La lettera di Fassino a Prodi (con relativa traduzione)
Pubblico, con relativa traduzione ad uso dei non addetti al teatrino della politica, il testo della lettera appena inviata da Piero Fassino, segretario dei Ds, a Romano Prodi, leader della coalizione "l'Unione", uscita vincente dalle recenti elezioni. Coalizione della quale i Ds sono il primo partito. La lettera si può consultare anche sul sito degli stessi Ds.
La lettera
"Caro Romano, l’intera nostra coalizione ha condiviso con Te la opportunità che le Presidenze di Camera e Senato abbiano Presidenti che siano espressione della maggioranza di centrosinistra uscita vincente dalle elezioni del 9 – 10 aprile.
In questo contesto il nostro partito, nella sua qualità di principale forza della coalizione, ha avanzato la richiesta di esprimere un proprio esponente per una delle due Assemblee, con preferenza per la candidatura di Massimo D’Alema alla Presidenza della Camera dei Deputati, posto che nel frattempo la Margherita ha avanzato la candidatura di Franco Marini per la Presidenza del Senato.
Tuttavia la decisione – in sé legittima – di Rifondazione Comunista di avanzare una propria candidatura per la Presidenza della Camera sta determinando una condizione di impasse che, se non risolta, rischia di esporre la coalizione di centrosinistra ad una pericolosa, quanto imbarazzante divisione.
A questo punto sta a Te, in quanto Leader della coalizione, assumere una iniziativa che consenta alla nostra alleanza di ritrovare quella coesione e quella solidarietà indispensabili per approdare alle soluzioni politiche e istituzionali auspicate.
Restiamo, dunque, in attesa di Tue proposte che – proprio perchè consapevoli della delicatezza del momento – accoglieremo naturalmente con spirito di unità e solidarietà. Con amicizia, Piero Fassino".
La traduzione
"Caro Romano, se hai le palle, il momento di tirarle fuori è questo. Malgrado tutti i tuoi limiti abbiamo appoggiato e difeso la tua candidatura a premier, in cambio della quale tu ci avevi promesso, tra le altre cose, che una delle tre principali cariche dello Stato sarebbe andata a noi. Analoga promessa avevi fatto alla Margherita, e per noi non c'era alcun problema.
Ora, però, è spuntato Fausto Bertinotti, che non ha nemmeno la metà dei nostri voti, con quelle sue assurde pretese sulla presidenza di Montecitorio. Pretese che rischiano di mandare all'aria ogni nostro accordo. Anche perché tu stai dando a tutti l'impressione di essere uno che prende ordini da Bertinotti. Se così non è (e ci auguriamo per te che così non sia) devi dirlo chiaro e forte. Subito. Anche perché, come forse ti sarai accorto, il tuo non è l'unico nome che gira in questi giorni come possibile premier.
Il fatto che tu, di nascosto a noi, possa avere promesso a Bertinotti la presidenza di quella Camera che avevi promesso anche ai Ds non è cosa che ci riguardi: è una rogna che devi grattarti tu.
A me, qui, di rogne basta e avanza Massimo D'Alema, che non ha alcuna intenzione di restare a bocca asciutta. Altrimenti s'incazza. E quando Massimo s'incazza, sa fare molto male. Come tu stesso certamente ben ricordi.
Un sempre più preoccupato Piero Fassino".
Update di venerdì 21 aprile, h. 21.00.
Constatato che Fassino è un inetto e che Prodi è succube di Bertinotti, D'Alema rinuncia alla candidatura alla presidenza della Camera. Da questo momento c'è un mastino incavolato impegnato ad annusare i polpacci di Prodi e Fassino. Si calmerà solo se avrà il Quirinale.
La lettera
"Caro Romano, l’intera nostra coalizione ha condiviso con Te la opportunità che le Presidenze di Camera e Senato abbiano Presidenti che siano espressione della maggioranza di centrosinistra uscita vincente dalle elezioni del 9 – 10 aprile.
In questo contesto il nostro partito, nella sua qualità di principale forza della coalizione, ha avanzato la richiesta di esprimere un proprio esponente per una delle due Assemblee, con preferenza per la candidatura di Massimo D’Alema alla Presidenza della Camera dei Deputati, posto che nel frattempo la Margherita ha avanzato la candidatura di Franco Marini per la Presidenza del Senato.
Tuttavia la decisione – in sé legittima – di Rifondazione Comunista di avanzare una propria candidatura per la Presidenza della Camera sta determinando una condizione di impasse che, se non risolta, rischia di esporre la coalizione di centrosinistra ad una pericolosa, quanto imbarazzante divisione.
A questo punto sta a Te, in quanto Leader della coalizione, assumere una iniziativa che consenta alla nostra alleanza di ritrovare quella coesione e quella solidarietà indispensabili per approdare alle soluzioni politiche e istituzionali auspicate.
Restiamo, dunque, in attesa di Tue proposte che – proprio perchè consapevoli della delicatezza del momento – accoglieremo naturalmente con spirito di unità e solidarietà. Con amicizia, Piero Fassino".
La traduzione
"Caro Romano, se hai le palle, il momento di tirarle fuori è questo. Malgrado tutti i tuoi limiti abbiamo appoggiato e difeso la tua candidatura a premier, in cambio della quale tu ci avevi promesso, tra le altre cose, che una delle tre principali cariche dello Stato sarebbe andata a noi. Analoga promessa avevi fatto alla Margherita, e per noi non c'era alcun problema.
Ora, però, è spuntato Fausto Bertinotti, che non ha nemmeno la metà dei nostri voti, con quelle sue assurde pretese sulla presidenza di Montecitorio. Pretese che rischiano di mandare all'aria ogni nostro accordo. Anche perché tu stai dando a tutti l'impressione di essere uno che prende ordini da Bertinotti. Se così non è (e ci auguriamo per te che così non sia) devi dirlo chiaro e forte. Subito. Anche perché, come forse ti sarai accorto, il tuo non è l'unico nome che gira in questi giorni come possibile premier.
Il fatto che tu, di nascosto a noi, possa avere promesso a Bertinotti la presidenza di quella Camera che avevi promesso anche ai Ds non è cosa che ci riguardi: è una rogna che devi grattarti tu.
A me, qui, di rogne basta e avanza Massimo D'Alema, che non ha alcuna intenzione di restare a bocca asciutta. Altrimenti s'incazza. E quando Massimo s'incazza, sa fare molto male. Come tu stesso certamente ben ricordi.
Un sempre più preoccupato Piero Fassino".
Update di venerdì 21 aprile, h. 21.00.
Constatato che Fassino è un inetto e che Prodi è succube di Bertinotti, D'Alema rinuncia alla candidatura alla presidenza della Camera. Da questo momento c'è un mastino incavolato impegnato ad annusare i polpacci di Prodi e Fassino. Si calmerà solo se avrà il Quirinale.