Katrina e i neri abbandonati: smascherata la bugia della sinistra

A sinistra ci hanno inzuppato il biscotto per settimane. C'è da capirli: era la realizzazione dei loro "wet dreams", la prova provata che gli Stati Uniti (specie ora che sono governati da quel nazistone di George W. Bush) sono brutti, sporchi, cattivi e soprattutto razzisti, perché a New Orleans fanno morire i poveri uomini e donne di colore sotto le acque dell'uragano, ritenendo inutile darsi troppo da fare con i soccorsi per salvarli. Su questo sogno degli antiamericani con bava alla bocca incorporata, alimentato dai piagnistei di alcune organizzazioni radicali dei neri americani e dal solito coro di idiotarians d'Oltreoceano, qui in Italia si è esibita una produzione giornalistica imponente. Repubblica per tenere in piedi il teorema ha usato come fonte (scusate se rido) Michael Moore (non a caso vincitore incontrastato dell'Idiotarian Award 2004), che diceva ai lettori del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari: «La Casa Bianca li ha abbandonati perché sono neri». Poi pubblicava in prima pagina l'editoriale del bravo liberal di turno che denunciava «la scandalosa negligenza nei riguardi dei neri poveri». Liberazione, il quotidiano dei rifondaroli, con sprezzo del ridicolo parlava di «una tragedia del neo-liberismo» (come noto gli uragani li ha inventati Adam Smith) e dava la colpa dei morti alla società americana in cui - indovinate - «i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e quindi esposti ai disastri», sino a lodare la fantastica qualità di vita della vicina Cuba, peraltro già pubblicizzata a dovere dall'imponente traffico di esuli americani che sfidano il mare aperto per trovare la libertà a casa di Fidel Castro. Il manifesto intervistava il romanziere Mario Maffi, il quale versava la sua dose di veleno sugli Stati Uniti inventandosi le notizie dal salotto di casa: «Quelli che non sono riusciti a mettersi in salvo, salvo rare eccezioni, hanno tutti la pelle nera. E, se sono bianchi, sono anziani». L'Unità intervistava il bravo giornalista antibushista americano (sai che sforzo trovarne uno) che diceva: «Questo disastro ha colpito soprattutto i neri, i poveri», e ovviamente parlava di «crimini» delle autorità americane. L'elenco potrebbe continuare a lungo.
Ve le siete segnate tutte queste frasi? Le avete lette con attenzione, avete memorizzato le più interessanti? Soprattutto: avete fatto caso che in tutti questi sproloqui non c'è uno straccio di numero, di statistica sul colore della pelle delle vittime dell'uragano? Avete notato che non viene offerta alcuna conferma empirica alla tesi sostenuta da tutti costoro, i quali pretendono semplicemente che la cosa venga accettata come dogma di fede antiamericana?
Bene. Ora andate qui, su Real Clear Politics, che ha appena riportato i dati ufficiali delle vittime causate da Katrina. I corpi recuperati a New Orleans sono 836. Di questi, quelli morti a causa dell'uragano sono 568, e la loro razza è stata identificata. Il 50,9% di questi morti sono neri, il 45,6% sono bianchi. I neri rappresentavano il 67,2% della popolazione di New Orleans, i bianchi il 28%.
Tradotto, vuol dire che, in proporzione, l'uragano ha ucciso assai di più i bianchi che i neri. Molto di più: i neri, che erano oltre due terzi della popolazione, rappresentano - per loro fortuna - solo la metà dei morti. E i bianchi, che erano meno di un terzo degli abitanti della città, sono stati quasi metà delle vittime. L'esatto contrario di quello che hanno voluto farci credere, insomma. Ma nessuno ha interesse a dirlo. Con tanti ringraziamenti alla stampa antiamericana di casa nostra, per il rispetto che continua a mostrare nei confronti della verità.

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