Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2006

Manifestazione del 2 dicembre: Celentano e Fazio in soccorso di Prodi

di Fausto Carioti Adriano Celentano torna sugli schermi del servizio pubblico, e a sinistra già si canta. Difficile, del resto, dare all’Evento un significato diverso dall’ennesima randellata televisiva a Silvio Berlusconi. Il Molleggiato riappare nelle case degli italiani la sera stessa in cui il leader della Casa delle Libertà, alla guida di una folla di contribuenti inferociti, si prende la piazza. E il rischio mediatico, per il governo Prodi, è proprio quello che sabato prossimo qualche milione di telespettatori di troppo si sintonizzi sui telegiornali e si accorga che centinaia di migliaia di persone sono scese per le strade, hanno gridato slogan e innalzato striscioni per dire a Prodi che la sua Finanziaria di classe fa schifo. Urge rimedio, e il telepredicatore di Rockpolitik («uno che ha fatto una trasmissione di quattro puntate, con quindici milioni di spettatori a puntata, per gettare fango su di me», disse di lui Berlusconi) è la soluzione chiavi in mano. In questo periodo,

"Tutte le tasse di Prodi & C.": l'introduzione di Renato Brunetta

Immagine
Il titolo è "Tutte le tasse di Prodi & C.". E' il decimo volume dei Manuali di Conversazione Politica della premiata ditta Libero & Free. In edicola da oggi. Il prezzo è 4 euro. L'assaggino lo trovate qui sotto: l'introduzione scritta da un Renato Brunetta più spumeggiante del solito. di Renato Brunetta Sabato 11 novembre. Sono a casa. Un sabato come tanti altri, trascorso a lavorare con la tv in sottofondo che borbotta notizie. Improvvisamente, però, tutto questo viene interrotto da uno tsunami mediatico. Prodi se la prende con gli italiani. “Qui, ormai, siamo in un Paese impazzito, che non pensa più al domani’’. Queste le parole del Professor Romano Prodi, Presidente del Consiglio. Un altro folle giorno di un governo contro l’Italia e gli italiani. L’ennesimo giorno di un governo ridicolo, che ormai ha perso non solo la rotta, ma anche la bussola e la testa. Ormai è chiaro a tutti: Prodi e compagni si sono incartati. Sì, incartati: sono rimasti vittime d

"La sinistra è il parassita di Berlusconi". Quando il Manifesto dice il vero

Impossibile non essere d'accordo con Valentino Parlato quando scrive, nel suo editoriale sul Manifesto di oggi , che «se Berlusconi non fosse sopravvissuto al suo mancamento l’Unione sarebbe al disastro, il suo collante si sarebbe sciolto e tutti i suoi componenti, grandi e piccoli, non saprebbero più che strada prendere, che cosa proporre, con chi governare e, soprattutto, governare per cosa». Ha ragione da vendere quando riconosce che «l'Unione non avendo alcuna idea forte ed essendo composta da componenti rivaleggianti (e con rivalità all'interno di ciascuna componente) trova solo in Berlusconi la ragione del suo stare insieme, peraltro molto litigioso». Spietatamente lucido quando ammette che «siamo di fronte a un caso di parassitisimo. L’Unione è parassita di Berlusconi e vive sulla paura di un ritorno di Berlusconi». Il resto lo si può leggere qui . Post scriptum. Parlato ha ragione anche quando scrive che dentro la Cdl, nel deplorabile caso di una dipartita di Berlus

