Katrina, ecco come sono state manipolate le parole di Bush
Stanno provando a venderci la storia che Bush si è assunto tutta le responsabilità dei morti dell'uragano (effetto serra compreso?). In piena coerenza con quanto hanno fatto sinora. Prima ci hanno detto che tutte le colpe sono di Bush. Poi, appena il presidente degli Stati Uniti parla, si aggrappano alle sue parole per farci credere che Bush dà loro ragione. E lo fanno col solito metodo dei gazzettieri alla vaccinara: prendendo da un discorso le frasi che a loro fanno più comodo, tagliandole come fa a loro più comodo e traducendole come fa a loro più comodo. Tanto, chi andrà mai a controllare il discorso di Bush?
Ecco esattamente cosa ha detto George W.: «Katrina exposed serious problems in our response capability at all levels of government and to the extent the federal government didn't fully do its job right, I take responsibility». (Siccome è bene non fidarsi di nessuno, qui, sul sito del Washington Post, trovate il video del discorso di Bush). Questo vuol dire, alla lettera:
1) Ci sono state colpe diffuse a tutti i livelli di governo (cioè, cari Caretto e Zucconi e antiamericani un tanto al chilo, a livello federale, statale e municipale);
2) Per quanto riguarda le colpe del governo federale, esse ricadono sul sottoscritto.
Un'ammissione tanto coraggiosa quanto banale, che però è anche una chiara chiamata in causa del governatore democratico della Louisiana, Kathleen Babineaux Blanco, e del sindaco democratico di New Orleans, Ray Nagin, per quanto riguarda le colpe dei loro governi (statale e municipale). Ripeto: ci sono stati errori «at all levels of government». Io, Bush, le mie responsabilità me le prendo; ora sta a voi, Blanco e Nagin, decidere cosa fare con le vostre.
Ovviamente, i lettori della strana coppia Caretto & Zucconi (indovinate chi fa Stanlio e chi Ollio) tutto questo non lo sapranno mai. Caretto scrive che Bush «si è ieri improvvisamente assunto "la piena responsabilità" del ritardo dei soccorsi e degli intoppi burocratici che ancora li ostacolano». Zucconi scrive che Bush «accetta "la responsabilità" per l'umiliante fiasco di Katrina» e che il presidente americano «ha ammesso pubblicamente quello che tutti gli americani avevano visto. Che "il governo federale non ha saputo fare il proprio lavoro e io me ne assumo la responsabilità"».
Fateci caso: nessuno dei due pubblica l'intera frase di Bush, in modo che il lettore possa farsi un'idea chiara. Tutti e due, guarda caso, ignorano il passaggio chiave del discorso, quello per cui Bush si assume la responsabilità «sino al limite in cui il governo federale non ha fatto bene il suo lavoro bene» («to the extent the federal government didn't fully do its job right»). Che messo, accanto alla frase per cui ci sono stati errori «at all levels of government» (cioè, appunto, federale, statale e municipale), vuol dire, né più né meno: noi che governiamo ai vari livelli siamo tutti colpevoli, ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Tra «la colpa è tutta mia» e «ognuno si prenda le proprie responsabilità» c'è una differenza abissale, innanzitutto dal punto di vista logico, ma soprattutto da quello politico. Differenza che i lettori di Corriere e Repubblica non potranno mai conoscere. Anche qui, niente di nuovo.
Ecco esattamente cosa ha detto George W.: «Katrina exposed serious problems in our response capability at all levels of government and to the extent the federal government didn't fully do its job right, I take responsibility». (Siccome è bene non fidarsi di nessuno, qui, sul sito del Washington Post, trovate il video del discorso di Bush). Questo vuol dire, alla lettera:
1) Ci sono state colpe diffuse a tutti i livelli di governo (cioè, cari Caretto e Zucconi e antiamericani un tanto al chilo, a livello federale, statale e municipale);
2) Per quanto riguarda le colpe del governo federale, esse ricadono sul sottoscritto.
Un'ammissione tanto coraggiosa quanto banale, che però è anche una chiara chiamata in causa del governatore democratico della Louisiana, Kathleen Babineaux Blanco, e del sindaco democratico di New Orleans, Ray Nagin, per quanto riguarda le colpe dei loro governi (statale e municipale). Ripeto: ci sono stati errori «at all levels of government». Io, Bush, le mie responsabilità me le prendo; ora sta a voi, Blanco e Nagin, decidere cosa fare con le vostre.
Ovviamente, i lettori della strana coppia Caretto & Zucconi (indovinate chi fa Stanlio e chi Ollio) tutto questo non lo sapranno mai. Caretto scrive che Bush «si è ieri improvvisamente assunto "la piena responsabilità" del ritardo dei soccorsi e degli intoppi burocratici che ancora li ostacolano». Zucconi scrive che Bush «accetta "la responsabilità" per l'umiliante fiasco di Katrina» e che il presidente americano «ha ammesso pubblicamente quello che tutti gli americani avevano visto. Che "il governo federale non ha saputo fare il proprio lavoro e io me ne assumo la responsabilità"».
Fateci caso: nessuno dei due pubblica l'intera frase di Bush, in modo che il lettore possa farsi un'idea chiara. Tutti e due, guarda caso, ignorano il passaggio chiave del discorso, quello per cui Bush si assume la responsabilità «sino al limite in cui il governo federale non ha fatto bene il suo lavoro bene» («to the extent the federal government didn't fully do its job right»). Che messo, accanto alla frase per cui ci sono stati errori «at all levels of government» (cioè, appunto, federale, statale e municipale), vuol dire, né più né meno: noi che governiamo ai vari livelli siamo tutti colpevoli, ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Tra «la colpa è tutta mia» e «ognuno si prenda le proprie responsabilità» c'è una differenza abissale, innanzitutto dal punto di vista logico, ma soprattutto da quello politico. Differenza che i lettori di Corriere e Repubblica non potranno mai conoscere. Anche qui, niente di nuovo.