Allons enfants de la patrie

Prepariamoci ad assistere al consueto (ma non per questo meno divertente) kamasutra semantico e politico di chi, a sinistra, cercherà di spiegarci (e soprattutto di spiegare a se stesso) perché la Francia ha detto no al fantastico modello multiculturalista e socialista incarnato da madame Royal. Ultimi sondaggi prima del voto decisivo per l'Eliseo. Nel sondaggio commissionato da Le Monde (splendido grafico interattivo) Nicolas Sarkozy è al 53%, Ségolène Royal al 47% (rilevazione del 4 maggio). Secondo il sondaggio pubblicato da Le Figaro (qui testo integrale), Sarkozy è al 54,5%, la Royal al 45,5% (rilevazione del 3 maggio).

Le prime proiezioni, a urne ancora aperte, confermano: Sarkozy è avanti di 6 punti. E l'affluenza ai seggi è da record.

Post scriptum. Come si vede, in Francia, patria della democrazia progressista e di tutto il resto, i sondaggi vengono svolti e sono consultabili anche nell'imminenza del voto. Mica come in Italia, dove la legge liberticida varata dalla sinistra nel 2000 stabilisce che «nei quindici giorni precedenti la data delle votazioni è vietato rendere pubblici o, comunque, diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori, anche se tali sondaggi sono stati effettuati in un periodo precedente a quello del divieto». Alla faccia della libertà d'informazione.

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