Cospirativismo a sinistra sui brogli elettorali: l'analisi di Orsina

di Giovanni Orsina Gli mancava proprio, al nostro povero paese, una bella cagnara sui brogli elettorali. Come se non avessimo già abbastanza guai, e ci servisse il doppio danno che verrà da questa vicenda. Il danno derivante dal colpo ulteriore inferto alle istituzioni pubbliche, ossia a quell’insieme di organismi e procedure che tutte le forze politiche dovrebbero accettare e soprattutto di cui l’intero paese dovrebbe fidarsi. E il danno derivante dal fatto che quel colpo è stato inferto sul terreno delicatissimo dei processi elettorali, sulla cui attendibilità si fonda la legittimità del nostro regime democratico. La denuncia dei presunti brogli informatici che sarebbero avvenuti al Ministero dell’Interno nella notte fra il 10 e l’11 aprile, mossa dall’ormai noto film «Uccidete la democrazia!» di Deaglio e Cremagnani, appartiene a un genere politico antico e pernicioso: quello cospirativistico. Un genere fondato sulla convinzione che il potere sia conseguito e conservato ricorrendo a

Contribuenti italiani, spremuti e derisi

di Fausto Carioti Hanno ottime ragioni i contribuenti per pensare tutto il male possibile del governo Prodi, gli elettori della Casa delle Libertà per scendere in piazza il 2 dicembre e i reduci del ceto medio per voltare le spalle all’Unione, come certificano ormai tutti i sondaggi. Dopo aver aumentato le tasse su ogni cosa su cui era possibile aumentarle, dopo aver ignorato le preoccupazioni della Banca d’Italia e della Corte dei Conti per il nuovo carico fiscale messo sulla groppa di famiglie e imprese italiane, dal governo era lecito aspettarsi almeno un certo rispetto per i contribuenti che, con il loro portafogli, sono chiamati a mantenere in piedi una coalizione dove comandano quelli che sono andati al governo per fare la lotta di classe. E invece, assieme alla stangata, è arrivata la beffa. Ieri Vincenzo Visco, viceministro dell’Economia in quota ds, visto l’incremento delle entrate fiscali registrato a novembre (+12,2% rispetto al 2005, con il gettito Iva in crescita del 13,1%

Il grande imbroglio dei brogli elettorali

Si vola bassissimo, in maniera molto goffa, su questa storia dei brogli elettorali. Tanto per capirsi. Prima leggere l'intervista , apparsa oggi sul Corriere, agli anonimi autori del libro "Broglio - Romanzo simultaneo", cui si è ispirato Enrico Deaglio (che con questo si era giocato un bel po' di lettori a sinistra, che magari con questa nuova mossa antiberlusconiana recupererà) per la realizzazione del suo discusso dvd. Quindi leggere il seguente comunicato stampa di Maurizio Turco, appena arrivato nella mia casella di posta elettronica come in quelle di qualche altro centinaio di giornalisti. Dichiarazione di Maurizio Turco, deputato radicale, capogruppo della Rosa nel Pugno nella Giunta delle elezioni: «Oggi sul Corriere della Sera gli autori de "Il broglio", alla ricerca della prova regina, forniscono un indizio di quello che sarebbe accaduto durante la notte in cui sarebbe scattato l'ordine: "uccidete la democrazia". L'indizio è elo

Se Fidel Castro si converte...

Ne avevamo accennato qui . Ora sul sito di Antonio Socci è arrivato il suo splendido articolo sul dittatore morente: «Fidel Castro in ospedale sente avvicinarsi la morte e ha paura. Del giudizio di Dio. Lo ha spiegato, in un’intervista al Corriere della sera uscita ieri, sua figlia Alina che nel 1993 è fuggita dall’isola dove suo padre ha schiavizzato un intero popolo. Due flash bastano a capire la sua storia: “papà non c’era mai. Lo vedevo parlare alla tv nove ore al giorno”, “ricordo che all’età di tre anni i cartoni animati di Topolino furono rimpiazzati in televisione dalle esecuzioni ordinate da mio padre. Fu per me un trauma”. Il tiranno comunista, a 80 anni, in condizioni pessime ora è in crisi, divorato dai morsi della coscienza. Ripensa a tutti i suoi crimini, al fiume di poveracci che ha fatto straziare, al mare di lacrime che ha fatto piangere, alla voce delle sue vittime indifese. Per decenni è riuscito a impedire che quella voce fosse udita fuori, ma da bamino ebbe un’edu

