Il valore aggiunto di Calearo
Leviamoci lo sfizio e quantifichiamo la portata dell'effetto prodotto dalla candidatura nel Partito democratico dell'imprenditore Massimo Calearo, l'uomo che avrebbe dovuto far sterzare verso Walter Veltroni e la sua lista l'operoso Nordest. Mettiamo a confronto con le elezioni politiche del 2006 i voti appena ottenuti dal Pd nei posti dove la candidatura di Calearo è più significativa: il suo comune (Costabissara), la sua provincia (Vicenza), la sua regione (il Veneto). Notare che, a urne appena chiuse, Calearo aveva detto di aver ricevuto «ottimi segnali». «Vedrete, ne ho convinti tanti», assicurava. Massì, vediamo.
Come noto, gli schieramenti stavolta erano diversi da quelli delle precedenti elezioni. Comunque ho confrontato il dato ottenuto dall'Ulivo nel 2006 (elezione della Camera dei deputati) con quello appena conseguito dal Pd, "regalando" così, di fatto, alla lista di Veltroni e Calearo i voti dei radicali, che due anni prima si erano presentati con la Rosa nel Pugno, fuori dall'Ulivo sebbene alleati con esso.
Iniziamo dalla casa di Calearo. Cioè dal piccolo comune di Costabissara (6.300 anime), dove Calearo lo conoscono tutti. Il 9 aprile del 2006 l'Ulivo qui prese il 25,1% dei voti. Stavolta, invece, il Pd ha preso il 27,1%. Che equivale a un guadagno del 2% rispetto alla tornata elettorale precedente. La differenza, probabilmente, l'hanno fatta Calearo, i suoi parenti e i suoi conoscenti. Che comunque non sono bastati a Veltroni e alla sua coalizione per evitare, persino qui, una sonora sveglia: a Costabissara il Pdl di Silvio Berlusconi ha incassato il 25,8% dei voti (più del Pd) e, alleato con la Lega, ha raggiunto quota 53%.
Vediamo ora la provincia di Vicenza. Stesso calcolo: nel 2006 l'Ulivo raggiunse il 24,8% dei voti. Stavolta il Pd ha fatto il 25%. In parole povere, c'è stato un guadagno dello 0,2%, che la presenza dei radicali nel Pd basta a spiegare.
Infine, il Veneto. Per la precisione la circoscrizione elettorale Veneto 1, che raggruppa Padova, Rovigo, Verona e Vicenza. Nel 2006 qui l'Ulivo ottenne il 26,1% dei voti. Stavolta il Pd, con Calearo capolista, ha ottenuto il 25,6% dei voti. Dunque, si è registrata una perdita di mezzo punto percentuale.
Ce n'è abbastanza per capire che la tanto sbandierata candidatura di Calearo ha avuto un peso elettorale minimo solamente nel suo paesino, dove peraltro non è stata nemmeno sufficiente a spostare l'ago della bilancia verso il Pd. A livello provinciale e regionale essa è stata del tutto ininfluente.
Come noto, gli schieramenti stavolta erano diversi da quelli delle precedenti elezioni. Comunque ho confrontato il dato ottenuto dall'Ulivo nel 2006 (elezione della Camera dei deputati) con quello appena conseguito dal Pd, "regalando" così, di fatto, alla lista di Veltroni e Calearo i voti dei radicali, che due anni prima si erano presentati con la Rosa nel Pugno, fuori dall'Ulivo sebbene alleati con esso.
Iniziamo dalla casa di Calearo. Cioè dal piccolo comune di Costabissara (6.300 anime), dove Calearo lo conoscono tutti. Il 9 aprile del 2006 l'Ulivo qui prese il 25,1% dei voti. Stavolta, invece, il Pd ha preso il 27,1%. Che equivale a un guadagno del 2% rispetto alla tornata elettorale precedente. La differenza, probabilmente, l'hanno fatta Calearo, i suoi parenti e i suoi conoscenti. Che comunque non sono bastati a Veltroni e alla sua coalizione per evitare, persino qui, una sonora sveglia: a Costabissara il Pdl di Silvio Berlusconi ha incassato il 25,8% dei voti (più del Pd) e, alleato con la Lega, ha raggiunto quota 53%.
Vediamo ora la provincia di Vicenza. Stesso calcolo: nel 2006 l'Ulivo raggiunse il 24,8% dei voti. Stavolta il Pd ha fatto il 25%. In parole povere, c'è stato un guadagno dello 0,2%, che la presenza dei radicali nel Pd basta a spiegare.
Infine, il Veneto. Per la precisione la circoscrizione elettorale Veneto 1, che raggruppa Padova, Rovigo, Verona e Vicenza. Nel 2006 qui l'Ulivo ottenne il 26,1% dei voti. Stavolta il Pd, con Calearo capolista, ha ottenuto il 25,6% dei voti. Dunque, si è registrata una perdita di mezzo punto percentuale.
Ce n'è abbastanza per capire che la tanto sbandierata candidatura di Calearo ha avuto un peso elettorale minimo solamente nel suo paesino, dove peraltro non è stata nemmeno sufficiente a spostare l'ago della bilancia verso il Pd. A livello provinciale e regionale essa è stata del tutto ininfluente.