Israele e Usa votano Berlusconi, Iran e Siria votano Pd
Leggere i risultati del voto all'estero è divertente e istruttivo. Niente di scientifico, per carità, ma se ne ricavano due forti impressioni. La prima è che gli italiani sparsi per il mondo siano molto attenti alla politica estera dei partiti in lizza. La seconda è che gli stessi elettori tendano a uniformarsi all'atteggiamento che ha, nei confronti dei partiti italiani, il Paese in cui vivono. In altre parole, vedono la politica italiana attraverso gli occhi dell'opinione pubblica che li circonda. Due fattori ovvi, che danno però risultati interessanti.
L'esempio più lampante viene dal Medio Oriente. Israele ha premiato la lista di Silvio Berlusconi con un consenso "modello Vladimir Putin": 73,3% al Popolo delle libertà, 20% al Partito democratico. Penalizzato l'operato del governo Prodi e del ministro Massimo D'Alema: nel 2006 l'Unione aveva preso il 31% dei voti. L'Iran, con il 54,4% dei voti, premia invece il Partito democratico, e lo stesso fanno gli elettori italiani di un altro "stato canaglia", la Siria, dove il 57% dei consensi è andato alla lista di Walter Veltroni.
E in Occidente? Le due patrie del libero scambio e delle libertà individuali, Stati Uniti e Regno Unito, danno la maggioranza relativa dei consensi al Popolo delle libertà. Gli elettori italiani negli Usa, anche se di poco, incoronano il Pdl primo partito, con il 45,4% dei voti. Discorso analogo in Inghilterra, dove gli azzurri sono in testa con il 39,6% dei consensi.
Vittoria del Pd in Francia, paese tradizionalmente più attratto dall'egualitarismo che dall'individualismo, dallo statalismo più che dalla libera impresa: il 42,6% dei voti sono andati a Veltroni. E anche gli elettori italiani in Belgio, in gran parte composti dagli euroburocrati di stanza a Bruxelles, hanno scelto gli eredi di Romano Prodi, mettendo in cima alle loro preferenze il Pd, con il 41,3% dei voti. Consensi rilevanti, dagli italiani in Belgio, anche per gli altri partiti della sinistra: l'Idv ha preso l'8,3% dei voti, il Partito socialista il 6,8%, la Sinistra arcobaleno il 4,7%.
Infine (ma il giochino potebbe continuare a lungo) gli italiani dei politicamente corretti e multiculturalisti Paesi del nord Europa hanno scelto in blocco il Pd: la Norvegia con il 51,4% dei voti, la Svezia con il 50,5%, i Paesi Bassi con il 45,1% e la Danimarca con il 43,4%.
L'esempio più lampante viene dal Medio Oriente. Israele ha premiato la lista di Silvio Berlusconi con un consenso "modello Vladimir Putin": 73,3% al Popolo delle libertà, 20% al Partito democratico. Penalizzato l'operato del governo Prodi e del ministro Massimo D'Alema: nel 2006 l'Unione aveva preso il 31% dei voti. L'Iran, con il 54,4% dei voti, premia invece il Partito democratico, e lo stesso fanno gli elettori italiani di un altro "stato canaglia", la Siria, dove il 57% dei consensi è andato alla lista di Walter Veltroni.
E in Occidente? Le due patrie del libero scambio e delle libertà individuali, Stati Uniti e Regno Unito, danno la maggioranza relativa dei consensi al Popolo delle libertà. Gli elettori italiani negli Usa, anche se di poco, incoronano il Pdl primo partito, con il 45,4% dei voti. Discorso analogo in Inghilterra, dove gli azzurri sono in testa con il 39,6% dei consensi.
Vittoria del Pd in Francia, paese tradizionalmente più attratto dall'egualitarismo che dall'individualismo, dallo statalismo più che dalla libera impresa: il 42,6% dei voti sono andati a Veltroni. E anche gli elettori italiani in Belgio, in gran parte composti dagli euroburocrati di stanza a Bruxelles, hanno scelto gli eredi di Romano Prodi, mettendo in cima alle loro preferenze il Pd, con il 41,3% dei voti. Consensi rilevanti, dagli italiani in Belgio, anche per gli altri partiti della sinistra: l'Idv ha preso l'8,3% dei voti, il Partito socialista il 6,8%, la Sinistra arcobaleno il 4,7%.
Infine (ma il giochino potebbe continuare a lungo) gli italiani dei politicamente corretti e multiculturalisti Paesi del nord Europa hanno scelto in blocco il Pd: la Norvegia con il 51,4% dei voti, la Svezia con il 50,5%, i Paesi Bassi con il 45,1% e la Danimarca con il 43,4%.