La cittadinanza agli immigrati e l'esempio americano

Il solito Bruce Bawer spiega bene come la si pensa anche da queste parti sulla concessione della cittadinanza e sul flaccido approccio al tema adottato da quell'enorme ospizio multiculturalista chiamato Europa continentale. 1- Se un Paese accetta di darti la sua cittadinanza, il minimo che gli devi è una solenne promessa di lealtà. 2. Se accetti la cittadinanza, devi essere onorato ed entusiasta di fare una simile promessa. E di cantare l'inno nazionale. In America la cosa non è nemmeno oggetto di discussione. La cittadinanza è vista come un grande onore. Se sei un cittadino, è naturale che tu onori la bandiera a stelle e strisce. E' naturale che tu canti l'inno nazionale. La tendenza europea a considerare tutto ciò come l'equivalente di arrestare qualcuno, rinchiuderlo in uno sgabuzzino e obbligarlo a svendere la propria anima puntandogli una pistola alla tempia è terribilmente disastrosa. Negli Stati Uniti, i nuovi cittadini vanno alla cerimonia di concessione d

L'Internazionale Liberale si chiede se l'islam può diventare liberale

Nei giorni scorsi l' Internazionale Liberale si è riunita per il suo 54° congresso a Marrakesh, in Marocco. La questione principale su cui si è dibattuto: è possibile conciliare liberalismo e islam? Detta altrimenti: cosa deve fare un buon islamico per essere anche un buon liberale? Al confronto hanno partecipato trenta partiti liberali del mondo islamico. Tra gli altri, erano presenti delegati dall'Egitto, dall'Iraq liberato dagli americani, dalla Turchia, dall'Indonesia e dall'autorità palestinese. In attesa di leggere i documenti ufficiali del congresso, se e quando essi appariranno sul sito dell'organizzazione, vale la pena di leggere il resoconto e le opinioni di Carlos Alberto Montaner, cubano in esilio, che dell'Internazionale Liberale è uno dei vicepresidenti. L'irlandese John Alderdice, presidente dell'Internazionale Liberale, parte da una constatazione sensata: solo i musulmani liberali, tolleranti e democratici possono fermare i fondamen

Morire da cristiani nell'India islamica

Due fondamentalisti islamici hanno ucciso in pieno giorno Bashir Ahmad Tantray, cristiano convertito dall’islam circa 10 anni fa, mentre parlava con degli amici musulmani. L’uomo è morto nel suo villaggio, Mamoosa, che si trova nel distretto di Baramulla. Lascia la moglie e 4 figli, due femmine e due maschi. (...) Dopo la conversione, Bashir si era dedicato con impegno ai progetti sociali ed all’evangelizzazione della zona all’interno di un gruppo evangelico. Subito dopo aver cambiato religione, era stato minacciato di morte ed era fuggito dal villaggio, per tornarvi alcuni anni dopo. E’ la prima volta che nello Stato settentrionale avviene un omicidio ai danni di convertiti al cristianesimo, anche se già da tempo sono in aumento le violenza contro i cristiani locali. Circa due anni fa, alcuni militanti islamici avevano lanciato delle granate contro la scuola missionaria di Pulwama, mentre nel luglio scorso un’autobomba aveva danneggiato un'altra scuola cristiana. (...) La vittima

