"La sinistra è il parassita di Berlusconi". Quando il Manifesto dice il vero

Impossibile non essere d'accordo con Valentino Parlato quando scrive, nel suo editoriale sul Manifesto di oggi, che «se Berlusconi non fosse sopravvissuto al suo mancamento l’Unione sarebbe al disastro, il suo collante si sarebbe sciolto e tutti i suoi componenti, grandi e piccoli, non saprebbero più che strada prendere, che cosa proporre, con chi governare e, soprattutto, governare per cosa».

Ha ragione da vendere quando riconosce che «l'Unione non avendo alcuna idea forte ed essendo composta da componenti rivaleggianti (e con rivalità all'interno di ciascuna componente) trova solo in Berlusconi la ragione del suo stare insieme, peraltro molto litigioso».

Spietatamente lucido quando ammette che «siamo di fronte a un caso di parassitisimo. L’Unione è parassita di Berlusconi e vive sulla paura di un ritorno di Berlusconi».

Il resto lo si può leggere qui.

Post scriptum. Parlato ha ragione anche quando scrive che dentro la Cdl, nel deplorabile caso di una dipartita di Berlusconi, sarebbe scoppiata la rissa sul "che fare". Ma questo in qualche modo è fisiologico. Assai meno normale e più preoccupante (per loro) è ciò che sarebbe avvenuto a sinistra.

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