La sinistra già affonda sui Dico. E indovinate a chi dà la colpa

Dunque, alla fine, la sinistra ha trovato il colpevole. Il responsabile di tutto il casino che si è creato sui Dico è Silvio Berlusconi, il quale, «in ginocchio da Ruini», rifiuta di prestare al governo i voti di Forza Italia. L'Unità, in prima pagina, oggi mette nero su bianco quello che tanti parlamentari dell'Unione dicono da quando il governo ha varato il disegno di legge e Clemente Mastella - politicamente parlando - ha mostrato a Prodi il dito medio: spetta a Berlusconi tirarli fuori dai guai, e se non lo fa è un finto laico.

Ricapitoliamo, perché sennò non si capisce bene a quale livello di presunzione e disperazione siano arrivati dentro l'Unione. La coalizione di centrosinistra ha vinto le elezioni per un pugno di voti. Elezione contestata, ma probabilmente (che non è sinonimo di "sicuramente") vinta in modo legittimo. La maggioranza parlamentare che ne è uscita fuori non è comunque in grado di governare, dato che vive sotto il ricatto perenne di ogni singolo senatore che la compone. Berlusconi, all'indomani delle elezioni, ha offerto alla sinistra un patto per un governo di larghe intese. Mossa paracula e tutt'altro che disinteressata, certo: sarebbe stata la morte politica di Prodi. Però l'ha fatta, e ha fatto bene, perché ha messo l'Unione dinanzi alle sue responsabilità. L'Unione, sdegnata, ha rifiutato: siamo autosufficienti, governeremo senza problemi per cinque anni, è stata la risposta di Prodi.

Subito dopo sono state elette le alte cariche istituzionali: presidenza della Repubblica, del Senato e della Camera. L'Unione, vista la maggioranza ridicola di cui disponeva, avrebbe potuto trattare almeno su una di esse, come chiedeva Berlusconi. Ha scelto di sbattere la porta in faccia al leader dell'opposizione: nessuna intesa, non abbiamo alcun interesse a trattare con voi. Così sono andati alla prova di forza e, siccome non erano ancora sfasciati come sono adesso, l'hanno spuntata. E ora abbiamo il primo postcomunista sul Quirinale; abbiamo Franco Marini, eletto per un pugno di vosti, alla presidenza di palazzo Madama; abbiamo Fausto Bertinotti alla presidenza di Montecitorio. Per la Cdl, manco le briciole del piatto.

Poi si è andati alla spartizione della Rai. Anche qui, solita storia: ulivizzato il Tg1 (mai di sinistra come di questi tempi), occupate tutte le caselle occupabili. Nessuna nomina bipartisan, manco lo straccio di un'intesa su una qualunque casella.

Quindi c'è stata la votazione della Finanziaria. Che Prodi ha voluto blindare con ripetute mozioni di fiducia. Ancora una volta, porta in faccia a qualunque ipotesi di dialogo parlamentare con il centrodestra.

Ora è la volta dei cosiddetti Dico. Anche qui, le strade a disposizione erano diverse. La sinistra avrebbe potuto presentare una proposta di legge d'iniziativa parlamentare, che l'avrebbe caratterizzata subito come un documento "laico" sul serio, sul quale confrontarsi apertamente con l'opposizione, come chiedevano anche tanti deputati e senatori dell'Unione. Comunisti, rifondaroli e verdi, però, sapevano benissimo che in questo modo si sarebbero trovati minoranza. E hanno chiesto a Prodi che il documento recasse impresso il marchio di palazzo Chigi, nella consapevolezza che questo lo rendesse più vincolante per i parlamentari del centrosinistra. Ottenendo così un disegno di legge d'iniziativa governativa, cioè un provvedimento che caratterizza politicamente l'intera maggioranza e l'esecutivo che ne è espressione. Il risultato pratico, come si è visto, è che da soli non hanno i numeri per approvarlo, e sono costretti a bussare con il piattino in mano alla porta del centrodestra.

A questo punto, dopo aver visto tutto ciò, un paio di domande: ma con quale faccia, dopo aver rifiutato ogni tentativo di dialogo su ogni tema possibile, dopo essere andati deliberatamente al muro contro muro su ogni singolo argomento, dopo aver proclamato ai microfoni di tutti i telegiornali la loro autosufficienza, pretendono oggi che il leader della Cdl li tiri fuori dal casino nel quale loro stessi hanno scelto d'infilarsi? Quale concetto hanno del proprio pudore se riescono a prendersela con Berlusconi perché non vota un disegno di legge del governo Prodi?

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