Gli islamici in America e il terrorismo: il sondaggio Pew
E' appena stato pubblicato il voluminoso e accurato sondaggio del Pew Research Center di Washington sugli islamici negli Stati Uniti e i loro orientamenti in materia di democrazia, libertà e terrorismo. E' il primo lavoro del genere per completezza d'informazione.
I dati che ne escono sono generalmente migliori di quelli che emergono da analoghi sondaggi condotti tra gli islamici residenti nei Paesi europei (qui materiale sulla Gran Bretagna e un sondaggio condotto in diversi Paesi occidentali dallo stesso Pew), a conferma del fatto che il modello d'integrazione statunitense è semplicemente migliore di quello europeo, che nelle sue diverse varianti nazionali tutto fa tranne che integrare. Ma il fatto che i risultati siano migliori non vuol dire che siano buoni.
Il sondaggio stima in 2,35 milioni l'intera popolazione musulmana degli Stati Uniti, dei quali 1,5 milioni di età pari o superiore ai 18 anni. Due terzi di essi sono nati all'estero, soprattutto nei Paesi arabi, e il 39% è giunto negli Stati Uniti dopo il 1990. La loro divisione in classi di reddito rispecchia la media americana. Il 47% degli individui di questa popolazione pensano a se stessi prima come musulmani che come americani (in Gran Bretagna la percentuale di chi si sente islamico prima che cittadino del proprio Paese è pari a un inquietante 81%, in Spagna al 69%, in Germania al 66% e in Francia al 46%).
Ovviamente, le domande chiave del sondaggio sono quelle che riguardano l'atteggiamento verso il terrorismo islamico. Anche se l'orientamento generale nei confronti di Al Qaeda e degli altri tagliagole è meno allarmante di quello registrato in altri Paesi, è proprio da qui che arrivano le notizie peggiori. Il 5% dei musulmani statunitensi non si fa infatti problemi a dichiararsi "favorevole" all'attività di al Qaeda. E il 5% di 2,35 milioni fa un totale di 117.500 persone, l'equivalente di un esercito. Da notare che il 27% degli interpellati ha preferito non rispondere alla domanda.
Altro elemento preoccupante: le nuove generazioni sono più attratte dall'estremismo e dal terrorismo rispetto ai loro genitori. «Negli Stati Uniti i giovani musulmani sono più inclini degli islamici più anziani a esprimere un forte senso di identità musulmana, e sono anche più inclini a dire che in certe occasioni è quantomeno giustificato condurre attacchi bomba kamikaze in difesa dell'islam». Infatti il 26% dei musulmani tra i 18 e i 29 anni giustifica, almeno in certi casi, l'uso degli attentati terroristici in difesa della propria religione. In generale, gli indicatori sui musulmani americani under 30 sono assai peggiori di quelli della fascia più adulta della popolazione: il 60% dei giovani pensa a se stesso prima come islamico che come musulmano, il 7% dichiara di avere un'opinione favorevole della rete terroristica di Bin Laden.
Non sorprende, infine, il fatto che solo il 40% dei musulmani americani, indipendentemente dalla loro età, si dica convinto che gli attacchi dell'11 settembre sono stati commessi da arabi, mentre il 28% non accetta di prendere atto di questa semplice verità e il 32% si rifiuta di rispondere. Il 61% degli islamici americani, infine, ritiene che il governo dovrebbe intervenire per scoraggiare l'omosessualità: aspirazione condivisa solo dal 38% della media generale degli americani.
Commenta lo studioso islamico egiziano Tawfik Hamid, ex membro dell'organizzazione terroristica Jemaah Islamiya (ne ho scritto qui), sul Wall Street Journal: «Mentre il sondaggio è stato presentato sui media come prova della moderazione dei musulmani americani, i risultati reali dovrebbero portare alla conclusione opposta».
I dati che ne escono sono generalmente migliori di quelli che emergono da analoghi sondaggi condotti tra gli islamici residenti nei Paesi europei (qui materiale sulla Gran Bretagna e un sondaggio condotto in diversi Paesi occidentali dallo stesso Pew), a conferma del fatto che il modello d'integrazione statunitense è semplicemente migliore di quello europeo, che nelle sue diverse varianti nazionali tutto fa tranne che integrare. Ma il fatto che i risultati siano migliori non vuol dire che siano buoni.
Il sondaggio stima in 2,35 milioni l'intera popolazione musulmana degli Stati Uniti, dei quali 1,5 milioni di età pari o superiore ai 18 anni. Due terzi di essi sono nati all'estero, soprattutto nei Paesi arabi, e il 39% è giunto negli Stati Uniti dopo il 1990. La loro divisione in classi di reddito rispecchia la media americana. Il 47% degli individui di questa popolazione pensano a se stessi prima come musulmani che come americani (in Gran Bretagna la percentuale di chi si sente islamico prima che cittadino del proprio Paese è pari a un inquietante 81%, in Spagna al 69%, in Germania al 66% e in Francia al 46%).
Ovviamente, le domande chiave del sondaggio sono quelle che riguardano l'atteggiamento verso il terrorismo islamico. Anche se l'orientamento generale nei confronti di Al Qaeda e degli altri tagliagole è meno allarmante di quello registrato in altri Paesi, è proprio da qui che arrivano le notizie peggiori. Il 5% dei musulmani statunitensi non si fa infatti problemi a dichiararsi "favorevole" all'attività di al Qaeda. E il 5% di 2,35 milioni fa un totale di 117.500 persone, l'equivalente di un esercito. Da notare che il 27% degli interpellati ha preferito non rispondere alla domanda.
Altro elemento preoccupante: le nuove generazioni sono più attratte dall'estremismo e dal terrorismo rispetto ai loro genitori. «Negli Stati Uniti i giovani musulmani sono più inclini degli islamici più anziani a esprimere un forte senso di identità musulmana, e sono anche più inclini a dire che in certe occasioni è quantomeno giustificato condurre attacchi bomba kamikaze in difesa dell'islam». Infatti il 26% dei musulmani tra i 18 e i 29 anni giustifica, almeno in certi casi, l'uso degli attentati terroristici in difesa della propria religione. In generale, gli indicatori sui musulmani americani under 30 sono assai peggiori di quelli della fascia più adulta della popolazione: il 60% dei giovani pensa a se stesso prima come islamico che come musulmano, il 7% dichiara di avere un'opinione favorevole della rete terroristica di Bin Laden.
Non sorprende, infine, il fatto che solo il 40% dei musulmani americani, indipendentemente dalla loro età, si dica convinto che gli attacchi dell'11 settembre sono stati commessi da arabi, mentre il 28% non accetta di prendere atto di questa semplice verità e il 32% si rifiuta di rispondere. Il 61% degli islamici americani, infine, ritiene che il governo dovrebbe intervenire per scoraggiare l'omosessualità: aspirazione condivisa solo dal 38% della media generale degli americani.
Commenta lo studioso islamico egiziano Tawfik Hamid, ex membro dell'organizzazione terroristica Jemaah Islamiya (ne ho scritto qui), sul Wall Street Journal: «Mentre il sondaggio è stato presentato sui media come prova della moderazione dei musulmani americani, i risultati reali dovrebbero portare alla conclusione opposta».