Prodi cambia strategia della comunicazione. Berlusconi ringrazia
Si può tranquillamente preferire la proposta politica di Romano Prodi a quella di Silvio Berlusconi. Però pare difficilmente contestabile il fatto che i due, sulla scala evolutiva della comunicazione, siano separati da una distanza analoga a quella che passa tra la vongola da spaghetto e l'homo sapiens.
Per spiegarsi meglio. Oggi Prodi ha fatto una grande conferenza stampa (qui tutto il materiale) in cui ha tracciato ai giornalisti il bilancio di questa fase iniziale di governo. Nelle sue intenzioni, deve essere l'inizio della riscossa comunicativa dopo il crollo verticale registrato in tutti i sondaggi, l'avvio di una nuova strategia, destinata a parlare direttamente alla gente. Servono, quindi, concetti semplici, chiari, di facile intuizione. Spiegati in modo che chiunque li possa capire subito. Lasciamo perdere i bofonchiamenti vari, il fatto che abbia abbandonato la conferenza stampa senza salutare né dire alcunché, lasciando basiti gli stessi ministri. Andiamo dritti al materiale "esplicativo" consegnato ai presenti. Il pezzo forte, quello di cui Prodi andava più orgoglioso, è quello che ha chiamato "l'albero del programma". Descriverlo è impossibile. Bisogna vederlo con i propri occhi.
Ottantuno caselle che partono dal riesumato "Sviluppo sostenibile", posto alla radice di tutto, e collegate tra loro da "rami" contorti, la gran parte delle quali appartenenti a tre categorie.
Prima categoria. L'estremamente vago. Vi rientrano, ad esempio: "Riorganizzazione delle competenze del governo"; "Consulenza su innovazione e informatizzazione delle imprese"; "Accesso al capitale di rischio"; "Creazione di sedi confronto con i diversi attori sociali".
Secondo categoria. Il banalmente ovvio. Tipo: "Selettività degli interventi in un quadro di programmazione territoriale", "Attrazione investimenti diretti esteri" o "Partecipazione di imprese italiane a progetti europei".
Terza categoria. L'incomprensibile. Si possono scrivere, in un documento divulgativo destinato (nelle speranze del governo) a essere riprodotto sui giornali, cose come "Sistemi produttivi locali e cluster innovativi" o "Favorire la fornitura di servizi multidisciplinari da professionisti associati"?
(Ovviamente, l'appartenenza a una categoria non esclude l'appartenenza alle altre).
Nel dubbio, stampatevi l'albero del programma. Mettetevelo in tasca. Fatelo vedere al vostro vicino di casa quando siete insieme a lui in ascensore. Domandategli cosa ci ha capito. Se non ci ha capito nulla, appartiene anche lui al lungo elenco degli italiani che secondo Prodi sono "impazziti", incapaci di comprendere la portata delle sue intuizioni.
Per spiegarsi meglio. Oggi Prodi ha fatto una grande conferenza stampa (qui tutto il materiale) in cui ha tracciato ai giornalisti il bilancio di questa fase iniziale di governo. Nelle sue intenzioni, deve essere l'inizio della riscossa comunicativa dopo il crollo verticale registrato in tutti i sondaggi, l'avvio di una nuova strategia, destinata a parlare direttamente alla gente. Servono, quindi, concetti semplici, chiari, di facile intuizione. Spiegati in modo che chiunque li possa capire subito. Lasciamo perdere i bofonchiamenti vari, il fatto che abbia abbandonato la conferenza stampa senza salutare né dire alcunché, lasciando basiti gli stessi ministri. Andiamo dritti al materiale "esplicativo" consegnato ai presenti. Il pezzo forte, quello di cui Prodi andava più orgoglioso, è quello che ha chiamato "l'albero del programma". Descriverlo è impossibile. Bisogna vederlo con i propri occhi.
Ottantuno caselle che partono dal riesumato "Sviluppo sostenibile", posto alla radice di tutto, e collegate tra loro da "rami" contorti, la gran parte delle quali appartenenti a tre categorie.
Prima categoria. L'estremamente vago. Vi rientrano, ad esempio: "Riorganizzazione delle competenze del governo"; "Consulenza su innovazione e informatizzazione delle imprese"; "Accesso al capitale di rischio"; "Creazione di sedi confronto con i diversi attori sociali".
Secondo categoria. Il banalmente ovvio. Tipo: "Selettività degli interventi in un quadro di programmazione territoriale", "Attrazione investimenti diretti esteri" o "Partecipazione di imprese italiane a progetti europei".
Terza categoria. L'incomprensibile. Si possono scrivere, in un documento divulgativo destinato (nelle speranze del governo) a essere riprodotto sui giornali, cose come "Sistemi produttivi locali e cluster innovativi" o "Favorire la fornitura di servizi multidisciplinari da professionisti associati"?
(Ovviamente, l'appartenenza a una categoria non esclude l'appartenenza alle altre).
Nel dubbio, stampatevi l'albero del programma. Mettetevelo in tasca. Fatelo vedere al vostro vicino di casa quando siete insieme a lui in ascensore. Domandategli cosa ci ha capito. Se non ci ha capito nulla, appartiene anche lui al lungo elenco degli italiani che secondo Prodi sono "impazziti", incapaci di comprendere la portata delle sue intuizioni.