L'unica cosa su cui ha ragione Oliviero Diliberto

di Fausto Carioti Nella vicenda dei fantocci vestiti da soldato italiano, americano e israeliano, bruciati e impiccati al grido di «10-100-1000 Nassiriya» durante il rito tribale che si è tenuto sabato nelle strade di Roma, è chiaro che Oliviero Diliberto ha torto marcio. La sua colpa vera è ben precedente ai fatti di sabato, ai quali era presente nonostante fosse chiaro a tutti ciò che sarebbe successo in piazza, ed è quella, come ha scritto - da sinistra - Luca Ricolfi , di aver contributo a «intossicare» i giovani vendendo loro una «sistematica opera d’informazione a senso unico», ad esempio sul conflitto arabo-israeliano. Su una cosa, però, il segretario dei Comunisti italiani ha ragione: quando, intervistato da Repubblica , sbotta contro i suoi alleati: «Quanto opportunismo nella condanna e quanta ipocrisia nei miei colleghi!». Indovinare con chi ce l’abbia Diliberto non è difficile. Di sicuro, malgrado quella deliziosa erre moscia, il suo arcinemico Fausto Bertinotti non è tra co

Back to the roots? Il "Common Sense Conservatism" di John McCain

Una delle certezze del dopo-elezioni di mid-term negli Stati Uniti è che il partito repubblicano, nei prossimi due anni, cercherà di recuperare buona parte della sua anima originaria, incarnata sicuramente meglio da Ronald Reagan che dai suoi successori repubblicani alla Casa Bianca. Un'agenda politica, quella di Reagan, che il recentemente scomparso Milton Friedman definì "quasi-libertarian". John McCain potrebbe essere l'alfiere di questa "operazione recupero". Lui, almeno, ci conta. E di sicuro giocherà tutte le sue cartucce per arrivare sino in fondo alla corsa per la Casa Bianca (da queste parti, oggi e per quello che conta, si fa il tifo per Rudolph Giuliani, ma questo non c'entra). Per questo è importante capire qual è il progetto politico di McCain. Lo ha spiegato lui stesso nei giorni scorsi in una cena ufficiale al Gopac , il Political Action Commitee del Grand Old Party, di fatto la scuola di formazione dei candidati repubblicani, assai vici

Prodi cambia strategia della comunicazione. Berlusconi ringrazia

Immagine
Si può tranquillamente preferire la proposta politica di Romano Prodi a quella di Silvio Berlusconi. Però pare difficilmente contestabile il fatto che i due, sulla scala evolutiva della comunicazione, siano separati da una distanza analoga a quella che passa tra la vongola da spaghetto e l'homo sapiens. Per spiegarsi meglio. Oggi Prodi ha fatto una grande conferenza stampa ( qui tutto il materiale ) in cui ha tracciato ai giornalisti il bilancio di questa fase iniziale di governo. Nelle sue intenzioni, deve essere l'inizio della riscossa comunicativa dopo il crollo verticale registrato in tutti i sondaggi, l'avvio di una nuova strategia, destinata a parlare direttamente alla gente. Servono, quindi, concetti semplici, chiari, di facile intuizione. Spiegati in modo che chiunque li possa capire subito. Lasciamo perdere i bofonchiamenti vari, il fatto che abbia abbandonato la conferenza stampa senza salutare né dire alcunché, lasciando basiti gli stessi ministri. Andiamo dritti

Fidel Castro morente raccontato dalla figlia Alina

Da non perdere l'intervista ad Alina Castro apparsa oggi sul Corriere della Sera. Qualche chicca, ad uso e consumo dei tanti poveri illusi e/o idioti italo-latinoamericani ( more info here ) che ancora si bevono la favola del comunismo gioioso modello Havana Club: «Ricordo che all'età di tre anni i cartoni animati di Topolino furono rimpiazzati in televisione dalle esecuzioni ordinate da mio padre. Fu per me un trauma e ne parlo nella mia autobiografia "Alina, la figlia ribelle di Fidel Castro"». «La sinistra europea, i Paesi non allineati e le star di Hollywood lo vedono come l'ultimo dei mohicani. L'hanno talmente idealizzato da non riuscire più a vedere di là dallo schermo da loro stessi creato. L'idea di una rivoluzione proletaria nei Caraibi è molto più esotica per la sinistra europea che non le purghe staliniane. E lo dico da persona di sinistra». «Uno dei Paesi che l'hanno idealizzato di più resta l'Italia. Ogni volta che la visito vedo più

