Cose come questa (se provate da condanna definitiva, ça va sans dire), assieme alle stragi terroristiche contro i civili, fanno proprio vacillare la mia molto liberale contrarietà alla pena di morte. Dio, come vacilla...
Ecco il testo integrale dell'articolo apparso il 20 febbraio del 1974 sull'Unità, nel quale Giorgio Napolitano spiegava perché la cacciata di Aleksandr Solzhenitsyn dall'Urss fosse la «soluzione migliore» che il partito comunista sovietico potesse adottare. Lo pubblico senza alcun commento né taglio né aggiunta. Quello che volevo dire in proposito l'ho scritto qui . L’ESPERIENZA SOVIETICA E LA NOSTRA PROSPETTIVA ANCORA SUL «CASO SOLGENITSYN» Pubblichiamo questo articolo del compagno Giorgio Napolitano, membro della Direzione del PCI e responsabile della Commissione culturale, che comparirà sul prossimo numero di «Rinascita». Anche se il clamore suscitato dall’arresto di Solgenitsyn è venuto calando, dopo la decisione delle autorità sovietiche di privarlo della cittadinanza e dì espellerlo dall’URSS; anche se alcuni giornali sono rapidamente passati dai toni declamatori e drammatici a quelli, bonari e fatui, delle curiosità sullo «shopping» di Solgenitsyn per le vie di Z...
... non è perfetto, ma le alternative sono assai peggiori. E questo spiega sia perché nelle ultime quattro ore è stato impossibile vedere questo blog (come molti altri di Blogspot) sia perché col cavolo che lo cambio con altri provider. Con tante scuse da parte di Acm.
Per capire bene quanto eravamo avanti e quanto siamo rimasti fermi. Era il 1990. La Montedison-Ferruzzi, che all'epoca faceva capo a Raul Gardini, aveva appena lanciato un materiale innovativo. Si chiamava Mater-Bi. Una plastica ottenuta dal mais, con la particolarità di essere biodegradabile. Qualcuno ricorderà: nel luglio di quell'anno il settimanale Topolino regalò ai suoi lettori una macchina fotografica realizzata con tale plastica. Gardini non badava a spese. La chimica italiana, dalla tradizione gloriosissima (il Moplen, la prima plastica realizzata per fare oggetti come la conosciamo noi, oggi fu un brevetto italiano, frutto del genio di Giulio Natta : era la metà degli anni Cinquanta, e la commercializzazione avvenne nel 1961), faceva ancora da pioniere per il resto del mondo. Gli altri a inseguire. Sono passati diciassette anni. In mezzo, Tangentopoli, Enimont, il crac Ferruzzi, il piano di Enrico Cuccia, un capitalismo sempre più a corto di capitali, un Paese sempre ...