudore di farlo di nascosto. Sbattendosene dell'invito fatto da Romano Prodi a stare zitti per combinare meno danni possibile, adesso hanno iniziato a insultarsi alla luce del sole, a microfoni aperti, sulle prime pagine dei loro stessi giornali. Prima pagina di Liberazione (organo del Prc) di domenica 13 agosto. Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera di Rifondazione Comunista, dopo avere letto questo , attacca l'eurodeputato del Pdci Marco Rizzo e i comunisti italiani, suoi "compagni" di maggioranza e di governo: fanno «tristezza» e «pena», sono dei calunniatori, dei guardoni della politica. Lettura divertente e utile per valutare il grado di decomposizione della maggioranza.

In Libano va di moda il Photoshopping

Oggi non scrivo. Ha scritto tutto Andrea Mancia. Qui e qui .

Meno male che qualcuno si diverte

di Fausto Carioti Il lettore è invitato a indovinare chi, ieri, abbia pronunciato la seguente frase: «Nei giorni scorsi ho parlato anche troppo. Oggi è una giornata di disoccupazione. Sono qui per divertirmi e stamattina mi sono proprio divertito». Risposta 1: Zlatan Ibrahimovic, calciatore, felice perché è appena passato dalla Juventus all’Inter, che gli ha triplicato l’ingaggio. Risposta 2: Kledi Kadiu, noto ballerino e attore albanese, felice perché se la sta spassando in barca a Capri con la fidanzata Desy Luccini. Risposta 3: Romano Prodi, presidente del Consiglio, felice perché è un cuor contento di natura, e a quanto pare non ha ancora capito quello che succedendo in questi giorni. La risposta giusta, va da sé, è la terza: con mezza Europa bloccata per paura dell’ennesimo attentato terroristico, stavolta evitato per un soffio, con il livello d’allerta innalzato in tutto il Paese e gli aeroporti semiparalizzati, l’unico che poteva uscirsene con una frase simile era lui. Ai cronis

Il Muro democratico

di Fausto Carioti Imbarazzo è dire poco. Potessero, a sinistra, quell'incubo in lamiera di 84 metri per 3 lo cancellerebbero con un gesto della mano, come si fa con un file del computer, per potersi riscoprire subito politicamente corretti e quindi in pace con se stessi. Però il muro a Padova, attorno al ghetto degli immigrati, c'è', ce l'ha messo uno di loro, il sindaco diessino Flavio Zanonato, incapace di gestire con i normali strumenti di sicurezza l’immigrazione clandestina e lo spaccio di droga nella zona di via Anelli. Ora, in qualche modo, i compagni devono farci i conti. Devono spiegarlo agli altri, ai loro lettori ed elettori. Soprattutto, devono spiegarlo a se stessi. Sino ad ora non ci sono riusciti, e per capire quanto indietro sia il processo di metabolizzazione bastava sfogliare i quotidiani di sinistra in edicola ieri. Gli sforzi maggiori li ha profusi il Manifesto, che invece di condannare il muro di Padova, come ci si aspettava da un giornale orgoglios

La cittadinanza serve all'integrazione? Il caso degli islamici inglesi

Tre giorni fa è uscito un sondaggio sui musulmani britannici , commissionato da Channel 4 alla società di rilevazioni Nop . Utile per capire se la concessione della cittadinanza serva davvero a integrare gli immigrati, così come scritto anche a pagina 72 del programma dell'Unione («L’acquisizione della cittadinanza è il più efficace strumento giuridico di integrazione di cui le democrazie liberali dispongano. Per questo dobbiamo ridurre il periodo di attesa e consentire, in presenza di precisi requisiti previsti, l’acquisizione della cittadinanza su richiesta») e così come sta mettendo coerentemente in pratica il governo Prodi. Elenco i risultati più interessanti del sondaggio. - Il 30% degli islamici britannici intervistato ha dichiarato che preferirebbe vivere sotto la sharia che sotto l'ordinamento legislativo inglese. - Il 28% di loro sono convinti che un giorno la Gran Bretagna diventerà uno Stato islamico. - Il 78% di loro ritiene che gli autori delle vignette danesi debb

