Ratzinger e l'evoluzione dell'Islam, seconda puntata
La notizia dell'incontro a porte chiuse tra Joseph Ratzinger e i suoi allievi teologi sui rapporti tra Islam, democrazia e modernità, avvenuto a Castel Gandolfo e trattato per la prima volta in Italia qui, su questo blog il 18 gennaio scorso, è stata ripresa e analizzata da par suo da Sandro Magister, vaticanista dell'Espresso, nel suo sito. Chi ha letto la vicenda qui non può perdersi gli sviluppi raccontati da Magister. Gli altri, hanno tutto il tempo per recuperare.
Importante non è tanto il primo articolo di Magister sulla vicenda, scritto il 23 gennaio, dove, come fatto su questo blog, ci si limita a riportare il testo dell'importante intervista rilasciata il 5 gennaio scorso al programma radiofonico Hugh Hewitt Show da Padre Joseph Fessio, teologo amico e allievo di Ratzinger. Intervista nella quale Fessio, presente all'incontro di Castel Gandolfo, riportava così le parole pessimistiche di Benedetto XVI sull'evoluzione dell'Islam: «Spiegò che nella tradizione islamica Dio ha dato la Sua parola a Maometto, ma è una parola eterna. Non è la parola di Maometto. E' qui per l'eternità così com'è. Non vi è possibilità di adattarla o interpretarla, mentre nel Cristianesimo e nell'Ebraismo il processo è completamente differente, perché Dio ha lavorato attraverso le Sue creature».
Importante è il secondo articolo di Magister, "Castelgandolfo rivisitato. I gesuiti accorrono in difesa del papa", pubblicato il 26 gennaio, dove si dà conto del "pentimento" di Padre Fessio. Copio e incollo le "nuove" parole di Fessio così come riportate da Magister:
«In una lettera del 20 gennaio a “The Washington Times” e in un messaggio del 23 gennaio a www.chiesa, padre Fessio ammette di aver “riferito male ciò che il Santo Padre effettivamente disse”. [...] E spiega: “La più importante chiarificazione [che intendo fare] è che il Santo Padre non ha detto, né io ho detto, che ‘l’islam è incapace di riforma’. [...] Ho fatto un serio errore di precisione quando ho detto che il Corano ‘non può essere adattato o applicato’ e che ‘non c’è possibilità di adattarlo o interpretarlo’. Questo è certamente ciò che il Santo Padre non ha detto. Sicuramente il Corano può essere ed è stato interpretato e applicato. Ho fatto una sintesi (troppo) sbrigativa della distinzione che il Santo Padre ha fatto tra il dinamismo interiore del Corano come testo divino consegnato come tale a Maometto, e quello della Bibbia che è sia parola di Dio sia parola di uomini ispirati da Dio, dentro una comunità che contiene interpreti autorizzati divinamente nominati (i vescovi in comunione col papa)”. Padre Fessio aggiunge d’essere incorso anche in incomprensioni di linguaggio: “L’incontro del Santo Padre con i suoi ex allievi era informale. L’introduzione e la discussione erano in tedesco e il Santo Padre non parlava su un testo preparato. Il mio tedesco è passabile, ma non interamente affidabile. I miei successivi commenti in un’intervista radiofonica in diretta furono estemporanei. Penso di aver parafrasato il Santo Padre con una complessiva fedeltà, ma l’aver riferito da parte mia ciò che egli disse è stata una mancanza di discrezione, e le mie parafrasi improvvisate in un’altra lingua non dovrebbero essere usate per una accurata esegesi del pensiero del Santo Padre”. Insomma: “Vorrei che siano rimesse le cose al giusto posto e che sia evitata una difficoltà non necessaria al Santo Padre. La verità è sempre cruciale, ma specialmente qui dove la posta in gioco è così alta. Sono dispiaciuto di aver oscurato la verità con i miei non chiari commenti”».
Suona proprio come una retromarcia. Ma dal sapore forse più "politico" che teologico. Padre Fessio si batte infatti il petto per avere riportato «indiscrezioni» di quello che era e doveva restare un «incontro informale», vale a dire riservato, rischiando così di causare «una difficoltà non necessaria al Santo Padre». Ammette poi, di fatto, che sull'argomento Islam la Chiesa cerca di usare tutte le prudenze possibili, perché «la posta in gioco è così alta». Insomma, l'impressione (niente di più, niente di meno, in mancanza di altri elementi) che Padre Fessio sia tornato sui suoi passi dopo aver ricevuto la prevedibile lavata di testa da parte delle gerarchie vaticane è forte.