There's no such thing as a free lunch. Breve ricordo di Milton Friedman

E' morto Milton Friedman , e oggi chi crede nel capitalismo e nella libertà è un po' più triste. Di lui, su questo blog, si è parlato qui . Qui, su Reason, la sua lunga intervista del 1995 a Brian Doherty , che ha il sapore di un testamento intellettuale e politico. Qui, sempre su Reason, la sua intervista a Nick Gillespie del dicembre 2005 , in cui spiega come e perché mercato e concorrenza fanno bene alla scuola. Qui l'intervista a Milton e Rose Friedman apparsa sul Wall Street Journal lo scorso 22 luglio . Qui, il suo articolo apparso sul Wall Street Journal lo scorso 6 ottobre . Ulteriori informazioni e link su Walking Class . Update. Assolutamente da non perdere, il necrologio del Wall Street Journal: Friedman and Freedom. The man who made free markets popular again .

Gli approcci dei Ds con la Lega sono una minaccia per Prodi

di Fausto Carioti Forse la Lega Nord è davvero in vendita al migliore offerente. O forse, come è più probabile, stiamo solo assistendo all’ennesimo giro di valzer cui quel grande animale politico chiamato Umberto Bossi sta costringendo l’intero circo Barnum della politica italiana, da Massimo D’Alema a Silvio Berlusconi, secondo un copione già visto: delegare i colonnelli - Roberto Maroni per primo - a parlare con tutti, andando in giro ad annusare l’aria per meglio capire dove conviene stare. Per poi, magari, restare ancorati al centrodestra. Di sicuro, è in vendita la maggioranza di governo costruita e tenuta faticosamente in piedi da Romano Prodi. L’hanno messa in offerta i Ds, tramite il fassiniano Vannino Chiti, ministro delle Riforme, che ieri ha chiesto a Bossi l’appoggio esterno del Carroccio: «Se ci fosse un’intesa su alcune priorità programmatiche, condivise dal governo e dall’Unione in modo trasparente, e sulla base di questo la Lega desse un appoggio esterno o anche semplic

La satira, Ratzinger e l'islam: compagni, fateci ridere ancora

Immagine
Chi ha detto che a sinistra - i comunisti innanzitutto - non conoscono l'autoironia? Dove sta scritto che non sono capaci di scherzare su loro stessi, sui loro difetti e piagnistei, che non sanno rappresentarsi in modo caricaturale? Niente di più falso. Basta prendere in mano i quotidiani di sinistra in edicola oggi, vedere come hanno trattato quello che per loro è l'argomento del giorno, cioè la dichiarazione di padre Georg Genswein, segretario di Benedetto XVI, a proposito della satira televisiva che riguarda lui e il papa, per capire che la voglia di prendersi in giro a sinistra è tanta. Innanzitutto rileggiamo la dichiarazione di Padre Georg, così come trasmessa originariamente dalle agenzie di stampa: Interpellato dall'AdnKronos, pur premettendo che ''non ho mai visto queste trasmissioni e neanche le guarderò mai'', don Genswein accetta di dire la sua dopo la bufera scatenata dall''Avvenire' contro il ''tentativo continuo di ridicol