Questi invece non cambiano mai

Lettura come sempre istruttiva, quella dei quotidiani di sinistra in edicola oggi. Risparmio le tesi per cui la colpa del terrorismo che colpisce l'Occidente, stringi stringi, è degli americani cattivi che sono andati in Iraq e Afghanistan (tutta roba che è avvenuta dopo l'11 settembre 2001, ma fa lo stesso). Sono le stesse cose che abbiamo letto dopo le stragi (riuscite) di Londra, Nassiriya, Madrid. Però qualcosa che alimenta lo stupore su quelle pagine lo trovi sempre. Tipo l'inviata del Manifesto da New York che scrive «Le fiere parole del presidente e il fantomatico piano sventato arrivano a proposito nella campagna politica dei repubblicani». "Fantomatico piano", tanto per insinuare nel lettore che non aspetta altro il dubbio del sospetto, della montatura a orologeria. Anche se, in quelle stesse ore, sono saltate fuori le registrazioni del "testamento" di due degli aspiranti kamikaze. Oppure come la viceministra degli Esteri Patrizia Sentinelli, r

Come si cambia

Giovanni Lindo Ferretti lo seguo da anni, mi piace da sempre. Ho tutti i suoi dischi, compresa qualche incisione rara. All'inizio cantava cose tipo "Voglio rifugiarmi sotto il patto di Varsavia, voglio un piano quinquiennale e la stabilità" e "Allah è grande e Gheddafi è il suo profeta". Intervistato da Pier Vittorio Tondelli, nel 1984, spiegava così come la pensavano i suoi Cccp-Fedeli alla Linea: «Siamo filosovietici e non filorussi. Amiamo le repubbliche asiatiche, amiamo l'Islam... Non esiste un punto centrale del filosovietismo che ci affascina: i fascini sono molteplici. Se i Cccp non esistessero, chiederemmo asilo politico in qualsiasi stato dell'Urss». Tre anni dopo, spiegando perché aveva deciso di prendere la tessera del Pci, scriveva sull'Unità: «Riposa in pace, compagno Stalin, non sono disposto a sostituirti nel mio cuore, né a lasciare un buco vuoto». Pochissime interviste, zero presenzialismo. Testi e concerti mai facili, sempre soffer

La parabola del regime cubano

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Un salto indietro nel tempo, come ai bei tempi dei compagni Nicolae Ceauşescu ed Erich Honecker. Il problema del regime cubano (uno dei tanti problemi) adesso è impedire che in questo momento, in cui il regime emana un forte odore di decomposizione, gli abitanti dell'isola in cerca di notizie sul loro futuro si aggrappino alla parabola per accedere alle news trasmesse dalle televisioni estere, che non essendo specializzate in sceneggiati sulla vita di Fidel Castro, in interviste firmate da Gianni Minà o in documentari sulle conquiste civili della gloriosa revolución, rischiano di far sapere davvero ai cubani cosa sta accadendo sull'isola. Inutile dire che Washington (sensatamente) ci mette del suo, aumentando le trasmissioni del canale satellitare Tv Martì , il cui segnale è stato potenziato proprio nei giorni scorsi. «Buona parte della programmazione che si riceve tramite canale satellitare è di contenuto destabilizzante, ingerentista e sovversivo, ed è mirata, come sempre, al

