"Tutte le tasse di Prodi & C.": l'introduzione di Renato Brunetta
Il titolo è "Tutte le tasse di Prodi & C.". E' il decimo volume dei Manuali di Conversazione Politica della premiata ditta Libero & Free. In edicola da oggi. Il prezzo è 4 euro. L'assaggino lo trovate qui sotto: l'introduzione scritta da un Renato Brunetta più spumeggiante del solito.
di Renato Brunetta
Sabato 11 novembre. Sono a casa. Un sabato come tanti altri, trascorso a lavorare con la tv in sottofondo che borbotta notizie. Improvvisamente, però, tutto questo viene interrotto da uno tsunami mediatico. Prodi se la prende con gli italiani. “Qui, ormai, siamo in un Paese impazzito, che non pensa più al domani’’. Queste le parole del Professor Romano Prodi, Presidente del Consiglio.
Un altro folle giorno di un governo contro l’Italia e gli italiani. L’ennesimo giorno di un governo ridicolo, che ormai ha perso non solo la rotta, ma anche la bussola e la testa. Ormai è chiaro a tutti: Prodi e compagni si sono incartati. Sì, incartati: sono rimasti vittime delle loro stesse bugie, delle loro strumentalizzazioni, delle loro ideologie, del loro cinismo, della loro stessa fortuna.
Invece che prendere atto che l’economia era in ripresa, che gli italiani pagavano le tasse, che i conti stavano andando a posto, che le riforme del precedente governo cominciavano a funzionare, hanno continuato con il loro ossessivo mantra: siamo al disastro finanziario, il Paese è in bancarotta, la colpa è di Berlusconi e degli evasori fiscali. Servono sangue, sudore e lacrime, che i ricchi piangano.
Prodi e C. si sono, così, infilati in un tunnel buio e senza fine, sempre più lontani dal Paese reale, sempre più lontani dai veri interessi della gente che chiedeva stabilità, e non conflitti inutili, che chiedeva di andare avanti e non la lotta di classe. E l’angoscioso iter di questa Finanziaria ne è lo specchio fedele: tutti contro tutti, a difendere privilegi, corporazioni, poteri forti. Purchè rigorosamente di sinistra.
Un governo che in un momento strategico per l’inversione del ciclo economico europeo, e dunque anche italiano, costruisce una manovra Finanziaria per il 2007 masochisticamente recessiva e dannosa. Un governo che ha improntato una politica economica sfasata rispetto al “mood” e al “sentiment” del Paese. Un Paese che chiedeva sviluppo e speranza. Niente da fare. Partendo dall’assunto che gli italiani sono, per il trio Prodi, Visco e Padoa-Schioppa, evasori fiscali di professione, ladri ai danni dello Stato, il trio predispone una grande vendetta fiscale. Pensare che il 70-80% degli italiani trascorra le proprie giornate architettando triangolazioni per evadere l’Iva, è perverso. Solo chi non ha mai lavorato veramente può avere una visione così distorta e ideologica del proprio Paese.
Un’inutilmente pesante manovra da oltre 40 miliardi di euro, che probabilmente arriverà, con le addizionali, a 45. Il risultato: effetti depressivi sui consumi, sugli investimenti, sui risparmi. Insomma una Finanziaria figlia del livore di Prodi nei confronti di Berlusconi e del suo governo, ma anche degli stessi partiti della sua maggioranza e delle loro basi di consenso. Di giorno in giorno le tasse aumentano, come unica via d’uscita agli infiniti ricatti incrociati di una coalizione senza missione (parole di Ciampi), senza intelligenza, senza cuore. Solo tasse e cattiveria.
Un governo di matti, che giorno dopo giorno afferma, per poi smentire, per poi ancora smentire la smentita. Un governo del “contrordine compagni” continuo. Ma tutto ciò non basta. C’è di peggio. C’è un governo retto da una maggioranza che al suo interno è in eterno conflitto. Così, assistiamo al teatrino di una politica fatta di minacce e provocazioni che mettono quotidianamente non solo a rischio l’esistenza stessa del governo, ma che producono ansia e incertezza. Oggi è un esponente del governo, domani un leader di partito, dopodomani un leader sindacale amico, che al fine di ottenere soldi pubblici da spendere, ricatta il Professor Prodi. Una volta è Mastella, l’altra è Di Pietro, l’altra ancora i comunisti, piuttosto che i verdi.
