Nucleare e non solo, faccia faccia tra i responsabili di An e dei Ds

Un assaggio del forum sui problemi energetici italiani che il sottoscritto ha curato per Elementi, la rivista del Gestore dei servizi elettrici. Vi hanno partecipato il senatore Antonello Cabras, responsabile dei Ds per i problemi dell’energia, e l’onorevole Stefano Saglia, che ricopre lo stesso incarico in Alleanza Nazionale. Due persone serie e preparate, quali poche se ne incontrano in Parlamento. La notizia, come risulta evidente dalla lettura delle risposte, è l'apertura di Cabras all'energia nucleare.
Dopo i tagli alle forniture di gas decisi dalla Gazprom lo scorso inverno, quanto è concreto il pericolo che il gas, in Italia, in futuro venga a mancare?
SAGLIA: L’emergenza materia prima è reale, a causa dell’asse Russia-Algeria che ci vede sempre sotto scacco. L’incremento degli stoccaggi, l’intervento dell’Autorità per l’energia contro il prelievo illegittimo del gas da modulazione da parte delle aziende elettriche ed i piani di emergenza predisposti, così come la mitezza del clima, dovrebbero dare tranquillità all’Italia. Ma il condizionale è d’obbligo.
CABRAS: Il problema italiano è la scelta di alimentare in misura preponderante il sistema di produzione elettrico a gas, e nello stesso tempo non aver fatto investimenti adeguati per aumentare le capacità di stoccaggio. In presenza di una crisi nelle forniture si può ricorrere ad un taglio verso le centrali per non toccare le famiglie. Questo, però, comporterà un aggravio nei costi dell'energia elettrica.

E’ politicamente sensato dipendere in misura così importante, e crescente, da una simile fonte e da un simile fornitore?
CABRAS: Le scelte fatte in passato creano una situazione di asset produttivi dipendenti dal gas e gli impianti di generazione sono tutti di recente costruzione: un cambiamento si può programmare solo per tempi medio-lunghi. In questa prospettiva sarebbe saggio diversificare le fonti.
SAGLIA: Una simile dipendenza non è sensata. Intendiamoci: Gazprom e Sonatrach sono interlocutori da sempre affidabili sul piano commerciale. Ma l’influenza che avrà la nuova politica dei due Paesi sui propri campioni nazionali è un capitolo che interroga il Terzo Millennio.

Allora su quali fonti deve puntare il nostro Paese?
SAGLIA: Bisogna insistere con il carbone pulito, assicurando ai cittadini una corretta informazione, e realizzare i terminali di Gnl per aumentare la platea dei Paesi fornitori. Inoltre bisogna guardare con realismo e senza preconcetti al nucleare di nuova generazione. Infine, non escluderei neppure una ripresa dell’upstream nazionale superando i veti ambientali, ad esempio, per l’estrazione di gas nell’Alto Adriatico, un tesoro da 35 miliardi di metri cubi.
CABRAS: Nel breve periodo sul gas e il carbone con tecnologia pulita. Nel medio occorre ripensare al nucleare, con priorità per i siti delle scorie, che, con il progresso della tecnologia, sono l'unico problema.

Dunque il discorso dell’energia atomica può essere riaperto anche in Italia?
CABRAS: Personalmente credo che siano cambiate molte cose dai tempi del referendum che determinò l'uscita dal nucleare in Italia. Il tempo trascorso preclude alcune vie, ma non impedisce la messa in campo di nuove opportunità che possono maturare, nei tempi medi, nell'ambito degli impianti di nuova generazione.
SAGLIA: Se la politica fosse più responsabile dovrebbe accadere.
Il resto del faccia a faccia si può leggere qui.

Chi è interessato alla travagliata storia dei rapporti del Pci-Pds-Ds con l'energia atomica può leggere il mio articolo Dal nucleare a Pecoraro Scanio: la triste parabola del Pci.

Sullo stesso argomento:
L'asse Russia-Iran e il vero prezzo del gas

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