Sondaggio tra gli elettori della Cdl: Fini insidia il primato di Berlusconi
di Fausto Carioti
Primo Silvio Berlusconi. Monarca, ma non più assoluto: ed è già una notizia. In grande rimonta Gianfranco Fini: tra i tre leader della Casa delle libertà, lui è quello che, dopo aver letto questo articolo e le pagine che seguono, avrà più motivi per rallegrarsi. Arrancante Pier Ferdinando Casini: la sua strategia di smarcarsi a tutti i costi e su ogni tema del dibattito politico dal resto dell’opposizione lascia perplessi gli elettori della Cdl. Dunque, c’è vita nel centrodestra italiano: il sondaggio esclusivo pubblicato oggi da Libero, realizzato dall’Istituto Piepoli tra chi dichiara di votare per l’attuale opposizione, fotografa una situazione in movimento, dalla quale esce premiato soprattutto il leader di Alleanza nazionale. Segno che gli elettori preferiscono chi si impegna contro il governo Prodi a chi ogni giorno ne inventa una nuova per rendere la vita difficile a Berlusconi.
Si facessero davvero le primarie del centrodestra, Berlusconi oggi dovrebbe accontentarsi di vincerle con una maggioranza relativa: il 41 per cento degli elettori della Cdl, fa sapere il sondaggio, lo indica come candidato unico della coalizione. La leadership di Berlusconi, dunque, si conferma, ma non è più incontestata. Di certo risente dell’addio, almeno formale, dell’Udc alla Casa delle Libertà (Casini la considera un’esperienza conclusa e parla apertamente di «due opposizioni»). L’ex premier paga anche la lontananza dal potere, che come noto logora chi non ce l’ha. E la sua figura in questo momento è poco esposta dal punto di vista mediatico: un po’ perché in Rai non comandano più i suoi, un po’ perché lui stesso preferisce non apparire, nella convinzione che appena rialza la testa il primo effetto che ottiene è ricompattare il centrosinistra. Si tratta di una scelta azzeccata: come Berlusconi è scomparso dal centro della scena politica, i partiti dell’Unione hanno ricominciato a scannarsi in pubblico e il gradimento nei confronti del governo Prodi e delle componenti che lo sostengono è crollato ai minimi storici. Però l’astinenza dai media è una scelta che Berlusconi, il quale è un fenomeno mediatico prima ancora che politico, paga di persona. I supporter del centrodestra continuano comunque ad apprezzare tutte le sue doti storiche, quelle che anche gli avversari sono costretti a riconoscergli: il 90 per cento degli interpellati ritiene che aggettivi come «determinato», «vincente» ed «energico» gli calzino a pennello.
Fatto sta che per motivi politici, ma si presume anche anagrafici, sempre più elettori della Cdl stanno iniziando a pensare a Fini come possibile nuovo leader della coalizione: sono il 33 per cento quelli che, per le prossime elezioni, lo vogliono candidato unico del centrodestra. Una manciata di punti, quindi, lo separa da Berlusconi. I prossimi mesi diranno se questi numeri segnano l’inizio della possibile scalata di Fini alla guida della Cdl, magari diventata nel frattempo partito più o meno unico. Le premesse sembrano esserci. E che Fini voglia ritagliarsi un ruolo da oppositore in prima persona del governo Prodi - non più, cioè, mediato dall’ingombrante figura del Cavaliere - lo conferma la sua scelta, annunciata ieri, di svolgere manifestazioni di Alleanza Nazionale contro la Finanziaria in cento città italiane il 24 e il 25 novembre, ovvero il week end precedente alla grande manifestazione nazionale del centrodestra organizzata da Berlusconi. Un modo (anche) per mostrare i muscoli agli alleati e far vedere che An è dotata di una forte presenza organizzativa sul territorio, cosa che di certo non ha Forza Italia, partito d’opinione che pure raccoglie il doppio dei voti di An. Il sondaggio evidenzia la forte stima dei supporter della Cdl per Fini, ritenuto «determinato», «pratico», «energico», «scrupoloso», «affidabile», «vincente», «vicino alla gente» e «al servizio del Paese» da percentuali vicine al 90 per cento degli elettori, e comunque superiori all’85 per cento. Alcune qualità gli sono riconosciute in misura superiore che a Berlusconi. Fini, ad esempio, è ritenuto il più «onesto» dei tre possibili leader del centrodestra, riuscendo a convincere della sua probità l’82 per cento degli interpellati, contro il 74 del Cavaliere e il 66 di Casini.
