Vignette danesi, un anno dopo (incluso consiglio per gli acquisti)

Un anno esatto dopo la pubblicazione delle note vignette sul quotidiano danese "Jyllands-Posten" (ne ho scritto qui e qui), come se la passa l'Europa nel suo confronto con l'islam? Un po' peggio di prima, se possibile. Le nostre libertà si riducono e l'establishment europeo (politici, intellettuali a la page, nove decimi dei giornalisti) non trova di meglio che organizzare conferenze e scrivere appelli che si concludono con il solito invito al dialogo. Invito inutile, perché chi davvero dovrebbe farlo proprio - ovvero i Fratelli Musulmani, gli imam radicali che predicano nelle moschee del continente e gli altri estremisti islamici che pretendono di dettare legge in Europa - a fermarsi per dialogare non ci pensano proprio: loro, sono passati all'azione da tempo. Hanno capito di avere davanti un avversario che non ha né la voglia né la capacità di tenere la posizione, con il quale la politica di avanzare nuove richieste, sempre più esose, paga sempre. Il teologo egiziano e studioso dell'islam padre Samir Khalil Samir, editorialista di Avvenire, su Asia News l'Europa di oggi la descrive così:

Non ci si rende contro che è in ballo la nostra cultura, la nostra specificità. (...) Ogni anno si viene a sapere che una delegazione musulmana rifiuta di partecipare a un ricevimento di qualche autorità europea perché in esso si servono vino e alcolici, proibiti dall’Islam rigoroso, accanto a bibite non alcoliche. A Parigi, mesi fa, una delegazione iraniana si è ritirata perché la Francia si è rifiutata di togliere i vini. Tre anni fa, in Germania, una delegazione iraniana capeggiata da Rafsanjani, è stata invitata a un banchetto offerto dal ministro degli esteri. Appena arrivati, visto che si serviva del vino e degli alcolici, si sono chiusi in una saletta. Dopo aver confabulato insieme, hanno chiesto che si togliesse ogni alcolico. Un ministro ha rifiutato e se n’è andato. Invece il ministro degli esteri, per non creare ulteriori problemi, ha fatto togliere vino e alcol dal ricevimento. Questi fatti legati al cibo e alle bevande si ripetono in modo sistematico.

In modo simile, si comincia a fissare nelle piscine gli orari riservati alle donne, per far piacere a qualche musulmano fanatico. Negli ospedali sempre più si esige che le donne musulmane non siano toccate da un medico maschio. Un po’ ovunque – in ospedali, scuole, ecc.. - si esige un cibo particolare, lecito (halâl), per i musulmani.

Da parte dell’Islam vi è una intolleranza insopportabile. Si serve del vino? Non berlo! Attaccano Maometto? Rispondi con uno scritto, con una dichiarazione… perché rispondere con la violenza?

Il caso di Regensburg è evidente. Si è presa una frase da un discorso che ne conteneva centinaia, una frase che non è neppure il pensiero del papa, eppure hanno cercato di dire che il papa l’ha citata perché esprime il suo pensiero. Il che non è vero. E anche se fosse vero, basta rispondere con uno studio, un articolo, una dichiarazione. Ma creare un movimento mondiale significa che questo episodio viene usato per un altro scopo.

Il problema numero uno dell’Islam oggi è la violenza. Ieri alla tivu, l’imam iraniano ha detto che Zarqawi e Bin Laden sono solo “dei terroristi”, non rappresentano l’Islam perché “nessuno li segue”. Ma questa è un’altra falsità. Un’inchiesta fatta da al-Jazeera su “cosa pensate di Bin Laden?”, mostra che il 50% degli intervistati appoggiano Bin Laden, l’altro 50% lo rifiutano.
Il problema della violenza nell’Islam non si può più rimandare. Ne va anche della pace sul pianeta. Oggigiorno, molte guerre in occidente e in Asia sono fatte proprio da musulmani che vogliono l’autonomia, uno stato per conto loro. (...)


Anni fa vi è stata una campagna mondiale contro l’infibulazione e contro la lapidazione delle donne in Africa. Tarik Ramadan, a suo tempo, si è espresso su questo, sulla lapidazione e sulle violenze corporali nell’Islam e ha detto: “Dateci una moratoria, dateci il tempo di evolvere”. Ma la domanda è: quante donne ancora dovranno essere lapidate perché voi possiate evolvervi?

Di fronte alle richieste dei musulmani, in occidente si sceglie la rinuncia ad affermare i diritti umani, in nome della cultura, della pazienza, del buonismo, della multiculturalità… In realtà si sta perdendo la coscienza di cosa sia l’identità europea e il suo valore. Manca anche un minimo di fierezza. In genere, fra i francesi, gli italiani, i tedeschi, si diffonde un dubbio sull’identità europea, una reticenza, una vergogna.

Invece, proprio noi africani e asiatici riconosciamo in voi europei un fondo comune, che il papa stesso ha fatto emergere parlando dell’ellenismo, del cristianesimo, dell’illuminismo… Occorre riprendere coscienza dell’identità europea, che ha alla base il cristianesimo come collante, senza rigettare niente del Rinascimento e dell’illuminismo, ma purificando tutto (cristianesimo compreso). E occorre anche essere fieri di quest’identità.

Il resto (che merita assai) lo potete leggere qui: "Islam violento ed Europa codarda: dalle vignette a Regensburg", di Samir Khalil Samir.

Infine, un consiglio per gli acquisti (e chi legge questo blog sa che non ne faccio molti): "While Europe Slept: How Radical Islam Is Destroying the West from Within", di Bruce Bawer. Ovvero l'Europa di questi anni vista con gli occhi di un giornalista libertarian omosessuale americano (qui il suo blog). Un'analisi spietata e imperdibile. Ne riparleremo.

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