Buone notizie: è morto il trattato di Kyoto

«Nel 2012 la scadenza del primo periodo di attuazione del Protocollo di Kyoto segnerà anche la fine di questo accordo internazionale. I sostenitori di Kyoto hanno sempre asserito che il primo periodo di attuazione non era che un modesto primo passo, al quale avrebbero dovuto fare seguito ulteriori riduzioni (si calcola che sarebbero necessarie dalle 10 alle 30 fasi successive all’attuale). Oggi, tuttavia, queste speranze appaiono irrimediabilmente infrante. Ovviamente ciò induce a chiedersi a che scopo proseguire con l’attuazione dell’attuale mini-Kyoto europeo, che costa una fortuna, ha effetti pressoché nulli e per giunta danneggerà fortemente la competitività europea, con tutte le conseguenze nocive che ne conseguiranno per la crescita economica e l’occupazione nel Vecchio Continente. Perché, dunque, ostinarsi in questa politica irrazionale? Per salvare la faccia? Per placare un senso di colpa? A meno che non sia vero che il motivo ultimo dev’essere visto nei comandamenti di una nuova religione secolare ambientalista...».
Tratto dall'indispensabile paper "Requiem per Kyoto" (formato Pdf), dell'economista olandese Hans Labohm, tradotto e pubblicato dall'Istituto Bruno Leoni, da salvare sul proprio hard disk e leggere con attenzione.

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