Manifestazione del 2 dicembre: Celentano e Fazio in soccorso di Prodi
di Fausto Carioti
Adriano Celentano torna sugli schermi del servizio pubblico, e a sinistra già si canta. Difficile, del resto, dare all’Evento un significato diverso dall’ennesima randellata televisiva a Silvio Berlusconi. Il Molleggiato riappare nelle case degli italiani la sera stessa in cui il leader della Casa delle Libertà, alla guida di una folla di contribuenti inferociti, si prende la piazza. E il rischio mediatico, per il governo Prodi, è proprio quello che sabato prossimo qualche milione di telespettatori di troppo si sintonizzi sui telegiornali e si accorga che centinaia di migliaia di persone sono scese per le strade, hanno gridato slogan e innalzato striscioni per dire a Prodi che la sua Finanziaria di classe fa schifo. Urge rimedio, e il telepredicatore di Rockpolitik («uno che ha fatto una trasmissione di quattro puntate, con quindici milioni di spettatori a puntata, per gettare fango su di me», disse di lui Berlusconi) è la soluzione chiavi in mano.
In questo periodo, come si dice in gergo televisivo, Celentano “è in promozione”: ha appena fatto un libro a quattro mani con Mariuccia Ciotta, co-direttore del Manifesto, in cui lei lo definisce sobriamente «un “supereroe” irriducibile ai compromessi, che con la sua macchina ammazzacattivi è riuscito a ridisegnare il piccolo schermo». E l’uscita di un libro prevede che l’autore faccia le sue belle comparsate televisive - solitamente gratis - per pubblicizzarlo. A Fazio, che le scorse settimane ha invitato Celentano (implorato è il termine esatto) a entrare nel suo studio, non pare vero di poterlo piazzare in onda al momento giusto: una gioia condivisa con il direttore di rete Paolo Ruffini.
Così, milioni di telespettatori, alle 20,10 del 2 dicembre, avranno la fantastica opportunità di distogliere la loro attenzione dalle immagini della manifestazione trasmesse dai tg e abbeverarsi alla sapienza del “re degli ignoranti”, tornato per una sera intellettuale di riferimento della sinistra italiana, garanzia di share alto e di calci nel sedere al leader dell’opposizione, al quale Celentano, in nome della par condicio, riuscirà senza dubbio a garantire lo stesso trattamento riservato un anno fa all’allora presidente del Consiglio. Male che vada, i telespettatori che cambieranno canale per sintonizzarsi su casa Fazio compenseranno le immagini antigovernative della piazza romana con i sermoni antiberlusconiani di Celentano. Se poi il direttore di qualche tg troverà il modo di mandare in onda i servizi sulla manifestazione, almeno i più urticanti, dopo le 20,10, il miracolo sarà davvero completo. Un piccolo sforzo per loro, un grande aiuto per Prodi.
© Libero. Pubblicato il 30 novembre 2006.
Adriano Celentano torna sugli schermi del servizio pubblico, e a sinistra già si canta. Difficile, del resto, dare all’Evento un significato diverso dall’ennesima randellata televisiva a Silvio Berlusconi. Il Molleggiato riappare nelle case degli italiani la sera stessa in cui il leader della Casa delle Libertà, alla guida di una folla di contribuenti inferociti, si prende la piazza. E il rischio mediatico, per il governo Prodi, è proprio quello che sabato prossimo qualche milione di telespettatori di troppo si sintonizzi sui telegiornali e si accorga che centinaia di migliaia di persone sono scese per le strade, hanno gridato slogan e innalzato striscioni per dire a Prodi che la sua Finanziaria di classe fa schifo. Urge rimedio, e il telepredicatore di Rockpolitik («uno che ha fatto una trasmissione di quattro puntate, con quindici milioni di spettatori a puntata, per gettare fango su di me», disse di lui Berlusconi) è la soluzione chiavi in mano.
In questo periodo, come si dice in gergo televisivo, Celentano “è in promozione”: ha appena fatto un libro a quattro mani con Mariuccia Ciotta, co-direttore del Manifesto, in cui lei lo definisce sobriamente «un “supereroe” irriducibile ai compromessi, che con la sua macchina ammazzacattivi è riuscito a ridisegnare il piccolo schermo». E l’uscita di un libro prevede che l’autore faccia le sue belle comparsate televisive - solitamente gratis - per pubblicizzarlo. A Fazio, che le scorse settimane ha invitato Celentano (implorato è il termine esatto) a entrare nel suo studio, non pare vero di poterlo piazzare in onda al momento giusto: una gioia condivisa con il direttore di rete Paolo Ruffini.
Così, milioni di telespettatori, alle 20,10 del 2 dicembre, avranno la fantastica opportunità di distogliere la loro attenzione dalle immagini della manifestazione trasmesse dai tg e abbeverarsi alla sapienza del “re degli ignoranti”, tornato per una sera intellettuale di riferimento della sinistra italiana, garanzia di share alto e di calci nel sedere al leader dell’opposizione, al quale Celentano, in nome della par condicio, riuscirà senza dubbio a garantire lo stesso trattamento riservato un anno fa all’allora presidente del Consiglio. Male che vada, i telespettatori che cambieranno canale per sintonizzarsi su casa Fazio compenseranno le immagini antigovernative della piazza romana con i sermoni antiberlusconiani di Celentano. Se poi il direttore di qualche tg troverà il modo di mandare in onda i servizi sulla manifestazione, almeno i più urticanti, dopo le 20,10, il miracolo sarà davvero completo. Un piccolo sforzo per loro, un grande aiuto per Prodi.
© Libero. Pubblicato il 30 novembre 2006.