Pacifisti in svendita

Aula del Senato. Dibattito odierno sulla politica estera italiana. Parla Fosco Giannini, pacifista, uno dei "dissidenti" di Rifondazione Comunista. Dice:
Chi ricorda il motivo per cui fu attaccato l'Afghanistan? Dopo le Torri gemelle si doveva catturare Bin Laden, non dichiarare guerra all'Afghanistan. Ebbene, mi chiedo: perché per catturare un uomo occorre strutturare una guerra di così una lunga durata (sino al 2011, ministro Parisi?), perché si deve distruggere un intero Paese, affamare un popolo, perché si devono ammazzare oltre 200.000 afghani, di cui l'80 per cento civili? E mi chiedo ancora: i Governi italiani sono oggettivamente complici di questo genocidio?

È del tutto evidente che i giganteschi B-52, che per la loro grandezza oscurano i piccoli villaggi dei pastori afghani, prima di seminare la distruzione e la morte non sono in Afghanistan per cercare Bin Laden. Sono lì per garantire la penetrazione americana in quella Regione. Sono lì per il controllo delle vie del petrolio. Sono lì per estendere la presenza della NATO e la presenza militare americana nel cuore dell'Asia, ai confini del Pakistan e dell'Iran, soprattutto ai confini della Cina, avversaria strategica e storica degli USA.

È la guerra «infinita e permanente» che si estende e prende corpo! Mi chiedo: il Governo italiano non è complice - restando militarmente in Afghanistan - di questo sciagurato progetto USA di guerra «infinita e permanente»? Non aiuterebbe invece con una uscita strategica dall'Afghanistan la distensione internazionale, lo stesso partito democratico americano, lo stesso movimento per la pace americano?

Avverto da tempo che questo Governo che dovrei sostenere non riesce a liberarsi dalla subordinazione agli USA, alla NATO, all'Unione Europea, al nefasto Patto di stabilità, al Vaticano, alla Confindustria e ai poteri economici forti italiani.

Da 15 anni il capitalismo italiano registra i più alti picchi di profitto della storia della Repubblica. Da altrettanti anni sono bloccati i salari, gli stipendi dei lavoratori e le pensioni. Anche con il governo Prodi non si riesce a ridurre la miserie di massa e il disagio sociale. E mentre si innalzano a dismisura le spese militari si mettono i ticket sul pronto soccorso.
Ecco, da uno che ha detto cose così, il minimo che ti aspetti è, se non l'astensione, che al Senato vale come un voto negativo, almeno l'uscita dall'aula. E invece no. Prosegue Giannini:
Sono un dissidente e dovrei votare contro il governo Prodi. Tuttavia da tutta la mia vita è dalla destra che soprattutto dissento tenacemente e non posso regalare il Governo a questa destra italiana, pericolosa e dal carattere eversivo, antioperaia e antidemocratica. È una scelta, questa mia, sofferta, difficile. Voterò ancora a favore di questo Governo che quasi nulla ha di alternativa sociale e politica.

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