Grillo, l'evoluzione (?) della sinistra
Avessero la coda e vivessero sugli alberi, gli antifascisti di professione, quelli che conosciamo da sempre, oggi sarebbero nella lista delle specie in via d’estinzione, ben prima dell’orango del Borneo e del lemure marrone. Chi pensa che la mazzata gliel’abbiano data Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini il 13 aprile, sbaglia. La colpa (o il merito, a seconda dei punti di vista) è di Beppe Grillo, e la data da segnare è quella del 25 aprile 2008. Ieri, per la prima volta nel dopoguerra, la sinistra che festeggia l’anniversario della Liberazione si è scoperta minoranza in piazza. E' apparsa una nuova creatura, che le ha rubato l’habitat e si candida a soppiantarla.
È un’evoluzione della sinistra che nacque con la resistenza, e ne rivendica la discendenza: «Siamo noi i nuovi partigiani», ha sparato Grillo dal palco di Torino ai cinquantamila e passa che lo ascoltavano. Ma si tratta delle stesse attenzioni che l’uomo di Cro-Magnon concesse al suo predecessore nehanderthaliano prima di fracassargli la testa. Il comico genovese la sinistra “ufficiale” l’ha uccisa ieri in piazza, sparando simbolicamente sul personaggio che incarna la Costituzione e l’Italia figlia della resistenza e del Pci: «Il presidente della Repubblica, Morfeo Napolitano, dorme. Dovrebbe essere il presidente degli italiani, non dei partiti. I partiti non ci sono più».
Il punto è che il dna di Grillo e del suo popolo ha pochissimo in comune con quello della sinistra nata il 25 aprile del 1945. Quella portava i contadini e gli operai ai seggi; lui invita gli italiani a non votare. Quelli promettevano di prendere il potere indottrinando il popolo, ma nel dubbio tenevano fucili e mitragliatrici nascosti sottoterra; Grillo il massimo che riesce a ottenere dai suoi è gridare in coro «vaffanculo» appena lui lancia l’ordine. Quelli conquistavano una ad una le «casematte del potere», arruolando intellettuali e giornalisti a frotte; Grillo, assai più modestamente, i giornalisti si limita a chiamarli «topi di fogna».
La sinistra tradizionale ha capito bene che Grillo è uno dei suoi peggiori nemici. Lo è persino più di Berlusconi, visto che - a differenza del Cavaliere - il comico genovese riesce a fare presa sul suo elettorato. Non a caso, da giorni, i commenti più allarmati per la nuova iniziativa di Grillo vengono dai giornali e degli esponenti di sinistra. Il commento di Giorgio Merlo, deputato del Pd, sintetizza bene l'umore dell'ambiente: «C'è semplicemente da rabbrividire al pensiero che il comico Beppe Grillo e i suoi supporter siano gli eredi della lotta partigiana».
È un’evoluzione della sinistra che nacque con la resistenza, e ne rivendica la discendenza: «Siamo noi i nuovi partigiani», ha sparato Grillo dal palco di Torino ai cinquantamila e passa che lo ascoltavano. Ma si tratta delle stesse attenzioni che l’uomo di Cro-Magnon concesse al suo predecessore nehanderthaliano prima di fracassargli la testa. Il comico genovese la sinistra “ufficiale” l’ha uccisa ieri in piazza, sparando simbolicamente sul personaggio che incarna la Costituzione e l’Italia figlia della resistenza e del Pci: «Il presidente della Repubblica, Morfeo Napolitano, dorme. Dovrebbe essere il presidente degli italiani, non dei partiti. I partiti non ci sono più».
Il punto è che il dna di Grillo e del suo popolo ha pochissimo in comune con quello della sinistra nata il 25 aprile del 1945. Quella portava i contadini e gli operai ai seggi; lui invita gli italiani a non votare. Quelli promettevano di prendere il potere indottrinando il popolo, ma nel dubbio tenevano fucili e mitragliatrici nascosti sottoterra; Grillo il massimo che riesce a ottenere dai suoi è gridare in coro «vaffanculo» appena lui lancia l’ordine. Quelli conquistavano una ad una le «casematte del potere», arruolando intellettuali e giornalisti a frotte; Grillo, assai più modestamente, i giornalisti si limita a chiamarli «topi di fogna».
La sinistra tradizionale ha capito bene che Grillo è uno dei suoi peggiori nemici. Lo è persino più di Berlusconi, visto che - a differenza del Cavaliere - il comico genovese riesce a fare presa sul suo elettorato. Non a caso, da giorni, i commenti più allarmati per la nuova iniziativa di Grillo vengono dai giornali e degli esponenti di sinistra. Il commento di Giorgio Merlo, deputato del Pd, sintetizza bene l'umore dell'ambiente: «C'è semplicemente da rabbrividire al pensiero che il comico Beppe Grillo e i suoi supporter siano gli eredi della lotta partigiana».