Un buon motivo per cui Fiat e Confindustria appoggiano Prodi
Il via libera alla cassa integrazione straordinaria in deroga per 850 dipendenti siglata nei giorni scorsi fra governo, Fiat e sindacati «non è la soluzione finale che ci aspettavamo né noi né i sindacati. Per ora abbiamo evitato un disastro immediato, speriamo di risolvere il problema entro fine dicembre». Lo ha sottolineato l'amministratore delegato della Fiat a margine della consegna del premio "Auto Europa 2006" alla Grande Punto.
Marchionne ha anche ribadito che al nuovo governo il Lingotto rinnoverà la richiesta di mobilità lunga. «La proposta - ha spiegato - è stata fatta da noi e dai sindacati in accordo, speriamo che il governo ci creda». Quanto alla proposta dei 12 anni avanzata dal ministro Maroni, Marchionne ha ribadito: «Non è la soluzione. L'abbiamo esaminata, ma non è accettabile né per noi né per i nostri dipendenti né per i sindacati. Tra la nostra proposta e quella fatta dal ministro del Welfare - ha aggiunto - c'è una differenza enorme».
Quanto al futuro, l'ad della Fiat ha concluso «mi auguro una soluzione al problema dell'azienda e che qualcuno si incarichi del futuro dei nostri dipendenti. Come abbiamo fatto noi lo faccia anche il governo». (Agenzia AdnKronos del 7 aprile 2006, tratta da Yahoo Finanza).
Che lo scaricamento dei costi degli esuberi Fiat sulle tasche dei contribuenti sia centrale nei rapporti tra il mondo del Lingotto (con tutto quello che si porta appresso in termini di banche e giornali) e il governo, del resto, qui lo si dice da mesi. Ora come allora, chi vuole saperne di più del modo demenziale con cui i sindacati hanno gestito e continuano a gestire la vicenda degli esuberi Fiat, si legga l'imprescindibile libro di Piero Ichino (giuslavorista e tesserato Cgil): "A che cosa serve il sindacato?".
Marchionne ha anche ribadito che al nuovo governo il Lingotto rinnoverà la richiesta di mobilità lunga. «La proposta - ha spiegato - è stata fatta da noi e dai sindacati in accordo, speriamo che il governo ci creda». Quanto alla proposta dei 12 anni avanzata dal ministro Maroni, Marchionne ha ribadito: «Non è la soluzione. L'abbiamo esaminata, ma non è accettabile né per noi né per i nostri dipendenti né per i sindacati. Tra la nostra proposta e quella fatta dal ministro del Welfare - ha aggiunto - c'è una differenza enorme».
Quanto al futuro, l'ad della Fiat ha concluso «mi auguro una soluzione al problema dell'azienda e che qualcuno si incarichi del futuro dei nostri dipendenti. Come abbiamo fatto noi lo faccia anche il governo». (Agenzia AdnKronos del 7 aprile 2006, tratta da Yahoo Finanza).
Che lo scaricamento dei costi degli esuberi Fiat sulle tasche dei contribuenti sia centrale nei rapporti tra il mondo del Lingotto (con tutto quello che si porta appresso in termini di banche e giornali) e il governo, del resto, qui lo si dice da mesi. Ora come allora, chi vuole saperne di più del modo demenziale con cui i sindacati hanno gestito e continuano a gestire la vicenda degli esuberi Fiat, si legga l'imprescindibile libro di Piero Ichino (giuslavorista e tesserato Cgil): "A che cosa serve il sindacato?".