Quando la sinistra dà i soldi (nostri) agli ultrà

di Fausto Carioti

Ora che nello stadio c’è scappato il morto, a sinistra predicano benissimo: tutti impegnati a difendere i poliziotti, mentre il governo Prodi vieta alle società di «avere rapporti commerciali, di lavoro o anche solo di pubbliche relazioni con i gruppi di tifosi organizzati». Sino ad oggi, però, molti di loro hanno razzolato nel peggiore dei modi. Hanno fatto, con i soldi pubblici, quello che adesso vietano ai privati di fare: tra i foraggiatori degli ultras più violenti, infatti, ci sono alcune delle principali amministrazioni uliviste, che non si sono fatte problemi a mettere le tifoserie estreme a libro paga, arrivando a finanziare la creazione di siti internet in cui gli agenti di polizia - pardon: gli “sbirri” - sono definiti «stronzi» e «fascisti».

Un esempio di queste sinergie virtuose tra elettori ed eletti di sinistra si trova all’indirizzo www.footballfansunited.org. È un sito realizzato dall’associazione Noi Ultras. Siamo nel cuore del movimento antiglobalizzazione: Noi Ultras è uno dei tanti “marchi” che fanno capo al più grande centro sociale del Nord Est, il Rivolta di Marghera. La sede è negli stessi uffici del Rivolta, nel fabbricato di via Fratelli Bandiera 45 che fu acquistato dalla prima giunta ulivista di Massimo Cacciari nel ’99 al prezzo di un miliardo e 700 milioni di lire (Iva esclusa) e poi ceduto dalla giunta di Paolo Costa ai no global di Luca Casarini (che tanto già lo occupavano) in cambio di un affitto simbolico pari a 5.164 euro l’anno.

Il ristorante del Rivolta si chiama “Lo sbirro morto”, e gli “sbirri” la fanno da protagonisti anche sul sito degli ultras. Per capire il livello, basta leggere il pezzo forte di Football Fans United, il “reportage” di un teppista in trasferta specializzato in descrizioni minimaliste: «Quella poliziotta doveva avere problemi di convivenza sessuale con il marito. Perché era acida come una pisciata alcolica. (...). Impugnava la radiolina come se fosse un vibratore guasto. (…) Mi ripetevo: “Ma vedi tu se a trent’anni mi tocca chiedere ad una stronza se per piacere posso andare a farmi una pisciata”».

Quelli di Noi Ultras hanno partecipato agli scontri del G8 di Genova, e nel sito rivendicano la continuità “ideologica” tra le violenze di piazza Alimonda e ciò che fanno ogni fine settimana negli stadi. Il loro “messaggio” è semplice e chiaro: i veri delinquenti sono quei fascisti dei poliziotti. Tutti, senza eccezioni: «Non bisogna commettere l’errore di gettare la croce solo addosso a pochi uomini, pur di vaccinare il restante apparato dell’ordine pubblico. Il male è più radicato e virulento di quanto si possa pensare. Affonda nella cultura fascista, che storicamente ha caratterizzato vertici ed esecutori della forza pubblica». Fino al delirio: «Dal 1979, quasi un terzo delle vite stroncate prima durante e dopo le partite di calcio sono da ricondurre alle responsabilità oggettive delle forze dell’ordine. Morti bianche, sangue rosso. Come quello versato a Genova».

Farsi pagare per insultare gli agenti e pubblicare su Internet quello che passa loro per la testa: i ragazzi tutti curva e centro sociale hanno scoperto il paese di Bengodi. Per scrivere che i poliziotti sono stronzi, fascisti e assassini, quelli di Noi Ultras hanno incassato 53.429 euro, generosamente messi a disposizione dalla giunta Costa nel 2002. Un quarto a carico diretto dei contribuenti veneziani, il resto coperto dalla Commissione europea. Il loro progetto, come ha spiegato (senza arrossire né mettersi a ridere, riferiscono i presenti) il vicesindaco ds Michele Mognato rispondendo all’interrogazione del capogruppo di An Raffaele Speranzon, è meritevole di finanziamenti pubblici perché rappresenta uno «strumento di educazione informale ad uno spirito di solidarietà e ad un approccio costruttivo al conflitto».

Con il ritorno di Cacciari alla guida del comune l’andazzo non è cambiato: nel 2005 la sua giunta ha girato 4.000 euro agli ultras del Rivolta, e altri 4.500 gliene ha assegnati lo scorso anno. Ufficialmente, quei soldi sono serviti per realizzare un torneo di calcetto equo e solidale. Altri, quelli che hanno un lavoro e magari pagano le tasse, avrebbero messo mano al portafogli e il torneuccio con gli amichetti se lo sarebbero pagato da soli, ma gli amici di Casarini hanno capito da tempo che la mano è meglio infilarla nel portafogli altrui.

Dal sito degli ultras del Rivolta, come da molti altri indirizzi web che fanno capo ai tifosi di estrema sinistra, è possibile scaricare il “Manualetto per la sopravvivenza del tifoso”, in realtà una lunga serie di invettive contro i provvedimenti adottati dal governo Berlusconi per prevenire e reprimere la violenza negli stadi (gli stessi provvedimenti che adesso il governo Prodi sta cercando di far rispettare). È stato creato dall’associazione Progetto Ultrà, anch’essa espressione delle curve di sinistra, nata nel 1996 e finanziata su decisione della giunta (a guida ds) dell’Emilia-Romagna, che ha attinto ai soliti finanziamenti della Commissione europea. «Negli anni», si legge in un rapporto pubblico del Sisde, la struttura di coordinamento Progetto Ultrà «si è contraddistinta soprattutto per aver organizzato manifestazioni di protesta contro le leggi promulgate per arginare la violenza nel mondo del calcio». Sul sito di Progetto Ultrà è possibile leggere “testimonianze” come quella del tifoso irpino che spiega cosa fare quando ti trovi allo stadio senza biglietto: «Dopo aver sfondato un cancello gli sbirri intimoriti ci fanno entrare senza opporre resistenza». Costo affrontato per avviare l’intero progetto e mettere online simili perle: 550 milioni di lire, 220 dei quali a carico della Regione Emilia-Romagna.

© Libero. Pubblicato il 7 febbraio 2007.

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