Le riunioni del Consiglio dei Ministri, poi, immagino siano a dir poco curiose. Chi prima si trova ad approvare, nel collegio di governo, misure che non gli piacciono, che fa? Dopo il voto, sveste il suo ruolo, per scendere in piazza a contestare ciò che poco prima aveva approvato. Come a dire: contrordine compagni, il mio governo ha votato così, ma io la penso in maniera opposta. Bella ignobile riedizione del “di lotta e di governo...”
Un comportamento strano, strano ma non inconsueto per “lor signori”. Ad ogni livello, infatti, si sono alzati dei veri e propri muri. Così i filosofi sindaci, come quello della mia Venezia, non esitano a contestare Prodi manifestando contro la legge Finanziaria. Poi ci sono i sindaci sindacalisti, come quello di Bologna, che sbottano come ai tempi delle più accese battaglie sociali. E così via, spudoratamente.
Larga parte dell’elettorato del sinistra-centro è angosciata per essersi fatta fregare clamorosamente dalle promesse di una campagna elettorale e da un programma, quello dell’Ulivo allargato, che affermava tutto e il contrario di tutto. Un programma dove non si capiva nulla e che consentiva le più diverse interpretazioni. Tutto ciò è accaduto. Tutto e il suo contrario sembra essere, dunque, la filosofia ispiratrice della politica economica del governo Prodi. Una Finanziaria peggio di così non poteva, infatti, nascere. Fin dal suo varo, lo scorso 30 settembre, la manovra per il 2007 ha visto rincorrersi annunci e smentite, modifiche e ripensamenti, correzioni e controproposte su tutto, o quasi, quello che inizialmente era stato scritto. Niente riforme, solo tasse.
Non sanno più cosa fare! Prodi è nel caos più totale. Basta fare alcuni esempi. Emblematico quello relativo alla tassa di successione. Già in campagna elettorale non si capiva nulla. Ognuno diceva la sua. Prodi inizialmente parlava di grandi patrimoni riferendosi alla cifra di 250 mila euro, Bertinotti affermava che erano troppi correggendo il tiro a 180 mila euro. Poi, però, i signori della sinistra hanno cercato una via più vaga indicando in “parecchi milioni” la soglia per il ripristino della tassa di successione. Infine, scopriamo che nel decreto fiscale, la tassa di successione (mascherata sotto il nome di imposta di registro) va a colpire i “grandi patrimoni” di 250 mila euro!! Finché arriva l’annuncio di un emendamento che sposta la franchigia a 1 milione. Aspettate a morire... potrebbe cambiare ancora!!!
Analoga vicenda sui bolli auto. Nessuno ha più capito cosa sta succedendo! Euro 4 o Euro 5. Bollo sì o bollo no. Sembra questo il dilemma shakespiriano della politica ambientale, in materia di trasporti, del governo Prodi. Prima spuntano gli sgravi per le auto meno inquinati, e contemporaneamente maggiori costi per quelle in ritardo rispetto alla normativa europea, vale a dire dalle Euro 0, alle Euro 3. Poi a tre giorni di distanza voilà e i bolli sulle auto Euro 4 e Euro 5 si pagano, come del resto anche le maggiorazioni per le auto più inquinanti. Risultato: siamo diventati esperti di normativa europea sull’inquinamento delle auto, e abbiamo scoperto che dovremmo pagare tutti di più.
Polemiche a non finire anche per gli odiati SUV (Sport Utility Vehicle). Comincia il caos: sarà abbassata la soglia del peso fino a 2.200 chili. No. Sarà innalzata per colpire i più ricchi che vanno in Suv anche all’edicola. No, va cambiato tutto perché non si può ammazzare un settore che tira e ha visto la vendita solo quest’anno, in Italia, di 32.441 pezzi. E via così, di dubbio in dubbio. Come andrà a finire con i gipponi? Non è dato saperlo.
