Bolivia, arriva Morales (la madre dei Castro è sempre incinta)

Dopo il dittatore Fidel Castro Ruz e il guitto venezuelano Hugo Chavez, un terzo idolo dei fascistelli rossi si affaccia all'orizzonte. Si chiama Evo Morales e, se tutto - come pare - andrà per il peggio, tra poche settimane sarà presidente della Bolivia. Morales, capo dei cocaleros, i coltivatori di coca (o del narco-traffico, come dicono i suoi avversari), è il leader del partito "Movimento verso il socialismo". Anti-occidentale, anti-americano, anti-liberista, di etnia india, avvezzo alla retorica indigenista, ha tutto per piacere ai terzomondisti alla vaccinara. Ha già dichiarato pubblicamente il suo appoggio a Castro e Chavez per la loro politica anti-americana. La sua filosofia economica l'ha riassunta così:«Il peggior nemico dell'umanità è il capitalismo. E' questo che provoca rivolte come la nostra, una ribellione contro il sistema, come il modello neoliberista, che è la rappresentazione del capitalismo selvaggio». Quanto alla sua politica estera, l'ha riassunta in modo efficace lui stesso quando ha detto che vuole essere «un incubo per gli Stati Uniti». Il suo programma prevede ribasso dei prezzi per legge, servizi gratuiti per tutti, cancellazione della flessibilità lavorativa e aumento delle tasse per i ricchi. Pare scritto da Paolo Cento, e magari lo è.
E dire che Morales non ha la maggioranza dei consensi, secondo i sondaggi, ma è accreditato di appena un terzo dei voti. Solo che il voto dei moderati filo-occidentali, in Bolivia, è diviso tra Jorge Quiroga, con il 27% dei consensi stimati, e Samuel Doria, con il 13%. Insieme, prenderebbero più voti di Morales. Ma in Bolivia le elezioni presidenziali, in programma per il 18 dicembre, sono a un solo turno, e Doria, al momento, non pare avere alcuna intenzione di rinunciare. Caso non raro di tafazzismo di destra.

Per saperne di più: "Failure of a nation", di Carlos Alberto Montaner.

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