Le regole della casa
Questo blog non è terra di nessuno. E' mio. La terra su cui l'ho costruito appartiene ai signori di Blogspot (thank you guys), ma le fondamenta, le mura, i tappeti, i quadri e tutto il resto li ho scelti io. E' casa mia e io sono responsabile di ciò che vi accade.
Siccome è casa mia, le regole le decido io e d'ora in poi saranno sempre presenti sulla home page. Per le tre categorie di visitatori che capitano da queste parti, d'ora in poi vigono tre tipi di regole diverse.
1) Quelli che vengono qui per leggere senza intervenire, o per commentare, applaudire, mugugnare, criticare e contestare (senza offendere nessuno). Sono la stragrande maggioranza e, va da sé, sono i benvenuti. Pure i più duri nelle critiche: la zuffa mi piace. Come dice il pusher di Pulp Fiction: «Mi casa es su casa».
2) Quelli che si presentano per insultare gli altri ospiti del blog. Tolleranza zero. Raus. Sbattuti fuori appena escono allo scoperto. Non posso tollerare che chi è ospite in casa mia sia offeso da chicchessia. I loro commenti saranno subito cancellati e, se l'offeso lo richiede, il numero del loro IP consegnato all'interessato (la visualizzazione del numero IP degli ospiti del sito è uno dei tanti fantastici servizi offerti da StatCounter). Chi non è d'accordo può rivolgersi al Garante della Privacy.
3) Quelli che si presentano per insultare il sottoscritto. Se entro in casa di qualcuno e lo offendo la mia permanenza è legata alla clemenza del padrone di casa. Qui funziona allo stesso modo: dipende da come mi gira. Sinistri depressi che mi mettono sulla penna cose che non ho mai scritto; no global masochisti in cerca di qualcuno che li umili; antiberlusconiani con la bava alla bocca pronti a mettere al rogo chiunque non voglia impiccare Berlusconi al palo del benzinaio di piazzale Loreto; sedicenti giornalisti che si permettono di insultarmi per il semplice fatto che non la penso come loro e frementi di darmi lezioni di deontologia senza avere nemmeno letto bene i post e privi di rispetto per se stessi al punto da non avere la dignità di mettere la firma su ciò che scrivono: di solito questo campionario di umanità varia mi diverte e/o ispira compassione, e quindi li lascio fare. E' quello che ho fatto sinora. Ma non escludo di comportarmi diversamente, qualora ne avessi voglia. Forse perché uno è stato più villano del solito, o perché la Juventus ha preso un gol di troppo, o per qualunque altro motivo: non sono tenuto a dare alcuna spiegazione a chi è venuto a fare il cafone in casa mia. Mi ritengo libero di cancellare in qualunque momento i loro commenti e, in casi assolutamente estremi, di consegnare il numero del loro IP alla polizia postale. Così come sarei libero di fare se qualcuno entrasse dentro casa mia e iniziasse a insultarmi.
Mi pare di essere stato chiaro. Benvenuti, o bentornati, a tutti quelli della categoria 1: «Mi casa es su casa».
Siccome è casa mia, le regole le decido io e d'ora in poi saranno sempre presenti sulla home page. Per le tre categorie di visitatori che capitano da queste parti, d'ora in poi vigono tre tipi di regole diverse.
1) Quelli che vengono qui per leggere senza intervenire, o per commentare, applaudire, mugugnare, criticare e contestare (senza offendere nessuno). Sono la stragrande maggioranza e, va da sé, sono i benvenuti. Pure i più duri nelle critiche: la zuffa mi piace. Come dice il pusher di Pulp Fiction: «Mi casa es su casa».
2) Quelli che si presentano per insultare gli altri ospiti del blog. Tolleranza zero. Raus. Sbattuti fuori appena escono allo scoperto. Non posso tollerare che chi è ospite in casa mia sia offeso da chicchessia. I loro commenti saranno subito cancellati e, se l'offeso lo richiede, il numero del loro IP consegnato all'interessato (la visualizzazione del numero IP degli ospiti del sito è uno dei tanti fantastici servizi offerti da StatCounter). Chi non è d'accordo può rivolgersi al Garante della Privacy.
3) Quelli che si presentano per insultare il sottoscritto. Se entro in casa di qualcuno e lo offendo la mia permanenza è legata alla clemenza del padrone di casa. Qui funziona allo stesso modo: dipende da come mi gira. Sinistri depressi che mi mettono sulla penna cose che non ho mai scritto; no global masochisti in cerca di qualcuno che li umili; antiberlusconiani con la bava alla bocca pronti a mettere al rogo chiunque non voglia impiccare Berlusconi al palo del benzinaio di piazzale Loreto; sedicenti giornalisti che si permettono di insultarmi per il semplice fatto che non la penso come loro e frementi di darmi lezioni di deontologia senza avere nemmeno letto bene i post e privi di rispetto per se stessi al punto da non avere la dignità di mettere la firma su ciò che scrivono: di solito questo campionario di umanità varia mi diverte e/o ispira compassione, e quindi li lascio fare. E' quello che ho fatto sinora. Ma non escludo di comportarmi diversamente, qualora ne avessi voglia. Forse perché uno è stato più villano del solito, o perché la Juventus ha preso un gol di troppo, o per qualunque altro motivo: non sono tenuto a dare alcuna spiegazione a chi è venuto a fare il cafone in casa mia. Mi ritengo libero di cancellare in qualunque momento i loro commenti e, in casi assolutamente estremi, di consegnare il numero del loro IP alla polizia postale. Così come sarei libero di fare se qualcuno entrasse dentro casa mia e iniziasse a insultarmi.
Mi pare di essere stato chiaro. Benvenuti, o bentornati, a tutti quelli della categoria 1: «Mi casa es su casa».