Arrivano gli ex carcerati socialmente utili

di Fausto Carioti Siete disoccupati onesti, con la fedina penale immacolata? Avete passato gli ultimi anni a sbattervi da un'agenzia interinale all'altra, ma il posto fisso resta un miraggio? E nonostante queste continue frustrazioni non vi siete mai sognati di rubare uno spillo, tantomeno di torcere un capello a nessuno? Peggio per voi: certi errori si pagano. Se vi foste fatti arrestare per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga o magari perché sorpresi a rapinare, ora trovare un lavoro sarebbe molto più facile. Primo, perché grazie all'indulto voluto da gran parte del centrosinistra e da metà della Cdl, adesso sareste comunque a piede libero. Secondo, perché il governo di Romano Prodi si sarebbe impegnato in tutti i modi per trovarvi un impiego. Invece che in mezzo alla strada, sareste su una corsia preferenziale, potendo contare sull’aiuto di un governo che più di sinistra non si può: solidale verso chi ha la fedina penale lunga, perché a sinistra la

Ferrero, la voce dell'innocenza

Ma quale melting pot, ma quale multiculturalismo. Per avere simili obbiettivi bisognerebbe almeno conoscere due parole d'inglese, aver studiato l'esperienza degli altri Paesi (vedi alla voce "Olanda"), sapere cosa è davvero una "cultura". La verità del voto agli immigrati, qui in Italia, è molto più terra terra. La spiega, con il grande pregio della sincerità, il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, in una lettera inviata al Corriere della Sera e pubblicata domenica 6 agosto. «Di questa importante novità tutti dovranno tener conto, ed è evidente che l'eco di tutto ciò si farà sentire in modo particolare in alcune zone e su alcune aree politiche. Penso in particolare alla Lega. Credo che nelle province di Treviso, Brescia, Bergamo e in tutta la fascia pedemontana, dove la presenza dei lavoratori migranti è molto forte e dove un partito esplicitamente xenofobo come la Lega raccoglie molti consensi, l’acquisizione del diritto di voto da parte d

Nei gulag di Castro

«Per chi si chiede come mai i cubani sopportino un tale orrore senza ribellarsi, la risposta va ricercata in una serie di cifre allucinanti: nel corso di una decina di ondate di terrore massiccio, più di un milione di cubani sono stati condannati a pene tra i tre e i cinque anni di carcere, per un totale di oltre tre milioni di anni di detenzione nelle orribili carceri castriste e nei gulag tropicali, che Amnesty International ha definito disumani. Tra il 1960 e il 1961, ventimila oppositori, quasi tutti di origine rivoluzionaria - chiamati los Plantados per la loro coraggiosa resistenza - furono condannati a vent'anni di carcere, per un totale di oltre quattrocentimila anni. Ancora recentemente, nel 2003, più di settanta oppositori pacifici e giornalisti indipendenti hanno subito condanne da quindici a vent'anni, per una somma di oltre milleduecento anni di detenzione. Di questi, solo una quindicina - tra cui il poeta Raul Rivero - sono stati scarcerati per malattia o in segui

Intervista a Luciano Moggi

di Fausto Carioti Napoli - Un anno fa, di questi tempi, Luciano Moggi, assieme a Giraudo, Bettega e Capello disegnava quella Juventus che, di lì a poco, si sarebbe sbranata il campionato. Trecentosessacinque giorni dopo è cambiato tutto. La Norimberga del pallone, il processo a quel “sistema” che qualcuno ha voluto ribattezzare Moggiopoli, ha condannato la Juventus a “restituire” gli ultimi due scudetti vinti, retrocedendola in serie B con penalizzazione di 17 punti. Tranne pochissime eccezioni, i campioni bianconeri stanno facendo a gara a chi scappa prima verso lidi più prestigiosi. La giustizia sportiva ha decretato che Moggi dovrà stare per cinque anni lontano dal mondo del calcio. Lui, Lucianone, sentimentale com’è, in questa estate così diversa da tutte quelle che l’hanno preceduta cerca rifugio nei luoghi cari. Fa base a Follonica, nel grossetano, dove è protetto dai congiunti più stretti e passa le giornate a marcare stretto la nipotina. Oggi è a Napoli, dove i tassisti ancora