Proprio il leader dell’Udc è quello che più esce ridimensionato dalla rilevazione dell’Istituto Piepoli. Si nota una certa discrepanza tra la sua ambizione di scalzare Silvio dal trono di leader del centrodestra e quello che gli elettori dell’opposizione pensano di lui. Il 19 per cento lo vogliono candidato unico della coalizione, e la percentuale scende al 15 se si chiede di indicare, una volta vinte le elezioni, chi dei tre dovrebbe fare il presidente del consiglio. Soprattutto, non vi è una sola qualità - su sedici oggetto di altrettante domande - che chi vota per il centrodestra riconosca in misura maggiore a Casini piuttosto che a Berlusconi o Fini.
Post scriptum. Conoscendolo, il Cavaliere, al termine della lettura del sondaggio dell’Istituto Piepoli, avrà un po’ di amaro in bocca per il mancato plebiscito. Berlusconi è fatto così, è il suo bello: non riesce a spiegarsi perché tutto il mondo non pensa di lui quello che pensano mamma Rosa e Sandro Bondi. Però ha di che consolarsi. Il portale statunitense “AskMen” ha appena realizzato un sondaggio online, votato da un milione di persone, chiedendo di indicare i 49 uomini “top” del pianeta: per fascino, carisma e potere. I più “fighi”, insomma, come conferma il primo posto assegnato all’attore George Clooney. C’è un solo nome italiano in quella classifica, e - manco a dirlo - è quello di Berlusconi, per di più in una posizione di tutto rispetto: la ventiseiesima. Il resto dei politici italiani certi risultati se li sogna. Non parliamo del povero Prodi, che sta al fascino e al carisma come la sua Iri stava al libero mercato. Quanto al potere, ne riparliamo al termine del passaggio della Finanziaria in Parlamento.
© Libero. Pubblicato il 25 ottobre 2006.
Primo Silvio Berlusconi. Monarca, ma non più assoluto: ed è già una notizia. In grande rimonta Gianfranco Fini: tra i tre leader della Casa delle libertà, lui è quello che, dopo aver letto questo articolo e le pagine che seguono, avrà più motivi per rallegrarsi. Arrancante Pier Ferdinando Casini: la sua strategia di smarcarsi a tutti i costi e su ogni tema del dibattito politico dal resto dell’opposizione lascia perplessi gli elettori della Cdl. Dunque, c’è vita nel centrodestra italiano: il sondaggio esclusivo pubblicato oggi da Libero, realizzato dall’Istituto Piepoli tra chi dichiara di votare per l’attuale opposizione, fotografa una situazione in movimento, dalla quale esce premiato soprattutto il leader di Alleanza nazionale. Segno che gli elettori preferiscono chi si impegna contro il governo Prodi a chi ogni giorno ne inventa una nuova per rendere la vita difficile a Berlusconi.
Si facessero davvero le primarie del centrodestra, Berlusconi oggi dovrebbe accontentarsi di vincerle con una maggioranza relativa: il 41 per cento degli elettori della Cdl, fa sapere il sondaggio, lo indica come candidato unico della coalizione. La leadership di Berlusconi, dunque, si conferma, ma non è più incontestata. Di certo risente dell’addio, almeno formale, dell’Udc alla Casa delle Libertà (Casini la considera un’esperienza conclusa e parla apertamente di «due opposizioni»). L’ex premier paga anche la lontananza dal potere, che come noto logora chi non ce l’ha. E la sua figura in questo momento è poco esposta dal punto di vista mediatico: un po’ perché in Rai non comandano più i suoi, un po’ perché lui stesso preferisce non apparire, nella convinzione che appena rialza la testa il primo effetto che ottiene è ricompattare il centrosinistra. Si tratta di una scelta azzeccata: come Berlusconi è scomparso dal centro della scena politica, i partiti dell’Unione hanno ricominciato a scannarsi in pubblico e il gradimento nei confronti del governo Prodi e delle componenti che lo sostengono è crollato ai minimi storici. Però l’astinenza dai media è una scelta che Berlusconi, il quale è un fenomeno mediatico prima ancora che politico, paga di persona. I supporter del centrodestra continuano comunque ad apprezzare tutte le sue doti storiche, quelle che anche gli avversari sono costretti a riconoscergli: il 90 per cento degli interpellati ritiene che aggettivi come «determinato», «vincente» ed «energico» gli calzino a pennello.
