«Il piano di Silvio era: prima gozzovigliare per cinque anni, poi perdere e lasciare due mesi di governo ai comunisti perché mettano a posto i bilanci - quelli lì ne sono capaci, sa? Così la gente fa i sacrifici, i comunisti sono gli unici che possono chiederglieli. Poi, quando i conti sono a posto, Silvio torna più bello di prima e fa un ribaltone a suo favore». Antonio Cornacchione, 12 aprile 2006.
«Dicono i sondaggi, con un margine di errore che va sempre tenuto ben presente, che il complesso degli indecisi sia da valutare attorno al 10 per cento dei presumibili votanti. Dicono anche che il 45 per cento di quel dieci sia orientato a votare Veltroni. E dicono infine che se quel 45 diventasse il 13 aprile il 60, alla Camera si potrebbe pareggiare, i due maggiori partiti si troverebbero spalla a spalla e uno dei due otterrebbe la vittoria con uno scarto minimo di voti. Se poi il Partito democratico convogliasse su di sé il 75 per cento degli indecisi la vittoria alla Camera diventerebbe una quasi certa probabilità». Eugenio Scalfari, 6 aprile 2008.
Il primo, a modo suo, nell'aprile del 2006 ci ha azzeccato: ha sbagliato solo i tempi. Il secondo, nell'aprile del 2008, ha sbagliato Paese.