L'Islam e le chiese cristiane: dossier fotografico dalla zona "turca" di Cipro

Immagine
Chiese usate come stalle o discariche, monasteri cristiani distrutti o trasformati in caserme, affreschi sacri medioevali rovinati irrimediabilmente o asportati e rivenduti all'estero. A questi e ad altri scempi compiuti dai turchi nei confronti dei luoghi di culto cristiani si riferiva Benedetto XVI nel suo colloquio del 10 novembre con il presidente di Cipro Tassos Papadopoulos, esprimendo la sua preoccupazione per la "cristianità cancellata" nell'area settentrionale dell'isola, sotto occupazione turca dal 1974. In quest'area esistono circa 540 chiese cristiane. Cinquanta di queste oggi sono all’interno di basi militari turche. Tra i monumenti distrutti dai turchi rientrano chiese cristiane cattoliche, protestanti, maronite, armene, ortodosse e un cimitero ebraico. Una recente risoluzione del parlamento europeo riassume così, con stime prudenziali, questi danni: «Oltre 133 chiese, cappelle e monasteri situati nella parte settentrionale di Cipro, finita sott

L'asse Russia-Iran e il vero prezzo del gas

Immagine
E' passata inosservata, nei giorni scorsi, una notizia che avrà forti ripercussioni sulle nostre tasche, sul rispetto dei diritti umani in una parte importante del mondo islamico, sui precari equilibri mediorientali e, più in generale, sulla geopolitica mondiale. Premessa. Una cosa Enrico Mattei aveva capito molto bene: politica energetica e politica estera debbono andare di pari passo. Per essere più precisi: la politica dell'energia è il cuore della geopolitica di ogni Stato non autosufficiente dal punto di vista energetico, così come la ricerca di cibo è il motore che spinge gli esseri umani con la pancia vuota. La storia in questione inizia dentro le nostre case, comodamente riscaldate nei mesi invernali. Sono rese così confortevoli, in misura crescente, grazie al gas. Che ovviamente usiamo anche per altre cose, ad esempio - per il 40% - per far girare le turbine delle centrali elettriche, visto che a noi italiani il nucleare fa notoriamente schifo. Ma l'Italia di gas n

Il paraocchi di GMMC

di Fausto Carioti È una questione di paraocchi ideologico. Quello di Giulia Maria Mozzoni Crespi (da qui in avanti, per brevità e senza alcuna ironia, GMMC), presidente del Fondo ambiente italiano, è di notevole spessore. Altrimenti, due anni fa non avrebbe detto che «dopo la bomba atomica uno dei pericoli più drammatici per l’umanità potranno essere i semi transgenici». Paladina dell’agricoltura biodinamica, editrice del Corriere della Sera più a sinistra che si ricordi, abituata ai primi posti della hit parade dei contribuenti italiani, GMMC ieri era su tutti i giornali per aver denunciato che una parte dell’8 per mille versato dai contribuenti è finito, invece che nella gestione dei beni culturali italiani (e quindi anche nella disponibilità del Fai), nel finanziamento della missione in Iraq. Da qui lo scandalo, che chiama in causa l’immancabile governo Berlusconi. Un paio di precisazioni. La prima è giornalistica. Anche se a sinistra, per ovvie ragioni, hanno reagito con stupore in

Markus Wolf e i cinesi che si mangiavano la carta

Non solo bambini ( settimo capitolo dei "Nine commentaries on the Communist Party" : Silvio Berlusconi aveva ragione). I comunisti cinesi si mangiavano anche la carta. Interi faldoni. Il racconto nella splendida autobiografia , ormai quasi introvabile, di quel pezzo di storia scomparso ieri, Markus Wolf, per tre decenni alla guida della Hauptverwaltung Aufklärung (Hva), il dipartimento per lo spionaggio estero della famigerata Stasi, i servizi segreti della Germania Orientale. E' il gennaio 1965. Wolf, l'"uomo senza volto", è in volo su un turboelica Antonov 124, «il più grande velivolo da trasporto della flotta aerea dell'Urss». Direzione Cuba, quattro anni dopo la caduta di Fulgencio Batista, per insegnare l'arte dello spionaggio a Fidel Castro Ruz e ai suoi sgherri. Gli unici non russi sull'aereo sono due corrieri diplomatici cinesi. L'aereo carico di spie è costretto ad atterrare a New York, aeroporto John F. Kennedy. E' bloccato sull