Fatto sta che per motivi politici, ma si presume anche anagrafici, sempre più elettori della Cdl stanno iniziando a pensare a Fini come possibile nuovo leader della coalizione: sono il 33 per cento quelli che, per le prossime elezioni, lo vogliono candidato unico del centrodestra. Una manciata di punti, quindi, lo separa da Berlusconi. I prossimi mesi diranno se questi numeri segnano l’inizio della possibile scalata di Fini alla guida della Cdl, magari diventata nel frattempo partito più o meno unico. Le premesse sembrano esserci. E che Fini voglia ritagliarsi un ruolo da oppositore in prima persona del governo Prodi - non più, cioè, mediato dall’ingombrante figura del Cavaliere - lo conferma la sua scelta, annunciata ieri, di svolgere manifestazioni di Alleanza Nazionale contro la Finanziaria in cento città italiane il 24 e il 25 novembre, ovvero il week end precedente alla grande manifestazione nazionale del centrodestra organizzata da Berlusconi. Un modo (anche) per mostrare i muscoli agli alleati e far vedere che An è dotata di una forte presenza organizzativa sul territorio, cosa che di certo non ha Forza Italia, partito d’opinione che pure raccoglie il doppio dei voti di An. Il sondaggio evidenzia la forte stima dei supporter della Cdl per Fini, ritenuto «determinato», «pratico», «energico», «scrupoloso», «affidabile», «vincente», «vicino alla gente» e «al servizio del Paese» da percentuali vicine al 90 per cento degli elettori, e comunque superiori all’85 per cento. Alcune qualità gli sono riconosciute in misura superiore che a Berlusconi. Fini, ad esempio, è ritenuto il più «onesto» dei tre possibili leader del centrodestra, riuscendo a convincere della sua probità l’82 per cento degli interpellati, contro il 74 del Cavaliere e il 66 di Casini.
Proprio il leader dell’Udc è quello che più esce ridimensionato dalla rilevazione dell’Istituto Piepoli. Si nota una certa discrepanza tra la sua ambizione di scalzare Silvio dal trono di leader del centrodestra e quello che gli elettori dell’opposizione pensano di lui. Il 19 per cento lo vogliono candidato unico della coalizione, e la percentuale scende al 15 se si chiede di indicare, una volta vinte le elezioni, chi dei tre dovrebbe fare il presidente del consiglio. Soprattutto, non vi è una sola qualità - su sedici oggetto di altrettante domande - che chi vota per il centrodestra riconosca in misura maggiore a Casini piuttosto che a Berlusconi o Fini.
Post scriptum. Conoscendolo, il Cavaliere, al termine della lettura del sondaggio dell’Istituto Piepoli, avrà un po’ di amaro in bocca per il mancato plebiscito. Berlusconi è fatto così, è il suo bello: non riesce a spiegarsi perché tutto il mondo non pensa di lui quello che pensano mamma Rosa e Sandro Bondi. Però ha di che consolarsi. Il portale statunitense “AskMen” ha appena realizzato un sondaggio online, votato da un milione di persone, chiedendo di indicare i 49 uomini “top” del pianeta: per fascino, carisma e potere. I più “fighi”, insomma, come conferma il primo posto assegnato all’attore George Clooney. C’è un solo nome italiano in quella classifica, e - manco a dirlo - è quello di Berlusconi, per di più in una posizione di tutto rispetto: la ventiseiesima. Il resto dei politici italiani certi risultati se li sogna. Non parliamo del povero Prodi, che sta al fascino e al carisma come la sua Iri stava al libero mercato. Quanto al potere, ne riparliamo al termine del passaggio della Finanziaria in Parlamento.
© Libero. Pubblicato il 25 ottobre 2006.