La maestrina di Ballarò


Solo che sarebbe stato carino e corretto, nei confronti del telespettatore, soprattutto in tempi di par condicio e data l'imminenza del voto, dire chi è davvero la professoressa Torchia. Vista la reticenza di Floris, avremmo apprezzato che fosse lei a dichiarare cosa fa nella vita. Niente, silenzio da lui e da lei: fosse mai che il telespettatore scopre cosa c'è dietro. La Torchia, infatti, non è un'accademica super partes, come surrettiziamente è stata venduta ai telespettatori di Ballarò. Ma è una persona che fa parte dello staff di Prodi. Una che lo ha aiutato a mettere in piedi quel mistero buffo chiamato "Fabbrica del programma". Qui si possono vedere i capitoli del libro "Sviluppo o declino - Il ruolo delle istituzioni per la competitività del paese", curato dalla Torchia assieme all'ex ministro ulivista Franco Bassanini (con l'ovvia prefazione di Romano Prodi). E qui Repubblica, in un articolo del 7 dicembre scorso, la chiama una delle «magnifiche sette» di Prodi, addirittura la «prima della squadra». La Torchia è dipinta dal quotidiano di largo Fochetti come «prodiana, docente universitaria, coordinatrice del tavolo Istituzioni: è stata lei a definire la cornice di riforme istituzionali del centrosinistra. Le ha fatto i complimenti anche Bertinotti». Complimenti pure da parte nostra.
Pensiamo a cosa sarebbe successo se Clemente Mimun avesse chiamato, chessò, Paolo Del Debbio per spiegare il programma di Prodi. Senza dirci cosa rappresenta Del Debbio per Berlusconi, e senza che i telespettatori ne sapessero nulla. Perché la faccia della Torchia, sino a ieri, non la conosceva proprio nessuno.