Ma Prodi deve aspettare Placido Domingo

Difficile trovare aggettivi. Raccontiamo i fatti. Uscendo dal colloquio con il presidente della Repubblica sabato 24 febbraio, Romano Prodi aveva detto: «Mi presenterò alle Camere per il voto di fiducia nei tempi più rapidi possibili». Si parlava di martedì al Senato e mercoledì alla Camera.

Ma la prima delle due votazioni, quella del Senato, si avrà solo giovedì primo marzo. Come mai tutta questa attesa, quando è nell'interesse di Prodi mettere fine il prima possibile alla figura atroce che sta rimediando il suo governo?

Per capirlo occorre andare a pescare dalle agenzie la dichiarazione di una familiare di Rita Levi Montalcini, la quale ha informato il governo e il Paese che la senatrice a vita «è partita con un collaboratore per Dubai dove ha un impegno, rientrerà mercoledì».

Già il fatto che la soluzione di una crisi di governo di uno dei Paesi più avanzati del mondo debba attendere il ritorno di un semplice parlamentare dall'estero ha del ridicolo. Ma non fa che confermare, per l'ennesima volta, che il governo Prodi è un morto che cammina, e che continua a essere dipendente dallo stato di salute (e dall'agenda degli impegni) dei senatori a vita.

Il lato divertente si scopre andando a guardare il programma di "Education without borders 2007", l'"impegno" che trattiene la Montalcini a Dubai e sta tenendo bloccata la crisi di governo italiana. Si scopre che esso dura tre giorni - da domenica 25 a martedì 27 febbraio - e che l'intervento ufficiale della Montalcini (la quale, come visto, tornerà mercoledì) si è già svolto domenica, il primo giorno. Nei giorni seguenti il suo nome non compare più tra i relatori.

Quindi Prodi non deve aspettare solo che la senatrice a vita abbia parlato al prestigioso convegno internazionale (evidentemente ritenuto più importante della soluzione della crisi di governo), ma anche che ella abbia seguito sino all'ultimo minuto l'intero svolgimento del programma. Il pezzo forte di oggi, lunedì, ad esempio, è "Arabian Desert Evening", il concerto di Placido Domingo accompagnato dal soprano Kallen Esperian e dalla Orchesta nazionale sinfonica siriana. Palazzo Madama può attendere.

Prodi, ovviamente, abbozza e tace. Non può permettersi di alzare la cornetta e chiedere alla Levi Montalcini di perdersi il concerto di Placido Domingo. Lui non ha alcun potere su di lei. Ma lei ha nelle sue mani la sopravvivenza politica di lui. E questa è la migliore risposta a chi vuole farci credere che il mercato della vacche di questi giorni abbia rilanciato l'azione politica dell'Unione e reso l'esecutivo più forte.

Update. La conferenza dei capigruppo è riuscita a far fissare la votazione al Senato per mercoledì sera. A senatrice Montalcini appena tornata, ovviamente.

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