Quel che resta di Pietro Citati

La giornata inizia bene, col mio direttore Vittorio Feltri su Libero e il mio amico Antonio Socci sul Giornale che prendono a metaforici ceffoni Pietro Citati, che ieri su Repubblica aveva caricato il fucile a minchiate e svuotato la cartucciera contro Oriana Fallaci. Due articoli che vale la pena ritagliare e conservare.

La frase migliore di Feltri, che si rivolge a Citati:
«Rintronato dal livore nei confronti di una scrittrice davanti alla quale lei fa la figura di una nano fuggito da una villetta a schiera, nel suo articolo, all'inizio, si abbandona a un virtuosismo dall'effetto comico. Sottopongo la frase ai lettori: "Il papa non è, come noi cerchiamo penosamente di essere, una persona per bene". Per bene, per male, perdio che idiozia».

La frase migliore di Socci (qui il suo sito):
«Citati – come fosse un clamoroso scoop – svela che altri, ben prima dei musulmani, ritennero che la crocifisione di Gesù sia stata solo apparente. Solo che chiama “cristiani” questi predecessori, dimenticando di dire che erano sette eretiche condannate e scomunicate dalla Chiesa. Definire “un’idea cristiana” quella per cui “Cristo non muore sulla croce” non è una topica, è una barzelletta. Memorabile».

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