I lettori di Repubblica votano la nuova sinistra: Berlinguer e Pertini

«Nostalgia canaglia», per dirla con gli immortali Albano e Romina. Insomma, ora è ufficiale: ai lettori di Repubblica l'attuale nomenklatura di sinistra fa proprio schifo. Succede che in questi giorni il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari stia autocelebrando, con la modestia del caso, il trentesimo anniversario del suo sbarco in edicola. Lo fa (anche) con una serie di sondaggi, il più importante dei quali chiede agli internauti di Repubblica.it quali sono stati i "protagonisti" della politica italiana in questi ultimi trent'anni.
Avessero posto la stessa domanda a i lettori di un quotidiano di area centrodestra, avrebbe stravinto Berlusconi (giustamente: piaccia o non piaccia, la politica italiana è stato lui a cambiarla, e con lui è nato il bipolarismo), seguito, presumo, da Fini e Bossi, con un bel plebiscito di nostalgici per Almirante. A maggior ragione per il fatto che, prima dell'avvento della seconda Repubblica, è difficile (diciamo pure impossibile) trovare in Italia un leader liberale o conservatore dotato di un appeal appena decente (con tutta la simpatia, Renato Altissimo non era proprio un trascinatore di masse).
Dai lettori di Repubblica.it uno si aspetta innanzitutto che premino la sinistra che in questi trent'anni è andata al governo: Romano Prodi, Massimo D'Alema, Walter Veltroni. Ti aspetti anche parecchi consensi per Carlo Azeglio Ciampi, il presidente saggio che nelle fantacronache di largo Fochetti fa da baluardo democratico al berlusconismo dilagante. Anche perché, come noto, l'età media dei "navigatori" è inferiore a quella dei lettori dei quotidiani, e uno è portato a votare facce che conosce, non fotografie del passato.
E invece no. Al momento in cui scrivo hanno votato oltre 13.ooo "republicones". Stravince, con un terzo dei voti, Enrico Berlinguer. Che poi, detta come va detta, è stato "protagonista" degli ultimi trent'anni per modo di dire, visto che è scomparso nel 1984, 22 anni fa. A seguire (14% dei voti), un partigiano come presidente: Sandro Pertini. Che ricordiamo tutti per la pipa, i mondiali di Spagna e i noiosissimi sermoni sulla resistenza, ma che di certo sulla politica italiana ha inciso poco o niente, per non dire del fatto che anche lui è piuttosto datato. Dietro di loro, il vuoto. Veltroni ha appena il 6% dei voti, D'Alema e Ciampi il 5%. Il povero Prodi, leader dell'Ulivo che ha sconfitto Berlusconi ed è diventato il primo premier a capo di una coalizione di sinistra e ora prova a fare il bis, arranca tra il 4 e il 5%.
Il verdetto è chiaro: la sinistra di un tempo, avvolta nella sua mitologia di purezza, sebbene condannata all'opposizione perenne (o forse proprio per questo) ai lettori/elettori del foglio di Ezio Mauro piace assai più di quella attuale, i cui leader (soprattutto Prodi) giudicano deprimenti. Non resta che inchinarsi al verdetto popolare: se la pensano così, hanno senza dubbio i loro buoni motivi.

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