Ridicolo, poi, è il comportamento del governo sui fondi alla ricerca. Il Ministro Mussi, titolare del dicastero per l’università e la ricerca, non ci sta. Si inalbera anche la signora Rita Levi Montalcini, eminente scienziato, ma, soprattutto, senatrice a vita, e per questo determinante, nei confronti del governo per ottenere più fondi per i ricercatori italiani. Prodi è alle corde. Annuncia di aver trovato nuove risorse per gli studiosi italiani e per il rientro dei cervelli costretti a lavorare all’estero. Si salva in corner? No. La smentita è immediata. Secca. E tocca proprio al Ministro Mussi il quale, tristemente, fa notare che quei fondi sbandierati da Prodi, in realtà, erano già stati stanziati. Come dire... un imbroglio. Niente di più, niente di meno che un imbroglio. Povera senatrice Montalcini.
Gli esempi sono tantissimi e le pagine che seguono analizzano con la solita scrupolosità, che contraddistingue questa collana, ogni singola sfaccettatura della Finanziaria per il 2007. Dalle norme sul Tfr, alle nuove nuove (perché sono cambiate due volte) aliquote Irpef. Dalle gravi distorsioni al sistema finanziario create dalla nuova tassazione sul risparmio, alla commedia degli inganni della riduzione del cuneo fiscale. Dal ticket sul pronto soccorso (piccola parentesi: 27 euro rubati a chi con urgenza si reca in ospedale), alla tassa di soggiorno ammazza turismo. Dalla incomprensibile tassa di scopo, al blocco degli investimenti per opere infrastrutturali. Dalla tartassata sulla casa, con la revisione degli estimi catastali, alle misure di polizia fiscale introdotte da Visco per controllare gli scambi commerciali. Dalla revisione degli studi di settore, all’aumento dei contributi per i lavoratori autonomi. Ultimi titoli dei giornali: Ticket più caro (no, meno caro...), ancora giallo sui fondi per la ricerca; lavoro: staffetta giovani anziani; aumenti agli statali, sì ma non ci sono i soldi... E mentre scriviamo i cambiamenti continuano..., non ci stiamo più dietro, aiuto! Ultim’ora: ancora più Irpef; in compenso, spinelli per tutti!!
Cosa avranno mai fatto di male di male gli italiani per meritarsi tutto questo?
Una Finanziaria contro gli italiani, tutti matti, voluta dall’unico sano di mente? Prodi. E pensare che il suo “fattore C” aveva ancora una volta funzionato: l’odiato Berlusconi gli aveva lasciato un Paese in ripresa economica, col record di gettito fiscale, con le riforme più rognose già fatte. Bastava, con onestà ed intelligenza, riconoscerlo e guardare avanti. Ma Prodi non ne è capace. Ha preferito violentare il Paese con inutili medicine. Ha preferito negare l’evidenza, per portare a termine le sue vendette.
Poteva fare una Finanziaria da 15 miliardi di euro, 10 di correzione europea, e 5 di stimolo all’economia. E dedicarsi alle liberalizzazioni e privatizzazioni non costose. Altro che campionato a -26, come la Juventus. Studi l’economia, Prof. Prodi.
Ma ciò voleva dire venir meno al suo livore, al suo cinismo. Evidentemente non ce l’ha fatta. E ha preferito dare retta alla CGIL, ai rifondaroli, alle componenti più radicali della sua maggioranza. Ed è rimasto solo. Ferocemente solo. Con il Paese contro. Con i suoi stessi compagni di governo, contro.
Dopo il danno, anche, la beffa del giudizio del Presidente del Consiglio, Romano Prodi, che, come abbiamo sentito, ci considera tutti dei pazzi. Pazzi, forse, ma non scemi. A casa, a casa, mister Prodi, la misura è colma.
PS:... e pensare che questi signori descrivevano Berlusconi & C. come degli incapaci, dei ladri, dei farabutti, dei buoni a nulla, degli impresentabili, la vergogna dell’Italia. E pensare che metà del Paese ci aveva pure creduto. Grazie Prodi, ci hai ridato l’onore...!