Presidente Bertinotti, grazie della censura

di Fausto Carioti

Che la rassegna stampa della Camera, specie ora che a Montecitorio comanda Fausto Bertinotti, sia allergica agli articoli di Libero, è un dato di fatto. A noi giornalisti, esibizionisti come siamo, dispiace un po’, ma quelli dell’amministrazione dicono che va bene così: tutte copie in più vendute ai deputati, che per leggerci sono costretti ad andare in edicola e cacciare di tasca un euro. Ieri, ad esempio, il cassiere di Libero era più contento del solito: l’eccesso di zelo dei compilatori della rassegna stampa della Camera aveva toccato un nuovo record. Dei 155 articoli inseriti nel fascicolo quotidiano di Montecitorio, solo uno - quello a firma del direttore Vittorio Feltri - proveniva dalle pagine di Libero. Il minimo indispensabile per ricordare ai deputati che esistiamo anche noi.

È chiaro che la presenza dei quotidiani nella rassegna di Bertinotti non ha nulla a che vedere con la loro diffusione nelle edicole e nelle case degli italiani. Per capirsi: Europa, il quotidiano della Margherita, ieri era presente con sette articoli, l’Indipendente con quattro, il Roma (quotidiano di Napoli) con uno, proprio come Libero, quotidiano nazionale che ieri aveva tirato 229.205 copie.

In base a quali criteri è fatta la scelta? Una delle regole riguarda gli articoli firmati dai deputati. Tutto ciò che scrivono gli onorevoli deve finire in rassegna. Stessa cosa va fatta con ogni articolo che li riguarda molto da vicino. Bene. Anzi no, male. Perché ieri Libero ha pubblicato un articolo firmato da un deputato. Si tratta di Roberto Poletti, parlamentare dei Verdi. Scritto nel 1997 per la Padania, quando l’autore militava nel Carroccio, l’articolo illustra benissimo quale fosse all’epoca il Poletti-pensiero, e fa capire meglio di mille discorsi il suo originale percorso politico. Per chi non l’avesse letto, iniziava così: «Razzista. Sì sono razzista. Razzista, razzista e ancora razzista». Insomma, la notizia c’era, e il presumibile interesse da parte del Parlamento anche. Eppure nella rassegna stampa della Camera, dove trovava spazio la recensione del romanzo “The Castle in the Forest” (storia di un ufficiale delle SS posseduto dal demonio, roba di strettissima attualità parlamentare), dell’articolo di Poletti non vi era traccia.

Dunque, grazie ai responsabili della rassegna stampa per le sinergie che mantengono con il nostro ufficio distribuzione. Solo una preghiera: evitino di strafare. Guardando il loro lavoro di ieri (e non solo), qualcuno potrebbe pensare che si stiano adoperando in modo sistematico per censurare gli articoli più scomodi, ignorando intenzionalmente uno dei principali quotidiani nazionali. Il che, diciamolo, non sarebbe carino né per noi né per loro. Un aiutino alle nostre vendite sì, ci fa piacere. Ma senza esagerare, sennò diventa imbarazzante.

© Libero. Pubblicato il 25 gennaio 2007.

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