Primo sondaggio (vero) su Castro. Che ci rimane un po' male

E' stato condotto il primo vero sondaggio sul governo del dittatore Fidel Castro Ruz e la situazione dell'isola cubana. Tra l'8 ottobre e il 3 novembre quindici sondaggisti professionisti spagnoli sono sbarcati a Cuba in incognito, qualificandosi come turisti, e hanno intervistato 541 persone prese a caso, ben sparpagliate sul territorio cubano, ponendo a ciascuna di esse le domande di un questionario già preparato.
I risultati dicono che:
- metà dei cubani interpellati sostengono che le cose nell'isola vanno "male" o "molto male";
- appena il 20% sostiene che le cose stanno andando "bene" o "molto bene";
- il 50% critica fortemente il modello economico adottato dall'isola e ritiene che i principali problemi del Paese siano le privazioni, il costo della vita, la disoccupazione e la scarsità di cibo;
- tutta colpa dell'embargo americano, diranno gli utili idioti dei dittatori. E invece no, solo il 25% ritiene l'embargo americano responsabile dei mali della nazione cubana. Gli altri probabilmente hanno capito che il problema si chiama comunismo;
- il fattore età è importante: oltre metà dei cubani tra i 18 e i 29 anni (i più giovani, dunque) desiderano cambiamenti profondi che includano la presenza di una vera opposizione politica, mentre tra gli ultra 60enni il 35% (comunque una minoranza) non vuole che vi sia alcun cambiamento.
Insomma, la propaganda del dittatore fa acqua da tutte le parti (in Europa e in Italia no, qui di gonzi che ci credono se ne trovano a milioni).
Castro non ha preso molto bene la notizia del sondaggio. Da sempre i suoi sgherri, su mandato del ministro degli Esteri cubano, Felipe Pérez Roque, intimidiscono con metodi mafiosi i diplomatici dei Paesi che non stanno lingua in bocca con il regime, specie quelli americani (che hanno una delegazione nell'isola) e, di recente, quelli polacchi, cechi e spagnoli. Una delle specialità castriste consiste nel far trovare loro la casa imbrattata di escrementi. Nelle ultime settimane simili attacchi si sono intensificati, e il motivo è proprio il fatto che Castro sospetta che queste sedi diplomatiche abbiano aiutato i quindici sondaggisti spagnoli a svolgere il loro lavoro clandestino.
Questo e molto altro si trova nell'articolo "Castro, the Mafia, the Polls", appena scritto da Carlos Alberto Montaner per Real Clear Politics. Dove si ricorda, tra l'altro, che dopo cinquant'anni di dittatura Castro non è riuscito a soddisfare nemmeno metà del bisogno che i cubani hanno di elettricità, servizi telefonici, acqua potabile, abbigliamento, trasporti, cibo e abitazioni. Tutta colpa degli americani, ovviamente.

Sullo stesso argomento: Aiutiamo un prigioniero cubano.
Da non perdere: Che Guevara, ignorante in economia, del bravo Pinocchio.

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