Sillogismi dalemiani

Nella migliore delle tradizioni della casa, Massimo D'Alema ha già iniziato il processo di demonizzazione degli ex. Il presidente diessino, nonché ministro degli Esteri, sostiene che dipingere il governo Prodi come paralizzato dallo scontro tra riformisti e massimalisti è «una campagna politica che punta a determinare una crisi di questo governo per aprire un altro scenario politico, di tipo neocentrista. E’ un’operazione politica, propaganda».

Ora, si dà il caso che un simile quadro sia proprio quello dipinto dal riformista Nicola Rossi, che - comprensibilmente schifato per l'andazzo - se ne è appena andato via dai Ds. E' stato lui a dire che «sul terreno riformista la sinistra ha esaurito tutte le energie». Che «Le difficoltà in cui si dibatte, giorno dopo giorno, l'odierna azione di governo sono il frutto malato di cinque anni di opposizione in cui (...) non un solo giorno è stato speso per costruire la cultura e le condizioni che sarebbero servite a governare e non è lecito, oggi, usare quelle difficoltà come un'attenuante. (...) Si è seminato male e quindi si raccoglie poco. E si è seminato male perché non si credeva fino in fondo in quel che si diceva di voler fare».

Si dà anche il caso che Nicola Rossi sia stato consigliere economico di palazzo Chigi, nominato da D'Alema, quando Baffino era presidente del Consiglio. In altri termini, almeno sino a poco tempo fa è stato l'economista di cui D'Alema si fidava di più.

Domanda: anche Nicola Rossi fa propaganda per conto del complotto neocentrista mastelliancasiniano, e quindi il presidente dei Ds si è allevato (sino a candidarlo alla Camera facendolo diventare deputato) una serpe in seno, oppure è D'Alema che si sta impegnando con argomentazioni ridicole in una difesa del governo Prodi nella quale nemmeno lui crede?

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