L'impegno del governo Prodi per aumentare la denatalità

Tra i tanti problemi che ha l'Italia, uno, in prospettiva, appare più grave degli altri: l'allarme demografico. Le donne italiane hanno smesso di fare figli. I numeri sono noti: ognuna di loro, in media, fa 1,28 figli. Per mantenere stabile la popolazione italiana, ogni donna dovrebbe averne 2,1. Ai valori attuali, tempo che una generazione si sostituisca all’altra, al posto di venti individui adulti (dieci donne con i relativi partner) ne resteranno sì e no tredici. I motivi sono tanti, ma quello economico ha senza dubbio il suo peso: i figli costano. Siccome un Paese cresce e prospera solo se fa figli (scoccia ricordarlo, ma tra cent'anni saremo tutti morti, e se non lasciamo nessuno al nostro posto è morto anche questo Paese), dovrebbe interesse del governo fare il possibile perché ciò non accada. Dovrebbe.

Diceva il programma di governo dell'Unione a pagina 174:
«Puntiamo a innovare l’intervento pubblico in modo che le risorse messe a disposizione dal governo centrale (...) realizzino la massima efficacia possibile nel sostenere i redditi personali e familiari».
E a pagina 177:
«Proponiamo l'unificazione degli attuali strumenti monetari di sostegno alle famiglie – assegni al nucleo familiare e deduzioni Irpef per figli a carico – in una dote di reddito per il bambino che prende il nome di “Assegno per il sostegno delle responsabilità familiari” e fornisce, indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori, una integrazione di reddito più consistente dell’attuale e crescente in funzione della numerosità del nucleo familiare».
Ancora adesso, Rosy Bindi, sedicente ministro alle Politiche per la Famiglia, va in giro a dire:
«Con questa manovra non solo è aumentato l'importo degli assegni familiari, ma si è estesa tale prestazione a chi prima non ne beneficiava, per età dei figli a carico - nelle famiglie numerose - o per reddito».
La verità la riporta oggi il Sole 24 Ore. Non solo il combinato disposto dei nuovi meccanismi e delle addizionali Irpef fa pagare più tasse a tutte le famiglie. Ma, quel che è peggio, maggiore è il numero dei figli, più forte è la stangata.
«L’effetto combinato dei nuovi meccanismi di calcolo dell’imposta, che con l’ultima Finanziaria hanno sostituito le deduzioni per carichi familiari con le detrazioni, e delle scelte locali è mostrato nella tabella qui sotto, che mette a confronto il prelievo locale 2007 (l’acconto verrà pagato a marzo, il saldo nel 2008) con quello dell’anno scorso in tutti i capoluoghi di Provincia.

Da questa foresta di numeri si possono trarre alcune regole generali. La prima: i rincari riguardano tutti i contribuenti, ma crescono per le famiglie numerose. Con coniuge e un figlio a carico, infatti, il rincaro medio rispetto all’anno scorso oscilla tra i 106 euro (per chi ha un reddito di 20mila euro) e i 124 (40mila euro di reddito), ma se i figli a carico diventano tre l’aumento spicca il volo e sfiora i 190 euro. (...)

Il compito di correggere le storture legate all’abbandono delle deduzioni nel nuovo disegno fiscale varato con la Finanziaria è stato affidato agli assegni familiari, ma se si abbraccia nel calcolo anche questa variabile (ovviamente insieme all’Irpef nazionale e alle detrazioni) si nota che l’impresa non è riuscita».
La tabella e l'articolo del Sole 24 Ore si possono leggere qui. Con tante grazie a chi ci governa.

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