Ratzinger, lo Stato, il mercato, la globalizzazione e gli auguri di Natale
L'occasional paper "Moralità, economia e mercato nel pensiero di Benedetto XVI", firmato da Samuel Gregg (direttore delle ricerche presso l'Acton Institute di Grand Rapids, nel Michigan) per l'Istituto Bruno Leoni, è una delle mie letture natalizie. In estrema sintesi il succo è questo:
«Ratzinger non discute né denigra mai la superiorità del mercato nella creazione di ricchezza. E nemmeno si impegna in un’impulsiva retorica anti-globalizzazione. Piuttosto, la sua preoccupazione rimane legata al contesto morale in cui la libera impresa e il libero scambio vivono, si muovono e si sviluppano. Su questa base, possiamo tranquillamente affermare che qualsiasi combinazione di un’economia di mercato con le culture prevalentemente modellate da varianti di libertinismo, materialismo e utilitarismo preoccuperanno Benedetto XVI tanto quanto turbarono Giovanni Paolo II. Posto, tuttavia, che questi sono problemi più culturali che economici in sé, sembra ragionevole suggerire che Papa Benedetto XVI non abbia intenzione di affermare che lo Stato dovrebbe essere l’istituzione adatta ad affrontare tali problemi. Certamente la Chiesa Cattolica non insegna che problemi morali, siano essi "personali" o "sociali", in qualche modo godono di un’immunità dall’autorità o dalla legge dello Stato. Tuttavia, Ratzinger ha sostenuto fermamente nei suoi scritti che la morale e la cultura di ogni società è formata primariamente da individui, famiglie e associazioni civili, specialmente la Chiesa».
Il resto si trova qui. Buon Natale a tutti.
«Ratzinger non discute né denigra mai la superiorità del mercato nella creazione di ricchezza. E nemmeno si impegna in un’impulsiva retorica anti-globalizzazione. Piuttosto, la sua preoccupazione rimane legata al contesto morale in cui la libera impresa e il libero scambio vivono, si muovono e si sviluppano. Su questa base, possiamo tranquillamente affermare che qualsiasi combinazione di un’economia di mercato con le culture prevalentemente modellate da varianti di libertinismo, materialismo e utilitarismo preoccuperanno Benedetto XVI tanto quanto turbarono Giovanni Paolo II. Posto, tuttavia, che questi sono problemi più culturali che economici in sé, sembra ragionevole suggerire che Papa Benedetto XVI non abbia intenzione di affermare che lo Stato dovrebbe essere l’istituzione adatta ad affrontare tali problemi. Certamente la Chiesa Cattolica non insegna che problemi morali, siano essi "personali" o "sociali", in qualche modo godono di un’immunità dall’autorità o dalla legge dello Stato. Tuttavia, Ratzinger ha sostenuto fermamente nei suoi scritti che la morale e la cultura di ogni società è formata primariamente da individui, famiglie e associazioni civili, specialmente la Chiesa».
Il resto si trova qui. Buon Natale a tutti.