"Ratzinger pessimista sull'evoluzione dell'Islam", di A Conservative Mind
"Islam e democrazia si sono incontrati in segreto a Castelgandolfo", di Sandro Magister
"Castelgandolfo rivisitato. I gesuiti accorrono in difesa del papa", di Sandro Magister
Importante non è tanto il primo articolo di Magister sulla vicenda, scritto il 23 gennaio, dove, come fatto su questo blog, ci si limita a riportare il testo dell'importante intervista rilasciata il 5 gennaio scorso al programma radiofonico Hugh Hewitt Show da Padre Joseph Fessio, teologo amico e allievo di Ratzinger. Intervista nella quale Fessio, presente all'incontro di Castel Gandolfo, riportava così le parole pessimistiche di Benedetto XVI sull'evoluzione dell'Islam: «Spiegò che nella tradizione islamica Dio ha dato la Sua parola a Maometto, ma è una parola eterna. Non è la parola di Maometto. E' qui per l'eternità così com'è. Non vi è possibilità di adattarla o interpretarla, mentre nel Cristianesimo e nell'Ebraismo il processo è completamente differente, perché Dio ha lavorato attraverso le Sue creature».
Importante è il secondo articolo di Magister, "Castelgandolfo rivisitato. I gesuiti accorrono in difesa del papa", pubblicato il 26 gennaio, dove si dà conto del "pentimento" di Padre Fessio. Copio e incollo le "nuove" parole di Fessio così come riportate da Magister:
«In una lettera del 20 gennaio a “The Washington Times” e in un messaggio del 23 gennaio a www.chiesa, padre Fessio ammette di aver “riferito male ciò che il Santo Padre effettivamente disse”. [...] E spiega: “La più importante chiarificazione [che intendo fare] è che il Santo Padre non ha detto, né io ho detto, che ‘l’islam è incapace di riforma’. [...] Ho fatto un serio errore di precisione quando ho detto che il Corano ‘non può essere adattato o applicato’ e che ‘non c’è possibilità di adattarlo o interpretarlo’. Questo è certamente ciò che il Santo Padre non ha detto. Sicuramente il Corano può essere ed è stato interpretato e applicato. Ho fatto una sintesi (troppo) sbrigativa della distinzione che il Santo Padre ha fatto tra il dinamismo interiore del Corano come testo divino consegnato come tale a Maometto, e quello della Bibbia che è sia parola di Dio sia parola di uomini ispirati da Dio, dentro una comunità che contiene interpreti autorizzati divinamente nominati (i vescovi in comunione col papa)”. Padre Fessio aggiunge d’essere incorso anche in incomprensioni di linguaggio: “L’incontro del Santo Padre con i suoi ex allievi era informale. L’introduzione e la discussione erano in tedesco e il Santo Padre non parlava su un testo preparato. Il mio tedesco è passabile, ma non interamente affidabile. I miei successivi commenti in un’intervista radiofonica in diretta furono estemporanei. Penso di aver parafrasato il Santo Padre con una complessiva fedeltà, ma l’aver riferito da parte mia ciò che egli disse è stata una mancanza di discrezione, e le mie parafrasi improvvisate in un’altra lingua non dovrebbero essere usate per una accurata esegesi del pensiero del Santo Padre”. Insomma: “Vorrei che siano rimesse le cose al giusto posto e che sia evitata una difficoltà non necessaria al Santo Padre. La verità è sempre cruciale, ma specialmente qui dove la posta in gioco è così alta. Sono dispiaciuto di aver oscurato la verità con i miei non chiari commenti”».
Suona proprio come una retromarcia. Ma dal sapore forse più "politico" che teologico. Padre Fessio si batte infatti il petto per avere riportato «indiscrezioni» di quello che era e doveva restare un «incontro informale», vale a dire riservato, rischiando così di causare «una difficoltà non necessaria al Santo Padre». Ammette poi, di fatto, che sull'argomento Islam la Chiesa cerca di usare tutte le prudenze possibili, perché «la posta in gioco è così alta». Insomma, l'impressione (niente di più, niente di meno, in mancanza di altri elementi) che Padre Fessio sia tornato sui suoi passi dopo aver ricevuto la prevedibile lavata di testa da parte delle gerarchie vaticane è forte.
"Ratzinger pessimista sull'evoluzione dell'Islam", di A Conservative Mind
"Islam e democrazia si sono incontrati in segreto a Castelgandolfo", di Sandro Magister
"Castelgandolfo rivisitato. I gesuiti accorrono in difesa del papa", di Sandro Magister